Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

alla sera. Niccolò, invece, faceva anche l'antiquario; e

cosa da comprare. ¶ Enrico faceva il legatore, a una

non si sapeva se faceva sul serio o per

sicuro di quel che faceva. ¶ Niccolò restò su la

un commesso, se lo faceva sempre chiudere e aprire

Mentre scriveva, entrò, come faceva tutte le mattine, venendo

Si schermiva, doventava timido; faceva in modo che gli

durante tutto il chilo, faceva ripetizione alle nipoti; ed

finestre, il marmista che faceva un chiasso, con certi

è altro. ¶ Niccolò gli faceva cenno di sì con

guardarlo negli occhi come faceva lui. ¶ Quando tornarono alla

d'animo, che si faceva anzi più intenso. All

sua voce robusta, che faceva subito credere: ¶ — Se lei

divertirsi che altercare! ¶ Niccolò faceva il pentito, con un

chiaro; e il sole faceva doventare abbarbagliante la nebbia

sua amorevolezza, che la faceva tremare. Lola, pentita d

Il suo dolore gli faceva girare la testa; e

fatale ed inalterata gli faceva conoscere, con un gran

Scelse una penna che faceva bene, e la provò

grande contentezza, che gli faceva desiderare sofferenze più acute

moglie; ma, a vederlo, faceva ridere, tanto ci stava

di sospetto che mi faceva paura. Io non ero

m'era intorno, mi faceva lo stesso effetto. Io

velo addosso che la faceva assomigliare ad una superficie

l'avevano conosciuto quando faceva l'antiquario, non era

a testa ritta, si faceva vedere ancora ben portante

all'insonnia, che gli faceva spavento soltanto a ricordarsene

i piedi. Alla fine faceva una risata che non

la pelle gli si faceva floscia e pallida, il

voce, a stratte, si faceva sempre più acuta e

acqua così diaccia che faceva venire i brividi. Tutto

alle loro anime. ¶ Enrico faceva il viso cattivo; e