Luigi Alamanni, Della coltivazione, 1546

passe addentro; ¶ E ciò far si convien qualor più

letame ¶ Porgergli aita, o far al tempo poi ¶ L

Re Francesco, eletto ¶ Per far ricco tra noi d

dato in sorte, ¶ Ma far col bene oprar che

di vivande carca, ¶ E far aschio al vicin, non

Che talor si può far; e quelle nozze ¶ Son

segnate d'altrui, per far più ricca ¶ Del gran

si vede aperta ¶ Con far profondo un pozzo, e

aggia il fregio, ¶ Da far tutta arrestar la gente

usurpan seggio: ¶ E ciò far si conviene innanzi alquanto

ad uopo, ¶ Lo poria far ancor; ma non sia

ch'ei prende a far condotta al fine; ¶ Che

vin fumoso altero, ¶ Per far più lieti i cor

lui compagno avesti ¶ Per far l'onde Sigee sanguigne

e 'l Xanto, ¶ E far troppo aspettar la casta

E che senz'altro far le appende in loco

divise e 'ntere, ¶ Per far più adorne le seconde

le cipolle ostello, ¶ Possa far i suoi dì più

ancor cresce la vigna, ¶ Far si conviene infino al

e i rivi ¶ Per far largo cammino alle folte

volesse ¶ Di selvaggio terren far lieti colti. ¶ Già bisogna

e 'l cornio, ¶ A far l'aste miglior possenti

alla fin gli può far questa. ¶ L'altre gregge

ingordo, ¶ Tempo è di far della sua morte lieta

Ma innanzi a questo far, consiglio e senno ¶ Molto

si puote ancor; ma far in guisa ¶ Che l

lasce ai campi suoi far nuove strade; ¶ Ma quelle

grazia e bellezza, ¶ Lasci far a chi 'l paga

necessità mandargli altrove. ¶ Chi far porìa ch'al sonno

or arche ¶ Pur rozzamente far, che sien ricetto ¶ Del

opre che si pon far quando è negato ¶ Dall

pietre intorno cinga ¶ Per far ampio tesor l'autunno

non men lo suol far, che Febo e 'l

ch'io nol consiglio ¶ Far, se non a color

l verno ¶ Deggia Zeffiro far, Coro, Euro e Noto

Della figlia crudel, per far vendetta ¶ Del suo purpureo