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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, Il disprezzo, 1954

concordanze di «fare»

nautoretestoannoconcordanza
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felice. Mi sembrava di fare cosa che tutti fanno
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Battista e non posso fare a meno di dire
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andare avanti... avrei dovuto fare un debito». Emilia, per
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lei. Adesso, invece di fare quel solito, caro viso
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vuoi... perché ho da fare». Un giorno osservai in
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la prima rata. Nel fare questo non provavo, però
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qualche modo costretto a fare un passo così imprudente
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Emilia. Non potevo, infatti, fare a meno di pensare
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di cui Emilia voleva fare il suo spogliatoio. L
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pomeriggio, io ebbi da fare durante tutto il giorno
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non l’hai voluto fare due anni fa, quando
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e adesso lo vuoi fare a tutti i costi
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proprio freddo, non potei fare a meno di pensare
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questa volta non potei fare a meno di levare
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un suo lavoro da fare indipendentemente dal suo vicino
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intollerabile; e non potevo fare a meno, ogni volta
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cui, comunque, avrei potuto fare un uso infinitamente migliore
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come avviene, non potei fare a meno di riconnetterlo
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si apprestava a farmene fare un’altra più importante
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sugli allori». ¶ Non potei fare a meno di notare
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Scusami, ma oggi dovresti fare in modo di mangiare
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volte che hai voluto fare l’amore, l’abbiamo
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tranquillo respiro, non potei fare a meno di pensare
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non ti va di fare questo lavoro, non discuto
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se non lo vuoi fare perché credi che non
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parlavo. E non potei fare a meno di pensare
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il neorealismo, tanto per fare un esempio, ha stancato
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poi perché Battista voleva fare un simile film? Io
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soggetti psicologici, lei deve fare senz’altro questo film
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e Penelope... Io intendo fare un film su un
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queste cose, dovevo certo fare un viso molto trasognato
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di nuovo, non potei fare a meno di pensare
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senza discutere. Non potei fare a meno, mentre passavamo
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mestiere che mi toccava fare. E di nuovo, con
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non avevo voglia di fare questa sceneggiatura perché non
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diverso e non potei fare a meno di rendermene
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della sua disposizione a fare il mio piacere. Ma
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fatta accettare. Non potei fare a meno di pensare
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era più nulla da fare. Anche a non saper
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stravolti, non sapendo che fare. Le tre parole di
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senza toccarci, non potei fare a meno di pensare
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soli e non potei fare a meno di pensare
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dei nostri movimenti. Per fare un sol passo, a
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perché mi disprezzi». ¶ «Non fare il cretino: lasciami». ¶ «Di
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immaginazione io mi vedevo fare la sceneggiatura dell’Odissea
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io non voglio». ¶ «Non fare il bambino», ella disse
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che ci rimanga da fare... non c’è più
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specie di delirio, dovetti fare e dire, allora, cose
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che ci resta da fare». ¶ «Ma io non voglio
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Era come, non potei fare a meno di pensare
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nulla aveva a che fare con Emilia e con
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una trafittura. Non potei fare a meno di esclamare
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breve periodo... tornerò a fare la dattilografa... appena avrò
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servirebbe che a farci fare del male l’uno
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accettato dopo tutto, di fare la sceneggiatura dell’Odissea
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su quello che vuoi fare... tua madre non ha
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di essere costretto a fare un film kolossal». Sottolineò
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ho l’abitudine di fare quello che vogliono i
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umana... ora, cosa dobbiamo fare noialtri moderni per risuscitare
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continuò: «Noi dobbiamo adesso fare con l’Odissea, quello
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ha voluto o saputo fare con l’Orestiade... aprirla
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ora, invece, Rheingold voleva fare di questo mondo così
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vero Molteni?». ¶ Non potei fare a meno di rispondere
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io, allora, non potei fare a meno di concepire
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che cosa ha voluto fare con l’Odissea? Ha
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spettacolare... questo ha voluto fare Omero... e io voglio
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stesse tranquillo... lui intendeva fare un film psicologico un
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riprese: «Se io voglio fare un film sui rapporti
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il servitore tutto può fare, salvo disubbidire al padrone
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poltrona; e non potei fare a meno di notare
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si incontrassero, la vidi fare un gesto di dispetto
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lei fosse andato a fare un bagno notturno», disse
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baciarsi. E non potei fare a meno di rabbuiarmi
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modo che nessuno può fare quello che desidererebbe e
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desidererebbe e deve invece fare quello che gli altri
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che mi spingeva a fare tali confidenze a colui
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e io non potei fare a meno di ricordarmi
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film fatti e da fare ed è insomma il
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Li scriverò?», non potei fare a meno di domandare
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preoccupazioni, pure non potevo fare a meno di avvertire
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decidi se io debbo fare questa sceneggiatura o meno
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mi avesse detto di fare la sceneggiatura, questo significava
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penso che ti conviene fare questo lavoro». ¶ Così ella
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io desideravo in fondo fare il lavoro... come quel
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sua avversione. Non potei fare a meno di esclamare
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quello che mi conveniva fare e non compromettere la
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film è ancora da fare». ¶ Di nuovo tacqui e
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dubiti». ¶ «Io non voglio fare di Ulisse, come lei
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lei adesso va a fare un bagno e ci
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pensarci affatto, e semplicemente fare un bagno in mare
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meno... Quello che devi fare te lo ha indicato
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pensarci su», non dovevo fare le cose in fretta
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e io non potevo fare a meno di socchiudere
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di quanto stavo per fare, capivo di avere imboccato
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sapere perché non voglio fare questa sceneggiatura... ora lo
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Insomma, lei non vuol fare la mia sceneggiatura oppure
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sceneggiatura oppure non vuol fare in alcun modo questa
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già detto: non voglio fare la sua sceneggiatura... d
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lei, io non voglio fare la sua sceneggiatura... Ma
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che io non voglio fare la sceneggiatura, qualunque sia
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però si tratta di fare un film, non bastano
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Ulisse che avrei voluto fare... così io vedo Ulisse
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è sembrato di poterlo fare con questo passo di
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Molteni, mi dispiacerà molto fare a meno della sua
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meglio, avrà meno da fare, Agnesina». ¶ «Eh, signora, da
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Agnesina». ¶ «Eh, signora, da fare c’è sempre... anche
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semplice... allora cosa vogliamo fare stasera?». ¶ Ci fu un
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oppure lesso... Lei sa fare la maionese, Agnesina?» ¶ «Sì
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Agnesina?» ¶ «Sì, la so fare». ¶ «Va bene... allora se
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salotto... ho ancora da fare con Agnesina... vengo subito
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per quanto stavo per fare: Emilia, secondo ogni apparenza
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ho deciso di non fare la sceneggiatura... mando tutto
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la finestra, non potessi fare altro». ¶ Ella obbiettò subito
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tu mi consigli di fare la sceneggiatura, né voglio
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dato il consiglio di fare lo stesso la sceneggiatura
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cambierò... Perciò, adesso, non fare tante storie... accetta questo
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da capo, non potei fare a meno di pensare
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c’era altro da fare. Dissi con voce più
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adesso tu vai a fare le valigie e partiamo
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vuoi che vada a fare a Roma? A Roma
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camera ammobiliata, tornare a fare la dattilografa... No, non
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domandandomi quel che dovessi fare. Capivo che non potevo
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due ore, almeno. Che fare? Finalmente mi decisi: andai
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all’angosciosa domanda: «Che fare?». Dopo qualche momento caddi
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mente quella domanda: che fare? Ma questa volta ero
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come avevo minacciato, a fare in modo da farci
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loro la domanda: che fare? E che l’avevano
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sola cosa che potessero fare e che dovevo essergli
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Rheingold. Che cosa dovevo fare? Pensai che per prima
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avuto l’intenzione di fare il bagno. Domandai alfine
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restava, tuttavia, ancora da fare un’ultima domanda, forse