Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

amore ¶ che m'ha fatto cercar lo tuo volume

stilo che m'ha fatto onore. ¶ Vedi la bestia

che molte volte al fatto il dir vien meno

Intesi ch'a così fatto tormento ¶ enno dannati i

prima ch'io disfatto, fatto». ¶ E io a lui

ascolta ¶ che li sia fatto, e poi se ne

se', che sì se' fatto brutto?». ¶ Rispuose: «Vedi che

le sponde, ¶ non altrimenti fatto che d'un vento

mi schiante?». ¶ Da che fatto fu poi di sangue

d'Attila rimase, ¶ avrebber fatto lavorare indarno. ¶ Io fei

vi rimaser quando ¶ fu fatto il nido di malizia

si descrive come è fatto il luogo di Malebolge

al suo marito piacque. ¶ Fatto v'avete dio d

afferra. ¶ Mira c'ha fatto petto de le spalle

elli avea del cul fatto trombetta. ¶ CANTO XXII ¶ [Canto

trovi ¶ alcun ch'al fatto o al nome si

scalee ¶ che n'avea fatto iborni a scender pria

smozzicate? ¶ Tu non hai fatto sì a l'altre

ciò m'ha el fatto a sé più pio

nati. ¶ Io vidi un, fatto a guisa di lëuto

ch'avrebbe ogne tuon fatto fioco, ¶ che, contra sé

avanti, ¶ acciò che 'l fatto men ti paia strano

ed è legato e fatto come questo, ¶ salvo che

Tebe, ¶ sì che dal fatto il dir non sia

pur da l'orlo fatto cricchi. ¶ E come a

sera a mane ha fatto il sol tragitto?». ¶ Ed

più lucente e maggior fatto. ¶ Poi d'ogne lato

me: «Nessun m'è fatto oltraggio, ¶ se quei che

potremo omai; ¶ ma 'l fatto è d'altra forma

altro vedete c'ha fatto a la guancia ¶ de

Melanesi accampa, ¶ com' avria fatto il gallo di Gallura

che d'altro cibo fatto in uman uso, ¶ dirizza

da Calboli, ove nullo ¶ fatto s'è reda poi

lo suo sangue è fatto brullo, ¶ tra 'l Po

tu così verso noi fatto? ¶ Ecco, dolenti, lo tuo

scempio, e ora è fatto doppio ¶ ne la sentenza

che 'l mondo ha fatto reo, ¶ e non natura

ma ciò m'ha fatto di dubbiar più pregno

fu tarda; ¶ ma, come fatto fui roman pastore, ¶ così

mal futuro e 'l fatto, ¶ veggio in Alagna intrar

buccia strema ¶ Erisittone fosse fatto secco, ¶ per digiunar, quando

parti immense ¶ fosse orizzonte fatto d'uno aspetto, ¶ e

sovente, ¶ anzi che 'l fatto sia, sa le novelle

altra d'ogne ben fatto la rende. ¶ Quinci Letè

sì presso di lor fatto, ¶ che l'obietto comun

ch'ogne abito destro ¶ fatto averebbe in lui mirabil

schianta, ¶ con bestemmia di fatto offende a Dio, ¶ che

te ne lo 'ntelletto ¶ fatto di pietra e, impetrato

del tuo valor sì fatto vaso, ¶ come dimandi a

modo tempera e suggella. ¶ Fatto avea di là mane

virtù, mercé del loco ¶ fatto per proprio de l

farete, ¶ quando Iasón vider fatto bifolco. ¶ La concreata e

ira, ¶ che l'avea fatto ingiustamente fello; ¶ e disse

casso ¶ che t'avria fatto noia ancor più volte

voto, s'è sì fatto ¶ che Dio consenta quando

udir parlar di così fatto cólto. ¶ Siate, Cristiani, a

quanta virtù l'ha fatto degno ¶ di reverenza; e

che parlar mi face ¶ fatto avea prima e poi

discerni rimirando in Dio. ¶ Fatto m'hai lieto, e

empie, ¶ che da sì fatto ben torcete i cuori

li agni, ¶ però che fatto ha lupo del pastore

materia ond' io son fatto scriba. ¶ Lo ministro maggior

di nova vivanda ¶ è fatto ghiotto, sì ch'esser

rota va dintorno, ¶ aver fatto di sé due segni

suo figlio benigna, ¶ tal fatto è fiorentino e cambia

io Fiorenza in sì fatto riposo, ¶ che non avea

ritroso, ¶ né per divisïon fatto vermiglio». ¶ CANTO XVII ¶ [Canto

cerca, ¶ e tosto verrà fatto a chi ciò pensa

dir prima che 'l fatto. ¶ E al nome de

ed ènne dolce così fatto scemo, ¶ perché il ben

fertilemente; e ora è fatto vano, ¶ sì che tosto

tu vederai del bianco fatto bruno. ¶ Veramente Iordan vòlto

cose, che possente ¶ se' fatto a sostener lo riso

perché questo regno ha fatto civi ¶ per la verace

sì che m'ha fatto per molti anni macro

di vapor trïunfanti ¶ che fatto avien con noi quivi

per non tentare, è fatto sodo!». ¶ Così la donna

l'altro mondo fosse fatto; ¶ ma questo vero è

di noi là sù fatto ha ritorno. ¶ E se