Vittorio Alfieri, Agide, 1788

meco; ¶ Agide mai non fia più re. Ma, vuolsi

tolto ¶ vien dal rival, fia ch'a pietade ascriva

di Leonida... Ah! sì: fia questo un giorno ¶ grande

patria, i nomi: ¶ qual fia stupor, se tu più

prego, e, s'uopo ¶ fia, tel comando; oggi a

giusto un soccorso: ma fia tardo, e vano, ¶ e

soggiacer? no, mai non fia. Noi tutti ¶ farem prestarti

il modo, ¶ opportuno or fia tutto. Io fra brev

procacciartela ancora... ¶ Leonida ¶ E fia?... ¶ Agide ¶ La fama. ¶ Leonida

AGESISTRATA ¶ Agiziade ¶ Padre, e fia vero?... a tradimento... Oh

regnar mio giusto, ¶ parmi, fia questa; ed io di

e dignitosa pompa ¶ questa fia: ma, perché di affar

del popolo di Sparta ¶ fia questa or forse? Io

questo, assai men queto ¶ fia di quel che sperate

e, qual ch'ei fia, ¶ no, nol pavento. Io

giudici qualunque, ¶ mai non fia per tornarmene. Lasciarmi ¶ trar

miei disegni adduca ¶ non fia mestier; anzi, gran parte

muoia... ¶ Anfare ¶ Ei morto fia, vel giuro. — ¶ Con la

morir loro; e certo fia, che a rivi ¶ dei

il trono ¶ a lor fia tolto... Ah! morir teco

spander sangue, a lei fia lieve ¶ porre in salvo

oggi. ¶ Agiziade ¶ Irrevocabil dunque ¶ fia il tuo morir?... ¶ Agide

abbiam noi. ¶ Agesistrata ¶ Che fia? ¶ Agide ¶ Deh! non scostarti

cosa richieggo. ¶ Leonida ¶ E fia? ¶ Agide ¶ Che intento vegli