Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

che le lampeggia nella fronte, quanto per la luce

gelido sudor sparge la fronte, ¶ di torbido squallor tinge

fiero rigor del'aspra fronte ¶ l'inclemenza del cor

monte. ¶ Parte intorno ala fronte, ¶ e parte sovra gli

elle ¶ chiomata hanno la fronte, ¶ acquetaro gli strilli. ¶ Le

duro giogo sollevò la fronte; ¶ scossesi dala chioma il

et incurvando al'onorata fronte ¶ le sacre e verdi

cento rami ombra ala fronte. ¶ Insolita paura ¶ entrar mi

vista ¶ perduto ne la fronte, ¶ ti fu poi doppiamente

lingue. ¶ Nel mezo dela fronte ¶ un'aquiletta d'or

che gl'implican la fronte, ¶ già baciata l'avrebbe

fosca è l'ampia fronte, ¶ il cui fosco però

ale nari, ¶ liscia la fronte e con sottil zendado

tal rassembri ala cornuta fronte) ¶ furtivamente adduce ¶ al'algosa

fonte e con la fronte agli orti ¶ del superbo

rose ¶ va stellata la fronte. ¶ Cintia istessa non sprezza

e l'altra in fronte. ¶ In ambedue commune ¶ la

io non alzai la fronte, ¶ né monte a monte

tormenta, ¶ le rannodano in fronte i crini sparsi. ¶ Pronuba

l'ali e la fronte orribilmente adorno ¶ d'aurate

novello arboscel cinto la fronte, ¶ coronatane ancor l'aurata

e volgimi ¶ di quella fronte splendida ¶ gli amorosi luciferi

gemine, ¶ che 'nsu la fronte sorgono, ¶ sai tu ciò

che gli cerchia la fronte, i gigli d'oro

due, partendo, ¶ baciommi in fronte il mio Fileno, e

due meraviglie ¶ dela tua fronte, ove s'abbaglia il

bionda chioma ¶ su la fronte natia si nutre e

sai, che spesso in fronte il cor mi vedi

pendea piangendo, ¶ chino la fronte e lacero la spoglia

saggio vecchio, ¶ che 'n fronte allor baciommi, in sen

ruscello, ¶ d'edra la fronte e di vitalba adorno

disfida a morte. ¶ Dela fronte superba e minacciante ¶ va

lino ¶ gli asciuga in fronte i fervidi sudori; ¶ et

al Ciel la mesta fronte, ¶ misero, e i lagrimosi

onda, ¶ spuntar poscia la fronte à poco à poco