Domenico di Giovanni, [Sonetti], 1449?

Domandando di ciò, mi fu risposto ¶ Da un Fattappio

dal Mosto cotto. ¶ Così fu per la riva di

sai, che la Moccieca ¶ Fu presa da costui, dicendo

tegoli di frasche, ¶ Dove fu la quistion fra Birria

Che l'Asin, che fu in Siena briccolato ¶ Fusse

Per questa cagion sola, ¶ Fu aggiunto al Battesimo la

tenero groppone. ¶ Giunto che fu l'Imperadore a Siena

seppon pure, ¶ Che Policleto fu degli Adimari, ¶ Arson per

non si vinse, e fu grande scompiglio ¶ Fra le

danno agli Affricani. ¶ Però fu Fanzin Cani ¶ Assediato, e

allegar, che quando ei fu de' Dieci ¶ Teneva più

terza richiesta. ¶ Che Tullio fu trovato in Camerata ¶ Con

pel Giubbileo, ¶ E coronato fu Poeta Orfeo ¶ Da un

mano; ¶ E quand'ei fu nel pian de' Martellini

gli date batassa, ¶ Che fù un dì per conciar

di Volterra: ¶ E vi fu alcun, che gridò serra

maschi, che di ciò fu cieca. ¶ Và bei della

Per un pulcin, che fu di Donna Andruccia: ¶ Sicchè

Gonfalone. ¶ E perch'ei fu di grossa condizione, ¶ E

Atene, ove a studio fu mandato; ¶ E si chiamò

di dugento bando mi fu dato ¶ Per una landra

Che niun per povertà fu mai riscosso, ¶ Quando quel

una mattinata: ¶ La qual fu fatta per la più

farneticato, ¶ Da poi, che fu da i Medici sfidato

Ma pur quando si fu molto aggirata ¶ Di mangiare

non trovando ella si fu turbata; ¶ E diceva, egli

Pensa se questo mi fu gran dispetto: ¶ Che furon

Asinel nostro, qual gli fu promesso; ¶ E fa ragion

tre giorni in qua fu nostro sozio; ¶ Secondo che

schivo, ¶ Mestier non mi fu mai scorta, nè guida

che per fame incanni: ¶ Fu Corso, o San Giovanni

spesse, e pronte: ¶ Non fù tal guerra mai tra

o fiore: ¶ Mai visto fu: e sempre è mansueto

E canterò, che non fu mai Calandra; ¶ E non

pala, ¶ Infin che ti fu detto: cala, cala ¶ Col

che prima fui. ¶ Beata fù Colei, che quì lo

Sotto del petto, che fù sol per lui, ¶ Che

loro, ¶ Perciò di Dafne fù fatto un alloro. ¶ CCLIV

biena dalle pastinache; ¶ E fù sì grande la piena

di capo, e non fu mai levriero ¶ Più di

Che mai e' non fu pelle sì in calcina

CCLXIII ¶ Sabato tessa ci fu mona sera ¶ Con un

Giustin dice: poi che fu ridutto ¶ Più che l

la lingua al reggimento ¶ Fu agli Ateniesi l'ultima

Niun'altra mai così fu sconsolata, ¶ Sentendosi ciascuna abbandonata

ove leggesti tal saviezza? ¶ Fu testo ebreo, ò greco

famoso Poeta Fiorentino? ¶ Forse fu lo scambrilla Piacentino? ¶ Per

fè perder prova, ¶ Femina fu, che già l'Uomo

diavolo fusse, ¶ sol una fu, in cui ogni ben

traligni sua nazione, ¶ Che fu Figliuol d'un Contadin

volendo esprimer quanti cubiti ¶ Fu alta l'Arca del

meco. ¶ Poi che Sanson fu cieco ¶ Vendetta fè del