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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

concordanze di «fu»

nautoretestoannoconcordanza
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1796
difetto era in Tommaso ¶ fu che un po’ troppo
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di quelle squadre condottier fu fatto. ¶ Quest’è quel
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ambizion di cui non fu mai stanca, ¶ e cicisbeo
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duce tal la crociata ¶ fu nel duecento trentasei adunata
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il caval caduto sotto, ¶ fu prigioniero al Cairo condotto
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Calif babilonico il destino ¶ fu pari a quel del
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poscia il temporal domino, ¶ fu capo sol di sua
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come sapete, al-Mostanser ¶ fu nomato, o sia Billa
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camera pervenne, ¶ e accolto fu come è un amante
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il peso a soccombere fu astretto, ¶ e vacante lasciò
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a ritirarsi, ¶ ordinata gli fu l’amputazione. ¶ Incominciò frattanto
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al Soldan, che persuaso ¶ fu di ciò ch’era
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ruol delli mariti ¶ ei fu dannato, in luogo di
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il cuoco, che già fu guattero in Francia. ¶ Dormiron
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intanto, a crepa pancia, ¶ fu fornito ai destrier l
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affamate lupe, ¶ e lor fu d’uopo adoprar l
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suo signor novello ¶ contenta fu, che in lui virtù
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molti e diversi personaggi ¶ fu spedito a trattar di
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e rari, ¶ ed utile fu molto a tutto l
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formalmente chiestone l’ingresso, ¶ fu di quel duce all
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ed armarsi di costanza ¶ fu d’uopo al frate
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di Bocara e Samarcanda. ¶ Fu patria di filosofi Bocara
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ed aiutante di Batù fu fatto. ¶ Giunto il gran
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il riceve, e gala fu in quel giorno. ¶ A
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statevi chete. ¶ Tempo già fu che delli regni eoi
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regni eoi ¶ famosa capital fu Caracora, ¶ dal tartaro furor
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il luogo ov’ella fu s’ignora. ¶ Gengis fondolla
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dire. ¶ La cosa non fu liscia: io sol m
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di tranquilla moglie. ¶ Tal fu lo stato della corte
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Gengiscan al trono eletta fu ¶ e istruita di Fo
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li ragguagli tuoi non fu colui? ¶ Pur stassi al
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fino alle piante: ¶ sorpresa fu del maestevol naso, ¶ che
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con altri primi eroi ¶ fu ritenuto in corte a
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vile ¶ bifolco e contadin fu allor costretto, ¶ a forza
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leggere, ¶ questi illustri licei fu scelto a reggere. ¶ Patuf
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è sommo, e non fu in guerra mai; ¶ regge
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disse ¶ «È un giovin. Fu da Turachina amato, ¶ morì
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mentre visse, ¶ abbastanza non fu remunerato: ¶ per compensarlo morto
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regna in compagnia. ¶ Bello fu da guerrier vederla armata
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lo stocco che già fu del prete Ianni. ¶ A
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sul momento. ¶ Giunto che fu al palazzo imperiale, ¶ ov
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sono il tale», ¶ tosto fu fatto entrar nel gabinetto
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Di cui dicon che fu Giuseppe il casto ¶ e
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le fondamenta prime. ¶ Catuna fu di lui contenta a
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puote amore; ¶ e ben fu saggio e provido il
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al ministero. ¶ Contento ei fu d’uscir di quell
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a’ suoi servigi aver, fu necessario ¶ che per le
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poscia di Tommaso Scardassale ¶ fu letto il nome infin
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il soglio ¶ troppo ella fu per me forte lusinga
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che ognor fedel mi fu, lascio la cura. ¶ I
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meditando dicea: «Guari non fu ¶ che di Soria nel
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quando al minor Noian fu accanto ¶ tutto ad un
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occasion de’ doni suoi fu parca, ¶ e un cotal
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singolar cavalleria ¶ l’adulator fu ascritto ed il buffone
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il parer più comun fu che i lor avoli
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e taico ei nominato fu ¶ e il grado spesso
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talun, regolo o Can fu detto. ¶ Quando in man
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debolezza altrui. ¶ Questa soltanto fu ne’ tempi antichi ¶ la
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questa rispettabile genia ¶ cinto fu sempre Gengiscano Magno. ¶ Ella
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E sulla lor genealogia fu d’uopo ¶ o favola
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Intenzion la mia ¶ non fu mai d’impiegar l
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di partir allor non fu possibile, ¶ poiché omai la
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e Orgoglio; e lor fu dato ¶ titol di gloria
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s’accorge; ¶ ed allor fu che cominciaro i guai
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conquista. ¶ Quando in consiglio fu l’affar proposto, ¶ contraddittor
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non ebbe o antagonista. ¶ Fu di consenso unanime risposto
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un affar straordinario. ¶ O fu a Tommaso allor il
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riserbava agli usi militari, ¶ fu ritrovato affatto esausto e
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maggior distinzione ¶ che sottoman fu l’ordin rivocato ¶ d
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forte ¶ fra gli intrepidi fu di Gengiscano; ¶ vinse molte
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in cupa orrenda carcere fu posto. ¶ E poiché con
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alcun fergli il processo, ¶ fu al patibol condotto; e
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usi ordinari – ¶ la verga fu il lor solito maestro
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stranier lo tolse. ¶ Sostituito fu dunque ad Argano ¶ poco
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mare uscisse ¶ Ataia, che fu ognor cortigiano ¶ e sempre
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così va il mondo. ¶ Fu filosofo ameno e un
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se ne parlasse. ¶ E fu d’Europa in Mogollia
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stesso; e non vi fu persona, ¶ e siasi indotta
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si vuole, ¶ non vi fu nel saper talpa sì
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volesse aver la biblioteca. ¶ Fu però principal pensiero loro
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tui. ¶ D’uopo non fu; peraltro assai m’increbbe
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dimande tali ¶ molto ammirato fu dai cortigiani, ¶ e lodar
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dal treno stesso accompagnato fu; ¶ e dei favor che
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umanissime maniere ¶ ond’egli fu da Turachina accolto. ¶ Quattro
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Tastò, rimuginò, ma inutil fu: ¶ il povero borsel non
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altro, e opporsi lor fu vano. ¶ Anzi, in mezzo
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colpi di pietra ucciso fu, ¶ agli strepiti accorso, il
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in cerca. ¶ Egli ne fu il custode e il
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seppe e non ne fu sdegnosa, ¶ che alma e
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tutto e singolare ¶ opra fu d’un pittor che
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la corte. ¶ E sebben fu pubblicamente esposto ¶ nessun comprese
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ceremonia, ¶ ed or, ove fu pria stagno o foresta
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affari amministrò Cutsai, ¶ questa fu la politica mogolla; ¶ e
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né più né men, fu questo: ¶ ch’essendosi l
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Sede. ¶ Ma risposto le fu da Federico ¶ ch’ei
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offensiva. ¶ La fama almen fu tal; ma indarno uom
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affar che allor non fu ben noto. ¶ Titol nuovo
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badalucco, ¶ di molto non fu d’uopo a persuadere
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aspetto, ¶ fassele appresso e fu da molti udito ¶ che
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restar, chi dee seguire, ¶ fu pubblicato il dì della
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ciascun possa allestire. ¶ Innumerabil fu la concorrenza ¶ che Turachina
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Perocché il giallo sempre fu di Foe ¶ il color
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moltitudin lamica disposta, ¶ e fu da tutti insiem li
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e mangiò, finché non fu satolla, ¶ caci, frutta, salami
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sui. ¶ Quando del tempio fu sul liminare, ¶ visto Tommaso
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da tutto il tren fu il palanchin seguito. ¶ Speditamente
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o bene o mal fu d’uopo. ¶ È la
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negletta era rimasa ¶ dacché fu Caracum la capitale. ¶ Deserta
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frutto. ¶ Sua moglie, che fu poi di Gengis madre
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poi nome e Gengiscan fu detto. ¶ Che in ogni
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avrebbe gli astri amici ¶ fu da indovini e astrologhi
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Tanto più che tuttor fu reputato ¶ titolo tal conveniente
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e del popolo mogollo, ¶ fu per corrier spedito a
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il titolo prefisse, ¶ non fu presente a session sì
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o dal ciel non fu concessa, ¶ ma che il
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viceré del Corossano, ¶ che fu in quei tempi il
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altri punti poi non fu al di sotto. ¶ Certi
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parlò nelle gazzette. ¶ Ei fu il sostenitor de’ formolari
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Ottai suo padre, ¶ che fu sì pien di qualità
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star accanto. ¶ Tempo già fu che i precessori suoi
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vita e dopo morte, ¶ fu d’estirpar la noia
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fra le glorie sue fu la più bella ¶ sempre
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la sua primaria ¶ cura fu per Catuna e a
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schiavo era costui ¶ e fu allevato del Califfo in
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io temo. ¶ Tempo già fu che autorità sovrana ¶ la
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non stende, ¶ tempo già fu che dominar si vide
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alfin cadero ¶ che scevro fu di senno e di
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non lice. ¶ «Grande inver fu la perdita, ma omai
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e nel disagio, ¶ né fu duce a soffrir sì
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Impero resse ¶ Ottai, che fu per Azzodin sì folle
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Tommaso, come a lor fu più dappresso, ¶ corse tosto
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che lor cotanto favorevol fu, ¶ sì del presente gli
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più diletti ¶ soggiorni sempre fu l’eremitaggio, ¶ onde in
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e statue, che dorar fu il grand’impegno, ¶ dell
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e concertati impegni. ¶ Tal fu la nobil lor gentil
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pur per qualche ragion fu differito ¶ al tempo di
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di Cublai imperatore, ¶ quando fu Polo ad Orenzeb spedito
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altre dignità mogolle; ¶ onde fu il Can Tommaso allor
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a lui richiese: ¶ «Che fu? Che avvenne?» E Toctabei
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sua l’ultimo istante ¶ fu ognor per qualunque altro
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stesso ¶ Lipi per successor fu destinato ¶ a Scardassal, che
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che senza alcun processo ¶ fu d’ogni bene e
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a un tratto allora ¶ fu fatto disparir da Caracora
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consiglier divenne ¶ ed utile fu spesso a Gengiscano ¶ coll
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e senza ¶ ostacolo verun fu al trono assunto, ¶ tosto
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notizia averse, ¶ dinne chi fu il primier che sì
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istanze, ¶ possibil mai non fu ch’ella ascoltasse ¶ i
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la prudenza unqua non fu ¶ sua favorita e principal
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infinché per eterna prigionia ¶ fu chiusa dentro inaccessibil rocca
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mattina e sera. ¶ Vi fu alcun birro del governo
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a sotterrarli. ¶ Bella infin fu la festa, ognun lodolla
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istessi. ¶ Ma quel rimedio fu peggior del male, ¶ perché
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sua sposa ¶ a risaper fu l’ultimo il marito
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ella ad abitar, né fu più sola, ¶ in lei
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che atterrita gridò: «Che fu? Che accadde?» ¶ Con spaventate
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il partito suo non fu il più forte. ¶ Ma
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maggiore. ¶ Tulai di Gengis fu figlio, e Cublai ¶ di
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Mengo al trono poi fu successore: ¶ Mengo, che Mangu
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il Mengo stessissimo che fu ¶ spedito alla conquista di
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andar adagio; ¶ e infin fu donna, e per le
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visitar Mulbrando, ¶ figlio del fu Bozzon governatore, ¶ che in
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grazia, ¶ tosto ch’egli fu eletto imperatore ¶ di Scardassal
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la sua liberatrice ¶ Zelmira fu, che per lui grazia
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udito, ¶ quando in città fu pubblicato e in corte
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l’Ora pro eo. ¶ Fu alla chiesa cattolica condutto
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tre requisiti: ¶ primo, ei fu fra i crociferi un
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un campione; ¶ secondo, ei fu il model de’ favoriti
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terzo, nelle disgrazie ei fu un Catone. ¶ E ragionò
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farne la conquista, e fu da lui condotto a