Aldo Palazzeschi, Il re bello, 1921

mai da stupirsi, quella gente è eminentemente prodiga di

lo stupore di moltissima gente, tanto che i poveretti

fa supporre che questa gente non sia neanche passata

ne riceviamo è questo: gente perbene. Infatti noi non

società, ripensava al terzetto. — Gente perbene, molto perbene! Che

difficile imbattersi in brava gente. Anche quel facchino, che

mi seguirà. ¶ Ma quella gente estranea.... Che fossero delle

era precisamente quella di gente che sta lì pagata

morale di tutta quella gente così monotona e sbiadita

Ma che razza di gente! ¶ — Un lazzarone! ¶ — Bell'originale

le scale si sentiva gente salire e vociferare. ¶ — Scusi

infruttuosa ricerca, e la gente un po' alla volta

madre. ¶ Se tutta questa gente avesse seguitato così, e

luce del sole! La gente di questo mondo non

con tanta leggerezza? Eppoi gente di questa specie? Che

città? Tutta rimescolata questa gente, le grida i salti

dunque si ride della gente diritta più che questa

rida di lui, della gente diritta intendiamoci bene, perchè

cappelli, frutta, ovunque la gente si accalcava. I contadini

verdi e rossi. ¶ La gente si rimescolava sempre con

mezzo, fra tutta la gente che lo circondava, tentò

Sicuro, io che ho gente mille volte più seria

ho saputo insegnare alla gente come ci si comporta

alcune parole: ¶ — C'è gente! Ehi! L'avevo detto

vicinato, e facendo accorrere gente anche dalla via. La

E quei coniugi, quella gente misurata e metodica, era

metodica, era diventata altra gente, gente nuova; avevano mandate

era diventata altra gente, gente nuova; avevano mandate al

farlo accostare a troppa gente, se si vuole acclimatarlo

E fra tutta questa gente circolavano i concorrenti. Le

tornata in calma, la gente sedeva sulle panchine commentando

che sbraita inseguito da gente che ride sorride sghignazza