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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La strage degli innocenti, 1632

concordanze di «già»

nautoretestoannoconcordanza
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trono e vesta, ¶ vesta, già ricco e luminoso manto
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splendor primiero ¶ perdesti e, già di luce angel più
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a se stesso mortali ¶ già le piaghe antevede espresse
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la creatura bella, ¶ principe già de’ fulguranti amori, ¶ del
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qual forza tem’io? Già non perdei ¶ con l
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le fere, ¶ e sen gìa d’or in or
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gliel ricoprissero i serpenti. ¶ Già de l’ombrose sue
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crudel sostiene. ¶ E qual già con facelle empie e
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d’Augusto Erode, uom già canuto, ¶ non legittimo re
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del regno occupator temuto. ¶ Già ’l diadema real de
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applaude, il segue, e già con chiara fama ¶ tuo
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il ferro in man, già d’occultar s’ingegna
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reggi. ¶ Quell’io che già per stabilirti in mano
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alma il dispietato Erode ¶ già di timor gelata arder
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importuna, odia la pace. ¶ Già per mille profetici presagi
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dona ad usurpar altrui. ¶ Già per regnar, per guerreggiar
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regno, infra’ Giudei bambini ¶ già tant’anni predetto, or
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presenti oscure cose! ¶ Potei già de l’Arabia e
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i nemici vagiti udir già parmi; ¶ ahi vagiti non
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ruina, ancor lattante ¶ va già crescendo entro la face
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entro la face occulta; ¶ già pargoleggia e già vagisce
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occulta; ¶ già pargoleggia e già vagisce infante, ¶ ma farò
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insidia rea che ribellante ¶ già mi vien contro, e
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seme ¶ primo ammorzar del già serpente foco, ¶ e, schivando
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e molto apprese; ¶ poi, già canuto, in que’ secreti
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sovviemmi ascoso: ¶ i’ provai già ne l’età mia
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oscuro. ¶ Or vorrai tu, già in tante prove esperto
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sa se nato è già fra questi tuoi ¶ come
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tutti da strage tal già sbigottiti ¶ non avrà chi
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cui l’età non già ma la fatica ¶ fatto
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e fra nemica ¶ fui già teco in Arabia e
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poter gli è tolto. ¶ Già di Sion la notte
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sete di sangue? ¶ Padre già più non sei d
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ciel che non vacili? ¶ Già non m’oppongo al
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dèe con quanto affetto ¶ già di Sion gli abitatori
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oro ch’è sole. ¶ Già la notte sparia, benché
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era scolpito in esse, ¶ «già non è sogno il
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n’è forza il già vicin periglio, ¶ o di
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parlava il balio santo ¶ già tutto accinto a maturar
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a maturar la fuga, ¶ già gli scorrea senza ritegno
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le celesti penne ¶ sen gìa la cara al Ciel
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Ciel coppia seguace, ¶ e già da l’altrui froda
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armati ¶ mille ne vengon già fieri omicidi. ¶ Ecco i
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man mille armi orrende. ¶ Già sopra i capi il
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capi il ferro piomba, ¶ già fuor di mille piaghe
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Fama è che molti ¶ già di senso e di
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l’asta vibrando, ¶ redentor già promesso, omai deh scendi
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altre e sbigottite stanno; ¶ già d’or in or
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al petto, ¶ peso che già le piacque et or
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ronca ¶ ch’usa podar già tralci, or membri tronca
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e lui di vita ¶ già levato avea ’l braccio
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il periglio, ¶ non campa già, ché ’n novo mal
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labra onde la poppa ¶ già di latte, or di
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L’un rotando sé gìa fra quelle squadre ¶ mobil
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vita. ¶ Parea morta non già, ma men che viva
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brani e dissipati tronchi. ¶ Già solev’io, non è
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ch’io generai primiero? ¶ Già non è questo il
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quel dì rimase uccisa? ¶ Già scorre in fiumi il
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et anelar spiranti. ¶ Altri già senza vita, i cori
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petto suo stringendol forte, ¶ già cuna in vita, or
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sepoltura in morte. ¶ Stanchi già di mirar, ma non
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si facea tepido bagno. ¶ Già de’ vermigli e torbidi
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accompagnar volesse, ¶ pioggia versando gia, quasi di pianto, ¶ da
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ventre pieno: ¶ passa il già nato e giunge ove
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altro si lagna. ¶ Nati già di duo ventri e
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suol si lascia, e già la lascia ¶ a vista
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spoglie ¶ onde Morte sen gìa superba e ricca? ¶ Qual
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accrescea fele. ¶ Et ecco già ch’omai si leva
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sappi che del numero già spento ¶ trovammo assai maggior
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in sul ritorno, quando ¶ già l’eccidio notturno era
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Ma con l’essempio già di tanti eccessi, ¶ figlio
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iniqua balia, e prigioniera ¶ già de’ nostri si guarda
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pini infuriata e corse ¶ già delle spiche l’inventrice
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pena? ¶ Uom te non già, né d’uman seme
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ogni mia speme, ¶ chi già l’esser ti diè
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darti non dovea, se già sì caro ¶ gli era
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al pallor statua rassembra, ¶ già di sasso ebbe il
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traffitto al vivo, ¶ non già subito fuor manda corrente
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al fin condotto. ¶ Ma già i felici spiriti immortali
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fia la libertà concessa. ¶ Già spunta il sol che