Vittorio Alfieri, Bruto secondo, 1789

per essa ¶ a far gli ultimi sforzi; or che

suoi tanti ¶ nemici fan gli ultimi lor contr'essa

rancor cupi ascosi, infra gli atroci ¶ odi palesi, infra

modo e schietto ¶ scemar gli altrui. — Ma, poiché omai

i tuoi vizi, e gli asseconda, e accresce. — ¶ Tu

cor, come fra' labri, gli abbia ¶ tutti davvero. Ove

sano? annoverar si pon gli schietti; ¶ odian Cesare in

pieno signore, in cor gli sorge ¶ da non gran

la prospera sorte, e gli empi amici, ¶ che fatto

empi amici, ¶ che fatto gli hanno della gloria vera

ove a te piacque ¶ gli arroganti suoi sensi udir

e sé, da chi gli ama ambo del pari

ma, tutti in due gli stringo: ¶ se tiranno persisti

volto, ¶ pregni di pianto gli occhi, ei si avviava

virtù verace, ¶ nell'ascoltar gli alti tuoi forti sensi

udire, e di tacer, gli arcani ¶ di Bruto mio

Cassio ¶ Sentir dobbiam tutti gli umani affetti; ¶ ma, innanzi

Romani? a sciorne ¶ e gli amici, e i nemici

gran tempo è già, gli dissi. ¶ Bruto ¶ Maligno messo

morenti. — Udrai da pria gli estremi ¶ sforzi di un

poscia ¶ di un cittadin gli ultimi sforzi. ¶ Cassio ¶ Oh

qui vedi, ¶ il terror gli adunò; quei che non

quei che non vedi, ¶ gli ha dispersi il terrore

spontaneo: e quindi, ¶ infra gli uomini tutti al mondo

mai capace, ¶ non che gli amici, né i nemici

là, là rivolgi or gli occhi: ¶ mira chi appiè

re?... Chiesta per anco ¶ gli ho in don la