Vittorio Alfieri, La congiura de' Pazzi, 1789

il peggior? tu, che gli antichi ¶ tempi, ben mille

danno omai, tu fra gli affetti ¶ di marito e

miei fratelli abborra; ¶ ma gli ho men cari assai

più assai degli avi ¶ gli alti consigli. Cosmo ebbe

Ai più, che son gli stolti, ¶ di lor perduta

ottenne assai nell'avvezzar gli sguardi ¶ dei cittadini a

e avvezzi ¶ ad obbedir gli amici; or, che omai

il sangue sparso ¶ non gli estingue, li preme; e

solo. — Intorpidir dei pria ¶ gli animi loro; il cor

prima il pensar, poi gli usi, indi le leggi

felicemente in opra ¶ posero gli avi nostri: alla catena

o prodi. ¶ Non che gli averi, a chi vi

l'innasprir che giova ¶ gli animi già non ben

adatti; e a ciò gli giova ¶ coll'esemplo tuo

vogliam noi, che prevenir gli effetti ¶ del suo livore

sofferenza. Il mio pensier gli è noto; ¶ che mal

ma fatto ¶ debol per gli anni, ad accordar pur

vacillare, e il trarre ¶ gli altri in temenza; e

Già in alto stan gli ignudi ferri: accenna, ¶ accenna

d'uom tranquillo ¶ vestir gli veggio? Ei mi movea

quel sole, ¶ ch'esser gli debbe estremo. Entrambi spenti

di umano sangue ¶ contaminar gli altari... ¶ Salviati ¶ Umano sangue

il tempo: ¶ o doman gli uccidiamo, o non più

ver me poscia, sospirando, gli occhi ¶ non ti vedea

perch'io d'amore gli amo ¶ diverso troppo dal

periglio sorga, a te gli affido. ¶ S'uopo mai

libertade il nome ¶ suonami...Gli uomini d'arme si

Salviati; e seco estinti gli altri: il padre ¶ sol