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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

concordanze di «gli»

nautoretestoannoconcordanza
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e dalla pioggia, chiudeva gli occhi per non vedere
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cameo antico. Là dentro, gli occhi le scintillavano, que
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l’opera minuta e gli occhi cilestri le vagavan
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aperto ed io tenea gli occhi su gli ultimi
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tenea gli occhi su gli ultimi alberi del parco
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viva; sfolgorante di giovinezza; gli occhi neri parevan lampeggiare
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un grido di pianto, gli si gettò nelle braccia
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disse altro e con gli occhi lacrimosi mi seguì
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più inalterabile di tutti gli studenti che con me
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spaventate, collega Franz!... Cosa gli è mai dunque avvenuto
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insieme in silenzio, poi gli strinsi la mano forte
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sotto agli occhiali e gli suggeriva qualche tratto di
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e giù, a dirotto, gli dissi tutto. Cioè: gli
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gli dissi tutto. Cioè: gli feci conoscere il mio
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ragioni» da credermi corrisposto; gli parlai di me e
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del mio paese, e gli domandai infine se mi
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Mi feci coraggio e gli ricordai il mio discorso
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le lacrime silenziose che gli scorrevano sul volto austero
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la stazione di Würzburg. Gli esami eran terminati da
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paese, i miei cari, gli amici, lasciati due anni
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momento mi fece chiudere gli occhi per trattenerla il
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un ultimo fischio che gli parve un lamento: ed
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le rughe minute che gli solcavano la fronte parlavano
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diresse il viaggiatore e gli domandò la via per
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mentre una lieve fiamma gli si accendeva sul volto
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sulla collina diruta, che gli si ergeva davanti nella
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terribile, ormai, null’altro gli riusciva a trarre dalla
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scarni e macilenti.... erano gli stessi, gli stessi d
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macilenti.... erano gli stessi, gli stessi d’allora: quelli
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alla viuzza deserta, alzò gli occhi a sè davanti
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Egli si voltò. Spinse gli occhi tra i bastoni
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vacillare vieppiù le membra, gli si accostò e cercò
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passaggio del visitatore e gli mandavano il loro saluto
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di lui, comprese e gli dette il mazzo di
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ora che questo tutto gli era stato finalmente, da
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l’altera giovane testa, gli accennava il Crocifisso nero
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la sua testa, e gli diceva di pregare in
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assorta, la mente lontana, gli occhi sul Cristo nero
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il suo sangue!... Chiuse gli occhi, vi passò sopra
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giovane fisse su lui gli occhi. E vide il
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obliato di vivere: e gli alberi s’eran fatti
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coperti di fronde rigogliose; gli arbusti s’eran fatti
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al verde, che dava gli ultimi sbocci nell’autunno
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volto a sior Tonino; gli alberi correvano come saette
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dandogli quel corpicciuolo infelice, gli aveva anche data un
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dal Conservatorio! Non che gli mettessero paura gl’insegnamenti
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ne era mai uscito gli era per la sua
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turba variopinta e chiassosa gli metteva intorno un diavoleto
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avvezza a compatire – che gli si offrì di accompagnarlo
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preso da un’idea, gli disse, battendogli famigliarmente una
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la «bella sorpresa» che gli aveva accennato il Rico
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tutto, non mangiò nulla. Gli parve – sempre come in
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che il marchesino Magni gli rivolgesse la parola.... ma
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mai risposto o no. Gli parve anche che qualcuno
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buona dama-cavaliere, che gli parlò a lungo con
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là, al buio, tra gli alberi, per goder meglio
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contessina Nenè che, sorridendo, gli faceva cenno di stare
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mio caro.... professore. ¶ E gli prese il braccio familiarmente
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volto la contessina; ella gli apparve, questa volta, seria
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Nenè con un guizzo gli era già sfuggita via
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Tonino! – mormorò. ¶ E con gli occhi tristi guardò un
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del tutto sepolta tra gli alberi degli orti e
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sua protezione, nascosta tra gli alberi da frutta e
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buona vecchia serva che gli faceva i servizi indispensabili
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scappava per lasciarlo tranquillo, gli comprava in paese il
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ei guardava sospirando, poichè gli ricordava tanti caffè, or
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si spianavano e come gli ridevan gli occhi dal
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e come gli ridevan gli occhi dal piacere, quando
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degli entusiasmi, una cosa gli era rimasta fedele ed
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di polvere, eran adesso gli ultimi fidi amici rimasti
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che vi posai sopra gli occhi, maestro Piero. ¶ — Non
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malinconicamente maestro Piero appena gli fui vicino. ¶ Suo figlio
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un batter d’occhio gli avevano buttata giù la
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che parevan serpenti che gli facesser le boccacce: essi
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del sole, mi abbacinavano gli occhi e m’infastidivano
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vento, che faceva lamentare gli alberi giù nel giardino
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del tradizionale jus che gli spettava ne’ mariaggi de
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segretamente a spiare terreno, gli dava la triste novella
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la povera fanciulla chiuse gli occhi per non vedere
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corsetto di seta attillato, gli speroni di argento, entrò
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rassicurata alquanto, di sollevare gli occhi e fissarglieli un
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piangevano la sua scomparsa. Gli occhi a quel pensiero
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armi e la vittoria.... gli occhi lampeggiavano al giovane
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della luce lunare, ha gli steli di argento. Intorno
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suoi fili argentei e gli manda ondate di luce
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l’acqua dello stagno gli manda le sue iridiscenze
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iridiscenze perlate, egli chiude gli occhi: e il Sogno
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a poco, si apron gli occhi ancor pieni del
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sulle labbra della dea, gli occhi già pieni di
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Villa della Quiete riapre gli occhi al sole e
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Un bambino che muore; gli ha preso male in
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lettuccio improvvisato, livido, smorto, gli occhi sbarrati, senza luce
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mi aveva rievocato, con gli occhi ancora pieni di
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della lapide. Oh se gli vuol bene al suo
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prete e mi parve gli sussurrasse qualcosa. ¶ — Che cosa
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donne mi salutavano con gli occhi umidi e gli
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gli occhi umidi e gli uomini mi sorridevano benevolmente