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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giacomo Leopardi, Paralipomeni della Batracomiomachia, 1842

concordanze di «gli»

nautoretestoannoconcordanza
1
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fugate squadre, ¶ Che non gli aveano ancor mai conosciuti
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topo vincitor furo abbattuti ¶ Gli ordini, e volte invan
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su due piè con gli occhi intenti, ¶ Mirando quanto
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e i crini ¶ Fra gli orecchi molcendo al buon
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lasciato erede ¶ Cui dovesser gli Dei la regia sede
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a' suoi figli. ¶ 29 ¶ Senton gli estrani, ogni memoria un
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è fecondo. ¶ 33 ¶ Poscia mestier gli parve all'odiato ¶ Esercito
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sopra citato, ¶ Non eran gli obelischi ancora in piede
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regni il militar furore ¶ Gli amichevoli nodi avesse infranti
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oratore, e che per gli altri tosto ¶ D'ovviar
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la luna, ¶ E su gli erbosi dorsi e i
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spaventi ¶ Di quella fuga gli rendea presenti. ¶ 9 ¶ Ma pietà
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Dai giornalisti d'ambo gli emisferi, ¶ Tanto andò, che
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Per le campagne, e gli augelletti ancora ¶ Ricominciando insiem
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augelletti ancora ¶ Ricominciando insiem gli usati balli ¶ Su per
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servi, ed a tornar gli strinse. ¶ 15 ¶ E visto verdeggiar
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furo addosso, e con gli ulivi ¶ Stessi, senza guardar
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patto ingoiar vivi, ¶ O gli avrian per lo men
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in sul naso avea gli occhiali, ¶ Arme che in
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non furo usati ¶ Né gli uomini portar né gli
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gli uomini portar né gli animali, ¶ Propria insegna ed
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sghembo, all'uso lor, gli strascinaro ¶ Al General di
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più che mestier non gli facea, ¶ Ma scherzi non
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questo il General non gli concesse ¶ Ch'a strigarlo
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perché legger mai non gli successe, ¶ Eran gli scritti
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non gli successe, ¶ Eran gli scritti a lui non
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Che comandasse quel che gli aggradia. ¶ Era quel re
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punto ¶ Facesse quel che gli era prima ingiunto. ¶ 28 ¶ Questo
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o il naso o gli occhi? ¶ 37 ¶ Noi, disse il
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Poter che il fato gli avea posto in mano
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del romano ¶ Vero imperio gli effetti, e del germano
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ad uno ad un gli altri parenti ¶ Cerchiam di
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degli animali, ¶ E che gli ami di cor come
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sua quiete par che gli bisogni. ¶ 18 ¶ Ed ancor più
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Ma i misteri e gli assurdi entro il cervello
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vostra fantasia ¶ De' topi gli antichissimi parenti ¶ Quali i
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ebbe ¶ Servar esso e gli eredi eterno il patto
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primo, ¶ E il notin gli eruditi e i filotopi
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il vero. ¶ Sogni eran gli ozi brevi e l
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non sapea, né legger gli atti ¶ Il granchio, arti
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Un ranocchio che allor gli era scrivano. ¶ 35 ¶ Ratto uno
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cattedra o lettura ¶ Anco gli piacque a ciaschedun liceo
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senza piaghe, ¶ Mandò, quando gli parve, un suo corriero
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ancor mantiene, ¶ Caduti tutti gli altri augusti frutti, ¶ La
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derelitto regno ¶ S'adopran gli altri re di por
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stesso ¶ Costituirsi un re gli sia conesso. ¶ 8 ¶ Che se
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piè de' potentati, ¶ Che gli avriano a bell'agio
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che un cenno tuo gli sarà mostro, ¶ Il cammin
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il parlar, non poi gli atti de' prodi: ¶ E
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si può dir, con gli occhi propi ¶ Tanta perfidia
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concioni ¶ Udito avreste tutti gli oratori, ¶ Leonidi, Temistocli e
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ranocchi che per forza ¶ Gli aveano insino allor bene
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insucidaro il piano. ¶ Poscia gli estremi spiriti raccolti, ¶ Pugnando
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che l'alfabetico mistero ¶ Gli rivelasse in parte i
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poter che il re gli avea concesso, ¶ Ma dalla
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A passar cominciò fra gli spioni. ¶ 8 ¶ Rodipan mi cred
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preso, or esser morto, ¶ Gli congiurasser contro i lustri
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Con buone paghe intorno gli tenesse, ¶ Rivolger quei danari
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mari or fiumi, ¶ Con gli occhi intenti sempre ad
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sue genti, e se gli fosse dato ¶ Trovar soccorso
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e re largo conforto ¶ Gli porse di promesse, ed
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Schiantava i rami e gli arbori svellea, ¶ E tratto
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dorso e il crin gli tinse, ¶ E più volte
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tremende minacce il cor gli strinse, ¶ Che di rado
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tra le siepi e gli arbori stillanti ¶ Or gli
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gli arbori stillanti ¶ Or gli appariva ed or parea
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fichi secchi ¶ Un pasto gli arrecò di regal sorte
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Al dirimpetto l'altro gli sedea ¶ Sur una scranna
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due zampe atteggiando, e gli pendea ¶ Segno d'onor
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i suoi detti e gli promesse ¶ Che innanzi che
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apprese. ¶ Parte l'altro gli disse, e il rimanente
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d'anacronismo esser convinto. ¶ Gli anni non so di
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libri preziosi adorno. ¶ 6 ¶ Ivi gli fe' veder molti volumi
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l'uso de' salumi, ¶ Gli Atti dell'Accademia de
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quante ¶ Bestie per caso gli venian davante, ¶ 10 ¶ Come a
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Un desiderio in cor gli era spuntato ¶ Che l
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nostro ¶ Dal comun senso gli parea dimostro. ¶ 12 ¶ Perché, dicea
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dimostro. ¶ 12 ¶ Perché, dicea, chiunque gli occhi al sole ¶ Chiudere
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altra assurdo sia, nulla gli cale. ¶ 17 ¶ Ma lasciam gli
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gli cale. ¶ 17 ¶ Ma lasciam gli altri a cui per
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e molte ¶ Vide con gli occhi propri alme di
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Perché sappiam che chiusi gli occhi al giorno ¶ Diventa
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E primi per virtù gli onori ottiene. ¶ 29 ¶ Sparsa era
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e in quello. ¶ Fumavan gli Apennini allor frequenti ¶ Come
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pini ¶ Sorgean diluvi inver gli eterni scanni ¶ Da eccelsissimi
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intero. ¶ Di lei fra gli altri ragionò Platone, ¶ E
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lido alcuna via. ¶ Ma gli augelli scacciava uno spavento
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rompendo la selvaggia notte ¶ Gli stanchi volatori abbassar l
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porse altro mortale, ¶ Levando gli occhi alla feral montagna
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s'aguzza in su gli estremi invano. ¶ 46 ¶ Porte son
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chioccioline, ¶ Forme affollate per gli aerei calli ¶ Empiean del
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chiuse, ¶ Posto là come gli altri in quella sede
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ogni avventura, ¶ Ch'or gli ridisse, e fecegli coraggio
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pena ¶ Bastata a questo gli saria la lena. ¶ 7 ¶ Tacito
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non in parte alcuna ¶ Gli esercizi mutati o la
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Massime se il destin gli avea prescritto ¶ Che con
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di mano in man gli ebbe l'avello. ¶ Poi
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guarda il vicino o gli fa motto. ¶ Se visto
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Che a gran pena gli venne in sul davante
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cercarli avesse tolto. ¶ 22 ¶ Ma gli convenne incominciar dal primo
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animal risivo, ¶ Anzi negata gli è per legge eterna
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figura e stile, ¶ Interrogò gli spirti a qual partito
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del mondo aprico. ¶ 29 ¶ E gli ordinàr che riveduto il
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Seguisse quel che mostro gli saria ¶ Per lavar di
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sceniche invitato ¶ Chiusi sempre gli orecchi avea di poi
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le braccia stese ¶ Cor gli giurava eternamente grato. ¶ Quei
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che l'ebbe ¶ Con gli occhi intorno affettuosamente ¶ Ricorsa
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affettuosamente ¶ Ricorsa, e con gli orecchi avido bebbe ¶ Le