parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «gli»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
totale dell’arnia, dove gli occhi servono a poco
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mio banco e con gli occhi girati verso la
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e, a guardarla con gli occhi stretti da una
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sull’inginocchiatoio, senza alzare gli occhi nella chiesa attraversata
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tempo passava. Distinguevo appena gli involucri viola delle immagini
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piedi dell’altare. Vedevo gli involucri dei loro corpi
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un po’ alla volta gli occhi, non si capiva
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sopra...” mi dicevo socchiudendo gli occhi a mia volta
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mie mani il liberarti?» gli spiegava Pilato. Si era
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un po’ nelle spalle, gli sorrise a sua volta
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seduta sulle pietre, ma gli pareva di non riuscire
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a muovere le dita. Gli pareva che l’uomo
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sete...» provò a mormorare. ¶ Gli avevano già tolto i
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tolto i vestiti, ma gli pareva che nessuno potesse
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una spalla. L’uomo gli stava inaspettatamente legando un
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della croce. Vide che gli stava immergendo l’ago
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sentì che la testa gli piombava sul petto, non
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di un centurione che gli stava tirando con due
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angoli, e passare tra gli inginocchiatoi scomposti e rovesciati
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sul corpo di Gesù. ¶ Gli stava togliendo i punti
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bordo del sepolcro, teneva gli occhi un po’ stretti
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un po’ più lungo gli usciva dalla carne. ¶ L
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metallo luccicante. ¶ Dovevo tenere gli occhi molto stretti perché
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Continuavo a guardarla con gli occhi molto stretti. Non
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nella sua imbottitura. ¶ Alzai gli occhi verso la vecchia
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una delle finestre, schermandosi gli occhi con la mano
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ma mi pareva che gli altri seminaristi stessero con
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altri seminaristi stessero con gli occhi abbassati e un
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costruzione, si fermavano con gli occhi spalancati dietro i
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di confondersi rapidamente con gli altri nel cortile. ¶ Qualcuno
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avvicinava sempre più, rasentando gli spigoli della vecchia costruzione
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abiti borghesi che non gli avevo mai visto addosso
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assottigliata ancora di più, gli vedevo sbalzare l’osso
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cui bordi indugiavano ancora gli ultimi gruppi di parenti
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confondersi di nuovo con gli altri che stavano in
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qua e là per gli improvvisi cambi di direzione
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un po’. ¶ Dovevo avere gli occhi spalancati, forse tutto
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rasata sotto il rubinetto. Gli spari si stampavano a
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intensamente gialli. Bisognava stringere gli occhi per guardarli. ¶ Non
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verso l’officina, con gli schettini ai piedi per
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ondate sul suo volto, gli cancellavano di tanto in
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tremava per lo sforzo, gli ballavano sul volto gli
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gli ballavano sul volto gli occhiali da sole troppo
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col padre priore che gli aveva preso il braccio
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Non si era tolto gli occhiali da sole nemmeno
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scardinata. Il padre priore gli si accostava a tratti
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occhi non potessero vedermi. Gli tremavano le labbra a
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aumentato poco per volta, gli occhi di tutti attraversavano
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villa continuavano a venire gli urli selvaggi di Turchina
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cominciai a pedalare con gli schettini ai piedi, lungo
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poco per volta lungo gli esofagi dei gatti. I
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Mi pareva che tutti gli animali ubriacati gridassero in
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direzione, ma anche tutti gli altri minuscoli animali che
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trasparente contro il bagliore, gli si vedevano le ossa
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fronte. La cercavo con gli occhi, nei pochi istanti
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bisogno di tenere aperti gli occhi. Il pene mi
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incenerita. ¶ Dalla massa venivano gli urli dell’Albino, che
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lunghissima forcella per rivoltare gli oggetti più voluminosi e
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far volare di lato gli schettini scalciando con forza
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intorno nel cortile, dove gli strati di ghiaia erano
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alla massa. Seguivo con gli occhi l’instancabile forcella
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sopra la sua testa. Gli ultimi ospiti si salutavano
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girando in pigiama per gli ultimissimi saluti, con un
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conteneva entrambi, misi anche gli schettini nella valigia. ¶ Un
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accostai piano alla porta. Gli stipiti parevano essersi gonfiati
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portone. Avrei voluto tenere gli occhi aperti ancora un
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vedere molto bene. Tutti gli altri letti erano vuoti
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chiesa. ¶ Richiusi di nuovo gli occhi, forse. Quando li
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silenzio nella camerata. ¶ Avevo gli occhi quasi chiusi, temevo
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suoi lineamenti non sembravano gli stessi. Continuavo a guardarlo
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Continuavo a guardarlo con gli occhi quasi chiusi, mentre
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occhi quasi chiusi, mentre gli altri seminaristi tornavano dagli
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fianco, continuavo a tenere gli occhi abbassati e quasi
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più l’uomo con gli occhiali, il suo letto
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vuoto dell’uomo con gli occhiali, prima di riaddormentarmi
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giornale. Certe notti chiudevo gli occhi di colpo per
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in quel momento avevo gli occhi chiusi e mi
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allontanarsi, potevo aprire nuovamente gli occhi. Venivano per lo
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di schiena, per tenere gli occhi semichiusi verso il
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Provai ad aprire maggiormente gli occhi, perché credevo che
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si erano alzati tutti gli altri, passando in ciabatte
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in escursione. Cercavo con gli occhi la fila di
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si aspetti, prima che gli altri abbiano il tempo
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riuscivo a capire come gli stessero attaccate. Riconoscevo qua
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tempo dall’uomo con gli occhiali. ¶ «Cominciamo da qui
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era l’uomo con gli occhiali, ma erano arrivati
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parlare, eppure capitava che gli altri si comportassero come
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avevo l’impressione che gli altri rispondessero a frasi
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all’improvviso e con gli occhi arrossati dalla chiesa
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Si guardava attorno con gli occhi sbarrati, in chiesa
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Soffiava forte, l’aria gli usciva divisa da ciascuna
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al Gatto, dopo che gli altri erano stati poco
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le domeniche, segno che gli occupanti erano stati infine
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parlando dell’uomo con gli occhiali, ma che il
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anche al mio volto. Gli occhi e le orecchie
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Andavo a sedermi con gli schettini ai piedi sui
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nastri al paraurti, mentre gli sposi fingevano di non
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forza con le mani. Gli invitati stavano fermi in
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punti del cortile, anche gli sposi erano immobili e
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colombi schizzavano fuori con gli occhi un po’ sbarrati
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faticasse a sostenerle, girò gli occhi verso la villa
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fronte allo Ziò. Alzavo gli occhi, lo sorprendevo di
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d’acquavite!» sentivo che gli stava proponendo il Nervo
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rientrato con la moto. Gli vedevo scintillare braccia e
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la mano, il Nervo gli riempiva il bicchierino, fino
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sottobraccio. Li seguivo con gli occhi, mentre si spostavano
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gridare da lontano. ¶ Girai gli occhi verso la piccionaia
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spazio. Non staccavo più gli occhi dalla bifora, dietro
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Dea. Anche alcuni ospiti gli si erano fatti attorno
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appena un po’, ma gli fu sufficiente per potermi
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averla da tempo sotto gli occhi, trasformata in un
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cadere. Si spaccavano sotto gli pneumatici delle auto, al
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una pompa. Camminava con gli stivaloni di gomma nell
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qua e là sotto gli strattoni dello Ziò, ancora
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sul suo fondo, quando gli era arrivato all’orecchio
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perché un unico testicolo gli schizzava fuori lucente dalla
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minacciosamente sul fondo con gli stivaloni, e a volte
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stivaloni, e a volte gli sfuggivano di mano, schizzavano
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la Dea stava sbattendo gli ultimi pesci con forza
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Dea. ¶ «Allora?» chiese con gli occhi fissi sul pavimento
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era silenziosa, perché anche gli ospiti si erano alzati
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Tenevo a mia volta gli occhi fissi sul pavimento
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della serra. ¶ Seguivo con gli occhi i suoi continui
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la notizia che tutti gli altri colombi di Ducale
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improvviso fece girare tutti gli occhi verso la volta
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C’erano quasi tutti gli ospiti, i colombicoltori e
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sua massima espansione. Tutti gli occhi stavano fissi su
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cominciare finalmente a sciogliersi. ¶ Gli ospiti si avviarono verso
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poter seguire di persona gli ultimi preparativi dell’incendio
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chiarore della serra oltre gli ultimi gradini. Lo Ziò
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orecchio. Adesso avanzavo con gli occhi un po’ sbarrati
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braccia nell’oscurità. Avevo gli occhi spalancati e non
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capovolte nello spazio. Anche gli occhi dovevano essere girati
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uno dopo l’altro gli abitanti della villa. L
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l’ascoltava senza distogliere gli occhi dalle fiamme, il
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per molto nello spazio. Gli occhi che le guardavano
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andavano a spegnersi contro gli abiti degli ospiti, che
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da quel punto tutti gli altri che stavano attorno
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dall’incendio. Stavano con gli occhietti sbarrati, piombavano a
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nella massa, si contendevano gli ultimi filamenti ancora spenti
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con la tanica, quando gli passavano a poca distanza
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da dentro la villa gli urli selvaggi delle doglie
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seguire il proiettile con gli occhi, per vedere se
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benzina sugli animali che gli capitavano tra i piedi
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e si ispessiva. Avevo gli schettini ai piedi e
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a tramontare. ¶ Mi tolsi gli schettini, mi ricoprii il
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dove si dovevano raccogliere gli invitati per il pranzo
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garza piano piano, chiudendo gli occhi quando dovevo strapparla
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La Dirce stava dando gli ultimi ritocchi ai tre
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cinta della massa. ¶ Tra gli strati di foglie accatastate
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le palpebre per guardargli gli occhi. Poi aveva tentato
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oscurità, temevo che tutti gli insetti vaganti ci si
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capire che stesse tenendo gli occhi quasi chiusi, dopo
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nelle intelaiature senza stucco, gli spigoli dei muri non
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della moto, mentre Lenìn gli stava gridando qualcosa dalle
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di alzare di nuovo gli occhi sulla villa. A
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un po’ di lato, gli occhi stretti e quasi
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la Pesca!» gridò con gli occhi socchiusi. «Gliela metterò
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contro il Nervo, che gli si era infine accostato
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di più, dovevo avere gli occhi spalancati. ¶ Un istante
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per riformare la fasciatura. Gli strati di garza si
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si sovrapponevano sempre più gli uni agli altri, badavo
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dopo l’altro. Sovrapponevo gli strati in modo sempre
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Pesca continuava a evidenziare gli ostacoli disseminati sui gradini
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mobile. Mi girai verso gli angoli più bui, per
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vicinissimo. Stringevano un po’ gli occhi per la luce
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bottone, mi indicava anche gli altri, uno dopo l
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corpi nel lettone, anche gli oggetti sconosciuti che mi
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ci guardava, non apriva gli occhi, ma le sue
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silenzio e senza aprire gli occhi. ¶ Avevo di nuovo
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ricordarmi di tenere chiusi gli occhi. Il bagliore della
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anche la Pesca teneva gli occhi chiusi, sembrava addormentata
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contro la vestaglia. Chiudevo gli occhi, solo perché mi
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suono mi sorprendeva con gli occhi ancora aperti. ¶ “Dov
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mi ricordavo di riaprire gli occhi. Mi girai sulla
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due o tre volte gli occhi. Li riaprii. Ora
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Quando aprii di nuovo gli occhi era già giorno
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la mano di chi gli si accostava per un
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la macchina scoperta e gli occhialoni impolverati, e Turchina
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con aria sbalordita, mentre gli uccelli piombavano a terra
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quando un nuovo vociare gli fece cambiare ancora una
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niente fosse a passeggiare. Gli anatroccoli erano saliti uno
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d’occhio un istante. Gli camminava vicinissimo, lo tallonava
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spostata da una parte, gli svolazzava un po’ sfilacciata
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con l’acquavite tutti gli animali. ¶ Qualche istante dopo
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altra. Mi passavano sotto gli occhi piccoli antipasti perfettamente
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piatti da lavare, con gli occhi quasi chiusi forse
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Avvicinavo ancora di più gli occhi, quando si chinava
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tintinnando sui vassoi. Poi gli invitati cominciarono uno dopo
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portati i piatti con gli avanzi. ¶ Fuori dalla serra
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avanzi. ¶ Fuori dalla serra gli invitati si stiracchiavano al
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sposo aveva già messo gli occhialoni, l’aspettava vicino
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dalla quale spuntavano solamente gli occhi. ¶ “Il Nervo!” lo
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viaggio. Una cerniera luccicante gli attraversava tutto il corpo
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arrivare fino a me. Gli interpellati si limitavano a
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ero scordato di metterci gli schettini. La camerata era
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luce. L’uomo con gli occhiali era girato di
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la calotta lucente che gli avvolgeva per intero la
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per intero la testa gli si dovesse lacerare. Si
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1998
Lo guardavo, mentre sollevava gli alettoni verso il pedale
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scatto a ogni colpo. Gli altri si erano messi
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Soltanto l’uomo con gli occhiali mi girava la
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su se stesso incrociando gli occhi degli astanti, come
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nuca dell’uomo con gli occhiali, che rimaneva ostinatamente
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lucente della tuta. Chiudevo gli occhi, sentivo che mi
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millimetro. Aprivo un po’ gli occhi, mentre stavo come
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ultimo forsennato inseguimento. ¶ Spalancai gli occhi per riuscire a
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Mi guardavo intorno con gli occhi spalancati, fermo sulla
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stupore, stringendo un po’ gli occhi come per cercare
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la mia lettura. Alzai gli occhi. Molti degli invitati
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nell’aria, come raggi. Gli ospiti si spostavano alzando
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quel grande parco. Mentre gli passavo accanto, vidi che
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e aveva già messo gli occhialoni. Poi anche la
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la coda di entrambi gli occhi lo spazio che
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maglie della rete, e gli uccelli venivano giù in
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un filo di bava gli colava fuori di bocca
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potuto prenderlo. Se Bortolana gli si avvicinava un po
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spazio continuavano a venire gli stridori e i battiti
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che alcuni arrivavano con gli occhi così chiusi che
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capire ciò che Bortolana gli diceva. Lo Ziò aveva
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a fisarmonica già chiuse, gli animaletti notturni si svegliavano
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un l’altro, con gli occhietti socchiusi negli anfratti
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anche mentre i visitatori gli stavano parlando, prendeva la
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spegnevano poco per volta gli echi degli spari, si
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molto piano e con gli occhi quasi chiusi, come
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1998
su per l’occasione. Gli ospiti, intanto, si lavavano
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si affrettava a togliere gli ultimi spilli dal vestito
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il muro di cinta, gli ultimi voli dei colombi
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1998
ghiaia del cortile, alzando gli occhi di tanto in
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1998
nella notte. Allora anche gli altri puntini luminosi che
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1998
uno per uno tutti gli ossicini, ripuliva le resche
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unghia, faceva saltar via gli occhietti dalle teste con
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sarta cominciava a conficcare gli spilli, togliendoseli dalle labbra
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la fronte, pareva conficcarle gli spilli direttamente nel corpo
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verso il parco, mentre gli ospiti ne stavano tornando
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qualche istante, frugando con gli occhi nell’oscurità. Nelle
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po’ nella penombra, con gli spuntoni dei peli tagliati
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un solo istante tutti gli strati sovrapposti e pesanti
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pesanti del fogliame. ¶ Levando gli occhi dal libro di
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i pugni serrati contro gli occhi chiusi, dalle sue
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e fumava intensamente, con gli occhi chiusi e la
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nuovo. L’uomo con gli occhiali, che doveva avere
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1998
la testa, i capelli gli ricadevano pesantemente ai lati
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altro qualche istante dopo gli aveva risposto conficcandogli la
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di fronte a tutti gli altri, in quel momento
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quaderno che avevo sotto gli occhi, non riuscivo neanche
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fondo alla piscina con gli schettini ai piedi ma
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1998
del rosario, la corona gli pendeva inerte tra le
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1998
la corona di chi gli stava vicino e faceva
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1998
la testa, si copriva gli occhi. ¶ Molti giorni dopo
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1998
sforzo, ma i tendini gli balzavano fuori dai polsi
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1998
far apparire che questo gli fosse stato, al contrario
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1998
L’aria vibrava per gli spari ai piattelli. Mi
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1998
dovessi chiedere, forse perché gli pareva che mi aggirassi
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senza le mani, con gli occhi molto abbassati, quasi
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Anche lui non staccava gli occhi dal mio volto
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sua incontenibile risata. Chi gli sedeva accanto doveva avere
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1998
doveva avere pensato che gli fosse andato di traverso
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1998
a mangiare piano, con gli occhi sbarrati dentro il
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1998
se l’uomo con gli occhiali aveva cominciato a
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1998
quando l’uomo con gli occhiali aveva superato già
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1998
della mia presenza, quando gli capitava di passarmi vicino
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1998
sghignazzante. Si accalcava con gli altri alla base del
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1998
severamente l’uomo con gli occhiali, perché non si
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1998
tigli. L’uomo con gli occhiali si allontanava gesticolando
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1998
voglia di frantumarle con gli occhi socchiusi, sotto i
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1998
strette l’uomo con gli occhiali, perché lo vedevo
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1998
bianco come un lenzuolo, gli vedevo tremare mani e
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scorgevo l’uomo con gli occhiali trafficare attorno alla
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il suo rapporto con gli oggetti era cambiato. Se
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caso fino a lui gli appariva intenzionalmente scarsa o
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1998
il fumo, lasciava che gli si spegnesse tra le
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e l’uomo con gli occhiali attirava la fiamma
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1998
invece il padre priore gli si avvicinava, si metteva
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fianco contro la ringhiera, gli parlava. L’uomo con
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parlava. L’uomo con gli occhiali s’inclinava nell
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tratto l’uomo con gli occhiali. «Dov’è finito
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1998
termine delle orazioni. Tutti gli altri erano già usciti
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quello dell’uomo con gli occhiali, che doveva essersi
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1998
visto dall’uomo con gli occhiali, che stava rientrando
281
1998
coperte. L’uomo con gli occhiali era già girato
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prendere sonno. Dovevo avere gli occhi spalancati, perché la
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scrollarsi di dosso anche gli altri muratori che stavano
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1998
dal soffitto. ¶ Nessuno alzava gli occhi dal libro di
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1998
labbra in modo che gli astanti credessero di udire
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degli inginocchiatoi, perché, levando gli occhi, lo vidi immobile
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già in perfetto equilibrio gli uni sopra gli altri
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1998
equilibrio gli uni sopra gli altri. Cominciai a trasportarli
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uno all’uomo con gli occhiali, che ci si
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molto grandi. Guardava intanto gli altri letti, per accertarsi
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silenziosa. Si avviò con gli altri verso lo stanzone
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vedere come stavano facendo gli altri. Poi la luce
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di fronte a tutti gli altri chinati sugli inginocchiatoi
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mentre stavo seduto con gli schettini ai piedi, vidi
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sforzo l’uomo con gli occhiali «e arrivare di
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passaggio. ¶ Il padre priore gli stringeva il polso più
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dicendo l’uomo con gli occhiali «e guardavo proprio
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mentre stavo seduto con gli schettini ai piedi sul
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passate le suore perché gli inginocchiatoi luccicavano di cera
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Mi alzai, mi sganciai gli schettini. Gettai lontano il
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freddo. ¶ L’uomo con gli occhiali si aggirava per
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esplose. ¶ L’uomo con gli occhiali continuava a non
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all’inginocchiatoio. Seguiva con gli occhi quelli che tornavano
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fiatava. L’altro prefetto gli teneva ferma la testa
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le vene del collo gli erano balzate in rilievo
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la testa inclinata, mentre gli accorciava ancora di più
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sé, ma come se gli fosse scoppiata una vena
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a farla sanguinare. ¶ Avevo gli occhi sbarrati, ma la
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la testa arrovesciata e gli occhi fissi al soffitto
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denti serrati, la mascella gli sbalzava un po’ in
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delle costole, senza aprire gli occhi, mentre l’altro
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erano ormai allentate. Raggiunsi gli abbeveratoi. Molti avevano già
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forma dell’uomo con gli occhiali, che stava girato
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sonno leggero quando, aprendo gli occhi, vidi la sagoma
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prima. L’uomo con gli occhiali aveva annodato una
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una camicia che non gli avevo ancora visto. Non
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doveva essere sua perché gli stava larga e tutta
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un po’ di schiuma gli era rimasta sopra una
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chiesa erano stati rinnovati gli addobbi dell’altare, c
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Gatto si aggirava tra gli altri, assente. L’altro
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quello che adoperavo tutti gli altri giorni. Era formato
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altare. L’uomo con gli occhiali si era inclinato
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volta l’uomo con gli occhiali, mi parve di
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alcun suono, mentre tutti gli altri stavano intonando con
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Il padre priore muoveva gli avambracci con difficoltà, quasi
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soltanto la faccia paleolitica. Gli consegnavo il turibolo perché
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vaso del turibolo. ¶ Abbassai gli occhi. ¶ Era finita sul
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priore aveva intanto staccato gli occhi dalla grande ostia
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così rapidamente che temevo gli saltasse la borchia del
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torrone. L’uomo con gli occhiali, che neppure quella
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più l’uomo con gli occhiali. Feci un giro
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per la notte. ¶ Abbassai gli occhi verso il declivio
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quasi a picco. Strinsi gli occhi per vedere meglio
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Mi sfregai di nuovo gli occhi e nella nuova
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inconfondibile dell’uomo con gli occhiali. ¶ Avrei voluto alzarmi
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posto. L’uomo con gli occhiali stava seduto sul
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e molti restavano con gli occhi sbarrati, la testa
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uno di silenzio. Richiudevo gli occhi un istante, come
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seminarista sordomuto, non staccavo gli occhi dalla strana crosta
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adibita a sagrestia. Mentre gli altri prendevano posto sugli
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a fior di labbra. Gli annodavo il cingolo e
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sul corpo spostandomi con gli occhi abbassati attorno a
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con la patena, mentre gli altri si alzavano dal
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bruciatura. Lo seguivo con gli occhi mentre asciugava energicamente
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dalle attrattive insuperabili, sotto gli occhi di tutti eppure
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veste, raggiungevo di nuovo gli abbeveratoi. Dal finestrone senza
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e il sonno, chiudevo gli occhi, li riaprivo, e
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sfuocava. ¶ Chiudevo di nuovo gli occhi, li riaprivo nella
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sonno. ¶ 2 ¶ L’uomo con gli occhiali ¶ Il mattino dell
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un uomo alto, con gli occhiali, che si aggirava
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là fuori?» capii che gli stava chiedendo. ¶ Il Gatto
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a parlare come tutti gli altri. ¶ «Vuole entrare!» gli
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gli altri. ¶ «Vuole entrare!» gli rispose il Gatto. ¶ Il
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sul fondo della piscina gli schettini nuovi appena ricevuti
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Gatto. Passeggiava conversando con gli occhi socchiusi, sollevato. ¶ Non
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i piatti, in bilico gli uni sugli altri. Sulla
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piedi tutti e due gli schettini, senza però alzarmi
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alzarmi in piedi, guardavo gli altri schettinare in fondo
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nuovo allontanato. Mi tolsi gli schettini, mi diressi verso
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costruzione. ¶ L’uomo con gli occhiali era ancora là
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di tanto in tanto gli spigoli della nuova costruzione
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e l’uomo con gli occhiali stavano parlando tra
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chiuso. L’uomo con gli occhiali scuoteva leggermente la
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testa, mentre il Gatto gli era andato ancora più
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che l’uomo con gli occhiali era sempre dall
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era l’uomo con gli occhiali che parlava, ed
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Poi l’uomo con gli occhiali scomparve per un
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che l’uomo con gli occhiali era tranquillamente inginocchiato
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guardare l’uomo con gli occhiali. Lo sorprendevo con
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testa per aria e gli occhi spalancati, mentre fissava
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tigli. ¶ L’uomo con gli occhiali li seguì entrambi
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fosse quell’uomo con gli occhiali. Ponendomi a una
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che l’uomo con gli occhiali era un ex
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raggiunse, l’uomo con gli occhiali osservava ogni cosa
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alla sua sinistra per gli abiti borghesi, l’età
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sua bocca. Non staccava gli occhi dalla cerata a
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La fetta di salame gli cadeva inavvertitamente nel piatto
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parlare. L’uomo con gli occhiali era arrossito di
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con l’uomo con gli occhiali, anche il seminarista
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anche il seminarista che gli sedeva a fianco aveva
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che l’uomo con gli occhiali stava camminando da
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di marmo, senza staccare gli occhi dalla città che
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animazione, l’uomo con gli occhiali aveva ripreso a
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che l’uomo con gli occhiali stava salendo in
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questo tuo professore?» ¶ «Imbalsamava.» ¶ «Gli è salita la febbre
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senza parlare, mi stropicciavo gli occhi. ¶ «Avevamo molto lavoro
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a dire senza che gli avessi chiesto niente, qualche
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con le slitte...» ¶ Tenevo gli occhi sbarrati, non fiatavo
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scaricare i suoi arnesi, gli acidi, le soluzioni. Si
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dalla neve. Salivamo per gli scaloni. Una donna ci
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sulla poltrona, mi stropicciavo gli occhi di nuovo, per
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nella stanza da letto, gli porgevo piatto e cucchiaio
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porgevo piatto e cucchiaio, gli stendevo un tovagliolo sulle
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fare così!» gridava con gli occhi sbarrati. «Gli deve
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con gli occhi sbarrati. «Gli deve infilare il cucchiaio
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quasi scompariva. ¶ «Stai trascurando gli altri contatti. Non ti
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Salivano a cavallo per gli scaloni, tiravano giù una
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girai sulla poltroncina, chiusi gli occhi. ¶ «Potevamo calcificare, potevamo
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il casco!” ¶ «Imbalsamavamo durante gli scontri» stava dicendo il
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stava per essere colpito, gli passavo il coltello per
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avanti. Il Gagà girò gli occhi da un’altra
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denti più forte, chiuse gli occhi, si vedeva che
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panca di legno, chiudeva gli occhi di colpo, come
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finestrino. Mi giravo con gli occhi sbarrati verso l
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girò per guardarlo, teneva gli occhi socchiusi, pareva non
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ante, smisurata. Entrammo con gli occhi sbarrati nella grande
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Faceva dei giochetti con gli occhi, con la testa
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altro socchiuse un po’ gli occhi, provò a deglutire
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diceva perché la donna gli aveva tolto la protesi
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Quei soliti giochetti con gli occhi, con la testa
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ancora spostare, culminare...” Chiudevo gli occhi nello stanzino segreto
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un po’ di zuppa gli scolava sulla barbetta, sui
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mi pare...» mormorai stropicciandomi gli occhi. ¶ La sua testa
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un nuovo giochetto con gli occhi, con le guance
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fronte, lo vedevo socchiudere gli occhi nello stanzino rovente
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professore continuava a stringere gli occhi nel varco dello
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ho preparato per te...” gli sussurrava Anastasia, “vieni qui
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Si sollevava la veste, gli prendeva quella zucchina pelata
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chinata. Prima di uscire gli puliva con un tovagliolino
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balconi, verso sera. Vedevo gli ospiti conversare andando avanti
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laghetto, giù nel parco. Gli passavo vicino, tirava sassolini
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con me, si asciughi gli occhi...” ¶ “Ecco, lo senti
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scalone. Sbattevo un po’ gli occhi, balzando fuori dalla
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più che distendersi piano gli indumenti. Si metteva infine
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caso diverso da tutti gli altri...” cominciava a scusarsi
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fronte aggrottata, si stropicciava gli occhi. “E come si
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dei piedi, sbadigliava con gli occhi sbarrati mentre mi
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Se ne stava con gli occhi sbarrati. Si sentiva
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e penzolava. Dovevo avere gli occhi sbarrati, bianchi. ¶ Poi
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spostate, ripensate. La sigaretta gli bruciava quasi di colpo
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respirare. ¶ Il professore chiuse gli occhi un istante, non
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bocca, con il fuoco. Gli ho staccato la lingua
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mettevi tutte quelle trappole!» gli dicevo trascinandolo attraverso la
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prima della mia venuta?» gli chiedevo. ¶ Sollevava un po
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perché ti comporti così?» gli domandavo. ¶ La stagione intanto
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di notte sul tetto!» gli dicevo sporgendo a mia
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mia testa. ¶ «Dovresti riguardarti!» gli dicevo vedendolo scaturire tutto
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del salone, a pianterreno?» gli chiedevo. ¶ Scuoteva la testa
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girai a guardarlo con gli occhi sbarrati. ¶ «Vado a
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un istante dopo, alzando gli occhi. ¶ Continuavo a guardarlo
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Dovevo avere spalancato enormemente gli occhi, perché il mediatore
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istante a sussultare. ¶ «Sali!» gli gridai un’altra volta
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Ma allora lo conosci!» gli dissi girando la testa
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ruote davanti. Seguivo con gli occhi un uomo tarchiato
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ancora qualcuna appallottolata sotto gli armadi e nei cestini
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vice tornava a posare gli occhi sulla domanda, sentivo
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questa camicia di seta?» gli chiedevo improvvisamente. ¶ Faceva di
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casa, adesso!» ¶ Il piatto gli scappava di mano, si
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salone d’ingresso, poi gli uffici...» ¶ La Signora singhiozzò
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conosce?» mi chiese con gli occhi sgranati. ¶ «Ma no
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bocca! Va’ a bere!» gli gridai dall’alto della
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di tavole franate sopra gli scaffali. ¶ Anche il vice
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candidatura!» ¶ Mi chinai sopra gli scaffali. ¶ «Togliamo lo spago
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Il vice si stropicciò gli occhi, rimase per un
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mediatore cominciava a parlare, gli abitanti della villetta si
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finestrino per poter abbassare gli abbaglianti. Si cominciavano già
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appena sopra Bindra. Chiudevo gli occhi per un istante
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spazzola! Vai dal barbiere?» gli chiedevo improvvisamente. ¶ «No, no
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La Signora entrava con gli occhi sbarrati, si portava
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Sembrava cercare qualcosa con gli occhi, alle mie spalle
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passaggio fino a casa?» gli chiedevo quando l’incontravo
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tagliare qualche pelo che gli spuntava dalle narici, dalle
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Ritornavo in cucina. Posavo gli occhiali sopra il tavolo
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un po’ di più!» gli dicevo vedendo che portava
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freddo, e la camicia gli usciva fuori bombata. ¶ «Vuoi
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socchiudeva per un istante gli occhi, mi pareva di
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risuonare per qualche istante gli elementi del calorifero prima
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veniva dietro, non staccava gli occhi da me, mentre
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allungando il braccio dentro gli armadi. Ne ho ficcati
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dopo lo vedevo chiudere gli occhi, addormentarsi. Guardavo da
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dall’acceleratore, balzai con gli occhi sbarrati nella strada
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le scale, suonai con gli occhi sbarrati il campanello
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fuori dall’auto, alzai gli occhi verso la fila
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spalancata. Sbarrai un po’ gli occhi, prima di gettarmi
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la sua bocca tirata, gli occhi aperti. ¶ «È stato
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Mi chinavo sul Gagà, gli fissavo gli occhi sbarrati
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sul Gagà, gli fissavo gli occhi sbarrati, il taglio
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cuscino sollevato, sorrideva con gli occhi socchiusi, biascicava. ¶ «Ma
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su per certe scale. Gli occhiali mi si appannavano
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la luce. Mi stropicciavo gli occhi. ¶ «Mi ero solo
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sopra il tetto. Spalancavo gli occhi. “Dovrei alzarmi a
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topi...” mi dicevo, mentre gli occhi mi si stavano
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fermava a guardarmi con gli occhi spalancati, dal secchiaio
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cigolare, a spalancarsi. ¶ Strinsi gli occhi di colpo, me
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di avere ancora su gli abbaglianti!» ¶ Un istante dopo
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i giornali!» borbottò. ¶ Spalancai gli occhi. ¶ «Ma qui non
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a fianco del marciapiede...» gli proposi. ¶ «E se mentre
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scala. ¶ «Siamo quasi arrivati!» gli gridavo, e intanto scappavo
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guardò attorno, cercò con gli occhi un pezzo di
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spalancata dello scolapiatti. ¶ Sbarrò gli occhi, si cominciò a
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pane coi denti, canticchiava. ¶ Gli feci cadere il pezzo
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dire. ¶ L’uomo alzò gli occhi verso di me
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nelle strade e tiene gli occhi sempre un po
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sopra il tetto. Posavo gli occhiali sullo scrittoio, mi
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sullo scrittoio, mi stropicciavo gli occhi. “Si è fatto
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parte, chiudevo di nuovo gli occhi. Veniva dalla stanza
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e le candele, con gli attrezzi ormai arrugginiti, farinosi
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domande di candidatura e gli scontrini delle tessere, che
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due dita sulle palpebre, gli occhiali si staccavano un
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la mia figura contro gli spigoli tutti piombati dei