Luigi Pirandello, Diana e la Tuda, 1926

tanto a vedere lavorare gli altri, perché te ne

la voglia a tutti gli scultori di fare altre

tutto il tempo che gli bisognava; dato che gli

gli bisognava; dato che gli s'è proprio radicata

vero che l'idea gli nacque -? ¶ Sirio (ghignando): - sì

lo butterai via come gli altri! ¶ Sirio: No, questo

sue clienti là non gli servirebbe meglio? ¶ Tuda: "Una

che le fa socchiudere gli occhi, ma pur con

minaccioso.) Che cosa? - ¶ Tuda (gli s'accosta amorevole): - che

per malizia. Combatto con gli artisti! Fingo di parlare

guardandolo e poi abbassando gli occhi): Che ne sai

d'imbarazzo. ¶ La Modista: Gli uomini sono impazienti. ¶ Tuda

pellicce, di cappelli, che gli fa pagar cara la

volta a cercare con gli occhi la statua vestita

di deviare il discorso. Gli abiti adesso non c

altra Diana che voi gli avevate suggerito. Non è

Ecco. E difatti io gli ho detto che non

tutt'altro! ¶ Tuda: E gli avrete anche suggerito di

che un signore cileno gli voglia proprio comprare quello

no - quello che vedono gli altri - un estraneo. - Tu

sei, come ti vedono gli altri, da fuori - ¶ Tuda

freno): Sono così: con gli occhi aperti che non

braccio. Vede Tuda che gli volta le spalle, ferma

piedi a tempo e gli dà uno schiaffo. Caravani

questo divertimento? ¶ Sara: No. Gli uomini non sono così

ho mai potuto soffrire gli orarii: non gli avevo

soffrire gli orarii: non gli avevo dato perciò un

il collo Caravani e gli stropiccia la faccia su

scapigliata, col viso scavato, gli occhi duri, quasi invetrati

m'ha dato, e gli abiti, e su, la

la fa scorrere con gli anelli lungo il bastone

Guarda! Guardala bene! guardale gli occhi! gli occhi! - e

bene! guardale gli occhi! gli occhi! - e ora guarda

di'? ¶ Jonella: Mi pajono gli occhi di una gatta

Ma lo so! E gli è convenuto ostentare davanti

non far credere che gli appartenesse, ha preferito, come

stessa guancia che tu gli hai tagliata, io, a

col mio sangue, con gli occhi che vedevano ciò

si china su Sirio; gli tocca con una mano

fronte, con l'altra gli cerca la mano): Oh