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esplorazioni verbali


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Luigi Pulci, Morgante, 1483

concordanze di «gli»

nautoretestoannoconcordanza
1
1483
accordava bene. ¶ I Maganzesi gli sputan nel viso ¶ come
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1483
appicca, ¶ e 'l manigoldo gli dava una scossa; ¶ chi
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1483
qualche dardo alle gambe gli ficca, ¶ ma sosteneva in
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1483
quel poco vigor che gli resta ¶ si percotea nella
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1483
alcuna volta la gola gli serra: ¶ non domandar s
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1483
nuovo Giobbe. ¶ Un tratto gli occhi abbassava alla terra
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1483
dolor che 'l cor gli afferra; ¶ fece le spalle
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1483
sua cara sposa. ¶ Talvolta gli occhi volgeva a Parigi
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1483
ostia, com'io dissi, ¶ gli avea cucito di sua
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1483
e già il capresto gli acconcia, il ribaldo: ¶ non
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1483
ribaldo: ¶ non aspettiàn che gli facci più ingiuria. - ¶ Così
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1483
e chiedeva perdono, ¶ ché gli volea poi dar l
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1483
che in modo ¶ far gli dovessi, che corressi, il
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1483
avén féssi insin sopra gli arcioni, ¶ chi insino al
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1483
percosse la fronte: ¶ esser gli parve a sì tristo
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1483
popol, che d'Astolfo gli è incresciuto; ¶ e disïava
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1483
ch'io le man gli caccio ¶ addosso, ognun da
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1483
le gote, ¶ che non gli dessi alla fine la
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1483
giorno, quando tempo fue, ¶ gli cominciò così parlando a
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1483
dal Ciel lo stendardo gli fu porto, ¶ che non
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1483
pietà s'accende ¶ che gli occhi già son lacrimosi
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1483
far pensiero ¶ che Carlo gli credessi al modo antico
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1483
ciò ch'è bianco gli pareva nero. ¶ Diceva Gano
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1483
pregare umilemente ¶ che perdonar gli debba ogni peccato; ¶ e
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1483
costui preso, ¶ e non gli facci oltraggio o disonore
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1483
nformava, ¶ e come Carlo gli avea conceduto ¶ un mese
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1483
se mai grazia far gli debbe alcuna, ¶ che Ricciardetto
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1483
debbe alcuna, ¶ che Ricciardetto gli dessi in sua mano
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1483
lui minacciato: ¶ lo 'mperador gli avea dato baldanza, ¶ tanto
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1483
che Carlo a torto gli dava martoro. ¶ Gan da
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1483
Vide in un tratto gli stendardi al vento ¶ prima
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1483
che nella fronte sputato gli fosse: ¶ verso la porta
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1483
che diè a quello, ¶ gli partì il capo e
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1483
presso, ¶ e colla spada gli diè in su la
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1483
ognun come a reina gli è d'intorno: ¶ così
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1483
tornò Avino, ¶ tornò con gli altri insieme il franco
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1483
le dame ritrovate ¶ e gli amador, che non ve
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1483
dicea, ¶ ché Ricciardetto troppo gli dolea. ¶ Avea già cavalcato
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1483
sboccata, ¶ e pel furor gli par piano ogni monte
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1483
Durlindana, ¶ ché tempo non gli par di stare a
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1483
duole ¶ ch'a pena gli porrò l'aste al
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1483
ebbe paura ¶ perché e' gli parve di molta possanza
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1483
però di me non gli è incresciuto; ¶ ma pur
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1483
compiacergli nondimeno, ¶ s'io gli credessi dar sollazzo e
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1483
festa, ¶ di te, poltron, gli manderei la testa. - ¶ Rispose
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1483
ghiaccio, ¶ e 'l braccio gli tagliò presso alla mano
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1483
che lo innamora, ¶ che gli dicessi come il fatto
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1483
dire il vero non gli spiacque niente; ¶ e men
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1483
d'Inghilterra, ¶ che molto gli ha questa impresa disdetto
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1483
onora, ¶ perché veduti non gli aveva ancora; ¶ e poi
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1483
sia sfidato. - ¶ Rinaldo non gli fece altra risposta ¶ se
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1483
ragione, e se Carlo gli apprezza». ¶ Erminïon tenea ferme
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1483
ferme le ciglia, ¶ ché gli parea veder gran maraviglia
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1483
in un tratto se gli arricci i peli, ¶ e
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1483
vide il lïon, che gli pareva strano, ¶ e come
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1483
venìa. ¶ Orlando a dir gli cominciò discosto ¶ come Malgigi
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1483
discosto ¶ come Malgigi ingannati gli avia, ¶ e tutto il
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1483
e tutto il fatto gli contava tosto: ¶ e poco
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1483
mio, ¶ e Carlo e gli altri, ch'io ho
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1483
è falso e chi gli crede: ¶ da ora innanzi
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1483
cosa più ch'altro gli è molesta. ¶ Pensa e
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1483
parte viene: ¶ che sùbito gli dia Meredïana ¶ e rimandassi
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1483
come un dragon se gli scagliava addosso, ¶ e trassegli
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1483
Ma 'l gran Morgante gli dava una stretta ¶ e
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1483
che il Danese sotto gli cascava. ¶ Orlando molto ne
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1483
e molta gente addosso gli cascava. ¶ Così morì il
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1483
fermo tenendo ¶ ch'e' gli scriveva, indrieto rimandava ¶ dicendo
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1483
innanzi porse: ¶ la damigella gli prese la mana; ¶ Rinaldo
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1483
mi s'accosti, ¶ ché gli parrà che le mosche
70
1483
parrà che le mosche gli arrosti! - ¶ Orlando vide il
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1483
si sbandisse, ¶ ma che gli fussi in tutto perdonato
72
1483
rio, ¶ se prima non gli fia la vita tolta
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1483
se sa sbandito ignun, gli dà ricetto; ¶ gente ch
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1483
di Rinaldo stima. - ¶ Carlo gli piacque quel che Gan
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1483
di corte partito. ¶ Gan gli diceva: - O Grifon di
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1483
è sbandito, ¶ con tutti gli altri accettar dèi la
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1483
che quasi il petto gli copriéno; ¶ di bianco drappo
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1483
giuoco, se poteva, netto, ¶ gli pose alla visiera dell
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1483
caduto Ganellone, ¶ sùbito intorno gli fu molta gente ¶ de
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1483
teneva quel dì fiso gli occhi; ¶ e quanti cavalier
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1483
Gallerana un rubin suo gli dava, ¶ tanto lor parve
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1483
un cavalier possente. ¶ Rinaldo gli accettò cortesemente. ¶ Tornossi all
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1483
tutto in volto lieto, ¶ gli dètte Astolfo in sua
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1483
Rinaldo poi d'Astolfo gli dicea: ¶ or questo par
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1483
Rinaldo insieme ¶ che non gli fia la vita perdonata
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1483
Carlo un'ostia consecrata ¶ gli ha messo addosso, ché
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1483
era lo scudiere, ¶ aveva gli occhi per tutte le
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1483
tutto ben procura. - ¶ Gan gli rispose: - E' fia fatto
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1483
a' suoi pie' se gli fu inginocchiato: ¶ - Come hai
90
1483
importa? - ¶ Gan da Pontier gli volse dar col guanto
91
1483
legato, ¶ e 'n testa gli avea messa una corona
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1483
un capresto d'oro gli avvolgea: ¶ or questo è
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1483
venire, ¶ che se noi gli assaltassin così tosto, ¶ nella
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1483
gente: ¶ per non vederla, gli occhi spesso serra, ¶ e
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1483
saracino: ¶ so che fra gli altri assai lodar quel
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1483
alto, e 'l camin gli pare erto, ¶ e quanto
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1483
rimedio o merzé: ¶ io gli ho veduti tagliar come
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1483
così a dire ¶ che gli farà morir di morte
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1483
istran martìre, ¶ se non gli dà Parigi, conchiudea, ¶ e
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1483
tornò ratto, ¶ dicendo Carlo gli pareva un matto. ¶ Carlo
101
1483
vide le schiere e gli stormenti sente: ¶ non sa
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1483
Gan di Maganza incontro gli fu ito, ¶ e disse
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1483
e già Faburro incontro gli è venuto ¶ e dismontato
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1483
figliuol di Pipino. ¶ Carlo gli abbraccia con amor perfetto
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1483
così Carlo la man gli toccava. ¶ Verso il palazzo
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1483
che pare Orlando e gli altri capitani. - ¶ E tutto
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1483
per molti Orlando ¶ o gli altri, perché l'elmo
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1483
i bracciali, a chi gli arnesi, ¶ e molti in
109
1483
capo un gran colpo gli mena ¶ e féssel come
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1483
fu cognosciuto Rinaldo ¶ e gli altri, ognun per paura
111
1483
nostri buon guerrieri, ¶ ognun gli abbraccia con molto fervore
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1483
fervore; ¶ tutto il popol gli vide volentieri; ¶ ognun si
113
1483
hai tu fatto? Ha'gli tu sotterrati? ¶ O son
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1483
son vivi, e qui gli vedrai tosto. - ¶ E raccontò
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1483
Parve a Rinaldo e gli altri il caso strano
116
1483
l buon Danese e gli altri sventurati; ¶ e se
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1483
tutti impiccare e squartar gli facìa; ¶ ma dubitò di
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1483
dubitò di quel che gli bisogna, ¶ dicendo: «Se morir
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1483
per mezzo la pancia ¶ gli misse il ferro con
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1483
biasimato fu dintorno, ¶ ché gli spiccava il capo del
121
1483
questo è quel che gli tolse ogni fama. ¶ Morgante
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1483
arme e 'l petto gli trapassa; ¶ poi trasse Durlindana
123
1483
suole; ¶ ma tuttavia tenea gli occhi a colei ¶ ch
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1483
ch'aspettava Altachiara, ¶ che gli facea costar la vita
125
1483
morto era caduto ¶ e gli uomini e' cavalli attraversati
126
1483
colle mani, ¶ tanto discosto gli erano i pagani. ¶ Meredïana
127
1483
la spada alla cintura, ¶ gli trasse d'un fendente
128
1483
in sull'elmetto ¶ che gli cacciò Frusberta insino al
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1483
Chi vi caccia? - ¶ ché gli vedeva fuggir d'ogni
130
1483
rispondieno a quel che gli minaccia: ¶ - Fuggiàn dinanzi alla
131
1483
o 'l suo cugin gli arà data la morte
132
1483
poi ciascun quel che gli piace segua. - ¶ Rinaldo disse
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1483
a Carlo ritornaro. ¶ Carlo gli abbraccia cento volte e
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1483
sposa starsi. ¶ Carlo contento gli toccò la mano. ¶ E
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1483
il salutò cortesemente; ¶ e' gli rispose: - Ben venuto siete
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1483
posonsi a giacere. ¶ Malagigi gli segue come saggio, ¶ e
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1483
darsene pace. ¶ Intanto Ruïnatto gli portòe ¶ la lettera che
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1483
dormì pel camino. ¶ Poi gli diceva per conclusïone: ¶ «Perché
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1483
sùbito il brando suo gli pose in mano ¶ e
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1483
né Vegliantin, se non gli promettea ¶ con lui doversi
141
1483
sue pazze furie, ¶ poi gli avea fatte a' suoi
142
1483
è partito, e car gli sarà questo. - ¶ Così si
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1483
a Carlo Man, se gli è in piacere, ¶ che
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1483
a man sinistra se gli pone, ¶ quantunque il re
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1483
inteso, ¶ parve dal cor gli levasse ogni peso. ¶ E
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1483
e disse come Gano ¶ gli aveva scritto molto chiaramente
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1483
di camuccà, ch'e' gli aveva donato, ¶ e fra
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1483
quel vestire strano. ¶ Gan gli avea detto: - A questi
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1483
dargli conforto: ¶ «Rinaldo e gli altri paladini adorni ¶ sappi
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1483
ciò che Gan dice gli paia il Vangelo. ¶ Or
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1483
che fe', che non gli parve giuoco. ¶ La mattina
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1483
un gentil saluto; ¶ poi gli diceva: - O nobil cavalieri
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1483
gente sbigottita. ¶ Dusnamo e gli altri tutti consigliorno ¶ che
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1483
bisogna, ¶ se non che gli saria troppa vergogna; ¶ ed
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1483
v'andò, sì come gli fu imposto. ¶ Giugnendo a
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1483
se vuoi, palese. - ¶ Berlinghier gli rispose minacciando: ¶ - Non son
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1483
sentito ricordare ¶ fra tutti gli altri un cavalier virile
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1483
la punta in man gli pose. ¶ Ed ècci un
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1483
torte. - ¶ E poi che gli ebbe il suo brando
160
1483
dal pome, come e' gli fu dato, ¶ lo misse
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1483
è sapïente. ¶ Poi, se gli fussi rïuscito il tratto
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1483
si trovò prigione: ¶ tutti gli abbatte il saracin da
163
1483
gagliardo, ¶ e ritrovossi come gli altri in gogna. ¶ Carlo
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1483
e nel suo padiglion gli ha ricevuti. ¶ Cristo del
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1483
quando il Danese e gli altri al padiglione ¶ si
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1483
far non poté resistenzia, ¶ gli accompagnò con tutta sua
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1483
caval gagliardo? - ¶ E finalmente gli chiedia Baiardo. ¶ Dicea Rinaldo
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1483
è che tu chiudessi gli occhi un poco: ¶ vedrai
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1483
m'hai»; ¶ e chiuse gli occhi e cominciò a
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1483
questo semplice animale ¶ con gli occhi chiusi, come i
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1483
Rinaldo a l'elmo gli pose la mira ¶ e
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1483
passato, ¶ sì che per gli occhi gli passò la
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1483
che per gli occhi gli passò la fronte; ¶ e
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1483
sono invïati ¶ come Faburro gli avea ammaestrati. ¶ Grande onor
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1483
menava le mani: ¶ truova gli amici e' parenti, e
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1483
terra? - ¶ Rinaldo di Frusberta gli menòe ¶ un colpo tal
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1483
un colpo tal che gli spiccò la testa; ¶ prese
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1483
i figliuoli e tutti gli ammazzòe. ¶ I saracin dicìen
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1483
e merto ¶ che liberati gli ha da quel crudele
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1483
rispose: - In paesi lontani ¶ gli lasciai, in Danismarche, salvi
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1483
domandò d'Orlando. ¶ Dodon gli dice come e' vuole
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1483
beneficio antico ¶ Rinaldo e gli altri, che rispose: - Anch
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1483
con acqua fresca prima gli si bagna; ¶ e non
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1483
nondimeno ¶ e' non se gli poteva appor magagna, ¶ se
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1483
mi viene addosso. ¶ Non gli conobbi mentre erano in
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1483
E tutti a Carlo gli menava avante, ¶ e fece
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1483
l traditor però non gli piaceva; ¶ e presela e
188
1483
e tutto il tradimento gli contòe. ¶ Astolfo fece a
189
1483
e poi Guicciardo e gli altri a sé chiamòe
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1483
che per se medesmo gli parrebbe ¶ che si risponda
191
1483
Astolfo in questo tempo gli scrivea ¶ come questo fellon
192
1483
dì con un cristiano, ¶ gli passò l'elmo e
193
1483
avanzamo. ¶ Credo che' lupi gli possin trovare, ¶ ché nel
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1483
ché nel boschetto morti gli lasciamo. ¶ Ma cavalier parean
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1483
voler celare, ¶ che tu gli abbracci con tal tenerezza
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1483
come a Carador Gan gli abbi scritto. ¶ Ma Dodon
197
1483
dire. ¶ Ma presto ritornâr gli spirti e il lume
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1483
seguito, ¶ e come Gan gli seguitava ancora. ¶ Re Manfredon
199
1483
d'ogni cosa che gli era incontrato ¶ gli pareva
200
1483
che gli era incontrato ¶ gli pareva a lui stesso
201
1483
e' padiglioni: ¶ colla granata gli voglio scacciare. ¶ Vedrete che
202
1483
a furia spulezzare: ¶ io gli farò fuggir come ghiottoni
203
1483
tutto il dosso. ¶ Per gli occhi a tutti schizzerà
204
1483
addosso, ¶ ma tutti poi gli vedrete fuggire. - ¶ Orlando per
205
1483
partendo il dì, poi gli assaltiamo, ¶ ché in ogni
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1483
un gran castron che gli fu dato arrosto; ¶ andossi
207
1483
Ma furon presto scoperti gli agguati ¶ e in mezzo
208
1483
al gigante cacciossi. ¶ E gli feciono intorno un rigoletto
209
1483
v'è corso ¶ che gli bisogna a Morgante soccorso
210
1483
par, chi le gambe gli spilli, ¶ chi dà sassate
211
1483
aiutare ¶ da' saracin che gli davon le frutte: ¶ così
212
1483
forte che la testa gli spezzòe, ¶ e morto cadde
213
1483
gigante è ferito: ¶ sopra gli uomin saltò sanza riguardo
214
1483
colpo fu quel che gli diede ¶ ch'Ulivier nostro
215
1483
dolore il cor se gli divide, ¶ dicendo: «Appunto al
216
1483
se questo il cor gli tocca. ¶ Per gentilezza allor
217
1483
allor quella fanciulla ¶ se gli accostava e diceva: - Ulivieri
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1483
è dovuto, ¶ s'io gli potessi appiccar questo conio
219
1483
l'elmetto, ¶ tanto che gli elmi faceva campane ¶ quando
220
1483
tutto arrossì, come fanno ¶ gli amanti presso alla dama
221
1483
pianse, sì di Manfredon gli dolse, ¶ ché essere ingrata
222
1483
perdon del cadimento; ¶ Ulivier gli perdona volentieri, ¶ ché del
223
1483
Addio! - dicendo, la man gli toccava; ¶ e dèi pensar
224
1483
lor deïtate; ¶ e poi gli fece una comparazione: ¶ - Se
225
1483
pari un matto. - ¶ Ulivier gli contò tutta la trama
226
1483
e riposarsi alquanto, e gli altri ancora, ¶ e ritorniamo
227
1483
Rinaldo paladino, ¶ perché Rinaldo gli fe' già dispetto ¶ quando
228
1483
e dopo lunga essordia ¶ gli ricordò l'oltraggio e
229
1483
e tutte le ragion gli son capace, ¶ benché cognosca
230
1483
dama Clemenzia questo assai gli piace. ¶ E finalmente feciono
231
1483
palafreno; ¶ cento bisanti poi gli pose in mano, ¶ e
232
1483
drappo splendido e sereno ¶ gli dètte un ricco e
233
1483
volte e conforta. - ¶ Erminïon gli fe' donare ancora ¶ molte
234
1483
ha ricevuti magni. ¶ Gan gli donò quel che promesso
235
1483
come il passo sol gli domandava, ¶ ch'a' suoi
236
1483
l marchese! - ¶ Turpino e gli altri insieme s'accordaro
237
1483
Mano ¶ a dir che gli movea questi litigi ¶ per
238
1483
re pagan che non gli triema il core. ¶ Giugnendo
239
1483
veramente: ¶ ché quando e' gli ebbe detto quel che
240
1483
Astolfo il nome suo gli disse allora; ¶ il perché
241
1483
non disse nïente; ¶ pur gli rispose vergognosamente: ¶ Io non
242
1483
ci tegnamo onorati, - ¶ questo gli disse in parlar saracino
243
1483
giudicio. ¶ Lascia Apollino e gli altri vani iddei ¶ e
244
1483
sei il pastor che gli altri dèi guardare, ¶ e
245
1483
sollecita; ¶ ed ogni scusa gli pareva lecita. ¶ Quando fingea
246
1483
lei vogli guerra; ¶ che gli dovessi mandar per rimedio
247
1483
ho speranza, e così gli prometto, ¶ di salvar la
248
1483
e chi il braccio gli piglia, ¶ uccider si volea
249
1483
il troppo amare alfin gli costa caro; ¶ ed Ulivier
250
1483
non sa quel che gli sare' discaro, ¶ e chiama
251
1483
non pareva umano. ¶ Rinaldo gli venìa compassïone: ¶ «Chi fia
252
1483
dappresso il saluta. ¶ E' gli rispose faccendo gran pianto
253
1483
avanzi, ¶ che sempre più gli spariva dinanzi. ¶ E Vegliantin
254
1483
e grida, ma poco gli vale: ¶ colui correva come
255
1483
beffato ¶ Rinaldo, alfin se gli para davante, ¶ e in
256
1483
formare, ¶ tanto ch'ognun gli veniva terrore: ¶ ché mentre
257
1483
tutta arricciata e' capegli, ¶ gli orecchi parean d'asino
258
1483
piloso era tutto; ¶ avea gli unghion ne' piedi e
259
1483
se giugnea Rinaldo, ¶ e' gli bastava solamente questa, ¶ e
260
1483
un pistacchio ¶ perché Frusberta gli levi del pelo, ¶ e
261
1483
quel dïavolo incantato: ¶ Rinaldo gli ha frappata la persona
262
1483
calato; ¶ Rinaldo per disgrazia gli era sotto ¶ e non
263
1483
l cuoio con essa gli sdruca. ¶ Questa fera bestial
264
1483
di lui, Ulivieri? ¶ Tu gli corresti drieto col destrieri
265
1483
masso ¶ mentre ch'io gli ero colla spada a
266
1483
io so ch'io gli darò le frutte a
267
1483
refulgente, ¶ che spesso troppo gli amanti scompiglia; ¶ quando Rinaldo
268
1483
è quel Manfredon che gli fa guerra. - ¶ Mentre che
269
1483
che insino a mezzo gli scaglion giù cala, ¶ e
270
1483
era venuto. ¶ Rinaldo e gli altri baciaron la mano
271
1483
battaglio, ¶ e 'l capo gli schiacciò come un sonaglio
272
1483
già tutto mutato, ¶ vedeva gli occhi far del bavalischio
273
1483
fra' morti poi vorran gli dèi ¶ che amar si
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dama ogni traccia. ¶ Detto gli fu come e' son
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perché e' non faccin gli scambietti in fallo. - ¶ Ma
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che molto di questo gli giova, ¶ e saltato di
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leopardo; ¶ Dodon al suo gli spron ne' fianchi caccia
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ha seco maraviglia; ¶ poi gli rispose: - Vegnamo all'effetto
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forse errato. - ¶ Il gigante gli fece la risposta: ¶ - Tu
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vide balenar Dodone, ¶ se gli accostava e trassel dell
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rispondea cortesemente ¶ quel che gli parve risposta dovuta; ¶ e
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palagio. ¶ Rinaldo a Carador gli rappresenta, ¶ perché e' voleva
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s'è levato; ¶ Orlando gli volea baciare il piede
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gustò il legno ¶ che gli vietasti già, per gli
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gli vietasti già, per gli error suoi; ¶ aiuta me
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Ulivieri spesso sogghignava: ¶ non gli cognosce, ch'avevon l
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e tutti a tre gli abbiam lasciati morti. ¶ Per
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menare; ¶ finalmente di forza gli avanzamo. ¶ Credo che' lupi
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dire, ¶ sì fatta tenerezza gli abbondava ¶ che e' non
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Carlo mio impazzato. - ¶ Gan gli rispose con ardita fronte
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villano. - ¶ Allor Rinaldo addosso gli correva ¶ e 'l capo
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l capo dalle spalle gli spiccava, ¶ e tutti i
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man destra, ¶ tal che gli fece smaltir la minestra
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smaltir la minestra: ¶ ché gli appiccò in sul capo
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frutte dopo al mangiar gli donai ¶ perché il convito
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Apparecchiato sono. - ¶ Brunoro allor gli raccontava il fatto: ¶ - Questa
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te ho ricevuto: ¶ contato gli ho come diserto fui
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nello inferno s'avvïava. ¶ Gli altri pagani, veggendol morire
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egli scontra de' pagani ¶ gli passò la corazza e
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finestre; ¶ fino al deserto gli perseguitorno, ¶ poi gli lasciorno
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deserto gli perseguitorno, ¶ poi gli lasciorno alle fiere silvestre
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Rinaldo presto, e così gli parlava: ¶ Voi dite, abate
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e 'l drago avvolta gli aveva la coda ¶ e
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sentiva una voce ¶ che gli dicea: - Non temer, baron
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faville; ¶ così de' colpi gli diè forse mille. ¶ E
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e col caldo, ¶ se gli accostava e prese un
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destriere: ¶ parea che render gli volessi grazia; ¶ di far
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ragione, ¶ ma ritener non gli potemo mai, ¶ tanto che
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noi ti dorrai. ¶ Noi gli lasciamo presso a una
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bere: ¶ quivi legati appiè gli abbiàn del monte, ¶ ed
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tutto quanto il mostaccio gli ha infranto, ¶ dicendo: - Iddio
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altro che di sol gli vuol dar caldo. ¶ Rinaldo
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pesante ¶ l'uccide, ché gli è sotto, onde e
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Baiardo. ¶ E con fatica gli uscì poi di sotto
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se da mangiar non gli è portato tosto, ¶ col
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convien ch'un uom gli pognàn là discosto. ¶ Questa
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là discosto. ¶ Questa fanciulla gli è tocca la sorte
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della tua figlia». ¶ Ulivier gli occhi alla donzella gira
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rispose a Rinaldo; ¶ abbassò gli occhi, che tenea sì
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da Corbante licenzia, ¶ che gli fe' compagnia fino alla
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con gran reverenzia; ¶ poi gli diceva: - Io non son
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e tòsco per bocca gli schizza. ¶ Parea che l
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perché il fiato non gli offenda; ¶ e disse: - O
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gagliardo ¶ che l'arme gli schiacciò, la carne e
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denti tutti nell'arme gli ficca. ¶ E' si sentì
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dir che san Donnin gli alleghi i denti, ¶ ché
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colla spada la testa gli mozza; ¶ ma nel morir
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mano affocata, ¶ che morto gli parea, non tramortito; ¶ vede
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del fero dragone, ¶ che gli parve a veder mirabil
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lucente, simiglia, ¶ e tutti gli atti suoi paion divini
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menòe ¶ e grande onor gli fece e lietamente; ¶ e
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rimandare ¶ indrieto a Ulivier gli ardenti dardi ¶ ch'Amor
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dardi ¶ ch'Amor sovente gli facea gittare, ¶ acciò che
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ghiacciate e molle, ¶ ma gli occhi pronti assai, come
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che per lei car gli costa, ¶ e vergognosa rabbassare
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rabbassare il ciglio: ¶ questo gli dètte massima speranza, ¶ ché
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molto più che Carlo gli credeva. ¶ E volle colla
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si mise ¶ e Durlindana gli trasse di mano, ¶ e
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il me' che seppe gli divise. ¶ Orlando si sdegnò
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venga il mio Orlando - ¶ gli volle in su la
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la furia consiglia, ¶ e' gli pareva a Gan dar
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s'altri nol mostra. ¶ Gli antichi padri nostri nel
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faggi e' cerri e gli oppi, ¶ e gettagli insin
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L'abate il crocïon gli fece in fronte: ¶ - Va
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come l'abate detto ¶ gli aveva, dove sta quel
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quando sentì ch' e' gli diceva ingiuria. ¶ E ritornato
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visïone aveva fatta. ¶ E' gli parea ch'un feroce
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Tu 'l saprai tosto - gli rispose Orlando. ¶ Vengo per
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di buon talento. - ¶ Morgante gli rispose: - Io son contento
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abbracciare. ¶ Orlando gran carezze gli facea, ¶ e disse: - Alla
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tuo comando. - ¶ Onde e' gli disse com'egli era
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turbato così il vede, ¶ gli disse presto: - Abate, datti
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e due; ¶ e poi gli disse: - O famoso gigante
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a Cristo, quanto tu gli eri nimico. ¶ Un nostro
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venuto il porco addosso, ¶ gli dètte in su la
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quell'altro lo pone. ¶ Gli altri porci, veggendo quel
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e 'l gatto, ¶ ché gli ossi rimanean troppo puliti
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mi dia aiuto. - ¶ Orlando gli dicea: - Morgante mio, ¶ s
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fervor nel petto se gli accese, ¶ e disse: - Cavalier
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possianti i mesi e gli anni, ¶ ché tu non
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solo un certo sbergo gli fu buono, ¶ ch'avea
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e' lo manda: ¶ che gli lasciassi andar colla sua
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E finalmente addosso se gli caccia. ¶ Questo dïavol con
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oltre si ficca. ¶ E' gli parea mill'anni d
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abbiamo a fare? - ¶ E' gli rispose: - Tu lo sentirai
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Orlando, come e' giunse, gli domanda: ¶ - Ditemi un poco
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a Gano sbuffa, ¶ tanto gli venne sdegno e pietà
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compagnia che io lasciai ¶ gli raccomando con affezïone; ¶ ch
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che la sua sorella ¶ gli raccomando, e mia sposa
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e la gente stordita. ¶ Gli orecchi debbon cornarvi qua
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il cervello stava, ¶ questa gli parve una stanza sì
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non ch'ogni speranza gli fia tolta: ¶ disse che
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io dico: ¶ riconoscete e gli amici e' parenti; ¶ l
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attendati ¶ come l'abate gli avea numerati. ¶ Di questo
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E quanto può Manfredon gli onorava, ¶ e nel suo
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nel suo padiglion sempre gli tenne, ¶ e molte cose
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sempre drieto a Rondel gli tenea ¶ dove e' vedea
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destriere il fallo. - ¶ Orlando gli rispose sorridendo: ¶ - E' si
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aiutar mi dicesti. ¶ Orlando gli rispose: - Egli è dovere
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e con tempesta ¶ che gli spiccò dallo imbusto la
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grave colpo che colei gli porse. ¶ Orlando ferì lei
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sul terreno: ¶ l'elmo gli uscì, la treccia si
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andò la battaglia? - ¶ Orlando gli rispose sogghignando: ¶ - Venne una
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e perché l'elmo gli venni cavando, ¶ su per
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tuo amore anch'io gli dètti aiuto ¶ e con
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benché e' sia uso gli armenti a servire ¶ e
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cammina. - ¶ Costui levar non gli vuol per nïente, ¶ dicendo
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a un quattrino. ¶ Morgante gli risponde per la rima
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l'udì Rinaldo, ¶ se gli montò sù al naso
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tu nol getti. - ¶ Rinaldo gli montò la bizzarria, ¶ e
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Eravi alcun che bombarde gli scocca, ¶ ma non potevon
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non ch'addosso Morgante gli salta; ¶ e perch'egli
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Allor Rinaldo il battaglio gli ha pòrto; ¶ Morgante su
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su per la schiena gli trotta ¶ e col battaglio
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trotta ¶ e col battaglio gli dà in su la
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tanto che' pesci non gli fan più ressa. ¶ Ma
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questo granchio la vita gli tolse. ¶ E così morto
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dì che difendea Meredïana ¶ gli vidi tanta gente intorno
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giorni riposati, ¶ ch'e' gli faceva del balsimo avere
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e 'n verità che gli fu fatto torto; ¶ ma
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viso una guanciata ¶ che gli brucò la carne insino
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le calcagne! ¶ ché tutti gli affettavan come rape, ¶ tal
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n'ebbe paura, ¶ ché gli pareva un uom sopra
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tua Corona. - ¶ Lo 'mperador gli piacque Orlando tanto ¶ quanto
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era ¶ molto gentil, Rinaldo gli dicea ¶ che la voleva
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alcun par che dinanzi gli vada, ¶ certi stormenti al
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il mio stendardo. - ¶ Orlando gli rispose: - Se tuo fia
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a questo la bocca gli sbarro. ¶ Esci del carro
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in su l'arcion gli batteva la testa. ¶ Leopante
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rotta e la vita gli costa: ¶ chi cerca briga
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del petto il cuor gli sia caduto. ¶ L'anima
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E 'l conte Orlando gli è tanto doluto ¶ che
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più volte, e non gli facea caldo. ¶ Rinaldo si
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che la portava, ¶ Rinaldo gli are' allor la testa
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leva. ¶ Rinaldo, poi che gli passò il furore, ¶ di
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Lo 'mperador gridò: - Non gli far torto, ¶ non lo
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vedere il pome poi gli aggrada: ¶ guardando il pome
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vuol saper questo. ¶ E' gli rispose: - Gentil cavalieri, ¶ la
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la mia morte io gli vedròe. ¶ E se ci
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Orlando innanzi a tutti gli ha risposto: ¶ - O Aldighier
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tutti come spelazzini. - ¶ Rinaldo gli piacea questa pensata, ¶ ed
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della ingiuria mia, ¶ io gli darò città che fieno
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il cuore. - ¶ E così gli altri ognun si vanta
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questo arrabbiato: ¶ al gorzaretto gli pose la mira ¶ e
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collo con la lancia gli ha infilzato, ¶ sì che
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e con la lancia gli passava il cuore, ¶ e
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il lor padrone, ¶ che gli condusse già per la
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non si penté che gli aveva onorati; ¶ e con
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benigne e soave ¶ umilemente gli ebbe vicitati, ¶ dicendo, come
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carnal fratello. ¶ Rinaldo presto gli corse alla mente ¶ di
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quella fanciulla; e poi gli rispondia ¶ ch'era contenta
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tolga è battezzato. ¶ Rinaldo gli donò poi tanto avere
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che la licenzia oramai gli donassi, ¶ ché di vedere
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parer provàno. - ¶ Morgante fatta gli arebbe la festa ¶ s
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crederrebbe ¶ la tenerezza che gli venne al core, ¶ e
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core, ¶ e quanto Filomen gli ha posto amore. ¶ Margutte
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asin nacque Cristo. - ¶ Margutte gli rispose: - E tra' capresti
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lo vede a giacere, ¶ gli stivaletti di gamba gli
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gli stivaletti di gamba gli trasse ¶ ed appiattògli, per
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tu m'hai tolti gli usatti, ¶ e fusti sempre
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Morgante: - Apponti ov'io gli ho piatti: ¶ e' son
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Margutte guata, e non gli ritrovava; ¶ e cerca pure
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cruccia. ¶ Margutte pure alfin gli ha ritrovati, ¶ e vede
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ritrovati, ¶ e vede che gli ha presi una bertuccia
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bertuccia, ¶ e prima se gli ha messi e poi
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domandar se le risa gli smuccia, ¶ tanto che gli
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gli smuccia, ¶ tanto che gli occhi son tutti gonfiati
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gonfiati ¶ e par che gli schizzassin fuor di testa
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poteva, ¶ per modo e' gli pare essere impacciato. ¶ Questa
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impacciato. ¶ Questa bertuccia se gli rimetteva: ¶ allor le risa
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scoppia; ¶ e parve che gli uscissi una bombarda, ¶ tanto
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e duolsi assai che gli ha fatto la giarda
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ch'ogni sua impresa gli par guasta e rotta
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sol la gemma che gli dètte ¶ Florinetta al partir
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chiama Alfamenonne, ¶ che fece gli Statuti delle donne. ¶ E
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come vide il paladino, ¶ gli fece il cenno usato
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Malagigi, come negromante, ¶ detto gli avea come le cose
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grande onore il popol gli facea; ¶ e quel ch
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sul cappel di sopra gli pioveva, ¶ e sente or
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rotelle, ¶ che' sassi non gli faccin villania. ¶ Quelle gente
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l sangue fuor per gli occhi e 'l naso
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maladetto: ¶ Orlando e tutti gli altri drento entrorno, ¶ e
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ebbe onorato, ¶ però che gli portava troppo amore, ¶ e
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che 'l capo inverso gli orecchi pigliava, ¶ come Morgante
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lasciar ben la pelle, ¶ gli arrecherà di lui buone
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Antea ¶ che Ganellon liberar gli piacesse; ¶ e per suo
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investigare. ¶ Orlando e tutti gli altri erano attesi ¶ di
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questo pastor sia; ¶ e' gli risposon: - Un che è
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il pastore stava. ¶ E' gli mostrorno ove abitava questo
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aiuterete. - ¶ Un de' pastor gli rispondeva presto: ¶ - Noi torrem
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pastori, e 'l capresto gli lega ¶ e sopra un
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Un di questi giganti gli rispose: ¶ - Tu suogli essere
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in su la terra. ¶ Gli altri gli son co
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la terra. ¶ Gli altri gli son co' mazzafrusti addosso
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Gan per forza se gli arrende; ¶ e portalo di
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questa tela ordita ¶ che gli mutò di loro oppinïone
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Creonta; ¶ e Ganellone innanzi gli è menato, ¶ e ciò
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conta ¶ e com'e' gli abbi il figliuolo ammazzato
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e del suo Ganellon gli vien contando; ¶ e dice
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mio mezzo alle man gli è venuto ¶ colui che
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le risa talvolta che gli abbonda, ¶ e dicea pure
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sentivo, ¶ per ugner poi gli arpioni e 'l chiavistello
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cercando ove la sete gli esca. ¶ Disse Margutte: - Se
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là mi paia, ¶ noi gli faren del fuoco fuor
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sì che quel fien gli cadeva di braccio. ¶ Allor
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Morgante un gran susorno gli appiccòe ¶ col gran battaglio
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battaglio, e 'l capo gli schiacciòe; ¶ e disse: - Che
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domanda; ¶ ma finalmente se gli raccomanda, ¶ dicendo: - Non pigliassi
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padre mio ha fra gli altri un castello ¶ che
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so ch'al cor gli piomba, ¶ o se giustizia
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facea già brutti, ¶ poi gli vidi stracciar per tanti
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creder ch'io tenessi gli occhi asciutti, ¶ misera a
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quie. ¶ Ove sono or gli amanti miei puliti? ¶ Ove
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or le citre e gli organetti? ¶ Ove sono ora
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e' lupi adesso ¶ e gli orsi e' draghi e
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degli uomini spaccia, ¶ poi gli arrostisce e mangiagli il
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due fratelli, e poi gli salutòe, ¶ ché gli dètton
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poi gli salutòe, ¶ ché gli dètton capriccio di paura
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unghioni. ¶ Morgante il naso gli strappò co' denti, ¶ poi
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col baston le costure gli assetta. ¶ Non domandar se