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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «gli»

nautoretestoannoconcordanza
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1950
inverni terribili. Ma intorno gli alberi e la terra
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1950
anni bastava che alzassi gli occhi dai campi per
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1950
le macchine, le cornette, gli schianti dei fucili pneumatici
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1950
morte del padre. Quando gli raccontai dov’ero stato
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1950
mangiavi. Non bisogna dire, gli altri ce la facciano
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1950
alle donne. Già allora gli andavo dietro e alle
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1950
piú la bocca né gli occhi – via il clarino
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1950
I comuni, le famiglie, gli ambiziosi, tutti quanti. E
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1950
mangiare, diceva, erano sempre gli stessi. ¶ Che cosa mangiavano
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1950
i piatti erano sempre gli stessi, e a sentirli
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1950
ci avevi la passione, – gli dicevo. – Perché hai smesso
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1950
vizio delle donne… ¶ – Già, – gli dissi, – come sei stato
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1950
legname e, mentre fuori gli facevano il pieno della
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1950
dialetto, a labbra strette. ¶ Gli risero gli occhi e
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1950
labbra strette. ¶ Gli risero gli occhi e mi guardò
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Non c’è niente, – gli dissi, – è come la
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1950
dei rospi. Nora, impettita, gli guardava la schiena con
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al mio amico e gli chiesi quando tornava a
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1950
che come Nora e gli avventori mi facevano paura
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1950
a fregarlo, piú nessuno gli comprava i peperoni. Ha
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andar via quest’inverno. ¶ Gli dissi che aveva ragione
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1950
un partigiano ferito e gli portava da mangiare di
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1950
che tormentavano una lucertola gli aveva preso la lucertola
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1950
quando andavamo nella riva, – gli avevo detto, – cos’avresti
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Dove sono questi raccolti? – gli dico, – questi profitti? Perché
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1950
in mia presenza e gli aveva chiesto se mi
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1950
secco e nero, con gli occhi da talpa, che
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1950
circospetto, e quando Nuto gli disse ridendo ch’ero
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1950
ch’ero uno che gli aveva mangiato del pane
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1950
senza decidersi, torbido. Allora gli chiesi se era lui
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1950
spalliera di uva passera. Gli dicemmo chi ero e
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1950
era magra e tutti gli anni la pioggia ne
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1950
guardò, guardò Nuto e gli disse: – Vieni una volta
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1950
Sapevo ch’era vedovo, gli era morta la moglie
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1950
morti in guerra – non gli restava che un ragazzo
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1950
lui continuava a batter gli occhi; il cane urlava
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1950
Mi ricordai che mettevo gli zoccoli soltanto d’inverno
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1950
bocca – mi guardava con gli occhi scuri e circospetti
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1950
voce e serrò subito gli occhi. Conoscevo questo gioco
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1950
colpa di lei. Mentina gli aveva risposto che gli
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1950
gli aveva risposto che gli altri figli ch’eran
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1950
aveva detto che intanto gli altri erano venuti sani
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1950
lui, non bastava che gli parlassi cosí di Gaminella
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1950
riconobbi piú i filari; gli chiesi chi aveva fatto
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1950
continuava sul nostro capo. Gli feci dire chi abitava
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1950
abitava nelle case lontane, gli raccontai chi ci stava
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1950
volta, quali cani avevano, gli dissi che allora eravamo
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1950
n’era ancora. Poi gli chiesi se c’era
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1950
nostri piedi dalla riva. Gli chiesi se andava mai
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1950
quel colore d’allora. ¶ Gli feci dire se sapeva
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1950
veder passare il treno. ¶ Gli raccontai che ai miei
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1950
girava in carrozza e gli uomini avevano la catena
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1950
Stazione, portavano il parasole. Gli raccontai che facevano delle
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1950
un ragazzo come te, – gli dissi, – e stavo qui
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1950
è qui sotto. ¶ Io gli chiesi perché prima teneva
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1950
perché prima teneva chiusi gli occhi mentre io lo
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1950
misi a ridere e gli dissi che facevo anch
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1950
e quando poi riaprivo gli occhi mi divertivo a
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1950
d’estate faceva pozza. ¶ Gli chiesi dove metteva i
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1950
uva bella quest’anno, – gli dissi, – manca solo un
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1950
tina. Non viene? ¶ Allora gli spiegai ch’ero passato
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1950
no? E in casa – gli chiesi – anche in casa
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1950
con la faccia scura – gli occhi torbidi, duri. – Ce
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1950
morti. ¶ Ecco, pensai, Nuto gli darebbe dell’ignorante, del
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1950
dell’ignorante, del tapino, gli chiederebbe se il mondo
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1950
altre potevano servire. Io gli dissi che c’era
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1950
stato in un paese, gli dissi, dove si giocava
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1950
è chi li raccoglie, – gli dissi, – è sempre la
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1950
della strada erano ancora gli stessi, e i fusti
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1950
sopra, o giocavo, chiudevo gli occhi per provare se
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1950
del Castello era scomparsa; gli era rimasta una piccola
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1950
albergo e discorreva con gli altri avventori. Sapeva molte
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1950
mezzo San Grato e gli stavano in casa soltanto
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1950
a caccia, e qualcuno gli disse che avrebbe fatto
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1950
un calore improvvisi, e gli tremò la voce. Cosí
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1950
per la piazza sotto gli occhi degli altri. Mi
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1950
anche questo vuol vendere. Gli risposi che non ero
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1950
ha i suoi morti? ¶ Gli dissi che non lo
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1950
Da dodici anni e gli sembrava ieri. Non un
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1950
In tutte le campagne, – gli dissi, – ci vorrebbe un
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1950
bottiglia pagarla ai mezzadri. Gli dissi ch’era tardi
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1950
sovente al ponte, perché gli avevo regalato degli ami
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1950
filo di lenza e gli raccontavo come si pesca
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1950
canneti, delle macchie – sempre gli stessi – che somigliavano a
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1950
stesse volentieri. Certo, quando gli raccontavo cos’è il
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1950
lui mi ascoltava con gli occhi sottili. Questo ragazzo
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1950
la città. Se almeno gli mettessi la voglia. ¶ – Questa
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1950
io e ho visto gli aeroplani… ¶ – Ma se ti
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1950
mi ricordo. ¶ Nuto, quando gli dissi quel che raccontavo
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1950
disse. – Fai male. Cosa gli metti delle voglie? Tanto
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1950
sta peggio, che cosa gli frutta? Se è capace
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1950
cambiare, – disse Nuto. ¶ Allora gli dissi che Cinto era
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1950
labbra, e soltanto quando gli raccontai di quella storia
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1950
la vampa o che gli umori si svegliassero, fatto
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1950
luna è giovane. Perfino gli innesti, se non si
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1950
luna, non attaccano. ¶ Allora gli dissi che nel mondo
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1950
se volevamo far ricerche. Gli risposi ch’ero già
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1950
che mi toccavano eran gli stessi di una volta
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1950
nessuno in casa che gli desse da mangiare e
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1950
dove le stagioni non gli anni s’avvicendano. Gli
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1950
gli anni s’avvicendano. Gli industriali di Canelli potevano
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1950
Canelli potevano fare tutti gli spumanti che volevano, impiantare
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1950
regnava il serpente. Cominciarono gli urli dei cani selvatici
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1950
magri dei bambini e gli zoccoli del mulo strisciare
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1950
una vita che non gli lasciava pace, metà dell
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1950
dicono i serpenti e gli scorpioni, pensavo. Mi piombò
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maestra – una donnetta con gli occhiali, ch’era sorella
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1950
i responsabili. Sono loro gli assassini. È un onore
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1950
onore che noi Italiani gli lasciamo volentieri… ¶ La conclusione
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1950
come un cavallo. – Possibile, – gli chiesi, – che non uno
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1950
aveva col parroco che gli aveva tolta senza neanche
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1950
un colpo cosí con gli zingari… ¶ – Che zingari? ¶ Mi
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1950
in un pozzo e gli fanno dire quante volte
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1950
aveva una bella voce, gli dicono di cantare per
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1950
sappia. ¶ – Al vostro posto, – gli dissi, – andrei a chiedergli
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1950
parato a festa, con gli occhiali lucidi, fece il
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1950
piazza qualcuno dei suoi gli strizzava l’occhio, gli
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1950
gli strizzava l’occhio, gli borbottava al volo una
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1950
Calosso, grinta dura – che gli chiese dov’era finito
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1950
il latte al bambino. Gli gridò dalla finestra ch
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1950
paesacci. ¶ – Dovevate farla allora, – gli dissi, – non è da
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1950
le vigne asciutte e gli strapiombi, il tetto rosso
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1950
Vuoi dire? Perché non gli rispondi? ¶ – Vuoi rispondere in
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1950
Bisogna uscire dal paese, – gli dissi. – Sentire le altre
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1950
a qualcosa, avevano aperto gli occhi ai piú tonti
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1950
voi. E i renitenti, gli sbandati, avevano fatto vedere
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1950
sono stati dappertutto, – disse. – Gli hanno dato la caccia
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1950
e chiedevano. Capisci? non gli basta che si è
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1950
fermi all’ombra e gli chieda conto… ¶ – Ma com
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1950
sangue. Va bene che gli piaceva divertirsi a tutt
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1950
cane, del vecchio – e gli occhi biondi e gli
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1950
gli occhi biondi e gli occhi neri delle figlie
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1950
ma qualcosa facevo, e gli portavo qualche soldo. Traversavo
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1950
né terra. – E vendi, – gli diceva l’Angiolina a
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1950
indietro. Lo passai con gli zoccoli in spalla, il
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1950
che mi tenevano sotto gli occhi delle donne. Lui
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1950
discorsi mentre giocavo con gli altri ragazzi, come se
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1950
ma alla mano. Trattava gli affari ridendo e cenando
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1950
sotterrata la moglie che gli aveva fatto le due
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1950
e di voglie sostanziose, gli piaceva l’abbondanza, a
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1950
prato. Quando il massaro gli portava i conti, si
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1950
tutto lucido, leggero, come gli specchi – io camminavo scalzo
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1950
quel Cinto. Suo padre gli era sempre addosso, lo
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1950
masticava la polenta, alzava gli occhi nel cortile, comandava
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1950
nel cortile, comandava con gli occhi. Le donne correvano
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1950
la donna, pigliava chi gli capitava, sull’uscio, sulla
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1950
scala del fienile, e gli menava staffilate con la
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1950
trovavo sulla strada e gli parlavo, per capire cos
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1950
tenevano legato e non gli davano da mangiare, e
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1950
abbaiava alla luna che gli pareva la polenta. Allora
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1950
So già che se gli parlo gli do del
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1950
che se gli parlo gli do del tapino, gli
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1950
gli do del tapino, gli dico che fa la
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1950
lo difende… ¶ Per strada gli chiesi se era proprio
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1950
colpo sordo, urli acuti – gli avevano dato. ¶ Io intanto
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1950
sapeva di farlo. Con gli occhi fermi ci guardò
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1950
passo. Allora le cercai gli occhi e stavo per
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1950
la provvede a chi gli lavora la terra… ¶ Il
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1950
e fu Nuto che gli disse: – L’hai trovata
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1950
Sí? – disse Cinto, con gli occhi aperti. ¶ – Dico di
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1950
questa notte veniva tutti gli anni, e forse ha
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1950
padre. Il sor Matteo gli diceva: – Voglio vedere quando
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voglia… Se sbaglio correggimi. ¶ Gli anni che vennero, imparai
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1950
anche le piú signore, gli piacesse una cosa simile
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1950
al sor Matteo e gli disse che doveva aggiustarmi
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1950
da verderame e anche gli spruzzi sulla faccia: non
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1950
Dallo sdraio Silvia girò gli occhi e disse qualcosa
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1950
a imparare a suonare, – gli dissi, – è inutile. Sono
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1950
veniva di notte, nessuno gli disse mai niente. Sarà
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1950
volevano suonarle a qualcuno, gli dava degli ignoranti, degli
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1950
degli ignoranti, degli scemi, gli diceva che lasciassero quel
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1950
farlo. Li faceva vergognare. Gli diceva che sono soltanto
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1950
prendere il coltello che gli avevo promesso. Mi dissero
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1950
vestito da festa, con gli zoccoletti, dietro a quattro
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1950
soldi o il coltello? – gli chiesi. Voleva il coltello
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1950
tuo padre lo vede, – gli dissi, – è capace che
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1950
Al banco dei coltelli gli dissi di scegliere lui
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1950
tornammo all’albergo e gli chiesi se aveva trovate
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1950
Mi rispose di no. Gli dissi che io una
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1950
per segare i salici. ¶ Gli feci dare un bicchiere
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1950
menta e mentre beveva gli chiesi se era già
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1950
sul treno, mi rispose, gli sarebbe piaciuto andare in
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1950
ma Gosto del Morone gli aveva detto che col
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1950
la partita, – e allargava gli occhi. ¶ Stavo per dirgli
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1950
ancora il mondo con gli occhi di Cinto, ricominciare
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1950
e le cose che gli passavano in mente mentre
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1950
quelli d’estate, e gli guastava la festa. Adesso
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1950
anche i mendicanti e gli storpi. Poi mi misi
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1950
caccia di cavallette e gli strappavo le gambe, rompendole
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1950
giuntura. «Peggio per voi, – gli dicevo, – dovevate andare a
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1950
ubriaco abbeverai i manzi, gli cambiai strame e buttai
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1950
rientrava in cucina con gli zoccoli pesanti di terra
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1950
nessuno». – Cosa ne fai? – gli avevo detto, – non comprate
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1950
i fiori nella stanza, gli specchi, la schiena dritta
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1950
grassottella e furba, con gli anni che Irene e
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1950
ero anch’io come gli altri. «Eppure gli altri
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1950
come gli altri. «Eppure gli altri, – le avevo spiegato
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1950
uguale, e sono solamente gli altri che trattandoti male
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1950
cattivo, – diceva Nuto, – sono gli ignoranti che gridandogli dietro
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1950
modo che in città gli spazzini puliscono i marciapiedi
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1950
beni era bastato levar gli occhi e vedere il
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1950
sedeva a tavola con gli occhi rossi e non
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1950
sbatte le porte. Se gli prude, si grattino. ¶ Poi
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1950
quel fatto per aprirmi gli occhi. Anche Irene e
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1950
era ancora la nebbia; gli attaccai io il cavallo
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1950
cavallo, dovevano trovarsi con gli altri sulla piazza di
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1950
L’Emilia diceva che gli davano il tè coi
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1950
sospiro piú forte. Alzando gli occhi non si vedeva
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1950
sotto il portico – e gli disse che le donne
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1950
donne sono donne e gli uomini uomini. No? Arturo
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1950
per loro. E tu, – gli disse, – non ti vogliono
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1950
l’aveva su perché gli pestavano la medica e
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1950
erano stati in guerra gli ufficiali come quelli. Di
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1950
passaggio nell’erba e gli tesero un fildiferro nascosto
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1950
bionda come Irene, con gli occhi neri di Silvia
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1950
del Nido – col buio gli invitati non avrebbero visto
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1950
aveva invitato a salire, gli aveva detto solamente che
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1950
a tutto quanto Irene gli diceva o domandava rispondeva
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1950
l’Emilia – Irene teneva gli occhi bassi e Silvia
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1950
cavallo e correre con gli altri. Toccò a massaro
221
1950
qualcuno sullo stradone, lui gli diceva con l’occhio
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1950
l’avrei fatto ancora. Gli dissi che non tanto
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1950
Non era stato coraggio, gli dissi, ero scappato. Tanto
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1950
diceva già allora che gli ignoranti saranno sempre ignoranti
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1950
Ma c’erano anche gli altri… ¶ Non gliel’avevo
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1950
con Cerreti e tutti gli altri. Poi Teresa s
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1950
stati arrestati, e cercavano gli altri. Allora Teresa, senza
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1950
mio padre, per aprirti gli occhi… Sono contento che
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1950
Lí per lí non gli credemmo. Diceva che suo
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1950
voleva saperne. ¶ – Sta’ su, – gli dissi, – chi venivi a
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1950
non andiamo nella vigna, – gli dissi. – Ci fermiamo sulla
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1950
Le donne non uscivano, gli pareva di sentir piangere
233
1950
il cane né altro, gli pareva di essersi svegliato
234
1950
storia al maresciallo e gli fecero vedere il padre
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1950
fumo e di carne. Gli dicevano che l’avrebbe
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1950
Morone, era quasi mattino; gli altri dovevano cercare nella
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1950
ci offrirono da bere; gli uomini si sedettero a
238
1950
Nuto passeggiava aggobbito, con gli occhi a terra. Gli
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1950
gli occhi a terra. Gli dissi subito che a
240
1950
già prima. Lui levò gli occhi gonfi e mi
241
1950
l’ospedale di Alessandria gli passava la mesata. Su
242
1950
quando correndo a scuola gli altri mi dicevano bastardo
243
1950
e sottile, e aveva gli occhi sempre a terra
244
1950
aver ballato molto con gli ufficiali. Malata non era
245
1950
Lugli andò a trovarlo, gli parlò come a un
246
1950
che Arturo e tutti gli altri erano gente che
247
1950
Casa del fascio, visitava gli stabilimenti. Doveva aver promesso
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1950
stava a sentire con gli occhi pronti, arditi, fingendo
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1950
incontrare dei conoscenti che gli tiravano satire. Diede la
250
1950
le prendeva ma che gli uscissero dai piedi, tornassero
251
1950
andò a letto con gli occhi rossi e la
252
1950
dopo che la questura gli ebbe risposto dov’era
253
1950
nemmeno con Tommasino. Diede gli ordini per i lavori
254
1950
non appena una ragazza gli avesse voluto bene, diventava
255
1950
nella stanza di Silvia, gli girò la testa e
256
1950
del treno. Tornò con gli occhi cerchiati e con
257
1950
si davano il cambio, gli erano sempre intorno. ¶ Chi
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1950
scuro, non portava piú gli stivali, e provvedeva le
259
1950
intorno al padre e gli faceva le flanelle. Arturo
260
1950
e le visite e gli amici, Silvia e Irene
261
1950
al Buon Consiglio, sotto gli alberi. ¶ C’era una
262
1950
di tanto in tanto gli schianti delle fucilate. Portai
263
1950
si sentivano nell’aria gli strumenti strombettare, squittire, sbuffare
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1950
la guardia. Lui e gli altri sturarono una bottiglia
265
1950
quando lui ebbe sorbito gli piantarono quattro frustate col
266
1950
vestiti, le ragazze. Anche gli uomini e le donne
267
1950
discesa andai adagio, ascoltando gli zoccoli. Quel coro dietro
268
1950
bene, a suo tempo gli avrei fatto io un
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1950
ospedale, che il dottore gli vedesse la gamba. La
270
1950
ancora da parte e gli spiegai di stare attento
271
1950
vendemmia? ¶ – Magari m’imbarco, – gli dissi, – ritorno per la
272
1950
ancora lo stesso, e gli dissi che di tutti
273
1950
bella d’Irene, aveva gli occhi come il cuore
274
1950
d’improvviso senza levare gli occhi, – io so come
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1950
le sue finestre alzava gli occhi alle tendine. ¶ Poi
276
1950
non aveva piú alzato gli occhi alle tendine. Dicevano
277
1950
e le scarpe felpate, gli occhi allegri dal freddo
278
1950
delicata e sfacciata e gli occhi umidi offesi – come
279
1950
repubblichini. Un altro giorno gli mandò a dire che
280
1950
Nuto a braccetto e gli disse che non ne
281
1950
anch’io sulle colline, – gli disse, – ma non posso
282
1950
a Canelli e aspetta gli ordini. Te ne daremo
283
1950
quei boschi laggiú. ¶ Baracca gli disse che l’aveva
284
1950
Nuto, ma era disperato, gli tremava la voce. ¶ Baracca
285
1950
tremava la voce. ¶ Baracca gli disse che Santa la
286
1950
sedia. Mi fissava con gli occhi offesi, cercando di
287
1950
guardai in giro, e gli chiesi se Santa era