Massimo Carlotto, Le irregolari, 1998

il più potente. ¶ Alzai gli occhi verso il palazzo

nell’apposito scomparto. Chiusi gli occhi e premetti il

con il gas con gli strumenti più segreti ¶ ma

moltitudine di fuggiaschi, molti gli esuli argentini. Voci in

e fissai un sessantenne, gli zigomi alti ereditati da

nella giacca stinta con gli alamari. ¶ «Mi chiamo Inocencio

lo sguardo del conducente. Gli rivolsi un’occhiata interrogativa

stato in Vietnam con gli americani» ricordai. «E adesso

di un giovane che gli assomigliava. ¶ «In Sudamerica non

un figlio Victor Hugo: gli segni il destino, lo

e con un gesto gli offrii ancora da bere

portafoglio gonfio di banconote gli era scivolato dalla tasca

generoso premio del mercante gli permise di imbarcarsi su

ancora arrivare. ¶ «Stavo leggendo gli anniversari. Lo faccio ogni

Raúl Hector Tissera, «e gli stessi sogni. Prima di

da un fucile che gli aveva troncato di netto

l’esercito ammazzasse anche gli altri figli. Raccontarono ai

attimo, rimasero impietriti. Poi gli esperti estrassero degli ossicini

in quel momento e gli indicai la fotografia. ¶ «Una

quattro mesi» disse, togliendosi gli occhiali e pulendoli sul

di essere stato adottato. Gli avevano raccontato che era

perché i genitori adottivi gli avevano confidato che quando

soldataglia, doveva procurargli, malgrado gli anni trascorsi, una tristezza

con altri quattro poliziotti. Gli ho detto di andarsene

gettato a terra con gli idranti le Madri e

internazionali dei diritti umani gli confidarono che i desaparecidos

Lei e Abel siete gli unici uomini che ho

un’altra, altrettanto feroce. Gli domandai perché aveva scelto

in cui all’università gli studenti sparivano uno dietro

Il tabacco nero che gli arrochiva la voce, dava

a un mestiere che gli aveva fatto conoscere vittorie

quello di dare loro gli strumenti per ricostruirsi un

seguirlo in cucina. Parlare gli aveva fatto venire voglia

veniva eliminata. Come tutti gli altri». ¶ «E le donne

in tribunale, visitò tutti gli ospedali e tutte le

sui diciotto anni e gli domandai se si chiamava

vittime si comportano come gli ebrei dopo la fine

specificò Santiago. Poi chiuse gli occhi e aggiunse: «Lui

andavano di moda...». ¶ Non gli chiesi se erano amici

cui lavorava per pagarsi gli studi alla facoltà di

Era grassa o magra?» gli domandai a bruciapelo. «Alta

Se fosse stato per gli uomini, i desaparecidos sarebbero

nell’esercito argentino benedicendo gli assassini, José Miguel Medina

torturatori. Perché loro erano gli dèi...». ¶ Misi a fuoco

e la marina. Anche gli altri avevano nomi stravaganti

avevano scelto di collaborare. ¶ Gli altri, invece, venivano subito

due cifre. Poi iniziavano gli interrogatori e i tormenti

tormenti. Ovunque e sempre gli stessi: i torturatori infatti

apriva bocca, le applicarono gli elettrodi su tutto il

armate». ¶ A El Banco, gli ebrei venivano immersi nell

conflitto a fuoco tra gli stessi militari. Ebbero la

aver voluto dividerli con gli altri camerati. ¶ Il saccheggio

la democrazia ha perdonato gli assassini che portano ancora

impadronì della città. Chiusi gli occhi deciso a non

miseri atelier e dove gli ultimi hippy argentini si

avere chiesto che per gli studenti venisse ripristinato lo

una patota, in novembre, gli aveva ammazzato la moglie

bella mostra sulla scrivania. Gli chiesi di intercedere per

l’hanno già uccisa» gli dissi, «voglio che mi

la sua tomba tra gli N.N. nei cimiteri

il freddo quando incontrai gli occhi della guardia al

si opponeva; alla fine gli chiesi di tirare fuori

ultimo i suoi assassini. ¶ Gli antropologi forensi confermarono poi

venne isolato da tutti gli altri e lui, che

lo prese. I militari gli dissero che era arrivato

caricarono su un Hercules (gli aerei che erano usati

ufficiale, «stia tranquilla, non gli succederà nulla. Potete venire

una che non perdona». ¶ Gli riservarono un trattamento di

liberarsi della sua presenza gli consigliarono di sposarsi per

nostra destra sono seduti gli uomini di una patota

volta guardavo in faccia gli uomini di una patota

calato un silenzio irreale. Gli sguardi della gente erano

si erano uniti anche gli uomini che all’esterno

e come d’incanto gli assassini scomparvero. Era arrivato

poche, piuttosto avanti con gli anni. Nessuna di noi

Plaza de Mayo, con gli appelli alle autorità e

già da diverso tempo. Gli rimorde la coscienza di

di salutarsi e poi gli si avventarono contro. Laura

quando si accorse che gli uomini della patota gli

gli uomini della patota gli sbarravano la strada, deviò

a calci in culo gli assassini di Laura». Mi

se li sentiva addosso. Gli risposi di no. Non

amici da piangere mentre gli assassini organizzano cene per

era un morocho con gli occhi a mandorla, lei

mia mente svuotarsi. Chiusi gli occhi. ¶ Il nonno cammina

un otto sul selciato. ¶ Gli emigranti a Buenos Aires

per quattordici anni e gli fa perdere il senso

Baudino, i Bellone e gli Arosio. ¶ Anche Mariana Carlota

imparentata con i Testa, gli Striano e i Russo

Silvestre Andreani...». ¶ «Quanti sono gli italiani desaparecidos qui a

un’enorme galera per gli assassini e i torturatori

La donna si tolse gli occhiali e pulì meticolosamente

Plaza de Mayo: qualcuno gli aveva detto che le

iniziò a parlare tra gli applausi di una sola

mi voltavo a guardare gli altri fazzoletti bianchi che

italiano Pio Laghi: “Confortava gli assassini e li incitava

ragione, ma come tutti gli argentini della mia età

di essere appoggiate, difese. Gli uomini della dittatura e

a nessuno di dimenticare. Gli uomini... perché di loro

che ha salvato tutti gli assassini». ¶ «È difficile non

rinunciare a far punire gli assassini di Laura». ¶ «Lo

in molti casi distruggendo gli edifici con la dinamite

ritrovai a vivere con gli zii e i miei

chiamare mamma e papà gli zii. A quattro, la

e aveva novant’anni...». Gli altri ragazzi risero. «Mi

letto». ¶ Una ragazza con gli occhiali mi offrì uno

del Messico, vivendo fra gli argenmex, la numerosa comunità

architettura e, per pagarsi gli studi - perché il padre

da sacerdoti che benedicevano gli assassini, estorcevano confessioni ai

la nostra tragedia, ma gli interessi del governo e

immensa prigione e che gli assassini vivano sapendo di

hanno portata via sotto gli occhi, ai piedi della

attaccato per far contenti gli sbirri quando venivano a

male» commentò Inocencio quando gli chiesi informazioni sul ristoratore

dentro la giacca con gli alamari. ¶ Tirai fuori la

porsi. «Sono totalmente confuso» gli confidai, «pensavo che si

sei vivo e tutti gli altri no?”» iniziò a

guardavi e pensavi che gli avevano dato da mangiare

giorno, ti accorgevi che gli altri erano spariti e

rilasciarti». ¶ Un ricordo improvviso gli tolse il fiato e

tolse il fiato e gli fece perdere il filo

scuola e di movimento; gli affidò la moto quando

rifugio sicuro, Marcelo invece gli ha lasciato la moto

Fu sterminata. Esattamente come gli oppositori. Vescovi, preti, suore

Bibbia. Ma su tutti gli altri ha taciuto. Lui

solo menzogne. In cambio gli era stata offerta una

erano pronte ad accoglierli. Gli diede dei mazzi di

inizi degli anni Settanta gli Stati Uniti decisero di

sentì più al sicuro. Gli squadroni della morte viaggiavano

Qui in Argentina agivano gli uomini della AAA, Alianza

destra fascista e nazista, gli stessi che poi formeranno

come ha detto Marcelo, gli argentini pensavano che fosse

notizie si propagassero. Quando gli scomparsi diventarono troppi per

ormai quasi quindici anni. Gli avevano sempre raccontato di

operato...». ¶ «E i torturatori? Gli assassini?» la interruppi. Neruda

torture, ma come tutti gli altri era stato amnistiato

fidanzata Cecilia, i fratelli, gli amici e i colleghi

e noi vogliamo che gli assassini paghino per quello

i propri morti e gli assassini non vanno in

i nostri figli e gli ideali per cui hanno

occupa le terre, per gli operai e gli studenti

per gli operai e gli studenti. Io non voglio

che mi preferirebbe morta. Gli agenti dei servizi segreti

perché sanno che sono gli occhi dei nostri figli

piena di odio per gli assassini che me li

cholulo: vuol dire che gli piace mostrarsi in giro

il compito di infiltrare gli ambienti della resistenza argentina

la guerra delle Malvine gli affidarono il comando di

morte... Insomma come tutti gli altri è ancora al

del concerto la gente gli chiese di cantare Zamba

esuli e ne sequestrò gli archivi: nomi e indirizzi

dall’ispettore Julio González. ¶ Gli squadroni della morte argentini

di Plaza de Mayo. Gli amici cominciarono a chiedersi

un’agenzia di vigilanza, gli avevano fruttato fino a

desaparecidos ancora vivi. Furono gli uomini delle patotas a

Che cosa ha detto?». ¶ «Gli riferisca che ha telefonato

sul suo volto, che gli conferivano un aspetto vagamente

visto del socialismo non gli era piaciuto, qualcosa gli

gli era piaciuto, qualcosa gli si era spezzato dentro

strato di burbero cinismo. Gli era rimasto solo un

organizzatore e coraggioso come gli eroi del cinema, era

fare qualcosa». ¶ «E cosa? Gli troviamo un avvocato? Oppure

Videla, Pinochet e tutti gli altri macellai. Il loro

a fare il sopralluogo» gli comunicai. ¶ Appena arrivato in

si erano perduti lungo gli anni e degli avvenimenti

legnate dai carabineros». ¶ Non gli domandai come faceva a

giorno o l’altro gli fracasseranno le ossa... So

tanto ha ragione lui. Gli sbirri peruviani sono i

bocca spalancata. Quel sapore gli intrise la mente, quel

mente, quel gusto immondo gli rimase in bocca... per

pollice al vento, amigo». ¶ Gli brillarono gli occhi: «Potremo

vento, amigo». ¶ Gli brillarono gli occhi: «Potremo partire dopo

nemmeno capaci di salvare gli ultimi sognatori ancora in

turisti, d’inverno solo gli abitanti del luogo - occupati

Ricordo di aver sgranato gli occhi e di essermi

pomeriggio andavo a trovare gli hippy come se ci

sedeva poco lontana con gli occhi bassi, in attesa

nostri cari, per infastidire gli assassini della dittatura e

i curdi ma anche gli oppositori di sinistra, sequestrati

esempio, in questi giorni gli squadroni della morte al

solo un romantico dilettante. Gli altri invece sono dei

chiamai il portiere e gli chiesi il favore di

nervosamente nella giacca con gli alamari: «Di già, señor

bisogno di qualcuno che gli ricordi chi era». ¶ «Ne

turno è di pomeriggio». ¶ Gli misi tra le mani

e parlavano e ascoltavano, gli uomini fumando, le donne

al Santo Padre. Anche gli artisti iniziarono a sentire

delicata. ¶ La quotidianità e gli affetti iniziarono giustamente a

un cassetto dove conservavo gli articoli che aveva scritto

di Torito. So quanto gli vuoi bene e penso

paura nemmeno agli ostaggi». ¶ Gli afferrai il polso; lo

dal figlio di Torito, gli racconterai dei suoi veri

lo ha adottato non gli ha mai nascosto che

da altri genitori e gli hanno insegnato la sua

ma robusto e con gli stessi lineamenti scuri e

ci presentarono e poi gli spiegarono chi ero e

mano come un ometto. Gli regalai un walkman. «Contiene

speciale... viene dal Venezuela» gli confidai. ¶ Il ragazzo si

per sapere che cosa gli è successo?». ¶ «Ancora no

anch’io una volta». Gli raccontai il mio viaggio

era abbastanza ferma ma gli occhi erano lucidi. Lo

Entrò in contatto con gli altri figli di desaparecidos

a Maurizio Camardi e gli lessi l’intervista. ¶ «Figlio

e arancione. ¶ Un sorriso gli attraversò il volto e

portato il libro che gli hai regalato». ¶ «Ha detto

destinazione di notte, “quando gli spiriti si confondono con

invasero la caserma, violarono gli spazi, costrinsero tutti ad

rimanessi per sempre giovane ¶ gli è bastato un vago