Alessandro Tassoni, L'Oceano, 1622

guerriero. ¶ Essendo adunque tutti gli altri popoli di quelle

di non introdurre, come gli altri, il Colombo con

di gente ignuda non gli si può fare acquistar

Omero quand’egli cantò gli errori d’Ulisse, a

disegna di fare, che gli ne mando qui congiunta

ciel puro e sereno, ¶ gli apriva Teti al gran

rivolse al glorioso vanto ¶ gli occhi il superbo re

provar l’ire e gli sdegni ¶ ch’io serbo

per l’aer nero ¶ gli spiriti mal nati ai

d’ardente zelo ¶ rivolse gli occhi e le parole

è protettore, ¶ «Va’ tu» gli disse. E quegli al

l’alta sede ¶ sovra gli empi demoni i vanni

demoni i vanni abbassa; ¶ gli percote e gli caccia

abbassa; ¶ gli percote e gli caccia e li disperge

fiorite l’erbe e gli arbuscelli gravi ¶ di frutti

piede. ¶ Qui solo hanno gli eroi fatti beati ¶ e

a un tempo stesso. ¶ Gli strali erano d’oro

ad or ad or gli si mostrava ¶ ne l

si volea partire; ¶ ma gli ordini e i comandi

non credeva alcun, né gli era aviso ¶ che fosse

paura ¶ che non partisser gli altri, ei dicea loro

sa ch’hanno come gli altri e sugo e

le grazie e de gli amori, ¶ mostra che qui

stesso al fine e gli ostinati ¶ smover con dolci

scorno». ¶ Così dicea; ma gli ostinati petti ¶ non si

manda uno schiffo e gli animi ritenta; ¶ ma sorda

lor sospetta in parte, ¶ gli stimula a fuggir con

oppone, e ritornar non gli concede ¶ o, se ritorna

non si trova. ¶ Gettan gli schiffi e con fatica

veste, ¶ e ritrovò che gli angioli dannati ¶ ne le

i venti avean legati. ¶ Gli spiriti perversi avean creduto

fronde, ogni delizia sparve, ¶ gli ameni prati e le

di speranza ¶ da tutti gli elementi abbandonati. ¶ Questo spirto

confirmò le sue parole. ¶ Gli conforta il Colombo e

virtù di quell’arbore gli scioglie ¶ e gli distilla

arbore gli scioglie ¶ e gli distilla giù da le

mar l’ire e gli sdegni, ¶ e ʼl vento