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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carmine Abate, Gli anni veloci, 2008

concordanze di «gli»

nautoretestoannoconcordanza
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maturità ed era preoccupato. Gli pareva di non sapere
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devi imparare a memoria» gli consigliava Mario, «ripeti gli
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gli consigliava Mario, «ripeti gli argomenti con parole tue
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annuiva, solo che ormai gli era difficile cambiare metodo
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impegno politico che adesso gli dava più soddisfazione: lottava
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più soddisfazione: lottava con gli altri operai su cose
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stato un garibaldino e gli aveva raccontato la storia
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spesso quando dormivano assieme. Gli infilava la mano tra
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mano tra i riccioli, gli stringeva un polso o
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Come è stato? Racconta» gli chiedeva Pina. ¶ «Bello» rispondeva
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il suo sguardo bruciava gli ultimi residui di nostalgia
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L’accenno ad Anna gli sembra un misero trucco
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dall’ospedale di Reggio gli dicono che è stato
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io a farlo rinascere. ¶ Gli occhi ¶ Due o tre
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fumo. ¶ «Com’era Gemma?» gli chiese una volta. ¶ Capocolò
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le labbra scure e gli occhi grandi adombrati da
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raggiunse l’orto, Anna gli mostrò la foto di
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dove e come continuare gli studi. In testa gli
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gli studi. In testa gli ronzavano sogni così grandi
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a Pisa. ¶ Poi Anna gli diede un consiglio vincente
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del sole. ¶ I commissari gli mostrarono le prove scritte
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Allora un esaminatore, entusiasta, gli chiese dell’ultima gara
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ripida e in discesa, gli esercizi di skipping in
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allenamento del mattino. Chiuse gli occhi e ripensò alla
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fortuna la caviglia non gli faceva più male e
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la grinta rabbiosa che gli esplodeva nelle gambe pareva
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Anna e le sorridevano gli occhi, era più bella
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naso all’aria e gli occhi felici. Se ci
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a organizzare scioperi per gli aumenti salariali, per il
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rinnovo contrattuale, per ottenere gli stessi diritti degli operai
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corpo intero. L’acido gli aveva corroso la pelle
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In questi casi, tra gli operai, padre compreso, serpeggiava
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Mario si alzò, cercò gli occhi del padre nella
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ridicolo. Intanto studiava per gli esami all’ISEF, che
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chiudessero le scuole. Lei gli rispose: «Ti ho aspettato
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stavano larghi, sembrava ammalata. Gli occhi, poi, erano incavati
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prima dell’alba chiuse gli occhi stanchi e finalmente
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il mondo, la vita, gli altri. Tutto questo dolore
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un morto avesse ancora gli occhi accesi e gli
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gli occhi accesi e gli stessi sentimenti di noi
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di chiave secco. ¶ Dopo gli esami, superati con il
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andava ad allenarsi. Non gli importava se faceva un
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smania di correre verso gli anni veloci e, passo
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te…” ¶ Le loro voci gli tengono compagnia e lo
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nel petto, come se gli franasse tutta la sicurezza
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il Bambinello. ¶ La signora gli spiega la strada per
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viso e nel corpo. Gli occhi le erano ritornati
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la bocca che fremeva. Gli zii e i cugini
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lui mi piacciono anche gli occhi. Un po’ meno
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giro di notte con gli amici o a scaricarti
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mano destra come se gli scottasse e aggiungendo: «Qui
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Berruti ha stracciato tutti gli atleti migliori del mondo
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la sua faccia: portava gli occhiali e dietro, nel
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una cartolina. L’idea gli era venuta all’improvviso
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velocità. Ma quello stage gli restò impresso soprattutto perché
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record mondiale dei 200 metri» gli profetizzò Vittori a ragion
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lei, quando lo vide, gli corse incontro, gli strinse
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vide, gli corse incontro, gli strinse le braccia al
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è in te”. Lei gli cercò gli occhi e
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te”. Lei gli cercò gli occhi e non ebbe
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la moglie si asciuga gli occhi con un fazzoletto
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il buono fruttifero che gli spetta. Né Lucia né
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Si è già pentita. Gli parla sottovoce: «Non dirle
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con le lettere e gli appunti di Capocolò, resistendo
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è un altro: mandare gli scatoloni per corriere o
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dietro la schiena. Lei gli tirava i riccioli per
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presuntuoso. Scherzavo». Si sorridevano, gli occhi negli occhi, abbracciati
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mare, i baci e gli abbracci presenti e futuri
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presenti e futuri. Chiudeva gli occhi e, sotto lo
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Anna, faceva quello che gli aveva insegnato la madre
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ne approfittava per incontrare gli amici o allenarsi più
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stanchissimo per la scuola, gli allenamenti, lo studio, l
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un sonno profondo. ¶ Riapriva gli occhi alle sei e
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strepitoso 10”6, professori e compagni gli fecero trovare in classe
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genitori. ¶ «Mi sei mancato» gli confidava Anna al ritorno
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divisorie negli uffici, rappezzava gli intonaci sfaldati, piastrellava i
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della sua famiglia. Non gli mancava niente: vedeva finalmente
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mangia una volta, chi gli manca la casa, chi
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ascoltò la risposta con gli occhi sbarrati. Nicola lo
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con la mano che gli tremava, «guarda che se
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a Mario nostro?» ¶ «Non gli è successo niente; ma
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Altro che alla lauria gli mancava solo la tesi
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e companatico» disse con gli occhi arrossati. Nessuno aggiunse
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casa, il padre non gli diede neanche il tempo
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spaventati, tranne Capocolò. «Calmati» gli aveva detto. «Stai esagerando
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canottiere, le calze e gli slip sporchi, gettò all
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abbracciasse il figlio e gli chiedesse scusa: conoscevano la
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e l’attività politica gli mangiava finanche le briciole
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quei baroni di professori gli stavano sul cazzo e
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e ciò che studiava gli sembrava inutile, non serviva
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dette così bene che gli sembravano verità. Si passò
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l’aveva perdonato e gli avrebbe concesso non uno
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patto: ti lascio tutti gli anni che vuoi» disse
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alzò sulle punte e gli diede un bacio sui
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In primavera Nicola intensificò gli allenamenti, in preparazione delle
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A luglio avrebbe sostenuto gli esami di maturità ed
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con una ritmica perfetta” gli avrebbe detto il professore
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per riprendere fiato liberando gli ultimi fili d’erba
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moda sulla fronte; aveva gli occhi verdi contornati da
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annuì, sincera. Allora Ernesto gli spiegò i lavori della
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i capigruppo e naturalmente gli operai dei reparti come
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grato all’ospite che gli avrebbe fatto non un
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cimitero, i camping e gli alberghi fuori città, salivano
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ho portato i bicchieri» gli disse, «beviamo alla bottiglia
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Vuoi fumare anche tu?» gli chiese, e Nicola rifiutò
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bottiglia a Nicola. «Posso?» gli chiese e senza aspettare
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capelli, i fianchi. Lei gli immobilizzò la mano ballerina
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pizzichi sempre più rapidi, gli spalmava sulla lingua, sul
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in baci senza respiro, gli sguardi intermittenti delle lucciole
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le chiese, e subito gli sembrò la frase meno
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lucciole e il cielo, gli diede un bacio sul
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dai suoi genitori. Sono gli unici che hanno il
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la provenienza della chiamata, gli batte forte il cuore
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lascia la porta aperta, gli occhi puntati sui ragazzi
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lui a parole, ma gli occhi dicevano chissà se
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guasto al vecchio motore» gli dice l’amico. ¶ Nicola
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mare immenso. Allora Nicola gli suggerisce di spegnere il
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congratularsi e il padre gli parlò a muso duro
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aria per tenere lontani gli insetti. Ma al largo
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interiore, un benessere che gli azzerava le paure e
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della morte: stava con gli occhi puntati verso la
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l’oscurità della notte. Gli sembrava di rinascere ogni
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Rino se ne accorse, gli offrì una sigaretta e
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disse, che a volte gli sembrava quella di un
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il profumo del mare gli veniva incontro, i rigogliosi
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ai bordi della strada gli davano il benvenuto. Fu
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E fu come se gli occhi di Gemma che
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cappello e le sorrise. Gli occhi di Gemma gli
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Gli occhi di Gemma gli risposero luccicando. C’era
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per fortuna nubile. Anzi, gli dissero che era una
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lavoro alla Montecatini non gli piaceva, a dirla tutta
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a dirla tutta non gli piaceva l’intero stabilimento
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che sbuffava a fianco. Gli sembravano due escrescenze mostruose
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di Gemma, il padre gli disse che la figlia
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princìpi, ma le lacrime gli scappavano da sole mentre
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tre donne erano annegate, gli altri si erano salvati
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alghe. Io a Tonino gli credo. Era una persona
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come se la luce gli avesse disseccate le corde
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le corde vocali. Nessuno gli chiese della colonna d
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cancellare un’immagine che gli fa male. La madre
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crudele. Per questo chiude gli occhi. I suoi genitori
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prende si accorge che gli tremano le mani. Sono
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un segreto nostro che gli altri non potrebbero capire
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discesa verso casa sotto gli sguardi invadenti dei ragazzi
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cominciò a battergli forte. Gli spettatori erano quasi tutti
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studenti catanzaresi, solitamente fischiavano gli atleti forestieri, ma di
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sarai il quarto frazionista» gli ordinò, calmatosi. ¶ Così, dopo
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Alla fine della gara gli altri lo festeggiarono a
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Fatta la doccia, tutti gli atleti delle Magistrali di
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sulle sue ginocchia e gli toccavano i riccioli, raccontò
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madre lo coccolava e gli dava l’energia necessaria
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e bello e sperto» gli ripeteva spesso, «questo voglio
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mare in bonaccia, Capocolò gli affidava la barra del
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improvvisa e rabbiosa che gli gonfiava il petto assieme
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le superiori della città. Gli atleti salivano sul palco
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afferrò un ricciolo che gli pendeva sulla fronte, lo
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arrivavano fino al mento, gli occhi lucidi come se
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paura». ¶ Il baffone coprì gli occhi della donna con
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donna lo aveva immobilizzato, gli impediva di muoversi. «Ha
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impediva di muoversi. «Ha gli occhi marroni e le
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alla sua risposta. Sotto gli occhi curiosi della folla
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ha un segreto che gli brucia negli occhi come
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dell’Italia. ¶ Il padre gli strappò il giornale dalle
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dalle mani, si mise gli occhiali sul naso e
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una sconosciuta qualsiasi, con gli occhi bendati, ti può
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quegli anni. ¶ «Stai invecchiando» gli dice un po’ nervosa
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le labbra, tenero, chiudendo gli occhi. ¶ «Non te l
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e la pensione.» ¶ Manuela gli parla con voce agitata
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e ancora brucianti. Spesso gli aveva raccontato, con la
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di Lucio Battisti che gli teneva compagnia. Sentì un
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rilassato e, quando Anna gli porse la mano per
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altra, vicinissimi, finalmente. ¶ Anna gli confidò che a fine
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curiosi della vita, e gli occhi non mentono mai
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bacio, ma non con gli occhi, disse Anna fissando
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Lucia e le altre gli mollerei un calcio tra
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tra le gambe e gli cambierei i connotati.» ¶ Lui
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della scuola. E lei gli rispose misurando le parole
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era che una non gli parlava più e l
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lo convinciamo, tuo padre gli darebbe una mano per
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via Vittorio Veneto, lei gli afferrò la mano. Lui
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recuperare le forze che gli occorrevano al ballo con
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Era il postino che gli consegnò una raccomandata e
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come se la stanchezza gli avesse atrofizzato le corde
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Aveva la barba ispida, gli occhi spenti, le labbra
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e all’inquietudine che gli gonfiava e sgonfiava il
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fino al largo, spingeva gli amici in acqua o
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da giovani montoni che gli costava più forze di
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Al via dello starter gli atleti scattarono all’unisono
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professor Greco così arrabbiato, gli occhi fuori dalle orbite
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la scordi finché campi. Gli altri sono tutti fortissimi
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che costringeva a chiudere gli occhi. Di colpo il
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le risate, le urla, gli applausi, i cori. E
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Sarà una nottata memorabile» gli disse Mario. E siccome
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dopo l’altro e gli consegnavano una provola o
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le pietre antiche e gli alberi al di là
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ironico, popolare e raffinato; gli piacevano soprattutto le canzoni
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alone del fuoco. Tutti gli altri bevevano, mangiavano olive
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precipitava più giù, tra gli scogli, nel mare nero
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rifiutato con gentilezza tutti gli inviti, attratta dalle labbra
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E nelle pause, mentre gli altri bevevano e ridevano
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beveva birra, la testa gli girava ma continuava a
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duri. ¶ Manuela aveva chiuso gli occhi e, siccome Nicola
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sua mano serpente, lei gli aveva tolto il respiro
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che lo conosceva bene, gli gridò alla fine: «È
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proprio dei grandi esperti gli insegnanti della…» prese fiato
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la Colonna. ¶ Quando riaprì gli occhi vide il sole
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Anna, Rino, Manuela e gli altri della comitiva erano
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cazziata». ¶ Il suo lavoro gli piace al novanta per
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velocista ed eseguono tutti gli esercizi che propone, anche
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fondamentale nel rapporto con gli adolescenti. Lui li sa
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della scuola e quando gli capita qualche ragazzo talentuoso
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chiama in disparte e gli spiega i segreti della
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subbuglio. ¶ I giorni furiosi ¶ Gli succedeva sempre così: quando
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Più sciolto, più armonico» gli gridava il professor Greco
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lettere a Lucio Battisti, gli invia testi per canzoni
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più sciolto scendi sotto gli undici. Ne sono sicuro
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sua strada. ¶ La tensione gli restava incastonata negli occhi
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lasciato in pace. Non gli chiedevano nulla, non lo
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salutava la madre che gli sconvolgeva i riccioli con
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verso il vuoto che gli si apriva davanti. ¶ Mario
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ritrovarla da grande. E gli portava l’esempio del
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lottava in fabbrica quando gli operai venivano trattati come
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dovevano portarsi da casa gli attrezzi di fatìga, spaccavano
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legno sulla spiaggia. Tutti gli operai che arrivavano da
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sempre lui che organizzava gli scioperi alla Montecatini, sempre
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un giorno, a pranzo, gli aveva detto: «Hai lo
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stupidaggini lo avrebbe aggredito, gli avrebbe detto che non
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della stessa idea. Però gli aveva sorriso comprensivo. ¶ «Domani
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un alito tiepido che gli accarezzava la pelle del
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un sogno, però aveva gli occhi aperti, al buio
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lo spogliò del pigiama, gli fu sopra e con
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vortice di calore, mentre gli infilava in bocca prima
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di calmarsi e lei gli diede un morso e
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onde. Il ragazzo chiuse gli occhi al tiepido sole
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vinto dal sonno. Non gli era mai capitato di
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lettera e sentì che gli mancava l’aria. ¶ Giovani
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fatta Lucio Battisti». E gli ho raccontato quello che
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parlato spesso di te, gli ho detto del mio
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Nell’immobilità generale solo gli occhi sprizzavano una grinta
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sui blocchi di partenza gli atleti erano volati in
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padre nello slancio e gli strinse la mano, spingendo
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d’istinto la testa. Gli sembra che dall’incidente
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piano, corridoio a destra» gli risponde un uomo annoiato
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la vetrata, sollevando appena gli occhi da un cruciverba
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coppola scozzese ¶ Nicola aprì gli occhi e di colpo
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la ferita. La speranza gli morì in un acuto
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un po’ gonfio e gli faceva male. Erano le
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più tardi. Il dottore gli aveva consigliato riposo assoluto
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Lucio. Il dolore non gli dava tregua. A pranzo
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di sole tiepido. Chiuse gli occhi. I raggi gli
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gli occhi. I raggi gli accarezzavano il viso e
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accarezzavano il viso e gli scaldavano la ferita come
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come stai?» ¶ Nicola aprì gli occhi lentamente e la
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stretta ai seni. Anna gli sorrideva, i denti scintillanti
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sulla fronte per proteggersi gli occhi dal sole. Quelli
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a Lucio Battisti, che gli bruciava dentro più della
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calde di lei che gli stringevano i polsi e
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stesse dimensioni della sua, gli stessi mobili, ma con
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e una cassetta con gli ultimi successi di Lucio
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per la lettera aperta gli pesassero quanto tutto il
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te. Provala» disse e gli sorrise con gli occhi
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e gli sorrise con gli occhi. ¶ Nicola era sorpreso
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stoffa e il disegno gli ricordavano il kilt scozzese
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armadio, si accorse che gli stava a pennello e
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e soprattutto il colore gli accendeva il viso bruno
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addirittura più disteso. ¶ Capocolò gli sorrise soddisfatto e con
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gesto rapido delle mani gli abbassò la coppola sugli
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coppola. ¶ «Come mi sta?» gli chiese Nicola. ¶ «Be’, ti
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qua. O puramente qua» gli disse il padre e
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il padre e intanto gli mostrava una lunga cicatrice
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rovesciate, saliva in cielo, gli sembrava di volare. Faceva
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primavera. Se scendi sotto gli undici secondi ti chiameranno
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chiameranno a correre con gli atleti che contano. Non
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rosso anche se passano gli anni. Il carisma non
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anni. Il carisma non gli mancava. I ragazzi del
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ricci, tipo Lucio Battisti» gli disse Anna un pomeriggio
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un cappello per te. Gli ho dato una mano
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quel momento la coppola gli divenne più preziosa. La
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volte in spiaggia sotto gli occhi del padre, con
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si riapre la ferita» gli diceva il professor Greco
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e schietto. «Vorrei evitarti gli errori che ho commesso
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capì di essere guarito. Gli era venuta una fame
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sgargiante. E un po’ gli dispiaceva. ¶ 18 settembre ¶ Si accomodi
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il borsone in mano, gli andò incontro per abbracciarlo
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in quel periodo cupo gli erano mancate le battute
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E tu come stai?» gli chiese. ¶ «Io sempre bene
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quasi tutti. Per compiacerlo gli disse: «Se ti serve
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le guance accaldate e gli occhi brillanti, nessuno avrebbe
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quelli lo inquadrano subito, gli tolgono l’imbarazzo della
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e decrepito. ¶ «Cchi volìti?» gli chiede sospettoso. ¶ «Cerco Anna
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gridando: «Gattilà!». ¶ Il vecchio gli fa strada. La madre
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visita, anche se io, gli dice con un tono
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Lollobrigida, un petto che gli uomini me lo mangiavano
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troppo dolce. Il vecchio gli ha versato due bicchieri
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al telefono, mi dà gli auguri, mi chiede come
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Nicola la guarda smarrito. Gli gira la testa per
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stomaco vuoto. Allora lei gli viene incontro, materna. ¶ «Non
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credimi, una vita così» gli disse il padre. «Io
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buffetto sulla guancia e gli disse porgendogli un LP
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musicale moderna». ¶ Ogni volta gli regalava dischi che erano
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dei Pink Floyd. Tra gli italiani, a furia di
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di regali e discussioni, gli aveva inculcato l’amore
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Nomadi, De Andrè, e gli parlava spesso di Rino
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farei… ma insomma: aprite gli occhi, le orecchie e
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le altre cose che gli tràsono nella capa sono
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l’apprezzamento e per gli occhi belli del figlio
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da Mario. Quella musica gli piaceva moltissimo: era tosta
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non conoscendo l’inglese, gli sfuggiva il significato delle
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pensava Nicola, però non gli diceva niente, a parte
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parte il disprezzo con gli occhi. E Mario, voltandogli
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Mario, voltandogli le spalle, gli rispose con una frase
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amore. E anche se gli pareva impossibile che una
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vendicatore e le rughe gli si affollavano sofferenti tra
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con la mano. Loro gli sorrisero, ciao Nicola, gli
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gli sorrisero, ciao Nicola, gli furono a un passo
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che eleganza, che sexappilu» gli diceva Vincenzo arrotolando la
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Fischiettava, in apparenza felice. Gli piaceva osservare le immagini
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corsia sbagliata, guidava con gli occhi socchiusi, le mani
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dell’impatto aveva visto gli occhi dell’altro guidatore
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più del vento che gli rinfrescava la ferita spargendo
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l’ambulanza. ¶ Il medico gli controllò la ferita e
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sbiancato accasciandosi nel sedile, gli occhi chiusi come un
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cure. Una giovane infermiera gli rasava i capelli attorno
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presto». ¶ Poi il dottore gli chiese di stringere i
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a crudo». ¶ L’infermiera gli tenne strette le mani
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e calde. Lui chiuse gli occhi e al primo
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di fondo attutisse tutti gli altri, e i ventidue
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è che l’infermiera gli parlava per accertarsi che
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senza pietà: lui con gli occhi cerchiati di buio
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sorridere e lo specchio gli restituì un ghigno da
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clown. ¶ Poi l’infermiera gli seppellì la ferita sotto
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farlo mòrere, ma io gli cavo l’occhi a
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e che le rote gli avevano spezzato le gambe
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Natale. «Signora, si calmi. Gli abbiamo fatto la radiografia
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sulla capa ciòta. Non gli è successo niente, gli
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gli è successo niente, gli è andata bene troppo
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apprensioni o pericoli che gli sfuggivano. Poi però non
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Nicola, pedala.» Il vento gli riportava la voce lontana
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gridare. ¶ «Bravo, Nicola, bravo» gli disse il padre con
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giorno sulla spiaggia con gli amici o al pallone
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fatica e il caldo gli prosciugavano le forze. Dopo
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che finisse presto: dopo gli esami di licenza media
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non poteva immaginare che gli ultimi scampoli di quell
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scampoli di quell’estate gli avrebbero cambiato la vita
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del rione, a sgranare gli occhi dalla sorpresa: suo
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amico, gesticolando con entusiasmo, gli occhi gioiosi di chi
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direttore d’orchestra. Finiti gli esercizi di riscaldamento, coinvolse
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Nei quaranta metri finali, gli altri quattro spiccarono il
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arrivati al traguardo, osservavano gli ultimi metri del ragazzo
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il sangue alla testa. Gli bruciava perdere. E ora
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Infatti le due avevano gli stessi occhi scuri e
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in pensione per tutti gli anni della scuola. Avevano
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ragazzino insignificante e antipatico, gli avrebbe confessato un giorno
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storia che ancora oggi gli brucia dentro come un
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È Lucio Battisti che gli riscalda, come sempre, il
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toccasana per lei: senza gli strapazzi dei viaggi, durante
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calore. ¶ «Buon viaggio, signore» gli dice il benzinaio. E
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e di vuoto che gli si spande dentro come
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dentro come una nebbia. Gli succede sempre più spesso
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i suoi capelli radi, gli occhi in primo piano
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di vento morbido, però, gli pareva di scorgere l
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giornale-radio mentre ammira gli oleandri ancora fioriti e
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mito morire? Il vento gli scompiglia i capelli radi
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asciugargli lo sgomento che gli ha inumidito gli occhi
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che gli ha inumidito gli occhi. ¶ Ora l’autostrada
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deserta, sembra che tutti gli automobilisti si siano fermati
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alla scola?» chiese mentre gli scompigliava i capelli con
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il ragazzo, come se gli leggesse in faccia il
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un miscuglio esplosivo che gli partiva dalla bocca dello
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comunale o sulla spiaggia. Gli piaceva scaricare le tensioni
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in quelle corse furiose. Gli piaceva sentire il vento
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medaglie d’oro. Tutti gli dicevano che aveva talento
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e, appena il sudore gli scese a rivoli dalla
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nuvoletta di moscerini che gli ronzava davanti agli occhi
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il colmo era che gli studenti dovevano imparare la
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penso a te, chiudo gli occhi e penso a
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centimetri dal suo orecchio, gli pareva di udire la
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tua maniera: “Seguir con gli occhi un airone sopra
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scontroso e abbastanza montato gli chiederei di lasciarmi infilare
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nei suoi boccoli: chiuderei gli occhi e avrei l
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entra un vento che gli rinfresca la faccia a
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faccia a sprazzi e gli porta odori che non
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e ti fa strizzare gli occhi, tanto è luminoso
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rettangolo d’ombra. «Buongiorno» gli dicono in coro. Lui
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giro per Firenze. ¶ Erano gli unici giorni in cui
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cominciò a guadagnare quanto gli atleti più promettenti. Tutto
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Santa Maria Novella, Anna gli consigliò di darsi una
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preoccupato: «Riduci un po’ gli allenamenti, le competizioni, anche
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allenamenti, le competizioni, anche gli esami e i viaggi
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sento affaticato, credimi.» ¶ Anna gli rispose con un sorrisetto
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un sorrisetto ironico, non gli credeva. E, mentre lui
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il treno partiva, lei gli lanciò tre baci soffiando
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dire che è brava» gli disse un giorno Anna
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sembravi sincero quando chiudevi gli occhi per essere baciato
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una sua canzone che gli era stata imposta dal
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e i suoi amici gli rinfacciavano di continuo la
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è una vetrina che gli manca, che lo renderà
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la bocca, i capezzoli gli guizzano tra le labbra
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a occhi aperti. Anna gli infila le dita nei
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dita nei riccioli e gli spinge la testa lungo
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verso sud. Il paese gli piace, a pelle, non
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carrello della spesa se gli può indicare la casa
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professoressa Anna Arcuri; lei gli mostra gentile la direzione
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attraversa il vialetto tra gli alberi con i pacchi
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a suo agio, e gli fissa i capelli attorno
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So quanto è faticoso» gli dice accompagnandolo alla porta
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tua ombra ¶ Di tutti gli anni a Roma restarono
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era in regola con gli esami, se ne ricordava
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scioperi, interventi alle assemblee, gli spinelli che ogni tanto
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paterno e conciliante. ¶ Lei gli soffiava il fumo in
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alba, dalla stanchezza per gli ultimi allenamenti massacranti. ¶ Anna
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in disparte e Rino gli parlava di Pitagora, di
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e simpatico che, malgrado gli impegni, trovava il tempo
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aspettavano i parenti e gli amici. Con la differenza
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a giocare, libero, con gli occhi pieni di mare
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mese intero. La solitudine gli si apriva dentro come
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viaggio a Firenze. Dimenticava gli attriti dell’ultimo incontro
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da ebete fissata sopra gli zigomi, tra le minuscole
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vedeva il padre che gli voltava le spalle, “complimenti
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Barone con Rino e gli altri amici, sorrideva, rideva
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dopo l’amore Anna gli chiese a pochi centimetri
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causa di questo ritardo, gli ultimi esami che ti
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sarebbe stata contenta, mentre gli altri, tutti gli altri
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mentre gli altri, tutti gli altri, forse pure Capocolò
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la decisione di Anna gli sembrava assurda, non la
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sguardo velato, inconcludente. Non gli rispose subito. Lei che
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insieme. E già lei gli aveva voltato le spalle
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il luogo ideale per gli addii. Ti è andata
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del pomeriggio che non gli dava pace. Allora Rino
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a sé, non rispose, gli occhi nascosti dietro gli
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gli occhi nascosti dietro gli occhiali da sole, la
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batterlo, benché Nicola durante gli allenamenti facesse tempi strepitosi
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suo idolo sulla pista gli neutralizzava la cattiveria necessaria
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cattiveria necessaria per vincere, gli scombussolava quella corsa fluida
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occhi non sapevano mentire, gli uscì un sorriso a
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acido per una ragazza» gli disse il fratello. «Sai
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cui non era abituato, gli bruciava la bocca, la
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che in quei mesi gli facevano gli occhi dolci
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quei mesi gli facevano gli occhi dolci, gli si
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facevano gli occhi dolci, gli si strusciavano addosso con
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ringhiera e si riempiono gli occhi di mare come
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Sono contenta di rivederti» gli dice. Non si vedevano
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nuovo, lo stringe forte, gli accarezza la schiena facendogli
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bambina, sorride e chiude gli occhi in attesa del
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gioco. Anche Nicola chiude gli occhi e già si
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sotto casa sua, e gli chiese di accompagnarlo in
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del Popolo. Ma Nicola gli indicò la ragazza austriaca
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che disse a Nicola. Gli scompigliò i riccioli con
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lei a svegliarlo. ¶ «Telefon!» gli disse scrollandogli un braccio
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Era distrutto, la bocca gli schiumeggiava di amarognolo per
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cornetta all’orecchio con gli occhi ancora chiusi, si
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richiamo fra cinque minuti» gli disse Nicola e riattaccò
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evitare l’autocarro che gli veniva contro. Il camionista
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tremendo che ancora oggi gli riecheggia nelle orecchie, e
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volta che ci ripensa gli vengono i brividi. ¶ Non
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e le lacrime ruppero gli argini come un fiume
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teneva stretto a sé, gli accarezzava i capelli, gli
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gli accarezzava i capelli, gli massaggiava la schiena, cercava
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affettuosa e, quando chiusi gli occhi per fermare le
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bar del Barone e gli volevano bene, cercavano di
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della notte. Ascoltavano pallidi, gli occhi lucidi in cui
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rispettare il dolore. «Calmati» gli diceva Nicola, «calmati», e
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dalla bara. Ti asciugavi gli occhi di continuo con
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professor Greco e insieme gli prepararono per iscritto una
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dubbi: recupererai alla grande» gli disse il professor Greco
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Federazione nazionale di atletica, gli preannunciò il ritiro di
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silenzio sul mare nero gli depurava l’anima avvelenata
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almeno per qualche ora, gli dava forza, era il
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Da quel momento, tutti gli allenamenti al Centro Federale
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anche se il padre gli consigliava di licenziarsi, altrimenti
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confessò, il luogo che gli ricordava i momenti indimenticabili
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Rino e si commosse, gli mancava tanto, ammise, per
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con lui; e Lucia gli disse che era matto
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bacio a Mario e gli sorrise, conciliante. E io
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fine della cerimonia. Capocolò gli sorrideva per tranquillizzarlo. Calma
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la prima frase che gli venne in mente, l
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cambio la bomboniera, baciò gli sposi e salutò tutti
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e gnòmmiru». La madre gli diceva che aveva fatto
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uscire in macchina con gli amici e rimaneva sveglia
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Con il Crotone giocavano gli ex compagni di staffetta
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così cominciò a superare gli avversari in velocità e
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e a crossare verso gli attaccanti. Nessuno riusciva a
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esattezza il dolore che gli era esploso nella gamba
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vedeva Pietro Mennea e gli altri compagni della nazionale
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e suo padre che gli urlava di continuo «te
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mi chiedeva scusa tra gli spintoni e gli sputi
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tra gli spintoni e gli sputi dei compagni e
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Poi mi si chiusero gli occhi di botto. Addio
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Nicola, e Anna finalmente gli risponde: «Se devo essere
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Cosa vuoi da me?» gli chiede. ¶ «Te l’ho
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Comunque Nicola dapprima racconta gli anni senza di lei
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Rino all’incidente che gli ha troncato i sogni
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fame. Mi dispiace.» E gli tende la mano per
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prenderla il Venerdì Santo» gli risponde pensierosa, e beve
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nuovo indirizzo di Lucio, gli ho scritto e lui
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fumo senza parole. ¶ Dopo gli anni veloci ¶ Perché negarlo
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sta vicino al figlio, gli ripete che nella vita
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chiese allora Capocolò. ¶ Anna gli raccontò in breve che
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ritornato in pista per gli allenamenti, dopo un anno
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E i colleghi e gli amici non infierivano più