Gian Giorgio Trissino, Sofonisba, 1524

Trasimeno e a Canne ¶ gli ruppe, e uccise un

contra costoro. ¶ Quivi prima gli arrise la fortuna, ¶ ma

dei nimici armati, ¶ che gli uccisero sotto il suo

poi con tanto furor gli andaro addosso, ¶ ch'a

sciagura vi conduce ¶ con gli occhi intenebrati a la

i' non vo' dir gli oltraggi e l'onte

nimici ¶ fin ch'io gli ho vinti, e poi

questa vostra giovenile etate, ¶ gli alti costumi e le

il dar salute a gli omini mortali. ¶ Ora, volendo

pur la vesta, ¶ io gli farò sentir ch'io

già comincio a trappassarvi gli anni. ¶ Ben come i

parlò primieramente. ¶ LELIO ¶ Ella gli parlò pria d'esserli

venne la regina, ¶ con gli occhi ancor di lacrime

sacerdote riparlando ¶ disse a gli sposi: "Pria che il

suol esser causa a gli animi leggieri ¶ di pensare

ancora non avea rivolti ¶ gli occhi verso di voi

mandarli pria ¶ Siface, e gli altri ancor che sono

ben fatto; e non gli date indugio. ¶ LELIO ¶ Così

marito. ¶ MASSINISSA ¶ Mandiam pur gli altri, che 'l mandar

né di suo padre, ¶ gli concesse per moglie Sofonisba

da giusta ira commosso ¶ gli feci guerra; e per

parte, ov'io rivolgo gli occhi, ¶ veggio annitrir cavalli

piace. ¶ SCIPIONE ¶ Pongansi tutti gli altri in quelle tende

che il morir non gli è se non guadagno

il dir di Sofonisba ¶ gli fu contra di noi

che sempre mai dapoi gli ho fatto guerra; ¶ e

quale è stato con gli auspici nostri ¶ e vinto

alienato un re, che gli era amico; ¶ e poscia

si consumi, ¶ se poi gli è tolto quel che

nel palazzo suo tutti gli altari ¶ ornar di nuovo

da la forza altrui ¶ gli è tolto, ecco si

ma più felice; ¶ e gli anni, che son tolti

e visitati poi tutti gli altari, ¶ ne la camera

ogni cosa mutare, ¶ rivolta gli occhi eterni ¶ a la

privi; ¶ ben verserai da gli occhi eterno pianto. ¶ Quest

tenebrosa ne vien ne gli occhi miei. ¶ ERMINIA ¶ Appoggiatevi

donna cara, ¶ luce de gli occhi miei, dolce mia