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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

concordanze di «gli»

nautoretestoannoconcordanza
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1526
Acciò che 'l cancar gli mangiasse gli occhi, ¶ In
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l cancar gli mangiasse gli occhi, ¶ In un fondo
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oggi piú grati ¶ son gli ubriachi, sguattari e buffoni
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ch'assai manco son gli uomini ch'e' boi
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ecco 'l volume intiero ¶ gli areco, acciò ben poscia
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veri sparsi; ¶ ma non gli faccia mia lunghezza nausa
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piú s'asconda ¶ che gli rubbò la sesta, e
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farla piú gioconda, ¶ onde gli vien da noi creduto
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di fortezza; ¶ Orlando de gli erranti principale, ¶ ch'usava
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cuore, ¶ perché sovente tra gli franchi eroi ¶ scopresi qualche
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uomo leale; ¶ il volto, gli atti et ogni bell
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le piante ¶ mostrò co gli altri al ciel; poi
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l Ciel cotante grazie gli compiace! ¶ 47. ¶ Tutto Parigi sona
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e vaghe semidee; ¶ onde gli ardori crescon e' lamenti
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mai pace, ¶ non mai gli scopre tanta passione; ¶ troppo
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l'onor, le forze, gli atti del barone; ¶ egli
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improviso ¶ et accocciò co gli occhi a gli occhi
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co gli occhi a gli occhi d'ella: ¶ scendeli
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che corra, il corso gli par lento. ¶ 59. ¶ Salta d
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bon ladrone: ¶ rubbò a gli frati la discrezione. ¶ 16. ¶ Credette
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gran dottore! ¶ Rampallo, che gli è adosso, s'affatica
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in simil essercicio ¶ come gli frati in coro a
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la sua tenda riede: ¶ gli scherni de la turba
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vi parlo, ¶ ch'ognun gli chiocca drieto e man
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dan bone derate su gli orecchi, ¶ orecchi di destrieri
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mulo, ¶ che co' denti gli tiene l'asinello; ¶ fallo
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spietato e duro, tosto gli provede; ¶ salta del basto
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l suo candore, ¶ co gli occhi negri et ha
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un carro triunfale ¶ a gli alti capitan del nostro
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di bravar sol boni, gli altri strani ¶ chiamati "allé
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per non esser fra gli altri il contumace); ¶ quando
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e d'altro schermo gli era già mistieri; ¶ ecco
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ch'a Salomon stoppò gli occhi e la bocca
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del steccato immantenente; ¶ Carlo gli fa, per piú scherno
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scherno e vergogna, ¶ sbatter gli piedi e man drieto
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la briglia, e poi gli è duro e strano
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traendoli sul carro da gli arzoni; ¶ come talor si
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vi so dir che gli sudò la braga, ¶ nanti
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cosa piú vaga, ¶ ché gli ha legato sí le
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si moven punto, moven gli occhi. ¶ 69. ¶ Or qui de
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sporche mende altrui co gli occhi d'Argo. ¶ Perché
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Signore! ¶ E quando annebbia gli occhi, senza sosta ¶ scampa
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n le maritime acque; ¶ gli capi d'esti cani
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del Tamburino ¶ (o "merdagalli" gli appellàr alquanti), ¶ cosí parmi
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lascia po' le spalle gli altrui canti, ¶ che quanto
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perché forse i' passo gli confini ¶ ora torniamo ai
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breve tronco in man gli resta? ¶ Ecco el piacer
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Ecco el piacer de gli urti e bastonate, ¶ che
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qual col deto in gli occhi. ¶ 25. ¶ Mentre si ride
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a questo e quello gli occhi macchi. ¶ Chi vòl
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adosso l'ungie Amon gli attacchi; ¶ già vinti n
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sella si ritrova ¶ mistier gli fa ch'uscisca de
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mano; ¶ ma ch'eran gli occhi d'ella tanto
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e pur, se non gli vien tal fiamma tolta
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gir in Barbaria seco gli agrada. ¶ Ma non sí
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hai milli essempi avanti gli occhi, ¶ quanto mal vien
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in cerco, e qui gli diede ¶ con umile saluto
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d'ogn'altro ben gli cale poco ¶ che sempre
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d'un secreto tal gli apra le fibra. ¶ 64. ¶ Non
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contra l'arroganzia che gli viene ¶ abbassa il legno
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doma e tutti aterra, ¶ gli vanno addosso insieme per
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tanta furia un pugno gli ebbe a dare ¶ ch
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duole che 'l patron gli mangia il lardo. ¶ 2. ¶ Ma
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quelle in fuga vòlte gli dan lato, ¶ di qua
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con molto affetto ¶ contra gli vien l'imperator Carlone
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ogni modo. ¶ 10. ¶ De tutti gli animali non è 'l
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Già mille torzi da gli aurati travi ¶ pendon accesi
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de' baroni ¶ e sonan gli organetti co' pedali. ¶ Cinto
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lor vene sugge ¶ son gli occhi loro, il cui
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quando che piaccia a gli occhi di chi 'l
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l'altro aggrada, e gli occhi gli occhi ¶ (o
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aggrada, e gli occhi gli occhi ¶ (o pensier dolce
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passi, quell'incesso convenevole, ¶ gli occhi de' spettatori sí
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lui, anzi ch'egual gli sia; ¶ lo qual, come
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lui ch'anco procura, ¶ gli pose in cuor un
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e piú non segua gli amorosi segni. ¶ 31. ¶ Qui gli
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gli amorosi segni. ¶ 31. ¶ Qui gli occhi ambasciatori al tener
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Milone un atto temerario ¶ gli paia star di Berta
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senza troppo lungo diverticolo ¶ gli aperse largamente il grande
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al re Carlone e 'gli altri inchino, ¶ verso la
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moglie: ¶ - Che fai, - tosto gli parla - o bel missere
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e la malizia non gli è stoppa; ¶ l'arte
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Cielo ¶ di me come gli giova, e la Fortuna
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presto, ¶ ché a sorte gli toccava il ballo sesto
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il novo, ¶ io ratto gli rispondo: - Domine, ita, ¶ mi
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donna mia, c'hai gli occhi, c'hai l
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di vegghiar supporta ¶ mentre gli amanti gioccan a le
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suo cor: - Bon pro' gli faccia! - ¶ 4. ¶ Fugge la breve
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col solaccio, ¶ e dicono gli augelli che 'l vien
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denti ne la canna ¶ gli caccia d'una punta
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n'ha morto, e gli altri caccia ¶ e taglia
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e crudelmente svena; ¶ volano gli elmi con le teste
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comando, ¶ ch'alor alor gli fa bandir la testa
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s'appresta. ¶ 35. ¶ Un termine gli dà sol d'una
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si parte solo e gli altri lassa, ¶ né mai
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già non pave ¶ ficcar gli piedi e de le
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e 'l sangue. ¶ Aperse gli occhi, e l'animo
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intiero ¶ è quello che gli spira gran prudenzia; ¶ dalli
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Milon si abbruccia e gli occhi spesso tange, ¶ com
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cui pel fumo e gli occhi e il naso
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chi è signore e gli uomeni corregge, ¶ dricciar faria
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rari son pur troppo gli entro accetti! ¶ Però che
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l mar che 'ntorno gli saltella, ¶ fa nove miglia
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agguccia, per rapirla, già gli artigli. ¶ Milon non sa
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ad Almonte, ¶ che poscia gli dovea far danno et
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Ciel l'angoscia ¶ e gli urli van per l
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suo letto! ¶ Carlo testé gli rende 'l guiderdone, ¶ ché
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un tal angue; ¶ non gli varrà gridar: "Chi mi
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e sdegno il cuor gli coce, ¶ vedendo farsi un
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su nel Ciel regina ¶ gli copre il sacrificio di
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parole di lascivia pregne ¶ gli danno, le qual sono
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Però, Signor, che sai gli cuori umani ¶ e vedi
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e giande, ¶ come facean gli antiqui nostri padri; ¶ acqua
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guerra, ¶ fra loro combattendo gli ossi soi: ¶ chi un
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chiaro fiume; ¶ poi leva gli occhi al cielo e
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saziarsi ¶ succiar la fronte, gli occhi, bocca e mento
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e la rivera, ¶ seguendo gli augelletti; e ben fu
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Berta si dispera. ¶ 30. ¶ Spesso gli parla e dice: - Figliuol
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m'aguaglia; ¶ sempre davanti gli altri salto e schivo
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torna il dottore scrivere gli arguti ¶ consigli d'Orlandino
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su l'occhio, che gli venne tutto nero; ¶ et
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Turchi né Giudei; ¶ sol gli asini si ponno bastonare
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fusse ben bastardo, ¶ io gli farò parer il fugger
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piú li minazza. ¶ Ecco gli passa innanzi un fra
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la panza. ¶ 50. ¶ Orlando se gli accosta col bastone ¶ e
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questo nostro caso, ¶ io gli direi che la conocchia
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tempio raro; ¶ e questo gli accascava perché sempre ¶ ieiunium
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fidel Acate. ¶ Né mai gli calse d'altro secretaro
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alora - ¶ se scandalo patiscono gli agnelli ¶ e se vanno
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celle di cannuzze e gli cenacoli ¶ pigliato han forma
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Rainer, ché 'l padre gli revela ¶ le cose sue
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surga in piede; ¶ 45. ¶ ma gli commanda che 'l scolato
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sempre studia e star gli giova; ¶ ch'altro diletto
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ventre. ¶ 59. ¶ Lo gobbo se gli areca un'ampia supa
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dista; ¶ presto rispondo che gli è sol un salto
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e scampa, ¶ perche non gli pertene de l'armento
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candidissimi lettori miei, fra gli altri faceti gesti del
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stesso pensato finalmente con gli altri meritò d'essere
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sodisfar a lui con gli altri di simile sentenzia