Bernardino Martirano, Aretusa, 1618

l suo Narciso, e gli occhi che non hanno

era egli levato ¶ da gli occhi d'Aretusa e

baciar la bocca e gli occhi -. ¶ 23 ¶ Aretusa che tacita

ti pasci ¶ sol de gli affanni miei, del mio

se non quanto mirassi gli occhi miei. ¶ Di che

fede e 'l disprezzar gli Dei, ¶ che a le

crudeltade; ¶ (forse di me gli incresce, o un atto

con quel gran trave ¶ gli uomini ammacca a guisa

quel che fa con gli altri pensar dei ¶ questi

c'ha in odio gli uomini e gli Dei

odio gli uomini e gli Dei. ¶ 37 ¶ Misera me, ch

arse sbocca. ¶ 38 ¶ Questi con gli altri figli de la

tant'aspra guerra, ¶ che gli Dei si fuggiro in

le membra s'agghiaccian gli spirti! ¶ Duo mostri stan

squilla ¶ che possa pareggiar gli alti suoi stridi. ¶ In

vergine bella la figura, ¶ gli occhi, il naso, la

era: ¶ oscuri saran fatti gli occhi bei ¶ e la

ma poi che chiaramente gli è diviso ¶ ch'ogni

lacera e dole, ¶ sparse gli ultimi suoi duri lamenti

gesti e del pastor gli onori ¶ modestamente dice a

la vita tolta, ¶ ver gli altri ancor lo stral

ardor che vien da gli occhi bei. ¶ Ma sopra

bei. ¶ Ma sopra tutti gli altri un gran pastore

donne, imparate a disamar gli amanti!) ¶ chiesero tanto su

verso Ischia, che appresso gli stava: ¶ Ischia più chiara

sforzarsi, ma il pensier gli era interrotto. ¶ Da Milan

gente, ¶ ch'obediscono a gli alti suoi consigli: ¶ veggio

e 'n quante parti ¶ gli Egizi vincerà, gli Arabi

parti ¶ gli Egizi vincerà, gli Arabi e i Parti

l pianto che da gli occhi invia ¶ correr turbido

cortese e liberale ¶ che gli aiuta con opre e

a caval, che se gli oppone. ¶ 131 ¶ Veggio, mentre che

il timor di Cesare gli sprona: ¶ eccoli ambo arrivar

velenato dardo -? ¶ Così con gli occhi torvi in un

forse, ¶ ecco novella cruda gli è recata, ¶ che con

avea dal dì che gli carcò sue some, ¶ pallido

al tuo Narciso, ¶ mostrami gli occhi bei, mostrami il

che 'l fonte e gli occhi adorni ¶ continuamente li