Alessandro Braccesi, Soneti e Canzone, 1473?

l chiaro lume lor gli ochi adumbrare, ¶ nel cor

lor dimora. ¶ Altro guardar gli occhi stanchi non sanno

ochi, una parola acorta ¶ gli fan parer soave ogni

un altro sole ¶ che gli ochi stanchi miei e

io da mortal guerra ¶ gli ochi vostri seguir, ch

di Cupido il foco ¶ gli occhi non sien, le

sien, le ferite e gli strali, ¶ l'arte, l

potentia e 'l gioco? ¶ Gli occhi son di costui

cruda sotto dura legge ¶ gli amanti con sua occhi

breve di vedere sciolti ¶ gli spirti miei da così

non posare in terra ¶ gli omeri stanchi da sì

di letitia spenti ¶ e gli occhi sempre ad lacrimar

m'ardon sopra tutti gli altri amanti, ¶ sì ch

l pastor Dirceo, ¶ quando gli armenti sparsi congregava ¶ davanti

sì del nimico suo gli piacque il viso. ¶ Tu

persi, ¶ che mai po' gli ochi stanchi e mesti

mezo l'onde infra gli scogli appare, ¶ come Amor

pietà non ne prendon gli dèi. ¶ Ebbi tranquillo il

tante pene ¶ finisson presto gli ultimi ripari, ¶ crudel farie

le lor frondi ¶ e gli auselletti con soavi accenti

e non ascolti ancor gli usati accenti. ¶ Sarà la

me, quando d'Amor gli accenti ¶ prosperi furon, nel

speranza verde, ¶ insin che gli occhi belli non mi

il mio martyre invola. ¶ Gli occhi che paion due

de' lunghi sospir' miei. ¶ Gli atti dolci, soavi e

come huom condocto fra gli scogli, ¶ senza speranza d

perdendo ogni salute fra gli scogli, ¶ tanto è di

bello aspecto vidi, e gli ochi el sanno ¶ quai

traxe fora, ¶ e chi gli diè la mal composta

che Morte possi dar gli ultimi danni ¶ a chi

dà gran baldanza. ¶ Se gli occhi e 'l volto

rara e sancta luce, ¶ gli atti leggiadri e quella

nacque, ¶ e credo anco gli incresca del mio male

il cor, la vita gli ho donato, ¶ come esser

al bisogno ocorrente: ¶ tutti gli altri rimedi sono scarsi