parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Senza coda, 2005

concordanze di «gli»

nautoretestoannoconcordanza
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che ancora le mani gli bruciavano. Lo sentì avvicinarsi
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quando quella pancia grande gli sfiorò le spalle, che
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spalle, che ritornò con gli occhi fissi al muro
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che proprio il vecchio gli aveva levigato. Lo bloccò
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da dietro, delle mani gli arrivarono addosso. La sua
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stai fermo e chiudi gli occhi”. L’ha detto
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cose mie, fa’ che gli uomini del cancello non
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prima che la forchetta gli scivolasse dalle dita, ricadendo
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al bordo del piatto. ¶ Gli occhi che aveva di
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all’improvviso, guardò attento gli spigoli pericolosi delle due
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naso chiuso. Il molliccio gli si appoggiò sulla lingua
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fu girata e svuotata, gli occhi lessi lo fissarono
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padre allungando il braccio. ¶ Gli aculei lo punsero di
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dentro le budella salivano. Gli venne da tossire una
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lo stava mordendo dentro. Gli mancò il fiato. Sollevò
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il tremore non passava. Gli asciugò la bocca bagnata
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soprattutto quelli grandi con gli occhi tondissimi e tutti
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sedeva mai nessuno. Poi gli aveva offerto il cioccolatino
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e accarezzandogli la testa gli aveva detto: “Fra tre
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a papà?”. ¶ Pietro serrò gli occhi e quando li
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fece guardare lontano, oltre gli alberi, dove iniziava il
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che erano stati proprio gli uomini del cancello a
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mosse. Un sudore caldo gli rigò il cotone della
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via del fiato che gli grattava contro la gola
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innaffiatoio incrostato di nero. ¶ Gli fu a fianco, poi
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ha portati via!” ¶ Nino gli fece cenno di seguirlo
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L’odore di terriccio gli entrò in bocca e
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ogni stranezza si ammorbidì. Gli piacevano tanto le tenaglie
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tutta storta e trascinata. Gli stava solo attaccato alla
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tepore che dalle gambe gli saliva piano lungo la
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dalla pelle bagnata. ¶ Nino gli passò accanto. Sputò nel
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la caffettiera, questa volta gli toccò il piatto bianco
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Il vino che Nino gli aveva versato nel piatto
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Pietro non si mosse, gli occhi persi sul mucchietto
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le spesse sopracciglia. ¶ Qualcosa gli sfuggiva. ¶ “Prova il ventitré
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Prova il ventitré.” Luigi gli indicò l’esercizio, mettendogli
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Luigi, per aggiustare tutti gli errori. ¶ Le loro mani
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ai giocattoli di latta. Gli aquiloni volavano dappertutto e
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qualche passo indietro, con gli occhi a scrutare ogni
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guardava Luigi, rimaneva piegato, gli occhi al punto esatto
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schizzò in piedi e gli fu subito a fianco
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guardò: “È grandissima!”. ¶ Pietro gli afferrò le mani. “Ce
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ferma…” disse Pietro mentre gli offriva il coltello. ¶ Luigi
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offriva il coltello. ¶ Luigi gli sorrise, gli passò la
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coltello. ¶ Luigi gli sorrise, gli passò la lucertola e
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l’erba. Quando alzò gli occhi vide la coda
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del bosco rado, dove gli alberi sono più grossi
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bocca spalancata. E con gli occhi alzati là dove
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fisso sull’albero. Abbassò gli occhi solo per stringere
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Trattenne il fiato, chiuse gli occhi. E cominciò a
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accanto a lui e gli teneva il braccio. ¶ “La
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Luigi fece una smorfia. Gli mise una mano sulla
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piangere.” ¶ Pietro si asciugò gli occhi e il naso
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le ripiegò come facevano gli indiani nei film. ¶ Si
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per l’ultima volta gli occhi. ¶ “Fra due o
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papà,” aggiunse Pietro strofinandosi gli occhi sul pezzetto di
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per poco Luigi non gli finì addosso. ¶ Era là
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al portone di ingresso. Gli zampilli della fontana ne
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Girò attorno alla fontana, gli occhi in fondo al
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finiva e c’erano gli uomini del cancello, con
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un passo in avanti. Gli mise la mano sulla
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fermarono, di nuovo. Ora, gli erano di fronte. ¶ “È
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notte non ci sono gli urli e non c
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che sei solo. ¶ Neanche gli uomini del cancello dormono
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un sorriso disse: “Non gli piaccio. Tutto qui. Non
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traboccava fino all’orlo. Gli sgocciolava dalle dita tozze
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secchio schiumando appena. ¶ Infilò gli occhi nel contenitore. Le
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e pungente che saliva gli entrò in bocca e
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il vetro bagnato che gli strideva tra le dita
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quel mare colorato che gli passava davanti agli occhi
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si rizzò in piedi, gli occhi incollati al mazzo
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infilarsi tra i capelli. ¶ Gli pareva che il petto
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fresco lo toccò e gli restò addosso, sul viso
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con la ghiaia che gli scricchiolava sotto i piedi
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ombra, netta e precisa, gli solcò prima la fronte
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toccò e la polvere gli restò sulle dita. Lo
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della lamiera. Pietro socchiuse gli occhi per l’ultimo
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invidiavano a suo padre. ¶ Gli piaceva che non avesse
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pantaloni il coltello che gli premeva contro la gamba
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maniche della camicia. Chiuse gli occhi per un attimo
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legno scuro. ¶ Pietro appiccicò gli occhi al parabrezza pulito
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ghiaia. Accelerò. Ora vedeva gli alberi sfilare ai lati
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ai lati. Il vento gli passava tra i capelli
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aspettò. ¶ Nino uscì e gli fece cenno di avere
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domenica nell’altra. Pietro gli aprì lo sportello e
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era sicuro. ¶ Il vecchio gli fece un cenno di
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fatto tuo padre: non gli sono simpatici quelli che
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poi la richiuse. ¶ Nino gli mise una mano sulla
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rispose il vecchio stropicciandosi gli occhi. “Luigi è già
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coltello e guardò avanti, gli occhi persi nel vuoto
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con uno sforzo che gli rovinava il sorriso. ¶ Pietro
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gambe fino in fondo, gli occhi socchiusi e un
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magra che sua madre gli porgeva e non la
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smettere di guardare avanti, gli occhi fissi sullo schermo
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a immaginarseli. Altissimi, con gli occhi che si vedevano
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uccidere. Quello là non gli sembrava davvero un ladro
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L’orologio d’argento gli brillava nella mano, rifletteva
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già molto difficile tenere gli occhi aperti perché le
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Stai dormendo!” ¶ Pietro spalancò gli occhi così all’improvviso
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così all’improvviso che gli fu difficile capire cosa
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da quella voce che gli fracassava i timpani. E
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mangiarselo in un boccone. Gli occhi azzurri e sottili
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momento della saliva che gli colava lungo il mento
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fatica. L’aria non gli bastava, si fermava in
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in gola e non gli arrivava nei polmoni. All
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sul comodino. ¶ Sua madre gli aveva spiegato che l
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pensato lui. Sua madre gli aveva anche detto che
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la luce e chiuse gli occhi gonfi. All’inizio
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piano. Quando Pietro riaprì gli occhi c’era solo
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cosa. ¶ Poi si voltò, gli occhi fissi alle molle
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indiano era ancora lì. ¶ 8. ¶ Gli piaceva seguire con l
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La giacchetta di nylon gli toglieva l’aria, avrebbe
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La macchina si fermò. Gli uomini del cancello si
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lucida. La pistola invece gli faceva molta paura. ¶ Pietro
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ti bagni”. Il cappuccio gli finì sopra gli occhi
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cappuccio gli finì sopra gli occhi e Pietro se
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Poi chiuse la portiera, gli occhi sul finestrino ricoperto
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larghe e fortissime. Luigi gli aveva detto che erano
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attaccavano mai. Invece ora gli stavano volando di fronte
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quei suoi vestiti larghi. Gli occhi grandi, da rana
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cappello da cucina che gli cadeva ogni volta che
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sue mani veloci che gli toglievano la cartella e
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sulla fronte. ¶ Pietro alzò gli occhi e li vide
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vino e di vecchio. Gli salì lo stomaco in
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figlio che stava scendendo gli ultimi gradini. ¶ Toni prese
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superò le dita e gli arrivò dritto in gola
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al muro ammuffito. Pietro gli guardava l’elastico dei
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e che lasciavano scoperti gli zoccoli bianchi e il
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superare l’ostacolo. Luigi gli sorrise e lo raggiunse
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si accompa­gnava con gli stessi gesti di sempre
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tettuccio. E c’erano gli uomini del cancello, seduti
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Pietro rallentò, la cartella gli stava scivolando. Quando Luigi
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cominciò il sentiero fra gli orti: stretto, lunghissimo, di
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oggi non succede!” Luigi gli agguantò un braccio e
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rispose a Luigi, percorse gli ultimi metri, e davanti
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Luigi superò Pietro e gli mise una mano sulla
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altissimi, e le gambe gli pesavano come macigni. Un
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convenuto. ¶ La serratura cigolò. Gli ingranaggi si mossero e
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corridoio spoglio e Carmine gli indicò la sedia rossa
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fila di bottiglie vuote. ¶ Gli tremavano le ginocchia. Fissò
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illuminava e si accendeva. Gli piacevano le piastrelle sopra
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guance tutte rosse. E gli metteva paura la cartolina
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la barba e con gli occhi di fuoco che
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indumento mentre la sigaretta gli fumava tra le dita
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Carmine imprecò. La cenere gli era caduta sulla camicia
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Giusto o no?” ¶ Pietro gli diede ragione, grattandosi un
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ti passa davanti tu gli dici ‘sì’. Vero o
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l’ultima volta. ¶ Chiuse gli occhi. ¶ “Quello è tale
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che non si fanno gli affari loro. Che parlano
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alzò, il viso che gli bruciava per la rabbia
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la grande pancia che gli usciva dalla camicia troppo
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a Pietro e quando gli fu davanti gli sbatté
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quando gli fu davanti gli sbatté il viso in
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profumo acre di colonia gli entrarono tutti dentro. A
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tossire, ma lo sforzo gli morì in gola e
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Non si mosse, sgranò gli occhi. Le pupille di
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Uno che li rispetta gli amici. Uno che non
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Ne vuoi?” disse. Carmine gli allungò un’arancia. Scosse
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basso, sulla cartella che gli toccava appena il piede
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persona. Pareva che qualcuno gli avesse staccato le mani
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ci piacerebbe uscire con gli accompagnatori. Per questo lui
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era qualcosa che Carmine gli avrebbe dato da portare
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della camicia. ¶ Il fumo gli attraversò le narici uscendo
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una gamba. Il tavolo gli arrivava al torace, ma
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qualcosa che ogni volta gli riusciva sempre meglio: un
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quella gialla. Il profumo gli piombò addosso. ¶ Pietro uscì
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di legno che Nino gli aveva restituito quella mattina
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nere di terra. Poi gli si avvicinò e disse
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detto?” ¶ “Che a Carmine gli devo dire sempre sì
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altro?” ¶ “Sì. Ma io gli ho detto che papà
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promessa da migliori amici?” gli sussurrò. ¶ “Noi siamo migliori
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della piccola casa. Oltrepassarono gli alberi e si appiattirono
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due macchine uguali. Poi gli uomini del cancello. E
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mangiamo dopo.” ¶ Pietro sgranò gli occhi. “La porta è
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parete di fronte. ¶ Luigi gli fece cenno di non
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ancora dentro lo seguì. ¶ Gli scaffali di legno scuro
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lui si era riempito gli occhi di quegli spigoli
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ascoltare le urla, puntava gli occhi sulla lampada dal
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indice alla bocca e gli appoggiò una mano sulla
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entrati.” ¶ “Non toccare niente!” ¶ Gli occhi di Luigi erano
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il collo: la cosa gli era salita in gola
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Le voci nel corridoio gli strozzarono le parole in
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respiro corto di Luigi gli sfiorava un orecchio. ¶ “Aderita
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di voce. ¶ Pietro chiuse gli occhi e non volle
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volle più guardare Luigi. Gli tastò la gamba e
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Aderita, esca.” ¶ La cosa gli azzannò lo stomaco. ¶ Pietro
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nella sua testa. ¶ Luigi gli afferrò una caviglia e
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con la mano salì, gli sfiorò la bocca e
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sfiorò la bocca e gli fece una carezza sulla
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padre mentre il respiro gli rompeva le parole. ¶ Sua
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aria calda e pesante gli entrava grassa in gola
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la testa. Il tappeto gli raschiò i gomiti, la
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Per un attimo richiuse gli occhi e si tirò
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la testa. Si pulì gli occhi gonfi e fissò
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e quando finisce ha gli occhi piccolissimi e la
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quante. ¶ Pietro aveva sgranato gli occhi. Era rimasto incredulo
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di legno. Quella corsa gli finì il fiato. Quando
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grande cacciatore io!” ¶ Nino gli prese il barattolo dalle
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che la barba non gli finisse dritta negli occhi
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si allargarono all’improvviso, gli sfuggirono di mano e
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le gambe. Poi alzò gli occhi alla Madonna azzurra
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fragole. Alle arance non gli piaceva tanto perché la
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padre. ¶ Pietro tornò con gli occhi al libro, la
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e denso. Alzò subito gli occhi, verso una di
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parola. Sembrava che avesse gli occhi tutti bianchi. La
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via pian piano. ¶ Luigi gli fece cenno di non
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guardare il foglietto che gli era rimasto in mano
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ferro, il sentiero tra gli orti, la palazzina verde
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pericoloso perché saltava alto. Gli uomini al cancello li
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un secchio che Nino gli aveva prestato. L’aveva
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si era avvicinato e gli aveva preso lo straccio
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signorina io e te…” gli aveva detto poi. ¶ “Ora
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felice. Altri bambini mangiavano gli stessi biscotti. La musica
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La signorina ritornò, e gli sorrise. Pietro la fissò
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ad abbassare un po’,” gli ordinò suo padre. ¶ Pietro
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Quel nome e cognome gli si appoggiarono addosso occupando
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quasi subito, appena Aderita gli aveva portato via da
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portato via da sotto gli occhi la tazza tutta
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aveva detto lei mentre gli strizzava l’occhio. Così
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lo aveva visto fissarla; gli aveva fatto segno di
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con il respiro che gli raschiava la gola. Poi
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il rastrello e tutti gli altri attrezzi erano raccolti
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di aranci. Passò tra gli alberi del bosco dove
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Anche se c’erano gli uomini del cancello, a
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sue gambe e posò gli occhi sulla loro cintura
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mosse catturavi ogni ladro. ¶ Gli occhi a topo di
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vedersi. Purtroppo da quando gli uomini al cancello erano
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quasi attaccato. La cartella gli ballava sopra la schiena
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e con una mano gli accarezzò la testa. ¶ “Ci
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parole che suo padre gli ripeteva sempre: “I bambini
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aveva proprio là, sopra gli occhi, non si azzardarono
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cercò di non guardare gli occhi buoni del vecchio
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forza buona e non gli importò più se gli
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gli importò più se gli occhi lasciavano cadere qualche
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per un braccio e gli disse di muoversi. Così
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della palazzina, Pietro alzò gli occhi fino al terrazzino
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la macchina parcheggiata, con gli occhi puntati verso la
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di pelle morbida e gli aveva sussurrato che era
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menta ancora in bocca, gli aveva detto che dopo
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delle lettere sono morti, gli amici di papà sono
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appoggiò sulla sua spalla. Gli parlò investendolo di un
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pesante e alcolico che gli strozzò il respiro. ¶ Pietro
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i denti tutti storti, gli occhi bui che accompagnavano
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Carmine ed essere gentili. Gli ripeté tutto questo, poi
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di Luigi che quasi gli toccava la guancia. ¶ “Ho
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la carta unita. Socchiuse gli occhi e fece leva
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avvicinò al viso, Luigi gli era appena dietro. Poi
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Marrazzo? Perché?”. ¶ Luigi abbassò gli occhi e non rispose
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forse… forse tuo padre gli dà i soldi del
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la fronte. Il foglio gli scivolò dalle mani. Lo
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mazzo di chiavi che gli occupava le mani. Quelle
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faccia come a strapparsi gli occhi. ¶ Toni sbatté i
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lo attese fermo, chiudendo gli occhi e arricciando le
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e quel fiato. Invece gli arrivò qualcosa di più
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Era come se tutti gli aghi del mondo fossero
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madre, lo guardava mentre gli passava lo straccio freddo
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capelli di sua madre gli accarezzavano il viso. Lei
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accarezzavano il viso. Lei gli era accanto e con
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ritornò viva appena aprì gli occhi. ¶ Rimase rannicchiato, a
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paura. Così, senza abbassare gli occhi, si infilò i
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le aveva buttate, così gli aveva detto suo padre
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qui vicino.” ¶ La donna gli accarezzò il viso. “C
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compiti insieme. ¶ Non rispose. Gli occhi andarono sulla parete
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Lei lo guardò con gli occhi ancora bagnati. Riaprì
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la gamba che non gli faceva male. La fece
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aprì bocca solo quando gli fu seduto a fianco
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Mi vuole parlare ora!” gli sussurrò nell’orecchio. ¶ “Chi
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che ruotava in mano, gli occhi sottili, il panciotto
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si chiese se anche gli uomini al cancello si
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erano troppo deboli perché gli arrivassero chiare. Luigi disse
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tra le mani, aveva gli occhi stanchi e fissava
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si illuminò. Poi chiuse gli occhi, perché nella sua
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televisione stavano tornando vive. Gli sembrò di essere ancora
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con la testa che gli toccava quasi terra. Il
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uomo alto e curvo gli passava accanto, Pietro premette
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voltò. Restò seduto, con gli occhi contro il muro
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Pensaci…” fece l’uomo. Gli camminò a fianco, con
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E pensò che non gli sarebbe dispiaciuto essere una
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di fronte a sé. Gli parve di sentire ancora
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attimo suo padre alzò gli occhi dal piatto. ¶ Poi
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al viso del figlio. Gli occhi feroci. “Mangia!” gridò
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un mostro senza forma. Gli occhi si rimpicciolivano e
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Si guardò correre, chiudere gli occhi e andare verso
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il fondo della sala. ¶ Gli urli di suo padre
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era sul letto, con gli occhi aperti. C’era
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E l’abbracciò. Lei gli sorrise, senza parlare. ¶ “Dove
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altro. Rimase sempre con gli occhi alla margherita ricamata
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una strada fuori città. Gli hanno sparato due colpi
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il sangue ¶ 24. ¶ Ci pensavano gli indiani arrabbiati a vegliare
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orecchio e sulla guancia. Gli toglieva i capelli dagli
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testa, si apriva e gli avvolgeva la fronte. ¶ Teneva
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ancora più forte, strofinava gli occhi e la bocca
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ogni respiro il profumo gli entrava dentro e gli
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gli entrava dentro e gli arrivava fino in fondo
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lì si spegneva. ¶ Guardò gli occhi bagnati di sua
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brillavano nella penombra. Lei gli accarezzò i suoi, che
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era il fuoco che gli saliva alle tempie e
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il suo respiro lei gli toccava la fronte e
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di lei. Rimase con gli occhi semiaperti, verso il
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scritto nella lettera. “ ¶ Lei gli strinse il viso tra
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cullò ancora. ¶ “E anche gli altri due nomi della
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letto. Fissò sua madre: gli occhi chiusi e la
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scendere calde e decise. Gli scivolavano sulle guance, fino
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con sopra l’orologio, gli occhiali, il pacchetto di
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ogni altro senso. ¶ Spalancò gli occhi e pianse ancora
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e pianse ancora. ¶ Adesso gli era accanto. Guardava la
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verde, le labbra sottili, gli occhi allungati e senza
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madre. Gentili e morbide. Gli accarezzarono la nuca e
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nuca e le spalle. Gli tolsero le lacrime. ¶ Pietro
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poi si dividevano e gli si appiccicavano addosso. ¶ Le
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non avrebbero più ucciso gli uomini buoni. ¶ Erano velocissime
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alla cornice e aveva gli occhi rosso fuoco. Con
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e dalla bocca aperta gli era scivolata fino in
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lo mordeva, lo graffiava, gli faceva male. Ormai abitava
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E con lui tornarono gli uomini sotto i lenzuoli
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a suo padre che gli era un po’ sopra
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sopra e stava con gli occhi spalancati al figlio
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finì. ¶ Quando le gambe gli cedevano, lei lo aiutava
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della televisione sua madre gli appoggiò una mano sulla
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sul suo ventre, chiudendo gli occhi mangiati dal pianto
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dalle sue labbra e gli strinsero un po’ il
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lo aveva riempito e gli aveva lasciato una grande
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aperte che ogni tanto gli baciavano le spalle nude
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diventò affannoso. ¶ Pietro riaprì gli occhi, la notte era
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bene”. Però io non gli ho scritto “Ti voglio