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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

concordanze di «gli»

nautoretestoannoconcordanza
1
1796
il pontificio messo ¶ e gli disse chi egli era
2
1796
e un santo zelo ¶ gli dilata le froge e
3
1796
fu, ¶ sì del presente gli occupò che quasi ¶ fe
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1796
fe’ lor spesso obbliar gli scorsi casi. ¶ E or
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1796
tutti a un tratto gli eventi e le vicende
6
1796
imprudente, ¶ che non dovea gli amanti a fronte porre
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1796
che l’opportuna occasion gli offerse. ¶ Estatico Carpin stavasi
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1796
bella amica ¶ in sen gli risvegliò la fiamma antica
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1796
occupa di lui. ¶ Indi gli fa cortesemente invito ¶ di
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1796
dietro si stringe. ¶ Ella gli oggetti che vedean gli
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1796
gli oggetti che vedean gli espone ¶ e al di
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1796
a lui faccia piacer gli asconde. ¶ A lui colla
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1796
colla più fine attenzione ¶ gli onor, le cortesie tutte
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1796
gioventù le carte ¶ e gli studi di Pallade non
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1796
vate ¶ in tersissimo stil gli elogi fenne ¶ e del
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1796
stessa vien Toleicona ¶ o gli incensi odoriferi a quel
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1796
ognun travide ¶ tali commozion, gli osserva e ride. ¶ Poi
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1796
ciel stellato? ¶ O forse gli Alessandri ed i Caligoli
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1796
grilli e di Miron gli sculti marmi? ¶ Non però
20
1796
esservi cosa che aggradir gli debbe; ¶ e poiché fra
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1796
temon sul capo lor gli estremi danni. ¶ Or, siccome
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1796
di Gengiscan rammenta, ¶ e gli usi ed i costumi
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1796
i luminosi gradi e gli onor primi, ¶ che gema
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1796
l’ascoltò, dar non gli volle un soldo. ¶ Onde
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1796
innalzollo e ch’or gli invidia; ¶ e di calunnie
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1796
vigorosa in atto fiero ¶ gli pose alla gorgiera e
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1796
deggia ¶ vero ciò che gli avvenne, o s’ei
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1796
goderne a suo piacer gli lice. ¶ Se d’amante
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1796
il buon dal tristo: ¶ gli onest’uomini il sanno
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1796
e incetta ¶ da tutti gli isolan di quel contorno
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1796
sepolti sian del minister gli arcani. ¶ Gli inumani satelliti
32
1796
del minister gli arcani. ¶ Gli inumani satelliti di Toto
33
1796
e il prigioniero e gli ordini consegna. ¶ Costui di
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1796
dell’unico suo figlio. ¶ Gli ordini altrui poco curar
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1796
per compagno averlo idea gli venne, ¶ quantunque Toto gli
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1796
gli venne, ¶ quantunque Toto gli ordini e l’avverta
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1796
modi, aspro linguaggio, ¶ onde gli disse: «S’io facessi
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1796
darò le reti e gli ami e l’esca
39
1796
e a ben conoscer gli uomini e il paese
40
1796
giubba e brache talor gli dislacciava ¶ e per scuoter
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1796
lor mogli aprir ben gli occhi ¶ debban per impedir
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1796
I perigli schernia, vincea gli ostacoli ¶ e facea cose
43
1796
Quand’ei da me gli usi stranieri apprese, ¶ tanto
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1796
stranieri apprese, ¶ tanto se gli scaldò la fantasia ¶ che
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1796
e vasta ¶ tutti vincer gli ostacoli presume, ¶ del portentoso
46
1796
per istabilir in Mogollia ¶ gli usi stranieri ed il
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1796
dee ¶ di popoli cangiar gli usi e le idee
48
1796
immobilmente in lei fissando gli occhi ¶ tutte le guardie
49
1796
più fecondo ¶ per riempir gli erari e far contante
50
1796
tante, ¶ danaro mai non gli dovea mancare: ¶ il punto
51
1796
onde il decreto pubblico gli dona ¶ il grande onor
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1796
vantaggio» ¶ il carnefice allor gli rispondea; ¶ e ponendogli intanto
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1796
alla ragion prevale. ¶ Circa gli istessi tempi, in Mogollia
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1796
preparata e pubblica udienza ¶ gli infimi araldi e portator
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1796
grazie al ciel se gli può star accanto. ¶ Tempo
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1796
di lui più forte – ¶ gli è forza ed al
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1796
sorbir un aio suo gli avesse fatto, ¶ aio di
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1796
gloria, non pro, ma gli procaccia ¶ la comun gelosia
59
1796
diffidenza, ¶ onde tranquilli uopo gli è pur l’altrui
60
1796
che dello Stato ¶ votar gli erari e indebitaro il
61
1796
tutto in grande. ¶ Invan gli austeri vecchi e i
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1796
trastulli, ¶ invan sclamar contro gli effetti pravi ¶ di sì
63
1796
sian model di virtù gli Stati sui. ¶ Poiché fra
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1796
con pompa celebrar straordinaria ¶ gli annui giuochi per numi
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1796
dové sua sorte; ¶ e gli alti impieghi e i
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1796
ma su i riguardi gli convien tenerse, ¶ che non
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1796
e odi malefici ¶ infra gli ambasciador de’ due Pontefici
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1796
rivali Nunzi pontifici ¶ e gli indusse a mostrarsi all
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1796
il periglio allor che gli sovrasta ¶ talun mostrargli e
70
1796
risponde che Bagdad solo gli basta. ¶ Ma se tarda
71
1796
Medo ed Assiro, ¶ tutti gli Imperi infin così finiro
72
1796
almen pontifical contegno ¶ supplir gli altri califfi alla mancanza
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1796
né in confronti entrar gli piacque; ¶ finse in altro
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1796
piaccia, ¶ poiché arricciar se gli vedea le nari, ¶ crespar
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1796
il Papa; e quel gli rispondea ¶ ch’egli è
76
1796
Carpin ed il groppon gli tribbia; ¶ Carpin si volge
77
1796
ed un solenne sorgozzon gli affibbia; ¶ e s’incomincian
78
1796
questi ¶ le gote e gli occhi ha omai lividi
79
1796
sull’isole ove nascono gli aromi ¶ fra i tropici
80
1796
Meriggio ignota terra ¶ che gli antartici ingombra immensi mari
81
1796
erra ¶ e rozzi son gli abitatori e rari, ¶ che
82
1796
guerra ¶ quasi tutti estirpò gli originari ¶ o gli assorbì
83
1796
estirpò gli originari ¶ o gli assorbì voragine o tremuoto
84
1796
trasformi a tuo piacer gli altrui voleri ¶ e il
85
1796
di cui noti son gli estri, ¶ usar volesse la
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1796
punto tal non tacerian gli autori. ¶ Ma a luogo
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1796
le rarità mogolle. ¶ Mostrò gli effetti e le ragion
88
1796
effetti e le ragion gli addusse ¶ e nel lor
89
1796
van si volle ¶ alterargli gli oggetti; e il ver
90
1796
il garzon stendendo esangue ¶ gli fe’ versar dal sen
91
1796
lente all’occhio accosta, ¶ gli osserva ad uno ad
92
1796
dell’insano mestier vedi gli eroi. ¶ Quei che ha
93
1796
sorte. ¶ Ve’ quegli che gli siede alla sinistra ¶ col
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1796
azienda e dello Stato. ¶ Gli atti e gli ordini
95
1796
Stato. ¶ Gli atti e gli ordini pubblici registra ¶ l
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1796
l’altro che tu gli vedi al destro lato
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1796
in ginocchione ¶ e poscia gli tirava una sassata; ¶ e
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1796
fuor di scena, ¶ istigati gli avea Carpino istesso, ¶ che
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1796
faria l’elogio; ¶ ciò gli accadea, se Scardassal non
100
1796
il pennello in man gli pose, e pare ¶ che
101
1796
stupidi spettator getta su gli occhi. ¶ Indi è la
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1796
alla gran donna ripete gli evviva ¶ e di pifferi
103
1796
prima de’ viaggi suoi gli fur compagni, ¶ e i
104
1796
ve li ficca. ¶ Dacché gli affari amministrò Cutsai, ¶ questa
105
1796
Talun temé che apoplesia gli avesse ¶ l’attività de
106
1796
i lor dissidi. ¶ Quando gli giunse di Catuna il
107
1796
smontata, ¶ laonde ai successor gli ordini suoi ¶ dovette espor
108
1796
grandi, augusti affari! ¶ Or gli onori, le cariche e
109
1796
onori, le cariche e gli offici ¶ son tutti fra
110
1796
le piace ¶ e lasciar gli altri guerreggiar in pace
111
1796
con tal magnificenza ¶ che gli applausi acquistar dell’ignorante
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1796
a un tratto sparir gli ambasciadori ¶ senza pagar un
113
1796
i chiamati son, pochi gli eletti. ¶ Ma benché spesso
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1796
ignori e appaian sol gli effetti, ¶ pur la turba
115
1796
anche fra’ prenci e gli uomini di Stato ¶ i
116
1796
sol, e avean cessato ¶ gli Austri piovosi e i
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1796
umor pingue ¶ l’alma gli aggrava ed il vigor
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1796
Ma come mai cangiar gli abituali ¶ modi ed il
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1796
seguia, ¶ che aurati ha gli elmi e le corazze
120
1796
l’erubescenza; ¶ ed ella gli facea distinzioni ¶ e conferiagli
121
1796
applaudian liete e ripetean gli evviva ¶ e spargevano i
122
1796
trofei ogni bimestre ¶ per gli uomini a far priego
123
1796
instancabile costanza, ¶ quella compir gli fe’ mirabil stanza. ¶ Così
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1796
le visioni; ¶ le profezie, gli oracoli s’intendono; ¶ e
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1796
intendono; ¶ e del ciel gli alti arcani il popol
126
1796
oracoli rende a chi gli chiede ¶ di profonda caligine
127
1796
far dimora; ¶ e che gli istessi son che, a
128
1796
daini i lupi, ¶ e gli augei tutti delle macchie
129
1796
eletti ¶ a far seco gli onor di quel convito
130
1796
e pensiero, ¶ non isdegnar gli umili alberghi nostri. ¶ Non
131
1796
delle ancelle di Fo gli omaggi accetta». ¶ Le feron
132
1796
di lor discreti ¶ son gli storni negli orti e
133
1796
ognor siegue il Mogol gli usi e la pratica
134
1796
città, le arti e gli studi ¶ ove sol si
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1796
per favor ne godean gli emolumenti ¶ tranquillissimamente in Caracora
136
1796
in ogni impresa avrebbe gli astri amici ¶ fu da
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1796
e pudiche, ¶ mostrando lor gli orrendi strazi e i
138
1796
troppo e spessi ¶ son gli incidenti che in qua
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1796
meritar che di ottener gli onori. ¶ Or qui sì
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1796
calpestava i tapeti e gli aurei palchi. ¶ O d
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1796
paragon non vi disgusta – ¶ gli asini che il villano
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1796
al campo mena ¶ soglion gli orecchi auzzar, qualor la
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1796
se interesse vil se gli presenta ¶ dover e fè
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1796
giunse nella capitale ¶ fra gli evviva e l’applauso
145
1796
feroce e forte ¶ fra gli intrepidi fu di Gengiscano
146
1796
lato manco; ¶ dal collo gli pendea tasca di pelle
147
1796
acciaio ¶ colle mie man gli caccerò nel ventre ¶ e
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1796
in quel mentre ¶ bollir gli vedi come in un
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1796
caldaio ¶ il sangue, e gli occhi avea turgidi e
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1796
carnefici, i sicari. ¶ Voti gli erari son; dispendio grande
151
1796
grande ¶ non dan però gli eserciti mogolli, ¶ poiché d
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1796
gliel vieta. ¶ Di traverso gli fesse il mesenterio, ¶ insegnando
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1796
ribello affronta; ¶ quei se gli scaglia incontro e colla
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1796
a terra, ¶ e se gli rupper brache e cintolone
155
1796
Si piegò sull’arcion, gli occhi stravolse ¶ il villan
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1796
e forza e ardir gli accrebbe. ¶ Alzò a due
157
1796
crudel macello ¶ di chi gli arresta o lor traversa
158
1796
del cuore umano, ¶ tanto gli istinti di natura abbatte
159
1796
con danar corruppe, ¶ talché gli amici suoi, la guardia
160
1796
riguardandolo in sembiante, ¶ «Apua» gli disse «Io ti conosco
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1796
condotto; e la sentenza ¶ gli lesse il banditor, ov
162
1796
non lo ritarda ¶ contro gli inermi incrudelir non lascia
163
1796
fatto tal ferocemente altero, ¶ gli accolse il Tonchinese e
164
1796
truppe il Mogol, che gli emigranti ¶ forzasser colle loro
165
1796
pria mutili e tronchi ¶ gli appeser nudi e capovolti
166
1796
Gepan la signoria. ¶ Splendon gli aurati rostri in faccia
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1796
come sono fra lor gli usi ordinari – ¶ la verga
168
1796
stesso e savi; ¶ ma gli altri capitan, gli altri
169
1796
ma gli altri capitan, gli altri nocchieri ¶ visto mai
170
1796
uscir tutto il convoglio: ¶ gli ordin eran mal dati
171
1796
annego?» ¶ Sovente a domandar gli ordini suoi, ¶ vinto dalla
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1796
le case e distruggean gli armenti. ¶ Quell’isola, che
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1796
rancor e per calmar gli spirti, ¶ benché almen di
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1796
fama, avvezza ad ingrandir gli oggetti, ¶ i pregi esalta
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1796
dopo li primi accoglimenti ¶ gli obbliò pur Catuna e
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1796
il favor per gelosia gli tolse, ¶ perocché, donne mie
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1796
e un sull’altro gli ammonta in stanza oscura
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1796
sonetto, o madrigale ¶ presentato gli vien ciaschedun giorno; ¶ ma
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1796
scrosci di risa. ¶ Tommaso gli ordinò di farlo entrare
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1796
seder a sé vicino, ¶ gli dimandò del lungo suo
181
1796
in cammino ¶ sinistri incontri gli erano accaduti ¶ dacché al
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1796
sollievo e albergo aversi, ¶ gli usi strani, l’incognito
183
1796
fretta disioso, impaziente, ¶ quesiti gli facea sopra quesiti. ¶ «Di
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1796
Pontefice rimettere ¶ quant’io gli consegnai memorie e lettere
185
1796
le messe. ¶ E poi gli soggiungea: «Questo paese ¶ lo
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1796
tagli in una man gli vedi, ¶ delle due potestà
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1796
tengon le corde e gli occhi ¶ han fissi al
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1796
non altrimenti ¶ che riderian gli europei cristiani ¶ il culto
189
1796
Innocenzo Quarto, ¶ di cui gli dimandò s’ei discendea
190
1796
mogolli ¶ ranghi e onor gli accordò di cutuctù. ¶ Poscia
191
1796
altro priego o istanza, ¶ gli fe’ dar del danaio
192
1796
brigata ¶ pria la man gli baciava in ginocchione ¶ e
193
1796
la mia sorte attende!» ¶ Gli spirti intanto alletta alla
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1796
sogni in varie forme ¶ gli empion la fantasia mentr
195
1796
Cane; ¶ talor l’impero gli parea contendere ¶ ad un
196
1796
in camera. ¶ Tutti insiem gli son sopra, e chi
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1796
son sopra, e chi gli mette ¶ una crovatta intorno
198
1796
gola, ¶ chi le brache gli pon, chi le calzette
199
1796
in cadenza ¶ ossequio profondissimo gli fanno. ¶ Ei li congeda
200
1796
di natura ammira ¶ e gli aurei palchi e le
201
1796
che al suo apparir gli fanno un grand’inchino
202
1796
da commedia ¶ di sghignazzar gli venne un gran prurito
203
1796
battaglia, ¶ che ti trovar gli attoniti staffieri ¶ entro il
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1796
pel tuppé l’acciuffa, ¶ gli scarmiglia la zazzera e
205
1796
al trono avendo facili gli accessi ¶ suppliche forse a
206
1796
non altrui concesso ¶ introdusser gli eroi di Caracora ¶ nel
207
1796
libera dimora ¶ e ove gli adetti sol, solo le
208
1796
matrone ¶ tutte allor se gli affollano d’intorno ¶ per
209
1796
rimosse. ¶ «Signor» Siveno allor gli disse «Io venni ¶ sovente
210
1796
e geloso, ¶ nel passar gli fe’ strada e riputollo
211
1796
gran signori; ¶ lo che gli procurò più d’un
212
1796
vari ognora ¶ s’offron gli oggetti, onde trattar convienci
213
1796
suffoga e assorbe, e gli astri erranti e fissi
214
1796
l’empie putte e gli infernali drudi ¶ sieguon le
215
1796
ch’ei volle; ¶ allor gli erranti avventurier mendichi, ¶ il
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1796
sempre Gengiscano Magno. ¶ Ella gli fomentò la frenesia ¶ di
217
1796
i fumi ¶ e imbastardì gli original costumi; ¶ d’essa
218
1796
dopo la pioggia. ¶ Allor gli aurei cordoni e le
219
1796
e rare, ¶ o con gli adulator standosi a crocchio
220
1796
Quindi, né rari son gli esempi, avviene ¶ che mogollo
221
1796
al trono istesso, ¶ fra gli aurei cinti e le
222
1796
la cura sua fosser gli infermi. ¶ Risponde: «Alcun non
223
1796
industria le vie tentar gli giova: ¶ di finto accoramento
224
1796
pietà muova ¶ e sollievo gli dia straordinario ¶ o gli
225
1796
gli dia straordinario ¶ o gli renda la carica e
226
1796
partir ch’egli fe’ gli occhi in lui fisse
227
1796
del salutare ¶ avviso e gli promise che del falso
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1796
il fazzoletto, ¶ il portamento, gli atti e la statura
229
1796
spregevole si rende». ¶ Bassò gli occhi Tommaso e assai
230
1796
occhi Tommaso e assai gli increbbe ¶ l’angustia dell
231
1796
oscure, ¶ che trascorrendo per gli aerei campi ¶ carco d
232
1796
memorabile tragitto ¶ di Faraon gli eserciti sommerse. ¶ L’onnipossente
233
1796
cibo allora ¶ solea refocillar gli spirti un poco, ¶ e
234
1796
il gioco; ¶ e se gli affari andavano in malora
235
1796
dell’inesperto ammirator che gli ode ¶ attira lor non
236
1796
le casse, ¶ e su gli agricoltori e su gli
237
1796
gli agricoltori e su gli artisti ¶ nuove imposizioni e
238
1796
temean che in città gli schiavi e i servi
239
1796
d’impero. ¶ Ma tranquillar gli impauriti e molli ¶ spirti
240
1796
suoi l’ingorda brama ¶ gli opportuni in predar momenti
241
1796
dunque pel motivo istesso ¶ gli alti disegni suoi far
242
1796
i soavi costumi e gli usi apprendono, ¶ il disegno
243
1796
anni carico ¶ pur non gli sia la lode e
244
1796
dal padre Orcus, perché gli spuri in fascia ¶ prendon
245
1796
le donne, i cavalier, gli offiziali. ¶ Tommaso allor chiedea
246
1796
i giocosi equivoci piacevoli, ¶ gli ossequi e le cortesi
247
1796
vorrebbe Catuna in Mogollia ¶ gli usi introdurre e i
248
1796
i pensier, le idee, gli affetti ¶ e ne depura
249
1796
chiedea Tommaso, là volgendo gli occhi ¶ «E quella moltitudine
250
1796
al mio interno ¶ quando gli odo parlar sonoramente ¶ sui
251
1796
te l’accocca. ¶ E gli uomini dabben son qui
252
1796
o debitor dovrai ¶ soffrir gli intrighi e i sutterfugi
253
1796
a ragion non puoi. ¶ Gli informi Iassa lor, di
254
1796
nascosto, ¶ ma poi tutti gli scrupoli ha deposto. ¶ Or
255
1796
frutto; ¶ ma il ciel gli aborre e li detesta
256
1796
che di Catuna ottien gli alti favori; ¶ ella, nel
257
1796
pensier frattanto avea, ¶ e gli oggetti ritien profondamente ¶ impressi
258
1796
lui». ¶ E per memoria gli donò uno stocco ¶ coll
259
1796
bianca fascia la fronte gli cingea; ¶ un ciuffo ha
260
1796
il muso brusco. ¶ Poscia gli disse: «Amico, buonasera. ¶ M
261
1796
van raddoppiando del piacer gli oggetti, ¶ ed in leggiadre
262
1796
a cui conformi son gli avvenimenti; ¶ s’arma alfin
263
1796
alfin di coraggio, acciò gli sia ¶ di scorta in
264
1796
alla chinese: ¶ poiché fra gli altri gusti Turachina ¶ avea
265
1796
onte, il dispregio ¶ e gli scherni ingoionne e i
266
1796
pazza ambizion il cor gli rose, ¶ per ogni indegna
267
1796
mente e furba idea gli pose: ¶ languido e sospiroso
268
1796
altrui ¶ la vergognosa codardia, gli diero ¶ dispacci per recarli
269
1796
con volto umano ¶ e gli porse a baciar l
270
1796
le seccature; ¶ voi, che gli archivi ognor scartabellaste ¶ e
271
1796
ma se Toto scopria gli intrichi occulti ¶ soffrir da
272
1796
onde, ad effetto tal gli ordin spediti, ¶ non più
273
1796
mille obbedir denno. ¶ Tutti gli fan sommissioni e omaggi
274
1796
Quei che vinti restar, gli alteri insulti ¶ disdegnando soffrir
275
1796
e ambasciatori ¶ a rendere gli omaggi a Turachina. ¶ Cangiaron
276
1796
il gorgozzul si scotti, ¶ gli interi polli e intinservi
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senza che alcun costringa ¶ gli affetti miei, per desiare
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stesso. ¶ Strano capriccio preferir gli piacque ¶ all’alta speme
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tutta Mogollia divenne, ¶ e gli equipaggi e la livrea
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da capo a piè gli inverecondi amanti. ¶ Per desio
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ognun l’osserva e gli tien l’occhio addosso
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sfavillante pioggia ¶ ampiamente ingombrar gli aerei campi. ¶ La docil
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la reggia. ¶ Alzano allor gli spettator gli evviva ¶ e
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Alzano allor gli spettator gli evviva ¶ e al lieto
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Voliamisa, sua mogliera, ¶ fra gli urti della calca ivan
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donne, ¶ che diresti danzar gli orsi e le monne
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staffieri e camerieri ¶ che gli dier, più che commodo
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il lor cieco destin gli uomini mena! ¶ Commedia è
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Gli Arabi trascorrendo e gli Indi e i Persi
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casi e negli avversi ¶ gli oggetti a valutar m
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che di Catuna ottien gli alti favori, ¶ che ancor
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volge l’armi e gli affar come a lui
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onor, la gloria e gli interessi sui, ¶ né più
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né alcun di lui. ¶ Gli dee Catuna in parte
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al rival, né se gli oppose. ¶ Quei che a
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foco in vecchia età gli vedi; ¶ che ad affettata
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uom sì poca cura! ¶ Gli incliti eroi son questi
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pronte ¶ fissano in lui gli spettator le ciglia, ¶ finché
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anticamente ¶ delli consoli suoi gli anni segnò, ¶ gli anni
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suoi gli anni segnò, ¶ gli anni del regno suo
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Siven: «L’aspetto tuo, gli onesti ¶ modi, il tratto
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monarchia fondò primiero ¶ languir gli illustri sforzi osserverai. ¶ Togli
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di che stupidi son gli ammiratori. ¶ Ma senza premio
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e sparge invano ¶ su gli studi e fra l
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poveri ed esausti ognor gli erari. ¶ Lo Scandol siede
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che non appreser mai gli usi gentili ¶ e le
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mondo, ¶ se vana illusion gli occhi gli appanna; ¶ di
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vana illusion gli occhi gli appanna; ¶ di’ dunque tu
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gloria il magnanimo desire ¶ gli animi a grandi imprese
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far stima, ¶ come sentir gli stimoli pungenti ¶ di quell
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di quell’onor che gli animi sublima, ¶ se a
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marzial mestiere, ¶ quai sian gli impieghi lor se mi
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montando sguarnita ignobil rozza ¶ gli vedi galoppar pubblicamente ¶ cogli
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sorte o di favor gli estolle ¶ talor dall’imo
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tranquilla e sicura indifferenza ¶ gli eventi agevolò pronti e
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maniere inumane e sanguinarie, ¶ gli incendi, gli stermini e
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e sanguinarie, ¶ gli incendi, gli stermini e i fatti
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mogolla crudeltà spavento ¶ fra gli inimici sparse e avvilimento
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il titol prende, ¶ onde gli odi nomar con fasto
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di saper profondo ¶ sparser gli esempi e dieron leggi
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altra antonomasia ¶ per caratterizzar gli eroi dell’Asia? ¶ Di
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pur scimie e orsacchini. ¶ Gli inchini, i scorci ed
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nomar ascolti; ¶ che fra gli agi tuttor vissero a
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erta stassi: ¶ le vie gli tronca e gli attraversa
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vie gli tronca e gli attraversa i passi. ¶ Non
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e ovunque sia ¶ avrà gli applausi miei, la lode
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lor primiero, ¶ e allor gli scarpellini e i muratori
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le vecchie mule e gli asini col basto, ¶ e
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le dottrine ancora, ¶ acciò gli studi e le famose
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consesso ¶ non lo san gli uditor, non sallo ei
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de’ sacri ¶ templi, ove gli ebbri bonzi a terra
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un santo» allor Siven gli disse ¶ «È un giovin
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santo venerato. ¶ Or lampadi gli accende; e morti ancora
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dalle leggi non son gli uomin protetti; ¶ qui dall
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con autorità legislatrice ¶ vuolsi gli ordin raccor di Gengiscano
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a trarre alla virtù gli umani petti ¶ col tuon
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vicini; ¶ e rovinava ognun gli Stati sui ¶ per devastare
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per devastare e depredar gli altrui. ¶ Univansi a quei
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ferro nemico e fra gli stenti. ¶ Or mentre dell
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secondo Baldovino; ¶ ma tutti gli altri, a cui non
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sua sede ¶ e decidea gli articoli di fede. ¶ La
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fede. ¶ La qualità pontifical gli dava ¶ di Macon su
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che ampi mezzi ognor gli procurava ¶ per ispiegar magnificenza
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di Babilonia. ¶ Dal mento gli scendea fin sotto il
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divenne. ¶ Poscia il Calif gli confidò la cura ¶ dei
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ansia inquieta in cor gli lassa, ¶ ed ella intanto
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con ella, ¶ un dì gli tolse, mentre egli dormia
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lo benedisse, ¶ la man gli pose sulla testa e
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e a ritirarsi, ¶ ordinata gli fu l’amputazione. ¶ Incominciò
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più cospicue persone, ¶ o gli lasciar, come l’usanza
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qual differir più non gli lice, ¶ che tutti consecrar
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Zelmira ¶ di sua virilità gli ultimi istanti, ¶ scarso sollievo
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sicuro: ¶ tanto la fantasia gli turba e guasta ¶ la
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lei, narra ciò che gli sovrasta: ¶ «Tommaso io non
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cosa ella sì ben gli spiana e narra ¶ che
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effetto. ¶ Pur d’uopo gli è del gran segreto
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a un luogo tal gli attenda. ¶ Indi a raccor
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lor tenea dietro e gli inseguia. ¶ Per ristorarsi e
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d’ira. ¶ Amara bile gli montò sul naso, ¶ morse
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non ha in tempo gli ordini eseguiti. ¶ Pena cotal
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rocce ¶ o stillar dentro gli antri a gocce a
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Prometeo la rupe ¶ e gli avvoltoi, che intorno ivan
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ed i tre prigionier gli presentò. ¶ Fiero in sembiante
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il germano valor contro gli spinse: ¶ fe’ del tartaro
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lor fuga la cagion gli espose, ¶ e il sesso
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sposarsi con lei non gli nascose. ¶ Piacque a Batù
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intendea molti linguaggi, ¶ conoscea gli usi ed i costumi
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latino, su gran pergamena, ¶ gli consegnò del Papa un
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voless’io spassarmi seco, ¶ gli avrei fatto insegnar a
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mogollo, un asiatico, ¶ schietto gli confessò ch’ei più
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e a lor, poiché gli fer cerchio d’intorno
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ovunque passa. ¶ Varcando poi gli auri-fecondi Altai, ¶ dall
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il tendone ¶ non se gli bada o se gli
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gli bada o se gli guarda appena ¶ o al
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non fia chi dar gli possa impaccio ¶ le poneva
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e i cavalli e gli equipaggi ¶ circondan l’atrio
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e la Noia ognor gli sta. ¶ Spandonsi alla rinfusa
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alcun che d’onorar gli piaccia ¶ gli getta bucce
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d’onorar gli piaccia ¶ gli getta bucce e torsi
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lui debbon la legge; ¶ gli altri di tirannia sotto
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per ricevere e rendere gli inchini. ¶ Eran sposi da
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squarcina ¶ lunga e ritorta gli pendeva al lato ¶ coll
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cittadi e popoli diversi: ¶ gli usi, i costumi e
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e l’indole osservai. ¶ Gli Arabi trascorrendo e gli
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sommessi e ligi me gli avea ridutti; ¶ e se
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Avrebbesi creduto che costei ¶ gli avesse fatta qualche ciurmeria
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di quella strega ¶ preser gli affari miei cattiva piega
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come accadea sovente, allor gli venne, ¶ che in letargo
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tutti d’Asia tremar gli imperi e i regni
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la sua morte io gli successi. ¶ M’aman questi
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geli. ¶ Altre deserte son: gli abitatori ¶ son gli orsi
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son: gli abitatori ¶ son gli orsi e i lupi
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favella e senza idee, gli ascolti ¶ formar confuso suon
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che menansi a me gli esuli sono ¶ d’importanza
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o se lo pappan gli orsi. ¶ Che se unghia
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costumi ne adotta e gli usi stessi. ¶ Or vedi
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moto ¶ che il cuor gli scuote e inumidisce il
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tosto s’unir tutti gli onor di corte. ¶ Così
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vede ognor che se gli tien celato ¶ il pubblico
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al giogo tenda, ¶ pur gli animi scontenti e mal
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fratei Tafar scelse fra gli altri ¶ come più arditi
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ma la bocca Tafar gli tura e serra; ¶ rustico
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sì scaltri ¶ metodi distinguean gli uni dagli altri. ¶ Circa
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spedale, ¶ benché non manchin gli ammalati e il male
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Onde in certi stanzon gli ammontonarono, ¶ ove nel puzzo
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fischi e strepito, e gli getta ¶ sul volto esoso
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superbi alloggi: ¶ portaron via gli aurati vasi, i quadri
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e splendor vano ¶ che gli occhi abbaglia della gente
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legno, un coppo ¶ non gli hanno dato ancor sulla
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solo nomarli, ¶ ma non gli ho visti mai, né
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ignoto affatto ¶ quel sembiante gli par, se pur non
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compagnia della signora madre ¶ gli aviti porci seguitando gia
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sta quasi sotto. ¶ Qui gli lasciar per una settimana
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di Turachina a caso gli sovvenne. ¶ Pietà lo scosse
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orror le invase. ¶ Pur gli smarriti spirti alfin raccolse
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che di Zelmira allor gli fe’ il presente ¶ che
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che già alterata ¶ avean gli stenti, il tempo, il
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riconobbe alfin per Turachina, ¶ gli parve esser nell’isola
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stupor si scosse, ¶ gettò gli ami e la canna
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e perfetto, ¶ affettato or gli par lezio o impudico
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a cotal segno ¶ abbattuta gli avea ch’ei più
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Palestina, ¶ veder Siveno e gli altri amici, e poi
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poiché si regge appena, ¶ gli stanchi spirti e l
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lei tosto che andar gli lice, ¶ baciò la bella
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bella man ch’ella gli offerse ¶ e di sue
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sen ne avvampa e gli traspare in faccia ¶ e
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s’arresta e agghiaccia. ¶ Gli occupa i sensi allor
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sospira ¶ e di pianto gli bagna il freddo volto
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al funerale ¶ si rendesser gli onor di generale. ¶ Di
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compiangon morto e onor gli fanno ¶ ed il funereo
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buon parrocchian, prima dedotti ¶ gli emolumenti suoi da quei