Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930
concordanze di «gli»
n | autore | testo | anno | concordanza |
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1 | 1930 | gli saltellava sempre davanti gli occhi. Degli infermi accattoni | ||
2 | 1930 | crepato al sole, con gli occhi tenebrati dalla paralisi | ||
3 | 1930 | sul fuoco; la vita gli serpeva, il collo si | ||
4 | 1930 | attorcigliava, la testa muoveva gli occhi, la bocca boccheggiava | ||
5 | 1930 | convulso alle dita deformate, gli occhi rendevano il sospetto | ||
6 | 1930 | allo spettacolo. Se alcuno gli faceva l’elemosina tutto | ||
7 | 1930 | all’ora in cui gli uccelli si chetano e | ||
8 | 1930 | una di quelle con gli occhi che sorridono e | ||
9 | 1930 | un pelame bestiale, nero, gli copriva il grugno. L | ||
10 | 1930 | ridendo il Tarmito e gli fe’ un cenno di | ||
11 | 1930 | mano e incitò con gli occhi il Tarmito alla | ||
12 | 1930 | egli taceva l’arnese gli mise una mano davanti | ||
13 | 1930 | e disse due, con gli occhi scintillanti. ¶ Il Tarmito | ||
14 | 1930 | confidenze. Il Tarmito allagati gli occhi di rosso, si | ||
15 | 1930 | aveva messo sul ceffo gli occhi freddi di un | ||
16 | 1930 | di un lupo e gli fe’ una scilecca a | ||
17 | 1930 | scilecca a ferro diaccio. Gli parve che una rondine | ||
18 | 1930 | parve che una rondine gli avesse fatto sul viso | ||
19 | 1930 | pesante dondolava sulle spalle, gli occhi stralunati, le mani | ||
20 | 1930 | piedistalli si ridussero giocattoli. Gli alberi millenari eran ridotti | ||
21 | 1930 | Delle spranghe di ferro gli spezzarono inopinatamente il petto | ||
22 | 1930 | sapore acre come se gli avessero diacciato in bocca | ||
23 | 1930 | viscere. ¶ Quando si destò gli parve di aver le | ||
24 | 1930 | chiazzavano il cielo, incappavano gli alberi. ¶ La città lastricata | ||
25 | 1930 | esplosive, uomini pneumatici con gli occhi di carbone, spirali | ||
26 | 1930 | lingua di bove e gli occhi di mostro marino | ||
27 | 1930 | sbozzato, uova sode con gli occhi di pierrot, l | ||
28 | 1930 | Il Tarmito si nudò, gli abiti bollivano come la | ||
29 | 1930 | un subisso di smeraldi gli ardevano sulla pelle diacciandola | ||
30 | 1930 | i risucchi del fondo gli intenerirono la carne, ansante | ||
31 | 1930 | acre di ragia. Sotto gli strati soffici s’occultavano | ||
32 | 1930 | strati soffici s’occultavano gli orrori delle caverne, le | ||
33 | 1930 | sciapo del sangue umano gli si dimojò in bocca | ||
34 | 1930 | granivano di bottoni perlati. ¶ Gli uomini delle “picade” coll | ||
35 | 1930 | Le parole medesime che gli aveva insegnato la madre | ||
36 | 1930 | madre a proferire quando gli avessero fatto un’opera | ||
37 | 1930 | sarà? — si chiesero stupiti gli uomini della “picada”. ¶ Il | ||
38 | 1930 | della negra: Aldilik, Aldilik gli spezzava il cuore, il | ||
39 | 1930 | il gorgoglio, lo sciabordìo gli davano il ribrezzo. Da | ||
40 | 1930 | Se il Tarmito chiudeva gli occhi tutto il mondo | ||
41 | 1930 | nulla, soltanto la testa gli rimaneva pesante sulle spalle | ||
42 | 1930 | paese. A un tratto gli parve che qualche cosa | ||
43 | 1930 | frastornasse, un uccello che gli battesse l’ali bianche | ||
44 | 1930 | ragazzo che parlava italiano gli offriva una statuetta di | ||
45 | 1930 | macabro, la Specola, che gli fruttava cento scudi al | ||
46 | 1930 | che chi avesse trovato gli stampi dei Reali di | ||
47 | 1930 | bugìa, fa lume lui — gli disse la madre e | ||
48 | 1930 | continuò: specchiati: le spalle gli si sono scamalate, dai | ||
49 | 1930 | fondo pauroso del mare. Gli orecchi trivellavano come conchiglie | ||
50 | 1930 | col tremito dei denti gli metteva addosso il ribrezzo | ||
51 | 1930 | nave pareva avesse strappato gli ormeggi. L’Oceano l | ||
52 | 1930 | che porta in cielo gli M neri di Maria | ||
53 | 1930 | Passa una draga con gli ormeggi neri cigolanti, a | ||
54 | 1930 | verdi, i palpiti laccati, gli aironi bianco freddi. Le | ||
55 | 1930 | fiere le vedute, aveva gli occhi dilatati dalla sorpresa | ||
56 | 1930 | alla terra la ciurma, gli amici trassero dalla stiva | ||
57 | 1930 | gente spratichita su per gli angiporti come il prevenuto | ||
58 | 1930 | logri di carne con gli occhi freddi, come sfebbrati | ||
59 | 1930 | ossa d’uccellame abbrustolito. Gli uomini erano inselvatichiti e | ||
60 | 1930 | più giovani s’alzò, gli porse le mani e | ||
61 | 1930 | la bocca: Casa mia! — Gli altri si erano gettati | ||
62 | 1930 | che prima di chiudere gli occhi si possa ripassare | ||
63 | 1930 | sonno ebbe uno smarrimento, gli sembrava d’essere nel | ||
64 | 1930 | gonfiato quando s’accappia gli orli con le mani | ||
65 | 1930 | glabro e incartapecorito, anche gli occhi inchiostrati erano sbiaditi | ||
66 | 1930 | fumanti. In quelle contrade gli uomini avevano i visi | ||
67 | 1930 | le urlava uno che gli dicevano “Il Profeta”, mentre | ||
68 | 1930 | dagli occhi ad aureolare gli ascoltatori, velato di pelle | ||
69 | 1930 | delirante: — Vili! per amare gli uomini non bisogna conoscerli | ||
70 | 1930 | prefica. ¶ — Lo so. ¶ — Conclusione: gli uomini sono vili, indegni | ||
71 | 1930 | amara dell’uomo sagginato. Gli ascoltatori, gente d’ogni | ||
72 | 1930 | uomo in delirio con gli occhi lampeggianti e con | ||
73 | 1930 | qua e là muovendo gli occhi come le teste | ||
74 | 1930 | le teste cernierate sopra gli orologi a pendolo, sull | ||
75 | 1930 | crocidava: Aldilìk, Aldilik! — Alè! — gli urlò uno di sull | ||
76 | 1930 | chiamò a sè e gli confidò che voleva parlargli | ||
77 | 1930 | giustiziata in questi giorni: gli fu rinnovata la proposta | ||
78 | 1930 | sono stati i libri, gli darei fuoco. Coteste cose | ||
79 | 1930 | suo paese. La testa gli s’era del tutto | ||
80 | 1930 | i libri più buoni, gli altri furono gettati sui | ||
81 | 1930 | antidiluviano che avesse perso gli anelli della coda, gli | ||
82 | 1930 | gli anelli della coda, gli zoccoli e la rupe | ||
83 | 1930 | distinguevano le nazioni e gli occasi: un focolaio rosso | ||
84 | 1930 | la rimbalzava sull’impiantito gli studiosi alzavano il capo | ||
85 | 1930 | le avesse mangiate con gli occhi; ad averle lisciate | ||
86 | 1930 | il pelo all’incontrario. Gli uomini che stavano a | ||
87 | 1930 | attacco non si cavassero gli occhi e si divelgessero | ||
88 | 1930 | delle sonnambule. Alcune alzavano gli occhiali sull’arco delle | ||
89 | 1930 | d’innocenza smarriva entro gli occhi della ragazza, su | ||
90 | 1930 | simile a un occhio. Gli abiti, ch’egli indossava | ||
91 | 1930 | adolescenza han camminato con gli occhi volti al cielo | ||
92 | 1930 | dei capelli folti, sgusciava gli occhi tondi. — È tutta | ||
93 | 1930 | con un sorriso ingenuo gli domandò se egli era | ||
94 | 1930 | degli automobili nel torpore gli sembravano delle colossali gru | ||
95 | 1930 | suol guardare i santi. Gli passò una mano sul | ||
96 | 1930 | spia n. 13 al paese, gli saltellava sempre davanti gli | ||
97 | 1930 | fondo del cielo abbagliante. ¶ Gli emigranti erano ammassati sul | ||
98 | 1930 | sonno, stregati dalla paura. Gli uomini, tutta gente dei | ||
99 | 1930 | che speculano sulle calìe, gli spurghi dei magazzini, le | ||
100 | 1930 | prendete la reliquia benedetta. ¶ — Gli occhiali rossi liberano dal | ||
101 | 1930 | grande arco luminoso, ma gli emigranti fissavano atterriti la | ||
102 | 1930 | sconvolsero l’acque vorticosamente, gli argani per le gubìe | ||
103 | 1930 | per le gubìe, risucchiarono gli anelli della catena assommando | ||
104 | 1930 | sporgevano i figli e gli facevano gettar baci alla | ||
105 | 1930 | terra e al cielo, gli uomini salutavano, piangendo, la | ||
106 | 1930 | poveraglia inginocchiata in coperta, gli fecero pensare che tutto | ||
107 | 1930 | nostrala celeste e salmastra, gli occhi, liquefatti dalle lacrime | ||
108 | 1930 | verso il sole levante. Gli ambulanti colorivano il grigiore | ||
109 | 1930 | tremava sotto i piedi, gli alberi scardazzavano il fumo | ||
110 | 1930 | Una giornèa da disbarco gli ravvolgeva il torso gagliardo | ||
111 | 1930 | pareva premesse l’aratro. Gli occhi intrepidi fissavano l | ||
112 | 1930 | neri su bianco, con gli occhi affebbrati i Discepoli | ||
113 | 1930 | la vita. Per amar gli uomini e consacrare quanto | ||
114 | 1930 | cera, aderiva all’osso, gli occhi sigillati sognavano nell | ||
115 | 1930 | raffica di piombo che gli crivellò le parti del | ||
116 | 1930 | un tedio nuovo piccoli gli sembrarono gli uomini che | ||
117 | 1930 | nuovo piccoli gli sembrarono gli uomini che si arrapinavano | ||
118 | 1930 | sulla terra: “per amare gli uomini e consacrare quanto | ||
119 | 1930 | la campana di vetro, gli associava nel pensiero il | ||
120 | 1930 | videro mai! Se vedessi gli uomini non li amerei | ||
121 | 1930 | dal tempo avevano tolto gli ormeggi in fretta e | ||
122 | 1930 | dell’Alpe, il fogliame, gli uccelli, la casa, i | ||
123 | 1930 | son, foreste folte ¶ per gli anni altere e per | ||
124 | 1930 | la scure mai tronca gli sterpi ¶ suona la selva | ||
125 | 1930 | E dove saresti tu? — gli rispondeva un altro che | ||
126 | 1930 | grotte, ¶ dove regnano solo gli animali, ¶ faceva il giorno | ||
127 | 1930 | caldaie di pece bollente gli stropoli e cospargevano le | ||
128 | 1930 | chiatte, cariche di carbone, gli uomini neri con gli | ||
129 | 1930 | gli uomini neri con gli occhi bianco-smaltati sembravano | ||
130 | 1930 | dirigendosi, senza intesa, verso gli angiporti, nell’intrico di | ||
131 | 1930 | mattone, metteva al posto gli invitati su dei sofà | ||
132 | 1930 | impallidita sott’olio, con gli occhi di maiolica, la | ||
133 | 1930 | naso di falco e gli occhi di cammello, ravvolti | ||
134 | 1930 | ch’abbia digiunato e gli si siano afflosciate le | ||
135 | 1930 | le labbra molli e gli occhi sul viso giallo | ||
136 | 1930 | verrebbe voglia di cavargli gli occhi per vedere se | ||
137 | 1930 | come i morti e gli uomini imbalsamati, portava sulle | ||
138 | 1930 | che la rapiva tra gli urli del parentato. ¶ La | ||
139 | 1930 | nel trambusto alle rappresentanze gli fu levato di rispetto | ||
140 | 1930 | divano imbottito di vegetale, gli rammemorava la prima donna | ||
141 | 1930 | spina d’agave e gli occhi maculati parevano quelli | ||
142 | 1930 | Dalla coverta un compagno gli calò un cavo che | ||
143 | 1930 | con tutto il cordame, gli scafi, le calate, i | ||
144 | 1930 | profumo di terra palustre gli dette i brividi. Addio | ||
145 | 1930 | nel paese delle chimere. ¶ Gli uomini rudi della montagna | ||
146 | 1930 | scabra come una rupe, gli occhi duri come selci | ||
147 | 1930 | In quelle fiancate lapidee gli uomini s’annientavano come | ||
148 | 1930 | di San Paolo e gli occhi di cielo, si | ||
149 | 1930 | la sollevava a scatti, gli occhi si dilatavano convulsi | ||
150 | 1930 | nuovo — disse Federigo attizzando gli occhi con le dita | ||
151 | 1930 | tutte le imprecazioni che gli avete mandato. Specialmente tu | ||
152 | 1930 | finestra spalancata si vedevano gli alberi dell’orto fioriti | ||
153 | 1930 | accercinate alle chiome. Sentiva gli orecchi bugnare come conchiglie | ||
154 | 1930 | Viscide morene e delfini gli avevano allumachito il corpo | ||
155 | 1930 | impolpato di mal’acque gli davano tremiti freddi. Trasse | ||
156 | 1930 | nel cavarsi la giubba, gli era caduta. Gliela avevano | ||
157 | 1930 | lo salutassero. La madre gli si inginocchiò davanti come | ||
158 | 1930 | un frullone di pensieri gli fece girare il capo | ||
159 | 1930 | risentivano la freschezza antelucana, gli orti, rasenti la linea | ||
160 | 1930 | ogni aspetto di tetraggine. Gli uccelli sciamavano sopra i | ||
161 | 1930 | che avevano pianto tanto, gli occhi spenti nelle orbite | ||
162 | 1930 | imbestiato e impietrato e gli incuteva spavento e pietà | ||
163 | 1930 | caligo e scarabei neri. Gli scafi dei piroscafi dalle | ||
164 | 1930 | sangue erano come fortezze, gli ormeggi afforcati, i pennoni | ||
165 | 1930 | rande ammainate, i bompressi, gli alberi di maestra e | ||
166 | 1930 | cerchiate di bianco, come gli occhi delle anitre selvagge | ||
167 | 1930 | come sciami d’uccelli. Gli antemurali cerchiavano questa Geenna | ||
168 | 1930 | di febbre a tutti gli ordigni. Le eliche aravano | ||
169 | 1930 | fu spurgato dai vagoni. Gli emigranti stavano appollaiati sui | ||
170 | 1930 | essere massacrati dalle locomotive. Gli uomini, che avevano urlato | ||
171 | 1930 | ma non parve smandriato. Gli emigranti furono attruppati e | ||
172 | 1930 | quel grugno che par gli ci siano date le | ||
173 | 1930 | marinari. ¶ — E dove vai? — gli chiese il nostromo. ¶ Amedeo | ||
174 | 1930 | non pescare. Così proverbiavano gli antichi. Sicchè anche tu | ||
175 | 1930 | Sì. ¶ — Pensa, cadetto, che gli antichi sentenziavano che l | ||
176 | 1930 | belati di agnello. ¶ — Sono gli italiani — disse un vecchio | ||
177 | 1930 | e delle Fazzende. Quando gli avranno digrumato il cuore | ||
178 | 1930 | digrumato il cuore e gli occhi li seppelliranno in | ||
179 | 1930 | dai nasi schiacciati, con gli occhi rammendati, dondolavano il | ||
180 | 1930 | agri d’itterizia, con gli occhi opachi del pollo | ||
181 | 1930 | naso a falco, con gli occhi di smalto, turchi | ||
182 | 1930 | carta e stracci tra gli angiporti; stava lì, coi | ||
183 | 1930 | mani insidrite e scalfite gli sanguinavano; arrancava molto su | ||
184 | 1930 | arrancava molto su per gli erti carugli per poter | ||
185 | 1930 | del suo paese. ¶ — Compagnero — gli urlarono i due. ¶ — Di | ||
186 | 1930 | faresti bene il secondino — gli urlò un cliente. ¶ — Il | ||
187 | 1930 | del Sud ci sono gli emigranti a branchi innumerevoli | ||
188 | 1930 | ma l’inquietudine non gli faceva prendere sonno, il | ||
189 | 1930 | dondolìo lento della carena gli sconvogliava lo stomaco. I | ||
190 | 1930 | dorme sulla frasca come gli uccelli. ¶ — Lo vedo. — E | ||
191 | 1930 | celeste e di stelle. Gli scafi, ormeggiati nel porto | ||
192 | 1930 | celesti, i gialli; rassodò gli scafi profilandoli sul fondo | ||
193 | 1930 | pane con la forca. ¶ Gli antesignani fecero apparizioni anche | ||
194 | 1930 | ambito del suo teschio, gli segnalava anche i crocchi | ||
195 | 1930 | nemmeno di rabbia quando gli colò il sangue bollente | ||
196 | 1930 | monarchi, poliziotti, gendarmi, carnefici: gli uomini della menzogna, dell | ||
197 | 1930 | potendo lampeggiare dagli occhi gli uscisse dalla bocca con | ||
198 | 1930 | abbrividiva sull’intonaco. Tutti gli infermi giacenti sugli strapunti | ||
199 | 1930 | fascino misterioso traeva seco gli invasati e i credenti | ||
200 | 1930 | sembrano d’argilla e gli uomini spettri di mota | ||
201 | 1930 | spettro di neve, con gli occhi di carbone, per | ||
202 | 1930 | degli occhi, m’imbratterò gli abiti di fango, andrò | ||
203 | 1930 | la mia voce – io gli farò giungere sull’ali | ||
204 | 1930 | è in piena e gli uomini saranno chiusi nei | ||
205 | 1930 | un impalpo di capelli. Gli occhi ella aveva rotti | ||
206 | 1930 | osso frontale si scheggiavano gli occhi con intaccature vermiglie | ||
207 | 1930 | contrastavano loro il cammino. Gli uccelli si levavano dalle | ||
208 | 1930 | acque morte delle lame. ¶ Gli antesignani sentivano e presentivano | ||
209 | 1930 | clava con la quale gli uomini, diversamente ispirati, hanno | ||
210 | 1930 | algide notti accosciati sotto gli archi dei ponti trasudanti | ||
211 | 1930 | di un lebbroso che gli leccasse il dente della | ||
212 | 1930 | imbalsamato. Una barbetta patita gli trapuntava il mento. ¶ Qualcuno | ||
213 | 1930 | del vento e impiccoliva gli uomini che vi passavano | ||
214 | 1930 | vele percosse dal vento, gli domandò repentinamente: ¶ — Ma fosti | ||
215 | 1930 | stanza e bottega rattoppava gli zoccoli da contadini. Nella | ||
216 | 1930 | contadini. Nella testa pareva gli ci fossero date le | ||
217 | 1930 | le pucette, i capelli gli eran cascati e il | ||
218 | 1930 | Mi osservò di sopra gli occhiali, si sedette e | ||
219 | 1930 | una figura da Specola, gli occhi piccoli, fissi su | ||
220 | 1930 | uomo mi fece fissare gli occhi sopra un pertugio | ||
221 | 1930 | quello il luogo dove gli spioni venivano a truccarsi | ||
222 | 1930 | di acchiapparmi a tutti gli sterpi ma tutti si | ||
223 | 1930 | mondo conosciuto. ¶ Di tutti gli antesignani che avevano battuto | ||
224 | 1930 | Iniziativa aborriva gl’intellettuali, gli uomini del compromesso, e | ||
225 | 1930 | di San Paolo e gli occhi di cielo; proveniva | ||
226 | 1930 | di gran dignità e gli occhi socchiusi, ascoltava estatico | ||
227 | 1930 | Carchio, il vecchio apriva gli occhi. Quei rombi sembravano | ||
228 | 1930 | saette, facendo palpebrar giallo gli scheggioni di Pietrapana, sotto | ||
229 | 1930 | nella loro bianchezza lunare. Gli estremi clivi di olivi | ||
230 | 1930 | da cui spuntavano affasciati gli arnesi del muratore, il | ||
231 | 1930 | cappello largo e sgrondato gli ombrava il viso scabro | ||
232 | 1930 | pioppi. Il diaccio antelucano gli sfebbrò il cuore. ¶ L | ||
233 | 1930 | dove languivano gl’infermi, gli ammattonati squallidi come campi | ||
234 | 1930 | amputati, i ventri bugiardi, gli spettri allucinati, le parole | ||
235 | 1930 | spietata. ¶ — Gran cuore, Pietro — gli disse pieno di rispetto | ||
236 | 1930 | degli alberi, il Cieco gli apparve come lo scheletro | ||
237 | 1930 | i castighi della divinità, gli parvero povere cose miserande | ||
238 | 1930 | pareti della Casa, come gli uccelli nelle spranghe della | ||
239 | 1930 | acque correnti. L’ebrezza gli fece desiderare l’isola | ||
240 | 1930 | isola della Patagonia, con gli alberi incantati che davano | ||
241 | 1930 | il polmone marino con gli occhi in camicia. ¶ Il | ||
242 | 1930 | il teatrino dei burattini. Gli attori eran tutti i | ||
243 | 1930 | su della terra, tutti gli stinchi della famiglia eran | ||
244 | 1930 | a foglia di zecchino. ¶ — Gli par d’essere la | ||
245 | 1930 | i bei spettacoli che gli dà, li potrebbe voltare | ||
246 | 1930 | tromba delle scale e gli andava incontro come soglion | ||
247 | 1930 | olio lavato nell’essenza. Gli occhi, liquefatti dal gemere | ||
248 | 1930 | a quello che tengono gli abati sul raccètto inamidato | ||
249 | 1930 | inamidato. Un gilè felpato gli abboccava la gabbia e | ||
250 | 1930 | corna di un becco, gli occhi lucevano di bramosia | ||
251 | 1930 | cinque palle, dalla catena gli pendeva un brillòcche celestone | ||
252 | 1930 | creature — Santippe e Verginella gli venivano incontro — con un | ||
253 | 1930 | incontro — con un pedatone gli farei ruzzolare le scale | ||
254 | 1930 | leccandosi il naso travolgeva gli occhi tremando. Un tarpano | ||
255 | 1930 | c’era uno che gli dicevano Pilato perchè il | ||
256 | 1930 | Pilato perchè il paralitico gli faceva frattare le mani | ||
257 | 1930 | come anitre, tutte inforcavano gli occhiali sui nasi gobbi | ||
258 | 1930 | per questo i gesuiti gli avevano somministrato del tossico | ||
259 | 1930 | l’unghie, i denti, gli occhi, — diceva trafelato agli | ||
260 | 1930 | barba, intonsi da anni, gli si avvilucchiano sul viso | ||
261 | 1930 | scatola che lo scolopio gli aveva aperto a bella | ||
262 | 1930 | spracchicchio su due murate, gli scafi s’allargarono e | ||
263 | 1930 | si riassommò a galla gli scafi ritornaron murata murata | ||
264 | 1930 | e popolarono d’ombre gli anditi del Casone. ¶ Gl | ||
265 | 1930 | dalla finestra. ¶ Al gobbo gli pareva d’esser tirato | ||
266 | 1930 | lo impegolava alla terra. Gli occhiali di sotto il | ||
267 | 1930 | di Trento avesse liberato gli spiriti maligni. ¶ — Lasciateli sfogare | ||
268 | 1930 | dipinto nel muro e gli parve che la gobba | ||
269 | 1930 | di cencio. Lo spavento, gli urli, le dannazioni, le | ||
270 | 1930 | le dannazioni, le caldaccie gli fecero come lievitare il | ||
271 | 1930 | uno spigolo della cassa gli schiacciò un orecchio. In | ||
272 | 1930 | notte, nel sonno ottenebrato, gli parve di precipitare dal | ||
273 | 1930 | che si fingeva pipistrello gli si aggrinfiava addosso e | ||
274 | 1930 | il prete all’altare: gli scongiuri, le maraviglie, le | ||
275 | 1930 | le chiome, lasciando dietro gli scialli entrarono nel tempio | ||
276 | 1930 | con una spilla che gli passa le cervella. In | ||
277 | 1930 | capo, la cercò con gli occhi schiacciati sulle lenti | ||
278 | 1930 | la cotenna. Ella dilatati gli occhi, s’alzò, randolò | ||
279 | 1930 | Ohimè! — gemè. La gobba gli sembrò diventata un cardo | ||
280 | 1930 | come il mare, come gli Oceani; ma fuoco ti | ||
281 | 1930 | E così sia! ¶ III. ¶ Gli antesignani s’aggiravano per | ||
282 | 1930 | volto dell’antesignano e gli apriva una via d | ||
283 | 1930 | dietro il capo e gli allungava le braccia di | ||
284 | 1930 | che tragittavano sulle pareti. Gli antesignani sembravano statue di | ||
285 | 1930 | eran maledette dagli antesignani. ¶ — Gli uccelli, liberi nella natura | ||
286 | 1930 | compagne? — I catecumeni volgevano gli occhi, si fissavano tra | ||
287 | 1930 | e concludevano: — È vero! ¶ Gli antesignani provenivano dalle città | ||
288 | 1930 | chiavaccio nell’uscio e gli si porge il pane | ||
289 | 1930 | Il Tarmito affissava, con gli occhi maculati in verde | ||
290 | 1930 | suoi come il nibbio gli uccelli di nido, i | ||
291 | 1930 | fratelli colti da terrore gli accennavano un Crocifisso imbullettato | ||
292 | 1930 | diaul! — poi l’ira gli annodava la lingua e | ||
293 | 1930 | le dita uncinate cercava gli occhi di Federigo. ¶ I | ||
294 | 1930 | e ringhiava, il gobbo gli dava delle sgrugnate a | ||
295 | 1930 | Gobbo iniquo, ti dipingo gli occhiali sul grugno, ti | ||
296 | 1930 | gazzottato dal cravattino, con gli occhiali a sghimbescio, scianguinante | ||
297 | 1930 | di campane a fuoco gli usci si chiudevano sbatacchiati | ||
298 | 1930 | dai pasticceri che avevano gli occhi e l’istinto | ||
299 | 1930 | e fu calato giù, gli fu filato più di | ||
300 | 1930 | Nolano, un tavolino, erano gli arredi di una sala | ||
301 | 1930 | di strizzo. Nelle tasche gli fu rinvenuto un foglietto | ||
302 | 1930 | il segno della Croce. ¶ — Gli dànno il fuoco come | ||
303 | 1930 | carne marmata. Al collo gli legarono una pezzuola rossa | ||
304 | 1930 | avvicinarono a lui e gli chiesero piano piano, quasi | ||
305 | 1930 | di un abito buono gli faceva da scorta. Da | ||
306 | 1930 | il piastrone della cravatta gli rasentavano la bocca che | ||
307 | 1930 | ebbero l’acqua sopra gli zoccoli, l’attacco si | ||
308 | 1930 | morto aggelava. Una ventata gli portò via la pezzuola | ||
309 | 1930 | e con uno spago gli legò ambo le mani | ||
310 | 1930 | altro lo sollevò per gli stinchi diacciati e due | ||
311 | 1930 | aveva favella, il terrore gli aveva aorcato la gola | ||
312 | 1930 | che il petto grossito gli stralevava, delirante azzannava boccate | ||
313 | 1930 | vagellò: — Hai firmato! — Con gli occhi divaricati dalla demenza | ||
314 | 1930 | ravvolsero il capo dentro gli scialli neri: — Scurirà il | ||
315 | 1930 | perchè i fondali risucchiano gli urli, e con delle | ||
316 | 1930 | sacchette piene di rena gli staccano i polmoni, gli | ||
317 | 1930 | gli staccano i polmoni, gli spezzano il fil delle | ||
318 | 1930 | cagne annodate ai maschi, gli uomini si eccitavano del | ||
319 | 1930 | sputo. Ai detenuti magri gli metteva una mela in | ||
320 | 1930 | secco e spoglio come gli alberi geneologici delle famiglie | ||
321 | 1930 | busto del Re che gli era nevicato polvere di | ||
322 | 1930 | pomelli davano sul celeste, gli occhi lustravano di sangue | ||
323 | 1930 | baffi erano come granturcali, gli orecchi saldi e polputi | ||
324 | 1930 | Ma il Giallone aveva gli occhi del nittalopo, quello | ||
325 | 1930 | si davano convegno tutti gli accattoni, i girovaghi, gli | ||
326 | 1930 | gli accattoni, i girovaghi, gli zingari calderai, i fuggiaschi | ||
327 | 1930 | tirava a risucchio tutti gli straccali della vita. ¶ La | ||
328 | 1930 | rosso di carnagione con gli occhi luschi e loschi | ||
329 | 1930 | urlava il cieco sfoderando gli occhi freddi di un | ||
330 | 1930 | Sta zitto, cieco smontabile — gli urlavano i ragazzi — che | ||
331 | 1930 | mesi come le ciuche — gli diceva lo Zoppo ghignando | ||
332 | 1930 | a tacere io: — Pensate, — gli dissi — che chi ha | ||
333 | 1930 | al collo. Il vecchio gli randolò una sgabellata, si | ||
334 | 1930 | aiutato per cieco e gli dico che ho ricevuto | ||
335 | 1930 | carube, tutti questi fetori gli s’impastavano addosso e | ||
336 | 1930 | presi dalla elefantiasi, ma gli dicevano Zoppa perchè era | ||
337 | 1930 | io sulla Collina Quadrata; gli facemmo anche una croce | ||
338 | 1930 | morti e parlò come gli uomini di pena: ¶ — Fratelli | ||
339 | 1930 | una scheggia di granata gli aveva scassato una ganascia | ||
340 | 1930 | scassato una ganascia e gli scopriva un filare di | ||
341 | 1930 | un filare di denti, gli occhi aveva sforbiciati. ¶ — Chi | ||
342 | 1930 | quali sei, o fratello? — gli chiese uno battendogli una | ||
343 | 1930 | sui tetti pigolavano grimi gli uccelli. Quando l’ardito | ||
344 | 1930 | sull’arcate del ponte gli si presentò davanti la | ||
345 | 1930 | tra i cordami e gli alberi dei bastimenti ormeggiati | ||
346 | 1930 | ancora velate d’ombra. Gli uccelli ciuciurlavano tra i | ||
347 | 1930 | ferrigno delle belve intanate. Gli abiti incotti resero il | ||
348 | 1930 | del Carso. Dei pipistrelli gli percossero la voltata del | ||
349 | 1930 | la cresta dell’orbita, gli occhi ardenti infiammavano la | ||
350 | 1930 | con le tempeste e gli uragani, un dì rimasto | ||
351 | 1930 | volta i caratteri. Allora gli occhi folgoravauo più vivi | ||
352 | 1930 | A Federigo i ragazzi gli dicevano “bavarocchio” perchè dalla | ||
353 | 1930 | domenicano sofista, l’alito gli sapeva di torcia a | ||
354 | 1930 | dalle trombe del naso gli faceva rimbocco in gola | ||
355 | 1930 | porri seccaricci, sul ponte gli ci s’erano incarniti | ||
356 | 1930 | ci s’erano incarniti gli occhiali spessi e sfaccettati | ||
357 | 1930 | sfaccettati come saliere che gli pentagonavano gli occhi incotti | ||
358 | 1930 | saliere che gli pentagonavano gli occhi incotti. La fronte | ||
359 | 1930 | occhi incotti. La fronte gli s’era impietrita e | ||
360 | 1930 | in quel momento qualcuno gli chiedeva un giornale Federigo | ||
361 | 1930 | prima di un acquazzone gli prendeva un gran prurito | ||
362 | 1930 | smaniare. Quando la prurigine gli dava la rósa sopra | ||
363 | 1930 | tiglio al lume settembrino, gli occhi ella aveva ceruli | ||
364 | 1930 | scorciava il capo, sgusciava gli occhi piombati di sotto | ||
365 | 1930 | occhi piombati di sotto gli occhiali appannati d’alito | ||
366 | 1930 | cui il gobbo smaniava, gli si narrò: ¶ — Ci fu | ||
367 | 1930 | via!... — sbrodolava, e con gli occhi bevuti incalzava: — narra | ||
368 | 1930 | braccia di scimmione scheletrito gli giungevano ai nodelli, la | ||
369 | 1930 | ai nodelli, la testa gli calò nel mezzo del | ||
370 | 1930 | nel mezzo del petto, gli occhi sottovetro lucevano come | ||
371 | 1930 | schietta dalle labbra. Uno gli disse: — Passa. ¶ Il gobbo | ||
372 | 1930 | d’acqua, il sangue gli era scoppiato dal naso | ||
373 | 1930 | gobbo, ma riprende... ora gli fanno le fregagioni. ¶ — È | ||
374 | 1930 | in cisterna aveva perduto gli occhiali e gli occhi | ||
375 | 1930 | perduto gli occhiali e gli occhi gli s’eran | ||
376 | 1930 | occhiali e gli occhi gli s’eran spenti, guardava | ||
377 | 1930 | alla madre. Ella sgusciava gli occhi, prendeva con due | ||
378 | 1930 | All’ultimo figlio, Filiberto, gli dicevano San Luigino perchè | ||
379 | 1930 | candela accesa contro vento. Gli occhi aveva dilatati sul | ||
380 | 1930 | Amedeo, ma la gente gli diceva il Tarmito perchè | ||
381 | 1930 | attacco di vaiolo nero gli aveva pertugiato il viso | ||
382 | 1930 | Dina lo aveva, come gli altri, istradato sulla via | ||
383 | 1930 | egli lavorava di muratore gli logoravano lo stomaco, a | ||
384 | 1930 | ludron, pazzo e porco — gli urlava la madre avvampata | ||
385 | 1930 | portato sopra, le gambe gli han fatto arcone dal | ||
386 | 1930 | campo di canapaglia spaventerei gli uccelli. ¶ Isaia si sentì | ||
387 | 1930 | nell’andito. La madre gli s’inginocchiò e fece | ||
388 | 1930 | morte. ¶ — Se si troverà gli assassini, ci fingeremo muti | ||
389 | 1930 | al punto ¶ della morte. ¶ Gli scossoni d’acqua parevano | ||
390 | 1930 | paura di imbattersi con gli assassini di macchia. Quand | ||
391 | 1930 | la cenere? ¶ — Ci caveremo gli occhi per farci medicar | ||
392 | 1930 | erano tutti taciturni, come gli uccelli nel temporale. Affranti | ||
393 | 1930 | alta. ¶ — Ubbidite il padrone, gli dicevano rassegnate le madri | ||
394 | 1930 | del mento quadrato, chiuse gli occhi e mi disse | ||
395 | 1930 | Comando che tu lasci gli ozi e le dovizie | ||
396 | 1930 | Il cuore nelle avventure gli si chiuse come un | ||
397 | 1930 | cui spuntarono delle spine, gli occhi gli divennero solidi | ||
398 | 1930 | delle spine, gli occhi gli divennero solidi come il | ||
399 | 1930 | il diamante, la carne gli si solidificò sull’ossatura | ||
400 | 1930 | ossatura gagliarda, il torso gli divenne scabro come un | ||
401 | 1930 | recidendo di un colpo gli arbusti più esili, sui | ||
402 | 1930 | col capo incendiato, e gli zoccoli balenanti, soffiavano caldo | ||
403 | 1930 | il viandante s’approssimarono, gli aprirono, lo protessero dalle | ||
404 | 1930 | parete di calce cruda, gli occhi, di lucido smeraldo | ||
405 | 1930 | piattello d’ottone con gli orli accartocciati come una | ||
406 | 1930 | disseccato al sole depilava gli occhi a una fanciulla | ||
407 | 1930 | Ittitippighimmedi ¶ Cia raggico ¶ ittitippi gli mendi ¶ e martellò i | ||
408 | 1930 | dei corvi mi guastavano gli occhi, sturbato gli apersi | ||
409 | 1930 | guastavano gli occhi, sturbato gli apersi intorno. Voci di | ||
410 | 1930 | del gelo e sopportare gli ardori, palpitare ai venti | ||
411 | 1930 | inasprisce come il vino. Gli uomini sono previdenti per | ||
412 | 1930 | sulla tomba. ¶ Isaia socchiuse gli occhi e parve assopirsi | ||
413 | 1930 | della terra incognita, che gli affaticava l’arido cuore | ||
414 | 1930 | proferito queste parole riabbassò gli occhi sul libro, si | ||
415 | 1930 | giorni, di qui, partiranno gli audaci alla ricerca delle | ||
416 | 1930 | Io non reggo più gli anni sui trabalzi del | ||
417 | 1930 | fece assidero sul recado, gli consigliò le prove della | ||
418 | 1930 | sulle steppaie, l’aria gli diacciava la gola riarsa | ||
419 | 1930 | dura come una rupe, gli occhi neri assetati d | ||
420 | 1930 | uncinava la bocca e gli occhi prendevano la fissità | ||
421 | 1930 | rilievo che davano a gli occhi duri e torvi | ||
422 | 1930 | un corno di bue gli uncinava la fronte, gli | ||
423 | 1930 | gli uncinava la fronte, gli archi delle ciglia in | ||
424 | 1930 | rilievo, di pietra aveva gli occhi fissi. Le mani | ||
425 | 1930 | solide, cotte dal sole, gli occhi parevano confitti da | ||
426 | 1930 | un serpente celeste che gli strisciava sul ventre. Sull | ||
427 | 1930 | pelle coi capelli e gli orecchi e trasforma il | ||
428 | 1930 | Dall’intrigo della boscaglia gli indiani scendevano alla caccia | ||
429 | 1930 | bleu, ocra, cobalto altomare, gli alveari rotti dai tuoni | ||
430 | 1930 | al fremito degli alberi; gli avvallamenti si appozzarono, stemprando | ||
431 | 1930 | si eticava come ischeletrito, gli uomini sentivano serpere sopra | ||
432 | 1930 | lo scento della selva; gli alberi scosciati, turbinati dagli | ||
433 | 1930 | Rio corse d’argento, gli uccelli cantarono, le rane | ||
434 | 1930 | sotto il tronco come gli uomini dall’arca dopo | ||
435 | 1930 | vista d’occhio tutti gli alberi erano stati divelti | ||
436 | 1930 | le carrube, le querce, gli algorob, i ginepri, come | ||
437 | 1930 | cavalli a una lama gli uomini si coricarono alla | ||
438 | 1930 | Cascata! ¶ La guida e gli uomini del luogo si | ||
439 | 1930 | foresta si videro uscire gli indiani, delle donne e | ||
440 | 1930 | avevano contesta di prunaie, gli occhi smaltati sul viso | ||
441 | 1930 | tra i gineprai. Mentre gli uomini della carovana zappavano | ||
442 | 1930 | strapanati, delle giacchette che gli rimanevano sopra i polsi | ||
443 | 1930 | di un accampamento. ¶ XX. ¶ Gli uomini della carovana abbattendo | ||
444 | 1930 | di cielo, videro assisi gli indiani intenti a tuffare | ||
445 | 1930 | la fame vorace. ¶ Seguendo gli stampi e le peste | ||
446 | 1930 | Furono tosto insellati e gli uomini salirono armati sul | ||
447 | 1930 | salirono armati sul recado. Gli indiani catturati furono messi | ||
448 | 1930 | cotto v’erano visibili gli stampi dello zoccolo di | ||
449 | 1930 | là per la foresta gli strani abitatori: gli uomini | ||
450 | 1930 | foresta gli strani abitatori: gli uomini di statura elevata | ||
451 | 1930 | e l’afa riarsiva gli uomini, il corpo sembrava | ||
452 | 1930 | bocca del forno bollente. Gli alberi della foresta fremettero | ||
453 | 1930 | tendenza ai lavori agricoli. Gli indigeni essendo stati dimenticati | ||
454 | 1930 | Ciaco, parlarono a tutti gli animali e a tutte | ||
455 | 1930 | dovete prendere quanto hanno gli altri, ne avete diritto | ||
456 | 1930 | incontrate sul vostro cammino. Gli indigeni eseguirono tosto le | ||
457 | 1930 | incontravano, uccidevano e squartavano. Gli indigeni conservavano le teste | ||
458 | 1930 | enorme zucca. Le vedette gli chiesero dove andasse. Rispose | ||
459 | 1930 | per i boschi. ¶ — E gli oggetti? ¶ — Furono portati da | ||
460 | 1930 | su quella viottola riapparvero gli stampi degli zoccoli del | ||
461 | 1930 | paura di morire, tutti gli uomini accampati si sparpagliarono | ||
462 | 1930 | delle irruenti evacuazioni e gli uomini stremarono le ultime | ||
463 | 1930 | le ultime forze che gli erano rimaste. Riposarono tutta | ||
464 | 1930 | Don Josè vedendo che gli uomini e le bestie | ||
465 | 1930 | dissetato, ritornò a rilevare gli uomini rimasti all’accampamento | ||
466 | 1930 | rimasti all’accampamento. Quando gli assetati giunsero all’acqua | ||
467 | 1930 | dei cordoloni paonazzi e gli occhi aveva fuori del | ||
468 | 1930 | terra? ¶ — Sotterrati. ¶ — E chi gli ha dato sepoltura? ¶ — I | ||
469 | 1930 | I Ciamocochi. ¶ — Menti. E gli oggetti di Nicodemo dove | ||
470 | 1930 | vellutati nella notte stellata: gli indiani consultavano il Grande | ||
471 | 1930 | là del mare e gli fecero vedere il mondo | ||
472 | 1930 | le cavità pareva spuntassero gli occhi e la bocca | ||
473 | 1930 | stive intorno a sè. Gli uomini traghettavano il Rio | ||
474 | 1930 | cielo, vi rivolgeva supplice gli occhi i quali stillavano | ||
475 | 1930 | corrotte dall’eterno pensiero gli sturbavano l’animo. Egli | ||
476 | 1930 | fauci sitibonde. Destandosi ombrava gli occhi atterriti, con la | ||
477 | 1930 | che svolazzavano sulle carrube, gli rompevano il sonno. Spalancava | ||
478 | 1930 | raccolti cadevano sulle prode, gli alberi non potati ramificavano | ||
479 | 1930 | diventato di pietra pertugiata, gli occhi riassumevano tutta la | ||
480 | 1930 | impalcatura dei denti pareva gli sorridesse, per la fenditura | ||
481 | 1930 | confitta nella carne e gli aveva dato per giorni | ||
482 | 1930 | trentacinque mucche, tanti erano gli anni che la donna | ||
483 | 1930 | peccato e della espiazione, gli si accosciarono accanto lungo | ||
484 | 1930 | la notte non chiuse gli occhi. Le membra assuefatte | ||
485 | 1930 | con le travature pesanti, gli calcava il teschio, le | ||
486 | 1930 | lo incassavano, l’ammattonato gli rendeva il ribrezzo della | ||
487 | 1930 | del 1848 i quali per gli errori e le sconfitte | ||
488 | 1930 | e le sconfitte e gli inganni sono caduti nello | ||
489 | 1930 | prua salpavano l’ancore, gli davano volta al monachetto | ||
490 | 1930 | Ogni poco egli alzava gli occhi stanchi, li arieggiava | ||
491 | 1930 | più su del pietrato, gli teneva fermi incrociati come | ||
492 | 1930 | aveva biasciato e conciato, gli aveva aggrinzata la pelle | ||
493 | 1930 | dentatura. Il Tarmito avvicinatosi gli battè una mano sulla | ||
494 | 1930 | se l’avessi davanti gli occhi. ¶ — Sono degli anni | ||
495 | 1930 | sopra una croce. Sai gli detti il mio nome | ||
496 | 1930 | il fagotto il Tarmito gli disse: — Io vado in | ||
497 | 1930 | era alzato dalla colonna, gli anni lo avevano scorciato | ||
498 | 1930 | rimpannucciato: la testa sbollentata, gli occhi scoppiati, la bocca | ||
499 | 1930 | gubìe della nave risucchiavano gli anelli della catena, parve | ||
500 | 1930 | che riconobbe Cesare e gli andò incontro urlandogli: — Bello |