Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

Quando vidi costui nel gran diserto, ¶ «Miserere di me

fece per viltade il gran rifiuto. ¶ Incontanente intesi e

la riva d'un gran fiume; ¶ per ch'io

speme vivemo in disio». ¶ Gran duol mi prese al

Galïeno, ¶ Averoìs, che 'l gran comento feo. ¶ Io non

ci scorse Cerbero, il gran vermo, ¶ le bocche aperse

io li conosca; ¶ ché gran disio mi stringe di

crescerann' ei dopo la gran sentenza, ¶ o fier minori

quivi trovammo Pluto, il gran nemico. ¶ CANTO VII ¶ [Canto

tegnon or là sù gran regi ¶ che qui staranno

chiusero un poco il gran disdegno ¶ e disser: «Vien

Questa palude che 'l gran puzzo spira ¶ cigne dintorno

avesse l'inferno a gran dispitto. ¶ E l'animose

alta ripa ¶ che facevan gran pietre rotte in cerchio

venisse colui che la gran preda ¶ levò a Dite

si mira, ¶ è il gran Chirón, il qual nodrì

s'ebbe scoperta la gran bocca, ¶ disse a' compagni

al ciglio; ¶ e 'l gran centauro disse: «E' son

artigli, e pennuto 'l gran ventre; ¶ fanno lamenti in

un ramicel da un gran pruno; ¶ e 'l tronco

balestra, ¶ quivi germoglia come gran di spelta. ¶ Surge in

monte sta dritto un gran veglio, ¶ che tien volte

litterati grandi e di gran fama, ¶ d'un peccato

l girar per li gran mali ¶ che s'appressavan

vidi demon cornuti con gran ferze, ¶ che li battien

i' fui vestito del gran manto; ¶ e veramente fui

città di Baco, ¶ questa gran tempo per lo mondo

la tigna». ¶ E 'l gran proposto, vòlto a Farfarello

ch'avea lacciuoli a gran divizia, ¶ rispuose: «Malizioso son

e vidi due mostrar gran fretta ¶ de l'animo

d'Arno a la gran villa, ¶ e son col

sasso che da la gran cerchia ¶ si move e

Appresso il duca a gran passi sen gì, ¶ turbato

butto. ¶ Così per li gran savi si confessa ¶ che

l ramarro sotto la gran fersa ¶ dei dì canicular

livido e nero come gran di pepe; ¶ e quella

se non fosse il gran prete, a cui mal

e poi che per gran rabbia la si morse

non vide mai sì gran fallo Nettuno, ¶ non da

sopra sé per la gran rabbia ¶ del pizzicor, che

la vigna e la gran fonda, ¶ e l'Abbagliato

petto e del ventre gran parte, ¶ e per le

i' ne vedea trenta gran palmi ¶ dal loco in

vedi lui che 'l gran petto ti doga». ¶ Poi

nome, e fece le gran prove ¶ quando i giganti

quanto parve a me gran maraviglia ¶ quand' io vidi

a quel che la gran secca ¶ coverchia, e sotto

la vesta ch'al gran dì sarà sì chiara

bontà infinita ha sì gran braccia, ¶ che prende ciò

con le piume ¶ del gran disio, di retro a

vedemmo a mancina un gran petrone, ¶ del qual né

spento, ¶ da Pratomagno al gran giogo coperse ¶ di nebbia

nave sanza nocchiere in gran tempesta, ¶ non donna di

una vista ¶ d'un gran palazzo, Micòl ammirava ¶ sì

Gregorio a la sua gran vittoria; ¶ i' dico di

al peggio ¶ oltre la gran sentenza non può ire

e nato d'un gran Tosco: ¶ Guiglielmo Aldobrandesco fu

io vissi, per lo gran disio ¶ de l'eccellenza

incora ¶ bona umiltà, e gran tumor m'appiani; ¶ ma

Nembròt a piè del gran lavoro ¶ quasi smarrito, e

cosa nuova», ¶ rispuose, «che gran segno è che Dio

l'altra con sì gran fracasso, ¶ che somigliò tonar

dolor distilla ¶ quando di gran dispetto in altrui nacque

io come ¶ pesa il gran manto a chi dal

volesti anzi virtute ¶ che gran ricchezza posseder con vizio

ossa. ¶ Mentre che la gran dota provenzale ¶ al sangue

fuor del mondo sì gran marescalchi. ¶ E quando innanzi

leva'mi, ¶ veggendo i gran maestri già levati. ¶ «Quel

fiumicello, per mirare ¶ la gran varïazion d'i freschi

tutte parti per la gran foresta, ¶ tal che di

antico amor sentì la gran potenza. ¶ Tosto che ne

quando casca ¶ giù la gran luce mischiata con quella

sé asseta. ¶ Poca favilla gran fiamma seconda: ¶ forse di

diversi porti ¶ per lo gran mar de l'essere

la luce de la gran Costanza ¶ che del secondo

stolto ¶ ritrovar puoi il gran duca de' Greci, ¶ onde

le mie parole ¶ di gran sentenza ti faran presente

nodo, ¶ del qual con gran disio solver s'aspetta

terra ¶ de la sua gran virtute alcun conforto; ¶ ché

manna ¶ in picciol tempo gran dottor si feo; ¶ tal

in tutt' i suoi gran fatti. ¶ Così facieno i

bella insegna porta ¶ del gran barone il cui nome

sarà la cortesia del gran Lombardo ¶ che 'n su

al ciel, fuor di gran voce, ¶ sì ch'ogne

odori, ¶ solvetemi, spirando, il gran digiuno ¶ che lungamente m

io di coruscar vidi gran feste. ¶ Poi appresso, con

Cefàs e venne il gran vasello ¶ de lo Spirito

o lume pregno ¶ di gran virtù, dal quale io

sodalizio eletto a la gran cena ¶ del benedetto Agnello

O luce etterna del gran viro ¶ a cui Nostro

la propria cagion del gran disdegno, ¶ e l'idïoma

disira. ¶ E 'n quel gran seggio a che tu

laboro s'insapora, ¶ nel gran fior discendeva che s

di contra quel del gran Giovanni, ¶ che sempre santo

parlando, e nota i gran patrici ¶ di questo imperio