Egisto Roggero, L'eredità del genio, 1898

il suo amico mare, grande, solenne, ed ora, nella

affranto, vinto. ¶ Egli - il grande artista, ch'era stato

suo gesto, questa sua grande Fede, questa sua grande

grande Fede, questa sua grande bontà, questo suo grande

grande bontà, questo suo grande amore. Ed era stato

figlia di lei - fatta grande, anch'ella come la

E la voce del grande infelice vecchio risuonava monotona

vinto, suo malgrado, dal grande incanto dell'ora, del

ombra. ¶ * ¶ * * ¶ Ed ora, nel grande studio tutto vetri, sdraiato

dal quale pendea una grande tenda orientale, prezioso ricordo

Una bianca, larga, dalla grande scrittura alla moda. L

olezzo di viola. Una grande iniziale azzurra la cingeva

solo il padrone nel grande studio pieno di nervosità

l'altra, quella dalla grande scrittura alla moda e

a passeggiare ¶ Oh, il grande studio ben conosceva coteste

ridesse di luce il grande studio. ¶ Esso tutto si

in quel momento? della grande mèta da compiere? Era

Povero padre suo sì grande e tanto infelice! ¶ Dopo

ispirazione, dai quali nella grande sua apatia, pareva non

E si diresse alla grande vetrata e la spalancò

Ritto in mezzo al grande fascio di luce, che

tra le braccia un grande cespo di fiori gialli

gracile, così sfinita, nella grande poltrona, sotto tutte quelle

aveva solo intuita la grande voce della Natura che