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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «hai»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
padrone, – ma se non hai paura ti mando in
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1956
tanto cercato! E tu hai trovato la figlia del
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1956
armato di pistola. – Se hai cara la vita, – disse
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1956
a giorno. ¶ – Be’, finalmente hai finito! – gli disse lei
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1956
disse lei. – Ce ne hai messo di tempo! ¶ E
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1956
venne il mattino. ¶ – L’hai chiusa, questa porta, finalmente
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1956
fin dalla strada: – L’hai filata tutta? ¶ E la
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1956
morto da spartirci; tu hai la spada, fai le
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1956
al cane: – Qui tu hai da rosicchiare finché vuoi
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1956
buon giudice e ci hai servito bene. Cosa possiamo
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1956
che si scopra dove hai l’anima e ti
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1956
tutta contenta. ¶ – Ma come hai fatto? – gli disse lei
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1956
di’, sei tu che hai fatto scrivere che il
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1956
Vuoi dire che le hai parlato? ¶ – Domandateglielo. ¶ E la
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1956
Vuol dire che non hai solo i danari ma
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1956
mele che cantano: ne hai notizie? ¶ – No: ma tieni
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1956
disse: – Chi sei? Come hai fatto a entrare? ¶ – Io
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1956
strinata. – Ah, così m’hai obbedito! – disse. La prese
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1956
sei stato! – e – Cos’hai visto? – e – Sapessi quanto
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1956
te, cordaio: quante corde hai venduto in questo mese
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1956
il Re insistette: – L’hai detto e parola data
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1956
a sua madre. – Non hai vergogna? – disse sua madre
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1956
dai quei fiori che hai sul cappello? ¶ – Sì che
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1956
casa le disse: – Cos’hai che sei a letto
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1956
ti manca niente, no? Hai buona cera, vedo, l
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1956
Uah! ¶ – Chi sei? Cos’hai da ridere? – disse vivamente
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1956
tornare da tuo padre. Hai bisogno di niente, no
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1956
carezzandolo sulla groppa: – Cos’hai, che sei così cattivo
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1956
sei così cattivo, cos’hai? ¶ Re Crin si mise
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dal letto e gridò: – Hai rotto l’incantesimo e
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solo pesciolino ¶ Tu m’hai dato un bel bacino
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1956
solo pesciolino ¶ Tu m’hai dato un bel bacino
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1956
Per avere una cintura ¶ Hai baciato la coda alla
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1956
solo pesciolino ¶ Tu m’hai dato un bel bacino
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Per avere una cintura ¶ Hai baciato la coda alla
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solo pesciolino ¶ Tu m’hai dato un bel bacino
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1956
Per avere una cintura ¶ Hai baciato la coda alla
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le mortificazioni che m’hai dato –. E sguainato un
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il lupo e come hai mangiato le mie sorelle
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Ah, birichina, me l’hai fatta! E sì che
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zucca e tu m’hai portata fino a casa
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1956
vero nome del contadino. – Hai indovinato: quello è il
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1956
si muore mai? ¶ – Se hai paura di morire, sta
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1956
parenti. ¶ – Se proprio ci hai quest’idea in testa
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1956
tutte quelle che m’hai fatto consumare per correrti
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1956
quella bella ragazza. – Cos’hai fatto? – le disse, sottovoce
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1956
lei che diceva: – Mi hai ridato la vita e
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Sei tu che m’hai mangiato tutto il prezzemolo
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dice a sua madre: – Hai visto mamma, cosa mi
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1956
mele. Una per tasca. – Hai visto! Tra tutti, nessuno
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1956
bella diventerai! Digli che hai un povero nonno malato
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1956
vecchio Re, – figlio mio, hai ragione; più bella di
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1956
cappa del camino. ¶ – Come hai fatto a salire lassù
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1956
le tre donne che hai incontrato ero sempre io
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1956
il Re. – Che cos’hai? ¶ – Non lo so, padre
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1956
raccontò tutto. ¶ – Sì, Pietro, hai fatto bene a venire
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1956
sappi che tu non hai visto la padrona e
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1956
boccone. ¶ – Su, Pietro, cos’hai che sei così biascicone
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1956
che sei così biascicone? Hai forse la coratella sullo
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1956
tutto il sangue. ¶ – Che hai fatto, canaglia? Hai assassinato
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1956
Che hai fatto, canaglia? Hai assassinato mia figlia! Questa
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l’aspetta il Signore. ¶ – Hai visto, Pietro? ¶ – Be’, Signore
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1956
ho preso al laccio. Hai fatto male, Pietro, e
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1956
prende con me! ¶ – Se hai tanta paura di una
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1956
Allora il gatto disse: – Hai dei piccoli? ¶ – E come
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1956
giù per la scala. ¶ – Hai l’anello? – chiese il
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1956
e poi gli dissero: – Hai vinto di nuovo, e
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1956
nuovo le voci: ¶ Ci hai ucciso tre fratelli, ¶ Ed
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1956
tocca a te! ¶ Ci hai ucciso tre fratelli, ¶ Ed
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1956
parevano un coro: ¶ Ci hai ucciso sei fratelli, ¶ Ed
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1956
tocca a te! ¶ Ci hai ucciso sei fratelli, ¶ Ed
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1956
a casa, ché non hai niente da imparare, anzi
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1956
disse: – Figlio, ora che hai finiti i tuoi studi
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1956
questo il carico che hai fatto? – e il padre
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1956
quel morto che tu hai fatto seppellire. Se tu
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1956
fatto seppellire. Se tu hai avuto tutta questa fortuna
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1956
quella buona azione che hai compiuto. ¶ Gli diede la
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1956
Quando sarai là, non hai che da picchiare in
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1956
il Re gli disse: – Hai vinto, ma se la
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1956
sai tutto quello che hai fatto nel bosco. Raccontalo
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1956
omino. ¶ – Che belle pecorelle hai! ¶ – Anche lei ha tre
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1956
sorella gli domandò: – Le hai riportate tutte e tre
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1956
parliamone nemmeno. ¶ – Ora ne hai due: perché non vuoi
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1956
ogni circostanza ricordati che hai due Re e un
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1956
aprire a nessuno, m’hai disubbidito, meriteresti che ti
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1956
te. ¶ – Dica pure, Maestà. ¶ – Hai detto che l’Uomo
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1956
moglie: – Ma perché m’hai fatto dare via i
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1956
gran festa. – Adesso che hai fatto tutto questo, – disse
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1956
la bella damigella. – Mi hai reso visibile finalmente, dopo
90
1956
Ah Stellina, tu m’hai tradito! – e così dicendo
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1956
tua anima me n’hai fatto trovare altre due
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1956
su il mezzano, Fiore: – Hai ragione. Andrò via io
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1956
ancora quello che ci hai perso? Insegnami dove sta
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1956
Ahi! Che male m’hai fatto! ¶ – Sognavo. ¶ – Di nuovo
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1956
una penna. – Ahi! Stanotte hai deciso di spennarmi. ¶ – Abbi
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1956
del Re: – Ce l’hai un fazzoletto da naso
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1956
basta il pericolo che hai scansato una volta e
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1956
l’ansia che m’hai fatto soffrire? ¶ Lui non
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1956
e gli disse: – Se hai una figlia così, portamela
100
1956
Grazie, Bellinda mia, m’hai liberato. ¶ E Bellinda restata
101
1956
e gli disse: – Tu hai preso il mio letto
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1956
notte. ¶ L’uomo disse: – Hai portato delle foglie secche
103
1956
i giorni! Bel contratto hai saputo fare col Re
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1956
sei stato sincero e hai fatto bene, perché io
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1956
per tutta compagnia? Non hai il babbo e la
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1956
lunghi dalla fame. – Cos’hai, con te? – chiesero a
107
1956
La Principessa disse: – Be’, hai ragione, rifiutarmi non posso
108
1956
del Fiore, e quando hai questo segreto in mano
109
1956
Ragazzo, tu coraggio ne hai da vendere, però col
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1956
giovane! – gridò. – Tu m’hai tradita. Se potevo dormire
111
1956
ingrata. Tutto quel che hai avuto lo devi a
112
1956
a me, anche se hai subito trovato un figlio
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1956
il figlio del Re: – Hai paura di non trovare
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1956
c’è più rimedio. ¶ – Hai quel che hai voluto
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1956
rimedio. ¶ – Hai quel che hai voluto. Te ne andasti
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1956
lassù in cima. Se hai pazienza d’aspettare, potrai
117
1956
di una moglie ne hai due, che fa? I
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1956
gira finché non l’hai trovata. ¶ Il Re, per
119
1956
lei gli disse. – Come hai passato la notte, in
120
1956
e le disse: – Tu hai messo bocca nei miei
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1956
ucciso un Drago. Quando hai spezzato i miei crini
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1956
gridò – Fiorentino! perché m’hai lasciato? Non mi finisci
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1956
di oppio non ne hai? ¶ – Sì, posso trovarne, – disse
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1956
da cucina, che mi hai fatto perdere abbastanza tempo
125
1956
come? Tu non le hai avute? ¶ – Non solo non
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1956
assassino: – Tu per servitore hai un grand’uomo. Ma
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1956
mare il pesce che hai nella coppa e digli
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1956
E tu che ne hai passate tante, stai zitto
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1956
disse: – Fioravante, tu m’hai rimesso al mondo la
130
1956
la cavallina gli fece: – Hai visto? Non ti ricordi
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1956
E ora tu m’hai abbandonato… ¶ – O Sandrina! Se
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1956
svaligiata. Dice al nipote: – Hai fatto venire i ladri
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1956
la prigioniera, – come m’hai portato via da casa
134
1956
voluto bene non mi hai portato niente? – chiese la
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1956
i filari: – Perché? ¶ – Ci hai venduto il ciuco, e
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1956
dalla credenza mentre bolle. Hai capito? ¶ Con gli uomini
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1956
anche voialtri! ¶ – Eh, sì, hai ragione! ¶ – Be’, è andata
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1956
disse: – Come! Non mi hai fatto desinare? ¶ – Torno ora
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1956
le ragioni. ¶ – Tu ci hai detto che la pentola
140
1956
dice: – Di’ la verità, hai barattato la pentola a
141
1956
chiederti, visto che m’hai fatto tanto male, che
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1956
O Geppone, so che hai una scatola molto preziosa
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1956
che non me l’hai dato. ¶ – Te l’ho
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1956
tutte le furie: – Golosaccia! Hai visto? ¶ Nacque una bambina
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1956
cugino delle Fate. – Che hai che piangi, Prezzemolina? – chiese
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1956
tornarono. – Allora, Prezzemolina, l’hai fatto? ¶ – Sissignora, vengano a
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1956
disse. – Vedi quel che hai combinato? ¶ – Oh, volevo solo
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1956
uomo esser baciata. ¶ – L’hai detto così per benino
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1956
Ricordati quel che mi hai promesso –. La raccomandò alle
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1956
oro non me li hai dati; vedi di darmi
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1956
disperata: – Cos’è? Cos’hai? ¶ – Oh, vi prego, lasciatemi
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1956
chiusi non devi passare, hai capito? Passa invece quando
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1956
che balla ce l’hai, – disse alla bambina, – ti
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1956
Uccel bel-verde e hai tutte le bellezze del
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1956
verde: – Uccello, ora che hai svelato tutto, dà la
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1956
casa! Dopo quello che hai combinato ieri, figurati se
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1956
se ti caliamo! Non hai sentito cos’ha detto
158
1956
prese a gridare, – l’hai voluto! – e sentendosi sulle
159
1956
disse il Re. – Non hai visto che belle mani
160
1956
del male che m’hai fatto. ¶ La casa dell
161
1956
diventato bello? ¶ – E come hai fatto? ¶ – Sta’ a sentire
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1956
stessa fine sai come hai da fare… – E ricomincia
163
1956
volpe. Perché non m’hai aspettata? ¶ – Faceva caldo. E
164
1956
strada. ¶ – Ma che strada hai fatto? ¶ – Ce n’è
165
1956
casina di ferro. – Ochina, hai mancato di parola, non
166
1956
grosso. ¶ – Ah, me l’hai fatta un’altra volta
167
1956
quattordici bigonce se m’hai ammazzato i quattordici diavoli
168
1956
po’ di vantaggio, perché hai le gambe più lunghe
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1956
Gigante a gran galoppo. – Hai visto un uomo che
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1956
Accidempoli che gargarozzo che hai, buon uomo! – gli fa
171
1956
svegliò. – Perché non ci hai chiamato prima? Quanti turni
172
1956
quanto voi. ¶ – Chissà cos’hai combinato! – dissero i compagni
173
1956
compagni. – Chissà quante bubbole hai raccontato ieri sera alla
174
1956
piumino in mano. ¶ – Che hai da guardare quel ritratto
175
1956
la vecchia, – so che hai tribolato la tua parte
176
1956
fasciato, le chiese: – Cos’hai, figliola? ¶ – Niente, padre, mi
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1956
la terra, e tu hai una buona ragione per
178
1956
segno che non l’hai buttato bene; se no
179
1956
ritorni! Ma che ci hai l’anima a rovescio
180
1956
non poterne più. – Che hai fatto, figlia? Cosa t
181
1956
Re: – Ma come mai hai cambiato voce? ¶ E lei
182
1956
davanti alla Brutta Saracina. – Hai sentito? – disse il figlio
183
1956
con te. Ora tu hai la figlia del Re
184
1956
coltello con mano tremante: – Hai ragione, – disse, – hai ragione
185
1956
tremante: – Hai ragione, – disse, – hai ragione, – e stava già
186
1956
quel morto che tu hai ricoperto di frasche verdi
187
1956
e le chiese: – Che hai? – E la ragazza gli
188
1956
gridò: – Fratino, me l’hai fatta! Sei più in
189
1956
come segno che m’hai vinto! – E gli buttò
190
1956
mano e disse: ¶ – Perché hai le mani così pelose
191
1956
toccò il petto. – Perché hai il petto così peloso
192
1956
toccò i fianchi. – Perché hai i fianchi così pelosi
193
1956
fune legò una capra. ¶ – Hai finito? – disse la nonna
194
1956
quattrini. ¶ – Ma che arte hai imparato? – gli chiese subito
195
1956
comparuccio, è vero che hai imparato una buona arte
196
1956
è vero che l’hai imparata buona, dobbiamo fare
197
1956
E Franceschiello: – Compare, se hai dodici pastori e i
198
1956
che l’arte l’hai imparata bene. È meglio
199
1956
tavola ben imbandita. – Come hai fatto a comprare tutta
200
1956
Donna Borea, perché non hai neanche un soldo di
201
1956
figlio, gli disse: – Tu hai ucciso il moro e
202
1956
che diceva alla madre: – Hai visto come ha fatto
203
1956
il maiale. Dove l’hai messo? ¶ La moglie credette
204
1956
ti ricordi che l’hai messo nel forno? – e
205
1956
il maiale dove l’hai messo? ¶ – L’hai tu
206
1956
l’hai messo? ¶ – L’hai tu! ¶ – Io? Io non
207
1956
se poco fa mi hai dato il cambio a
208
1956
E quando? Tu mi hai mandato a far minestra
209
1956
E queste pecore, le hai prese? – gli chiedeva la
210
1956
di quel che m’hai detto, – fece il Magliese
211
1956
mogio mogio. ¶ – Che cos’hai che stai mogio? – gli
212
1956
quieta! Mazza mia, m’hai ucciso! ¶ – Dàgli, dàgli! – gridava
213
1956
a tuo figlio non hai più da pensare. Qui
214
1956
cento ducati che m’hai dato; ma se non
215
1956
dammi la roba che hai dato a mia sorella
216
1956
Vieni a vedere cos’hai fatto! – Accorse Nanni-Orco
217
1956
un po’ frastornata. – Che hai? – le chiesero il marito
218
1956
In vecchiezza la voglio, hai capito? ¶ Passò del tempo
219
1956
basta con quel che hai faticato e patito. D
220
1956
dicevano le Sirene. – Perché hai il viso così triste
221
1956
presentò il Nemico. – Che hai che ti fa arrabbiare
222
1956
alla giostra e l’hai vinta. Perché allora non
223
1956
venire alla vostra presenza. ¶ – Hai vinto, cavaliere, e ora
224
1956
esclamando: – Traditore! Tu m’hai perduta, e non mi
225
1956
Liombruno: – Ho capito: tu hai vinto per virtù non
226
1956
scarpe di ferro. ¶ – Cos’hai fatto, un patto col
227
1956
ricordi quella serpe che hai salvato dai ragazzacci che
228
1956
salvo te come tu hai salvato me. ¶ Cannelora era
229
1956
non mi fido perché hai il fucile carico. E
230
1956
sono finiti. Tu m’hai salvata dalla morte e
231
1956
rivedermi. Il verzotto che hai strappato stamani lo ritroverai
232
1956
le farai vedere che hai la cenere per risuscitare
233
1956
questa maledizione: – Tu che hai incantato mio figlio potrai
234
1956
cavallo torna indietro. Non hai che da lasciarlo correre
235
1956
Mamma mia. Tu m’hai ubbidito: prendi dal mucchio
236
1956
chiese quella poveretta. ¶ – Perché? Hai stregato mio figlio, brutta
237
1956
che stanotte scapperemo. Come hai fatto per trovarmi? ¶ – Re
238
1956
cuore. ¶ – E dove l’hai messa? – chiese il fratello
239
1956
e gli domandava: – Cos’hai, fratello mio? ¶ E lui
240
1956
vedo che non l’hai mangiata, ti taglio la
241
1956
Tornò il Drago: – L’hai mangiata la mano? ¶ – Signorsì
242
1956
latrina. ¶ – Ah, briccona! L’hai buttata nella latrina! – E
243
1956
sotterrò. ¶ Tornò il Drago. – Hai mangiato il braccio? ¶ – Signorsì
244
1956
Venne il Drago: – L’hai mangiato il piede? ¶ Mariuzza
245
1956
unguento… ¶ – E dove l’hai, contastorie… ¶ – … Nello stipo… ¶ – Così
246
1956
vedendolo, gli domandò: – Che hai? – e lui non osava
247
1956
disse il Governatore. – E hai la faccia di venirmelo
248
1956
gli disse il Governatore. – Hai derubato una donna e
249
1956
derubato una donna e hai anche il coraggio di
250
1956
i capelli: – Ma cos’hai fatto? Rifiutare gli inviti
251
1956
rotti, che piangeva. – Che hai, bell’uomo? ¶ – Passò un
252
1956
disse la Principessa: – Che hai, bell’uomo? ¶ – Passò un
253
1956
la madre gli diceva: – Hai fatto bene ad ammazzare
254
1956
incontrò una vecchierella. – Che hai, bella giovane? ¶ La Principessa
255
1956
ancora eri serpente? M’hai cavato gli occhi e
256
1956
disse: – Se è così, hai ragione. Torniamo a essere
257
1956
con ciò? Come l’hai messo al mondo, non
258
1956
bottiglia che tu mi hai dato! ¶ E i fratelli
259
1956
e di ciliege. – Dove hai preso tante belle cose
260
1956
sorelle: – Ragazze, calatemi! ¶ – Ma hai le traveggole, o hai
261
1956
hai le traveggole, o hai bevuto? ¶ – Non sono né
262
1956
dice il Re, – m’hai preso in giro per
263
1956
ho mai fatto, Maestà? ¶ – Hai fatto che mio figlio
264
1956
donna che lavava. ¶ – Che hai da guardare? ¶ – Sono spersa
265
1956
il bene che m’hai fatto ti regalo questo
266
1956
e gli disse: – Che hai, Reuzzo? ¶ – Cos’ho! Ho
267
1956
po’, Pippina, dove li hai presi questi bei cosini
268
1956
mia sorella? ¶ – Che paura hai? – disse l’amica. – Digli
269
1956
e gli disse: – Che hai? ¶ – Sorella mia! – disse Baldellone
270
1956
e le pene che hai fatto patire a questa
271
1956
quel manrovescio che m’hai dato? Ti sei pentita
272
1956
aprire il trabocchetto. – Come hai passato la notte? ¶ – Bella
273
1956
al manrovescio che m’hai dato? ¶ – Penso a quello
274
1956
dello schiaffo che m’hai dato? ¶ – Pentirmi di cosa
275
1956
vado a Napoli. Non hai niente da dirmi? ¶ – Tanto
276
1956
quello schiaffo che m’hai dato? ¶ – E voi ci
277
1956
Oh, vecchio screanzato! Come hai il coraggio di parlare
278
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se ne innamorò. ¶ – Che hai figlia mia? ¶ – Nulla, papà
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lunga barba bianca. – Che hai, figliolo? – chiese. E il
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ismaelita. ¶ – E che paura hai? – gli disse il vecchio
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il pezzente. ¶ – Questo? E hai l’ardire di venire
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incontrarono tre Fate. ¶ – Che hai? – e lei, piangendo, raccontò
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Per una donna, l’hai fatto? – e gli sputò
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fra sé, – così m’hai abbandonato!» Camminando, vide per
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la fava che tu hai raccolto e conservato nel
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le botole come le hai trovate». Così fece, e
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affare delle cose che hai venduto alla Reginella? ¶ E
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tu, – disse al Bracciere, – hai avuto a che fare
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sorella di Don Giuseppe, hai tempo un mese per
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al Bracciere: – E tu hai potuto far questo! Dopo
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questa bella giovane, le hai rubato lo stivale! E
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rubato lo stivale! E hai il coraggio di presentarmiti
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È meglio che se hai qualcosa me lo dici
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gli domandò: – Che cos’hai, figlio bello, che te
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Bene, – disse il Mago, – hai detto la verità. Ti
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sentirli io di qui. Hai capito? ¶ Alla mattina, il
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Ah! Pietro… E che hai fatto…? – Pietro cercava di
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non sotto il letto, hai capito? ¶ La ragazza finse
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velata, che gli chiese: – Hai coraggio e fermezza? ¶ E
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Sì. ¶ E lei: – Se hai coraggio e fermezza ti
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Si svegliò. – Traditore! Tu hai palesato il mio segreto
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diceva: – Peppi! ¶ – Oh! ¶ – Che hai? ¶ – Niente! ¶ Alla mattina andava
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padrone. – Peppi. ¶ – Oh! ¶ – Che hai? ¶ – Niente! ¶ – Niente, Peppi? Perché
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sì che parlo. Che hai che metti un muso
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mi regalerà a te. Hai capito? ¶ La sera Peppi
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gli disse: – Peppi, che hai, sempre con questa tromba
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di terra. ¶ – Ma l’hai inteso tutto, il bando
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Papà, mi benedica. ¶ – Oh. Hai finito? Cosa vuoi: due
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una nella terra che hai arato; devi lasciar fuori
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che disse: – Ah, m’hai ridato la vita! ¶ – Ora
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al Sole quello che hai da dirgli, prima che
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Di roba non ne hai più. ¶ – Be’, io ci
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la parola che m’hai dato? ¶ Allora il Sole
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avevo detto? – fece Peppi. ¶ – Hai ragione, – fecero i cognati
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andare a fare mercanzia. Hai tre giorni di tempo
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chiese: – Allora, Peppi, cos’hai pensato? ¶ E lui: – Sua
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Gli ordini sono ordini, hai capito? ¶ E quel povero
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Sarà: ma non mi hai l’aria di donna
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vuole sapere se tu hai preso la virtù di
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lui. ¶ – E come le hai avute? ¶ Ma il marito
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non come te che hai una moglie sola e
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disse al gallo: – Tu hai più cervello di me
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il marito le disse: – Hai sentito cosa dovevo dirti
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malinconico e impensierito. – Cos’hai? – chiese la sposa. ¶ – Ho
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sta’ a sentire cos’hai da fare: ti vesti
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Padre mio, cosa m’hai detto? È un sorcio
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il Diavolo che aiuta. ¶ – Hai visto? – disse il compare
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chiese: – Compare caro, come hai fatto? ¶ – Non te lo
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Ma, Giovannuzza, non mi hai portato niente in cambio
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sposa. ¶ – Comare mia, cos’hai fatto! Quando il Re
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o traditore, o ingrato, hai dimenticato tutto, hai dimenticato
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ingrato, hai dimenticato tutto, hai dimenticato che la tua
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Signore, tu me l’hai dato e tu me
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e tu me l’hai tolto, e ne hai
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hai tolto, e ne hai fatto un Santo! – Poi
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le disse, – tu mi hai tradito! ¶ – No! – gli disse
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l’anello che m’hai dato! ¶ Il Reuzzo ristette
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del tempo che ci hai fatto perdere. ¶ Giufà si
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si voltò: – E che hai che ti pesa? – e
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oro? E quando mai hai avuto monete d’oro
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dici di questo che hai visto? ¶ Il servitore si
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lei s’alzò. – Che hai fatto, Peppino? – gli disse
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alla porta. ¶ – E tu hai risposto? ¶ – Sì che ho
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che ho risposto. ¶ – Cos’hai fatto? Loro credono che
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questa volta non l’hai fatta franca! ¶ – Ahi! – disse
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Allora, Giannina, cosa m’hai fatto? Ti ricordi quando
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Ti ricordi quando m’hai buttato dalla finestra e
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dalla finestra e m’hai rotto la testa? ¶ E
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bambola: – Sì, sì. ¶ – E hai anche il coraggio di
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Con questo bastone ci hai annoiato! – dissero i diavoli
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della vita? Non ne hai percorso abbastanza di monti
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e attendimi. ¶ – Tu non hai abusato del potere che