Alberto Moravia, L'uomo che guarda, 1985

bruciante: “A suo tempo hai rinunciato all’appartamento soprattutto

andare a dirgli che hai cambiato idea e rivuoi

Si vede benissimo che hai un’idea dietro la

l’idea. Poi mi hai vista, alla finestra, ti

sei deciso e mi hai parlato secondo un tuo

Sei tu che mi hai fatto venire su in

a un certo momento hai cambiato idea, perché?” ¶ Sento

la fotografia.” ¶ “Ah, ah, hai paura che tua moglie

coinvolgere: destino!” ¶ “Perché destino? Hai scelto, di tua spontanea

guarda sorpresa: “Non mi hai parlato di quest’appartamento

parlato di quest’appartamento, hai sempre detto che non

e per contestarlo gli hai lasciato l’appartamento, perché

lasciato l’appartamento, perché hai continuato a vivere con

bene, penserebbe soltanto che hai bisogno dell’appartamento, ecco

ti approvo. Visto che hai tanta antipatia per tuo

di dirmi quello che hai in testa senza che

Tua zia, di cui hai preso il posto, gliela

tu vuoi andartene non hai che dirlo, cercheremo un

professionale. ¶ Domando: “Quanti anni hai?” ¶ “Ventidue.” ¶ “Da quanto tempo

domando: “Quel libro l’hai poi cominciato a leggere

Ci siamo. Non mi hai mai parlato di queste

mi risulta. Dove l’hai letta?” ¶ “Proprio in quel

in quel libro che hai lì sul letto.” ¶ “Perché

Quest’eredità tu mi hai detto che consisteva soprattutto

incredula veemenza: “Tu ne hai parlato a tuo padre

ci siamo incontrati, non hai fatto altro che parlarmi

Proprio tu che mi hai costretto con la tua

prodigo! Proprio tu che hai sempre saputo che a

dice alla fine: “Forse hai scambiato per esibizione una

così. Il fatto che hai trovato un appartamento non

perché non me l’hai detto subito? Perché mi

detto subito? Perché mi hai lasciato parlare, parlare e

Ma perché piangi? Che hai?”, quasi temendo che mi

a vederti.” ¶ “Ma se hai un altro uomo?” ¶ “Se

la frase che mi hai detto poco prima che

comincia: “Guarda che l’hai voluto te! Ora mettiamo

sei un voyeur e hai ragione di indignarti perché

tu stesso me l’hai spiegato: per guardarmi meglio

certo modo religiosa che hai di me influisce non

Ma quando?” ¶ Sorride: “L’hai già dimenticato? Quando ancora

ci conoscevamo e mi hai fatto la corte dalla

Dico dolcemente: “Adesso che hai descritto il mio modo

aver fatto quello che hai fatto.” ¶ Ora si alza

più. Via, diciamo che hai tredici anni e mezzo

lentamente: “Mi domandavo se hai mai letto un romanziere

intanto: “Che favola le hai dato da tradurre?” ¶ “Perrètte

so fare, me l’hai insegnato proprio tu.” ¶ Dico

venuto qui? Tu mi hai spiegato che eravamo tutti

nascondere nulla. Quando mi hai detto che volevi il

di Gesuina, tu mi hai lanciato un’occhiata come

leggessi dentro.” ¶ “Perché?” ¶ “Perché hai capito che volevo che

davvero fatto paura. Non hai idea quanto sia civetta

vista abbastanza?” “Dài, che hai capito benissimo: vederla veramente

lo so, perché mi hai visto nel corridoio. È

giuro.” ¶ “Lo so, l’hai fatto perché sei buona

Obietto: “Veramente, poco fa hai detto che l’hai

hai detto che l’hai accontentato per fargli un

a dire: “Come mai hai la rivista qui? Giri

è allora?” ¶ “Tu l’hai detto: un grand’uomo

a meno di domandare: “Hai mai baciato mio padre

tu, che cosa gli hai risposto?” ¶ “Avrei voluto dirgli

che sta sulla scrivania, hai detto? Aspettami qui, forse

letto, scusa l’indiscrezione, hai avuto, diciamo pure, delle

Rispondo con ambigua sincerità: “Hai ragione ma non so

vede che tu ne hai.” ¶ Poi restiamo ambedue silenziosi

si può negare che hai idee molto precise.” ¶ Mio

le brutte cose che hai tanta voglia di dirmi

struzzo e struzzo. Non hai forse detto che non

forse detto che non hai niente da dire?” ¶ Risponde

se stessi. Tu ci hai portato l’allegria di

Sì.” ¶ “Dunque tu non hai visto Silvia nello studio

non l’ho vista.” ¶ “Hai sentito soltanto una voce

non voglio sapere, non hai simpatia per mia moglie

dico: “Per me, come hai voluto sentire la sua

la sua voce, così hai voluto vederla. In realtà

In realtà, non l’hai né sentita né vista

né sentita né vista. Hai sentito e visto un

fotografarla? E poi non hai neanche la macchina fotografica

come la tua.” ¶ “Tu hai una favola?” ¶ “Purtroppo, sì

rubato la moglie eppure hai pensato di ammazzarlo. Che

di sua madre.” ¶ Rispondo: “Hai ragione ma ero geloso

Ma intanto non l’hai ammazzato. Questo è l

buon figlio e gli hai perdonato!” ¶ Protesto amaramente: “No

incontro.” ¶ “E che cosa hai visto?” ¶ “Che hai un

cosa hai visto?” ¶ “Che hai un seno magnifico.” ¶ “Davvero

tratto sospira. Domando: “Che hai?” ¶ “Nulla. Mi sento un

ieri, per telefono, mi hai assicurato che tra te

soggiunge: “Volevo dire che hai ragione, gli uomini sono

Ah, Dodo, quante cose hai rovinato costringendomi a vivere

cieco e così mi hai gettato nelle braccia dell

di tuo padre, mi hai detto: ‘Vieni con me

Ti ho seguito, mi hai guidato per il corridoio

guidato per il corridoio, hai spalancato una porta e

spalancato una porta e hai pronunciato queste parole: ‘Questa

Così, quando me le hai finalmente presentate, ammobiliate di

le scope. Poi, tu hai detto che volevi andare

fuori una verità che hai finora sempre negato: il

quello in cui mi hai fatto vedere come avevi

te che me. Tu hai sempre voluto essere diverso

tu che poco fa hai detto che, per amor

che, per amor mio, hai mandato a fare in

Ma come? Or ora hai detto che non ci

sei fuggita e mi hai lasciato?” ¶ “Mi rendo conto