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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppina Torregrossa, Cortile nostalgia, 2017

concordanze di «hai»

nautoretestoannoconcordanza
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per dire qualcosa. ¶ «Ragione hai! A Roma non ci
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facciamo che non mi hai detto niente. Ma sta
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strinse nelle spalle. ¶ «Guagliò, hai pensato a mammeta? ’O
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disse l’ostetrica preoccupata, «hai bisogno di compagnia.» Poi
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la figlia. ¶ «Congratulazioni! L’hai scelto il nome?» ¶ Padre
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segnava trentasei gradi. ¶ «Melina, hai visto?» esultò Ninetta. ¶ «Per
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Si può sapere che hai nella testa? Ah, perle
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appaiate come lucciole. ¶ «Come hai fatto a trovarmi?» domandò
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tra le cosce. ¶ «Che hai?» chiese lei più volte
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che novità! Ce l’hai per abitudine di scappare
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manchi da casa. Non hai un po’ di nostalgia
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di nostalgia ce l’hai della tua famiglia?» ¶ «Sì
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mano calda e rassicurante. ¶ «Hai ragione, la vita con
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non lo saccio comm’hai fatto, ma l’amico
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l’altro. ¶ «Che scuole hai fatto?» ¶ «Primo avviamento.» ¶ «Si
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Basta così» lo interruppe. «Hai capito quello che hai
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Hai capito quello che hai letto?» ¶ Mario arrossì e
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vedi che occhi grandi hai?» ¶ «Sono così di natura
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biglietto per la Russia. Hai visto mai che ci
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proseguito verso sud.» ¶ «Come hai fatto a entrare in
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occhi di Roton. ¶ «Tu hai bisogno d’aiuto» sussurrò
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dell’acqua. ¶ «Se non hai nulla di meglio, quello
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invocazione. ¶ «Ma quanti figli hai?» le chiese Maruzza una
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Succede anche a me. Hai presente quando mi siedo
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qualche responsabilità. ¶ «Come lo hai saputo?» ¶ Indicò il giornale
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di una sensibilità civile… Hai capito, Mancuso, vero?» ¶ «Sì
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promozione. In questi anni hai studiato, hai dimostrato buona
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questi anni hai studiato, hai dimostrato buona volontà e
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quel vitino sottile che hai, ti sta bene tutto
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rifiutano di prenderne atto, hai voglia a fare leggi
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con il fiato acre. «Hai una faccia pallida e
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dispetto della sua volontà. ¶ «Hai le tue cose?» le
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ha dette queste minchiate?». ¶ «Hai detto min…?» ¶ «Sì, non
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la sua crudezza. ¶ «Che hai?» domandò a un certo
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sillabe si erano sovrapposte. ¶ «Hai sbagliato casa.» Melina indicò
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Che bella compagnia che hai» e indicò i gattini
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il tuo non l’hai mai conosciuto». Nella stanza
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tuo passaporto. Dì che hai trovato i soldi e
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Prendi questo e quando hai finito fammi sapere cosa
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Ne parliamo quando l’hai letto tutto.» ¶ Maruzza divorò
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suo capolavoro a Maruzza. ¶ «Hai una mano a rollare
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Scusa, allora Alessandro l’hai lasciato?» ¶ «No, io Ale
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ridere: «Ma che mutande hai? Nemmeno mia nonna così
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Minchia!» esclamò Maruzza. ¶ «L’hai detto a tua madre
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cioccolata, se non l’hai mai assaggiata ne puoi
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tua occasione non l’hai saputa sfruttare. Potevi fare
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lo sei. Non ci hai mai fatto mancare nulla
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di me famelico, mi hai ignorata, piantando tronfio una
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nostra figlia?». ¶ «Non mi hai mai detto niente» la
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ogni tanto sbuffava. ¶ «Che hai?» domandò suor Antonella. ¶ Lei
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entrambe avevano bisogno. ¶ «Perché hai fatto la suora?» ¶ «È
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fossi sempre.» ¶ «Ma non hai nemmeno figli.» ¶ «Credi che
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Brava!» esclamò l’uomo. «Hai rapinato una banca?» ¶ «No
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lei sepolta». ¶ «Perché non hai chiamato prima?» ¶ «Lei morta
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quaderno di fogli bianchi. ¶ «Hai sempre e solo letto
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mano: «Guarda quante ne hai!». ¶ Lei sollevò lo sguardo