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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carmine Abate, Gli anni veloci, 2008

concordanze di «hai»

nautoretestoannoconcordanza
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invecchìsci e non mi hai regalato la gioia bella
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per salutarti». Allora mi hai sorriso e sei sceso
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preferito, e tu mi hai baciata sulle guance. «Te
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Te lo meriti» mi hai detto. E io mi
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lacrime. «Mi fai arrossire» hai detto scherzando prima di
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non sai cantare, non hai voce e, quando il
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se sei cambiato, figlicè, hai perso tutta quella capillera
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riferisco a quelle che hai tra le gambe, quelle
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quelle sono ereditarie, non hai nessun merito. Mi riferisco
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tre esami?» ¶ «Chi, io? Hai sentito male.» ¶ No, il
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almeno sembra che non hai più niente, la ferita
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con te, che c’hai il morale sotto i
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accoglieva sorridente e premurosa. ¶ «Hai ancora male? Come stai
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vuoi. Si capisce che hai bisogno di parlare con
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so bene quanti impegni hai, ma in cuor mio
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ti ha fatto bene, hai l’occhio più vispo
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nella culla. ¶ Me li hai regalati così, senza chiedere
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forse non essenzialmente tu, hai scavato dentro me…», canta
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o forse non mi hai conosciuto nel profondo, nel
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tenace come uno scoglio. Hai una famiglia? Lo sapevo
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pranzo, gli aveva detto: «Hai lo sguardo stravolto dei
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la prima chitarra che hai comprato a dieci anni
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di perito elettrotecnico l’hai preso per accontentare i
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nato», e a Nicola, «hai la stessa grinta di
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lavoro, non sai cosa hai perso, pa’, e avrebbe
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si soffermò sulla foto. «Hai pigliato bene, sorridente» disse
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nuovo, sei tu che hai uno sguardo così trasparente
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del tuo amore soffocato. Hai già diciassette anni. Basta
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voce. ¶ «Come va? Mi hai cercata? Ho trovato una
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a Torre Melissa. Se hai tempo passo a salutarti
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muto di Capocolò e hai l’occhio stracangiàto come
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che minchia stavi pensando! Hai corso di nuovo come
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mille. Disse al figlio: «Hai sentito, Nicò? Io non
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raggiante. «Naturalmente se ne hai voglia…» ¶ «Certo che ne
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paghi io.» ¶ «No, che hai capito? La cena è
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il tuo pensiero: mi hai reso la ragazza più
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sentire più libera. ¶ Come hai trascorso l’estate? Io
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ragazzi e tu mi hai inseguita, deciso: “Ma perché
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la sorpresa che mi hai voluto fare, per questi
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stai? È vero che hai deciso di non cantare
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ragazze, non puoi, tu hai un grande futuro davanti
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di brividi. Tu mi hai afferrato per i riccioli
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i riccioli e mi hai attirato a te come
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la moltitudine. Ce l’hai scritto nel nome che
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Come?» rispose Mario sorpreso. ¶ «Hai capito benissimo. Ho detto
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il lavoro che mi hai trovato in banca, anche
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mare non mi vuole». ¶ «Hai visto che non si
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allena le tue gambe, hai la gara importantissima a
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sei il più forte, hai vinto, bravo!». ¶ Si precipitò
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Anna, non è giusto, hai ragione, non doveva succedere
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andata via, Anna, perché hai dato un calcio al
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si vede nelle difficoltà. Hai ragione, la nostra vita
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allenatore corse ad abbracciarlo: «Hai fatto il miglior tempo
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ciòtu fricàtu, che non hai mai capito nulla delle
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come riesce a sopportarti, hai avuto solo puttanelle abbagliate
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nostalgia. Va bene, Anna, hai vinto anche stavolta. Stai
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convenienza. Ti conosco. Mi hai cercata per farmi fare
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cerca subito di nascondere. Hai capito tutto, brava Manuela
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Nicola abbassava la testa, hai ragione, pa’, stringeva i
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pugni dietro la schiena, hai ragione come sempre, e
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subito discorso: «Perché mi hai cercata solo adesso, dopo
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Diciotto, da quando mi hai lasciato.» E aggiunge: «Tu
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dovevi dire me lo hai detto…» ¶ «A parte il
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non interessa quello che hai sulla testa, ma quello
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testa, ma quello che hai dentro.» E con un
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scocciato nel dormiveglia: «Che hai?». Lei rispondeva: «Niente, dormi
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arraggiato chissà perché. Gli hai muzzicàto la lingua, eh