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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Arpino, L'ombra delle colline, 1964

concordanze di «ho»

nautoretestoannoconcordanza
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lungo attimo vuoto, affannoso, ho cominciato a distinguere i
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terrazzo. ¶ Fuori, esci fuori…, ho cercato di dirmi. Ma
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verde oltre il muro. ¶ Ho allungato i piedi sul
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dopo l’incubo conosciuto. ¶ Ho sete, ma è meglio
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tre settimane che l’ho presa, e ancora non
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tutti…” mi derise Francesco. ¶ “Ho cinque colpi, e di
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una poltrona. ¶ “Hai sparato, ho sentito il colpo…” mi
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mi ricordò Francesco. ¶ “L’ho rimessa in solaio…” risposi
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raggomitolo nel letto, non ho pensieri o batticuore, solo
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rispetto alla tosse che ho dentro, che è la
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dietro la porta. ¶ «Non ho niente da dire a
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sulla soglia delle botteghe. ¶ Ho ancora negli occhi l
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granatina. Dovresti ricordare. E ho pensato…». ¶ «Sentimi bene, Lu
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mormora con serietà. ¶ «Non ho neanche fatto la valigia
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occhi per dirmi che ho ragione, che sa di
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hanno annebbiato, ma almeno ho il vantaggio di non
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questo – lo so, l’ho imparato – fa parte delle
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anno confuso, in cui ho avvertito di non accordarmi
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energie vitali in cui ho sempre riposto fiducia. Persino
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pioverà, ne sono sicura… Ho già fame». ¶ La strada
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finire la carne. E ho anche sete» cerca di
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Se ci sto troppo, ho paura che finirebbe chissà
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torna il suo nome. Ho impiegato anni a capirlo
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cadreghino…» così in ufficio ho detto al mio sostituto
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dire a mia madre: ho mangiato abbastanza veleno… ¶ Il
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una somma più completa. Ho mangiato abbastanza veleno…, e
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so più se l’ho visto a Venezia o
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vomitano mai, non li ho mai visti ciucchi i
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studierai come io mai ho potuto, ricorda questo…, che
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più!” mi ribatteva Francesco: “Ho già due zii sotto
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caricatore nella pancia, gliel’ho sentito dire proprio io
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Ecco, questo sei tu. Ho incontrato la tua insegnante
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palestra Salus et Virtus ho un’eliminatoria di lotta
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a far qualcosa…”. ¶ “Ma ho sempre fatto…”. ¶ “Sì, per
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sicuro che io non ho paura, proprio per niente
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irti di mitra. ¶ “Ne ho visti almeno tre che
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Ci giurerei… Non le ho mai viste queste facce
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lui. ¶ “I soldi li ho, li prendo a Caterina
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li hai quattordici anni. Ho occhio, io…”. ¶ Il vento
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Tanto io uno l’ho già fatto fuori, cosa
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qui, così?» mormora: «Io ho un peso così dolce
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Sì, questo lo so». ¶ Ho gli occhi chiusi ma
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Non dico niente. Non ho visto niente. Continua pure
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dici che strafaccio, che ho la smania di popolarità
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sa che io non ho problemi, sono solo una
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ricca bizzarra, isterica… Non ho il padre tormentoso e
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peso del mondo, non ho… Io devo solo non
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La stanchezza sembra passata, ho solo voglia di un
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parentesi assurda che non ho saputo intuire e che
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risponderle: «Perché ricominci…». ¶ Ma ho già sbagliato. Non posso
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al vuoto, al buio. Ho la voce che non
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No…». ¶ «Lo sapevo, l’ho sempre saputo…» prende fiato
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nome… Chissà perché non ho mai saputo decidere un
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sappia la paura che ho avuto? Sono adulta…, sì
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sentimenti a ogni pensiero. ¶ 5 ¶ Ho perso il senso del
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della scienza acquisita, non ho saputo fare che un
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un vile commercio, ne ho ricavato solo paraventi ingannevoli
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apparivano necessarie al momento. Ho acconsentito e ubbidito e
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coi morti, Lu, e ho potuto metterli da parte
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ogni parte… ¶ “… Voglio rispetto! Ho fatto quattro guerre io
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convinti, e intanto io ho nuovamente bisogno di tutto
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tutti! Giuro che non ho mai avuto paura come
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di poter dire: ne ho viste troppe… Ma più
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hai?” volli domandargli. ¶ “Ne ho più d’uno, in
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dietro, farmi vivo, mica ho ancora un mestiere sicuro
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a far scuola? L’ho incontrato a Torino… Pensa
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noi” m’opposi. ¶ “Non ho detto questo: vedrai che
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a lavorare, così non ho tempo per pensarci…”. ¶ “Piantiamola
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soldi hai cambiato?». ¶ «Ne ho ancora, ne ho ancora
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Ne ho ancora, ne ho ancora… Ma adesso è
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rallegrarti un poco…». ¶ «Non ho proprio niente da dire
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esce piano di bocca: «Ho la testa che scampana
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di tutti i giorni?». ¶ «Ho capito… Lo so, basta
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divertita abbastanza… Su, smettila… Ho la testa…». ¶ «Come un
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gocce del gelato. ¶ «L’ho sempre detto che bisognerebbe
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Questo no…». ¶ «Perché? Cos’ho detto di nuovo? Anche
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precipitate a raddoppiarsi, annullarsi, ho rivisto i miei diversi
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diversi aspetti negli anni, ho risentito, intorno e lungo
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piede fino alle scale. ¶ “… Ho mal di pancia… Dimmi
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ai muri… Capito? Non ho più il fisico per
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e attende che parli. ¶ «Ho fatto male ad andar
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la violenza che gli ho imposto, ma seguita a
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pensavi così, allora» ribatto. ¶ «Ho sbagliato. Sempre stato un
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o tre libri li ho letti anch’io…». ¶ Ha
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adesso, però. Certe volte ho un’invidia così maligna
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taglio la parola. ¶ «Non ho più l’abitudine a
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ci faccio, qui… Dove ho finito per cacciarmi…» lamenta
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d’ingresso del caffè. ¶ «Ho soltanto più paura, ormai
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non dir niente, non ho bisogno di niente…» mormora
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Il perché, però, l’ho capito… Secondo me, vuole
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lui, così come l’ho ritrovato dopo troppo tempo
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perduto pomeriggio, che pure ho stampati così vividamente nell
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Adesso mi dicono che ho fatto niente… Mi mandano
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me… Risultato: non ne ho il diritto!…” azzardava talvolta
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della vicina tenenza: “… Ne ho snidati di fascisti… L
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Non posso» rifiuta lei: «Ho già dovuto mangiare non
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amica. Io non esco, ho già qui il giornale