Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

città ¶ Qualche anno fa ho avuto un inverno difficile

ma io in quella ho lasciato un bel pezzo

pezzo della mia: ci ho abitato per una ventina

come un animale selvatico: ho visto vecchie foto in

sta facendo? Libertà, l’ho vista dormire nei campi

filo spinato. Libertà, l’ho vista svegliarsi ogni volta

svegliarsi ogni volta che ho suonato, per un fruscio

arrivava da fuori. Non ho mai avuto un buon

stare da solo. Non ho mai trovato un compagno

perdiamo il rispetto reciproco. ¶ Ho sentito di un uomo

un pomeriggio di pioggia, ho ringraziato il folto dei

fulmine che li spezza. Ho trovato il più coraggioso

mio quaderno e scrissi: ¶ Ho visto una mano e

è così che l’ho trovato. ¶ Quante altre volte

parte di noi. ¶ Allora ho immaginato di sollevare il

carbone, occhi da diavolo, ho sentito di nuovo la

nuovo la pelle accapponarsi, ho messo su il caffè

faccia alla fontana e ho ritirato la scodella che

in alto nel bosco ho trovato un larice spogliato

in questi giorni, prima ho pensato che il tronco

mio padre. Poi invece ho pensato di essere tutt

questo cos’è, ottobre?, ho pensato. ¶ Nemmeno i larici

spezzavano di schianto. Non ho più sentito il bramito

è spenta. Addio minestra, ho pensato. ¶ Ho incartato quattro

Addio minestra, ho pensato. ¶ Ho incartato quattro patate nella

nella stagnola e le ho buttate tra le braci

dopo un’ora le ho mangiate croccanti e bruciacchiate

che altro dovevo fare? ¶ Ho tirato giù il divano

tirato giù il divano, ho preparato il letto al

bagliore della stufa, l’ho caricata per bene e

compagnia. ¶ Dopo un minuto ho sentito un cane che

in fondo e ci ho infilato i piedi sotto

boschi coperti di neve. ¶ Ho fatto un giro per

innevato contro il mattino. Ho pensato a Pavese: “Io

dall’inizio”. ¶ A casa ho pulito un po’ di

di legna dal ghiaccio, ho acceso il fuoco, mi

era ancora tornata. Allora ho fatto il caffè sulle

società di montagna. Se ho combinato qualcosa di buono