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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ugo Ojetti, Mio figlio ferroviere, 1922

concordanze di «ho»

nautoretestoannoconcordanza
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professione e ottimista, come ho detto, di natura, è
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qui; ed io stesso ho altro da fare alla
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permesso dell’autore, niente ho mutato salvo i nomi
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solo?” ¶ S’era, come ho detto, d’estate, e
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mancanza spesso dei clienti, ho da tant’anni l
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mio figlio. Ma io ho continuato a scrivere le
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mi piacciono gli equivoci. Ho detto ritrovare me stesso
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chiamo ritrovare me stesso. ¶ Ho scritto “voi sapete”, e
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questi mesi ed anni, ho finito, com’era prevedibile
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mia cittaduzza, io le ho scritte, prima di tutto
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ai miei contemporanei, ma ho voluto proprio andare a
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pongo questa domanda tristissima, ho vergogna di me stesso
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qualità che io non ho mai possedute, sua madre
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poco di lui. Forse ho fatto male, prima di
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classe e io gli ho promesso di condurgli te
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della mia generazione, non ho mai capito niente, e
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esempio. E Nestore, come ho detto, aspettavo che diventasse
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era niente. Te l’ho detto, lettore mio. Io
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macchinisti. ¶ — Che macchinisti? ¶ — Babbo, ho scelto la mia professione
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E se una speranza ho ancóra per la sua
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e quattrocento e l’ho veduto morire lavorando, che
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autorità. ¶ Con me, l’ho detto, è andato sempre
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anni di vita l’ho veduto mutare d’aspetto
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È un’abitudine che ho presa quando avevo la
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no. E perchè io ho sempre vissuto in aperta
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che potei: ¶ — Naturalmente, io ho risposto al sottoprefetto che
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posso permettere più. ¶ Stamane ho fermato qui i miei
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lo sciopero? ¶ Io non ho telefono perchè il Comune
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di Risparmio che, come ho detto, ha il suo
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uomini che già v’ho vantata abbastanza. Vedevo tra
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era più tornata da.... Ho da dire da quanti
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arrivati in ritardo, che ho voluto ricondurre mia moglie
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e una manovella borghese. ¶ — Ho capito: la solidarietà sociale
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alle masse. Io l’ho sentito a Pisa, alla
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tutti i socialisti che ho conosciuti, anche fuori del
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d’una ragazza. Gliel’ho veduta e toccata anche
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fabbrico io. Cento operai ho nella mia fabbrica di
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di cognac e l’ho mandato a prendere giù
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città. Quindici anni fa ho adattato due stanzette di
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petrolio. ¶ Ridi, lettore? T’ho detto la mia età
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mia età, ma t’ho promesso di non nasconderti
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a un certo punto ho creduto che si sarebbe
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anche questa è vanità. ¶ Ho detto della vanità ma
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la roba dalla soffitta. Ho aperto la comunicazione con
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di carte suggellato. L’ho chiuso in soffitta nella
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se scoppia la reazione.... ¶ — Ho capito. Il sindaco borghese
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nasconderseli in chiesa. ¶ — Gliel’ho detto anche io. Non
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mandarmi trenta prosciutti. Li ho rifiutati. Poi ne ho
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ho rifiutati. Poi ne ho accettati otto perchè non
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Ma di galline non ho accettate che quelle del
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avete saputo? ¶ — Come l’ho saputo, dottore? Lo chieda
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Re Sole. ¶ — Anche tu? ¶ — Ho sentito dalla cucina tutto
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cominciato a riaprire, come ho detto. Allora piccole schiere
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almeno quelli che purtroppo ho veduti da vicino è
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Iddio, io che non ho a mia disposizione l
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in Cencina, donna, come ho detto, prudente nell’imprudenza
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dirtelo io che l’ho veduta, scrivendo questi ricordi
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questi dati storici li ho dunque da fonte diretta
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e pacchi che vi ho accumulati da anni non
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la quale comunica, come ho detto nel capitolo precedente
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con questo ragazzo. Io ho trentacinque anni e lui
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della superiorità di lui. Ho sempre pensato che un
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scegliere. Aveva ormai, l’ho detto, trentacinque anni, e
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al tramonto. Ma io ho sempre creduto che per
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di Poreta che io ho piantati dodici anni fa
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Tra casa e qui ho da fumare per tre
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esempio: – Io non l’ho voluta la guerra; ma
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guerra; ma quando l’ho dovuta fare, mi sono
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lei mi consolava. Così ho fatto per la guerra
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terra, e sa che ho fatto per consolarmi? Mi
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a lavorare. Io l’ho detto anche al suo
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dottore mio; e gli ho detto anche che un
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italiana. ¶ — Lei è poeta. ¶ — Ho scritto due tragedie. ¶ — In
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mio pensiero. Te l’ho detto. ¶ Ma non riusciva
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capisce, tutta per me, ho dovuto ottenere da lei
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il commendator Pópoli, come ho detto, allora sindaco della
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Suo figlio dov’è? ¶ Ho già spiegato come e
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onorevole Misilmeri, comunista. L’ho accompagnato a vedere San
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Questi sillabò: ¶ — Io non ho cappello, signor deputato. ¶ — Come
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signor deputato, io non ho cappello. Io ho un
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non ho cappello. Io ho un berretto. ¶ L’altro
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Pazzotti, perdonami se t’ho fatto aspettare. C’era
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lasciandolo. ¶ — Parte súbito, le ho detto. ¶ E capii che
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rassegnati spettatori. ¶ Non t’ho mai detto, lettor mio
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io da molti anni ho l’abitudine di trascrivere
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di questi libriccini ne ho sei o sette, ed
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sala di lettura, – io ho bisogno d’un gran
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no. ¶ — Io purtroppo non ho l’onore di conoscere
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pensione. Da due anni ho diritto alla pensione. ¶ — Stia
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dura, la sola che ho portata lassù in campagna
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dargli cinquemila lire. Le ho. Se non le avessi
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troverai a rivendere? ¶ — Forse ho già trovato. ¶ Non stava
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capitano Tocci di cui ho parlato nelle pagine addietro
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più vicini perchè, come ho detto, stavano raccolti a
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ha la serva. Io ho promesso a mia madre
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per ripararsi. ¶ — Io non ho alzato niente. Ho ricevuto
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non ho alzato niente. Ho ricevuto questi due colpì
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Posso aver figli io? Ho trentasei anni, sono donna
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fuggire. E io glieli ho dati. Avrebbe dovuto vederlo
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degli avversarii. ¶ — Nestore, t’ho detto, andrà a Poreta
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con le mie conoscenze, ho venduto dieci macchine. Dico
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te? ¶ — Sono io che ho pensato a lei. Quando
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si chiama Lenin? ¶ — L’ho chiesto a molti, ma
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Sant’Andrea, patrono, come ho detto, della nostra città
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di scribacchiare ricette, l’ho ridotta a un ghirigoro
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convincere Dio. Io medico ho veduto molti e molti
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da piccole infermità li ho veduti aduggiarsi e fiaccarsi
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della mia vita, se ho un torto, è quello
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risparmiare. Io che non ho mai saputo risparmiare un
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ne soffrono. ¶ Nestore, se ho da parlare per simboli