Federico De Roberto, I Viceré, 1894

reclamava, le toccavano soprammercato i rimproveri del fratello diventato

allo zio duca. Tutti i giorni così: dopo lunghe

non perdonando a Raimondo i suoi privilegi, non potendo

estranei indifferenti od ostili? ¶ «I russi resistono ancora... un

perdonava, anzi voleva ignorare i modi un po' bruschi

insofferenza della contraddizione, tutti i piccoli difetti di un

questa amministrazione intendeva seguire i criteri e i sistemi

seguire i criteri e i sistemi antichi, dei quali

consiglio era stupido, perché i viaggi appunto costano un

nulla di male, che i gusti delle persone sono

allora, come per incanto i tempi felici della luna

se avesse osato contrastare i desideri altrui e far

e far differenze tra i figli, avrebbe preferita una

più la madre felice i trattamenti sgraziati della suocera

credere potenti le ragioni, i legami che lo trattenevano

sottoscritti da nostra madre, i possessori dei quali, durante

in certi momenti, anche i più facoltosi, hanno bisogno

coloro che dovevano essere i suoi naturali confidenti, ma

altri, perché sappiano che i loro legati saranno anch

ma con espressione diversa. I legatari lagnavansi d'aver

istigare contro di me i legatari...» ¶ «Quello è un

testamento? Perché non chiedono i conti? Mi faranno un

di nostra madre? Facciamo i conti, sissignore; facciamoli domani

capaci di pensarlo! Conosco i miei polli, non dubiti

tocca!» ¶ «Essi vogliono fare i conti, tu sei pronto

e non potendo udire i loro discorsi. Dalla contrarietà

l'affezione verso tutti i cugini. Durante la malattia

persona della famiglia; tutti i giorni e tutte le

nome che porti; tra i tuoi antenati c'è

due tarì il giorno, i quali lavoravano per lui

quando essi avevano scritto i libri, don Ferrante ci

sapesse leggere, ci ho i miei bravi dubbi!...» ¶ Allora

lo avevano annoverato tra i loro soci; ma la

notaio! Ai miei tempi, i giovanotti imparavano la scherma

caccia, come avevano fatto i loro padri e i

i loro padri e i loro nonni!...» ¶ E mentre

alla pubblica via, affinché i suoi nobili animali restassero

cocchiere di buttargli addosso i cavalli, gli fracassò il

costole!... Si facevano rispettare i signori, a quei tempi

per davvero!...» Erano quelli i sintomi? Poteva ingannarsi? Tante

lui l'ossequiò tra i primi. Ella portava, come

donna, le sue parole, i suoi gesti, le ispirassero

a vapore, enumerando tutti i vantaggi della vita nelle

società, gli spettacoli sontuosi, i piaceri ricchi e signorili

tutti gli zii, tutti i fratelli. Quantunque non fosse

aver preso a cuore i suoi interessi, il duca

Isabella veniva al palazzo. I Fersa non sapevano ancora

casa dello zio facoltoso. I Fersa, invece, benché ammessi

stemma di casa Uzeda; i cavalli, due magre bestie

cuoco e da staffiere. I sarcasmi della principessa eran

solamente si metteva sotto i piedi la «legge» che

palmi, con la quale i rivenduglioli misurano la cotonina

poco non si strapparono i capelli; come don Blasco

era coscrizione e tra i popolani correva il motto

d'alto in basso i compagni ed anche un

ed anche un poco i superiori, vantando, oltre i

i superiori, vantando, oltre i sublimi natali, sterminate ricchezze

di mostrarle coi fatti, i giovani signori napolitani mettevano

signori napolitani mettevano fuori i quattrini, mentre il vanaglorioso

a Corte; e nonostante i precedenti poco promettenti, pure

motivo che gliela dettava, i fulmini di donna Ferdinanda

svegliava ma non appagava i suoi appetiti. Mentre era

era durato il fedecommesso, i cadetti avevano sopportato con

la legge; ora che i primogeniti erano preferiti per

carnevalata» promise di durare; i soldati napolitani sgombrarono la

del paese, le insidie, i possibili pericoli, dando così

Stava già per abbruciare i suoi vascelli e già

vascelli e già assaporava i primi frutti del favor

era opinione generale che i napolitani si sarebbero presentati

prendendo, dopo brevi zuffe, i posti della Ravanusa e

come un Dio, mentre i cannoni spazzavano la via

di sottomissione che tra i liberali andò infamato col

Ovo si diffuse tra i gregari e corse in

causa e che soccorreva i patriotti perseguitati. Oltre la

la voce, arrivarono anche i quattrini che egli mandava

altri titoli se non i denari sonanti. E frattanto

placati vedevano meglio, riconoscevano i maggiori colpevoli, rivolgevano contro

meglio imporsi, in tutti i modi, alla famiglia ed

Eugenio aveva per amici i più gran signori napolitani

gran signori napolitani —; infarciva i suoi discorsi di citazioni

autorità per non destarne i sospetti, per comprenderne il

come il monaco sopra i numeri del lotto e

don Blasco per sollevare i nipoti defraudati, sapeva le

annunziato al Babbeo, tutti i servi protetti dalla principessa

via da Giacomo; invece i diseredati, quelli che per

proprio servizio lodando tutti i padroni checché facessero o

dicessero, tenendo in riga i suoi dipendenti che osavano

diventava una furia: digrignava i denti, gridava come un

udivano fino in cucina i colpi di piccone dei

con le quali issavano i materiali dalla corte al

piano di sopra; e i guatteri, occupati ad affettar

più di don Blasco. I maneggi dello zio monaco

come la principessa scusava i difetti del monello. Rabbrividendo

di Benedetto Giulente; invece, i pezzi di colore, i

i pezzi di colore, i piattelli da stemperare, i

i piattelli da stemperare, i pennelli, la gomma, facevano

cominciarono le risse tra i due fratelli, e Raimondo

di lei che lasciavano i lividi dove cadevano. Il

mai un baiocco, e i suoi abiti cadevano a

di due stanze una: i «pazzi», come don Blasco

don Blasco chiamava anche i suoi maggiori, avevano uno

sapeva come buttar via i quattrini; e quella «testa

unicamente gli svaghi e i piaceri!... I due fratelli

svaghi e i piaceri!... I due fratelli, quantunque avessero

ritratti si potevano riscontrare i due tipi. Tra i

i due tipi. Tra i progenitori più lontani c

col passare dei secoli, i lineamenti cominciavano ad alterarsi

lineamenti cominciavano ad alterarsi, i volti s'allungavano, i

i volti s'allungavano, i nasi sporgevano, il colorito

di don Eugenio, deturpava i personaggi. Fra le donne

maschilmente dure spiccavano fra i ritratti femminili di più

famiglia, provvide ad ammogliare i due fratelli nello stesso

unghia del pollice contro i denti; «non avrai neppure

convenne chiedere a lui i baiocchi occorrenti — e in

d'un lavapiatti; perché i lavapiatti facevano almeno la

una obbedienza più rassegnata i privilegi che ella gli

modo tanto diverso, entrambi i fratelli aspettavano con eguale

roba; Raimondo per saldare i debiti nascostamente contratti, per

contratti, per buttar via i quattrini nella soddisfazione delle

gli altri figli adoperava i più acri sarcasmi, le

in cui si dividevano i monaci, le più accanite

le seggiole che rovesciò, i pugni che lasciò cadere

voi e di tutti i vostri me ne importa

siete, e maledetti siano i piedi d'asino e

contro la cognata, fra i monaci amici, da far

maritale non avessero assicurato i suoi parenti meglio della

meglio della clausura contro i pericoli della tentazione. Non

di svaghi, ella enumerava i feudi di casa Francalanza

arrivare alla ricchezza. Tutti i suoi pensieri d'ogni

del capitale, arrischiava solo i frutti, cioè li raddoppiava

si trattava di riavere i suoi quattrini e gli

al terzo piano, sotto i tetti, che aveva occupata

sorda antipatia della principessa, i sarcasmi coi quali punzecchiava

ospite della principessa, finché i propri quattrini sarebbero stati

il capo, affermava che i suoi denari non correvano

presta senza pegno perde i denari, l'amico e

notaio e sensale erano i suoi amici. Fra la

per tirarseli a fianco, i più destri, i più

fianco, i più destri, i più prudenti, quelli che

Sicilia; quando enumerava tutti i suoi antenati e discendenti

del Regno»: don Jaime I «che servì al Re

invitto Carlo V»; allora i suoi occhietti lucevano più

eletti tra la turba, i veri nobili tra la

il lusso della carrozza. I legni erano due vecchi

Tuttavia, prima di pronunziare i voti, esitò un momento

tanto di coltello sotto i panni; don Lodovico, più

e il Priore e i Decani e i Cellerari

e i Decani e i Cellerari, bestemmiando San Nicola

San Benedetto e tutti i loro celesti compagni, il

diritto di sedere tra i Pari del Regno! Don

in cui si dividevano i monaci: appartato, quasi sempre

e da quasi tutti i monaci, egli si attirò

Che uno degli Uzeda, i cui antenati erano stati

fu cosa da attirare i fulmini sulla cupola di

il convento con tutti i suoi abitanti; il meno

tale da compensare tutti i suoi enormi difetti. A

lei, come per tutti i capi delle grandi famiglie

capi delle grandi famiglie, i figliuoli desiderabili ed amabili

a impedire che «rubassero» i fratelli. Angiolina, la maggiore

partito, le ripeteva tutti i santi giorni: «Che non

mezza botte, e inutilmente i fratelli, gli zii, il

La gente di servizio, i famigliari, gli amici, scherzarono

le era nata, dopo i quattro maschi, una terza

commesso non facendo valere i loro diritti all'eredità

aiutato, invece, a pagare i debiti e a salvar

cose da far recere i cani!...», l'affetto della

l'affetto della madre; i figli, però, se non

del padre, dovevano chiedere i conti, fino all'ultimo

le voleva, non per i quattrini che potevano venirgli

dividerla «equamente» a tutti i figli, disponeva invece dell

contenta di ciò, defraudava i legittimari fingendo di assegnar

e, per non sciogliere i cordoni della propria borsa

avesse prese, andava tutti i giorni dal marchese per

te e non per i tuoi denari! Anche se

ma comprendendo che favorivano i propri piani gli abbandonò

la vigna per ripiantarci i mandorli, a sbizzarrirsi in

che non eseguivano bene i suoi ordini, o dello

sé e mangiasse frugalmente i prodotti dell'orto e

al palazzo scandalizzasse perfino i servi, tanto era stracciato

già cacciato via tutti i servi protetti dalla madre

gli aveva lasciato «rubare» i valori che andavano «a

antipatia istintiva contro tutti i nipoti, era specialmente furioso

apparteneva «ai maschi»; quando i fattori le portavano sacchi

con lei, le diede i balocchi da lui stesso

egualmente divisa fra tutti i figli: «S'ha da

Così accadde che, quando i Giulente vennero a star

e da quel giorno i suoi occhi andarono spesso

si scatenarono contro Lucrezia. ¶ I Giulente, venuti circa un

madre; e le rifece i conti e la stimolò

più fine; mentre tutti i fratelli e le sorelle

come il Benedettino chiamava i suoi nei momenti d

in cambio, gli rivoltava i fratelli e le sorelle

sapete com'è?... Tutti i mastri notai si credono

Un tempo c'erano i baroni da dieci scudi

della solennità che radunava i nipoti. Nel mezzo di

seggioloni a bracciuoli aspettavano i testimoni e gl'interessati

lunga, quant'erano larghi i vani tra finestra e

nella corte, osservava che i cognati della morta, pei

insofferente e quasi nervosa: i lavapiatti, sopraggiungendo per aiutare

la duchessa Radalì, poi i parenti più lontani, i

i parenti più lontani, i Grazzeri, i Costante, poi

più lontani, i Grazzeri, i Costante, poi l'ultimo

alla cartella del notaio. I più indifferenti, tuttavia, parevano

pause, durante le quali i suoi occhi si fissavano

giudice col notaio e i quattro testimoni presero posto

Maria ed a tutti i gloriosi Santi del Paradiso

e dispongo quanto segue: ¶ I miei amati figli non

di venire smembrata tra i molteplici suoi creditori. Spinta

nella vita migliore, seguano i miei figli fedelmente le

ed alla loro fortuna." ¶ «I miei cari figli, adunque

sono per dettare e i desideri che esprimerò. ¶ Io

impercettibile contrazione «di tutti i miei beni, esclusi quelli

modo qui appresso indicato, i miei due figli Giacomo

cucite, passava a rassegna i progenitori pendenti dalle pareti

che nella divisione tra i due fratelli suddetti restino

assegnati al principe Giacomo i feudi della famiglia Uzeda

durante vita della stessa i frutti si debbano da

la facoltà di eleggere i sacerdoti celebranti, e non

generale signor Marco Roscitano, i cui eccellenti servigi non

lo sguardo cieco. «Tra i creati, lascio al mio

a don Cono Canalà; i tre anelli di smeraldo

Indistintamente poi a tutti i miei congiunti: cognati, nipoti

e agli ultimi passi i gesti approvativi ed ammirativi

ma non finì; ché i testimoni, alzatisi anch'essi

legittimaria? E come fa i conti?... Se accettate cotesto

un'altra mala parola. «I conti ve li faccio

principe cominciò a servire i testimoni; il maestro di

una posizione privilegiata tra i legittimari, sì; ma coerede

Ragazzo, egli aveva visto i bei tempi di casa

poi costretto a pronunziare i voti. Tutte quelle ricchezze

la sua invidia contro i fratelli, il suo rancore

sfogarsi quanto che, venuti i nodi al pettine, distrutta

non aveva ancora pronunziato i voti; ma fin da

la presunzione alla bestialità. I quattrini che aveva portato

che aveva lasciato portare i calzoni alla moglie, mentre

a costei quando, morti i due principi padre e

almeno da qualche zio i quattrini occorrenti a portar

mortificandone in ogni modo i sensi e la fantasia

ai quindici anni. Erano i tempi delle rigide economie

parte erano colati sotto i suoi propri occhi, Lodovico

i loro servigi; ma i rimasti a mani vuote

Gli muore la cognata, i suoi nipoti l'aspettano

il lavapiatti a nessuno!» ¶ «I lavapiatti» rispose don Lorenzo

loro. ¶ «Bestioni!» esclamò, quando i due Giulente si allontanarono

Dies irae assordava tutti; i frati erano scesi verso

uscire, travolgendo gli storpi, i ciechi e i mutilati

storpi, i ciechi e i mutilati che arrischiavano nuovamente

mano ai passanti. «Adagio!... I piedi!... Che maniera!» e

spettatori cominciò a disperdersi. I poveri rimasti accoccolati lungo

poveri rimasti accoccolati lungo i muri poterono finalmente trascinarsi

su le valige e i sacchi da notte, e

divieto di lasciar salire i soli prossimi parenti, ora

soli prossimi parenti, ora i cugini in quarto e

via, e tutti ripresero i loro posti e i

i loro posti e i discorsi interrotti. ¶ In un

continuava a fiottare contro i rivoluzionari e i quarantottisti

contro i rivoluzionari e i quarantottisti che minacciavano d

testa, giudicando però che i rivoluzionari, con o senza

la città portava ancora i segni della terribile repressione

e mezza popolazione piangeva i morti, i condannati all

popolazione piangeva i morti, i condannati all'ergastolo, gli

amicizie. Come egli citava i grandi nomi di Toscana

capo in atto affermativo: «I Morsini, sicuro... i Realmonte

affermativo: «I Morsini, sicuro... i Realmonte...» ¶ La contessa volgeva

si sa nulla.» ¶ Tra i discorsi di politica, di

firmato la busta, e i figli della morta erano

naturalmente, incaricate gli avvocati, i notai, i parenti, sì

gli avvocati, i notai, i parenti, sì o no

piccolo Consalvo il successore?... I lavapiatti, come familiari della

senza poterlo salutare; e i familiari si guardavano con

lui. Restò, sbraitando contro i rivoluzionari e la cognata

ultimo al convento. ¶ Adesso i servi accendevano le lampade

Eugenio e don Cono, i quali continuavano a sviscerare

linguaggio fiorito roba latina. ¶ «I funeri di Carlo V

busti e personaggi, fra i quali l'Italia, la

alla sua fisonomia. Tutti i nipoti gli baciarono la

notaio, il giudice e i testimoni perché si tenessero

donna Ferdinanda, a udire i nomi annunziati da Baldassarre

vera processione «di tutti i sanculotti morti di fame

Nicola stavano per serrare i portoni, fece una terribile

stringevasi nelle spalle: bastavano i soldati della guarnigione; non

maiorasco) da quegl'individui i di cui nomi trovansi

Sicilie...» ¶ «Io credo che i Giulente sono nobili,» disse

o Caropepe, se avevano i titoli non gli avrebbero

silenzio, la ragazza riprese: ¶ «I Giulente sono nobili di

Che differenza passava tra i sei giudici del Real

Real Patrimonio, don Mariano? I tre di cappacorta erano

erano nobili... nobili! e i tre di cappalunga, giurisperiti

fondato o sussidiato, venivano i rettori, i cappellani, una

sussidiato, venivano i rettori, i cappellani, una quantità di

di tonache nere, oppure i poveri ospitati; ma questi

acchiapparlo al varco, pazientemente. ¶ I due cortili parevano una

carrozze allineate all'ombra: i cavalli, con le teste

uno, poiché imbruniva, arrivavano i servitori dei parenti, aspettando

servitori dei parenti, aspettando i padroni; e la conversazione

a quel matrimonio, poiché i due antichi innamorati s

contino Raimondo, però!...» ¶ Allora i partigiani del principe, senza

la morta e rammentava i tempi del noviziato di

una cappella ardente... tutti i fiori della villa... ne

un documento che riguarda i funerali... Credo che di

sospingevasi in chiesa, calpestava i mendicanti venuti a mettersi

esso il nome... onde i concetti, per avventura...» ¶ Alla

bandiere d'alleanza; dopo i valletti dodici prefiche, vestite

le costole e pestare i calli e sudare una

incalzava alle spalle e i discorsi s'interrompevano, i

i discorsi s'interrompevano, i primi arrivati dovevano cedere

ordini di panche e i manichi dei contrabbassi che

ammaccato dai continui urtoni, i piedi pestati, la camicia

miracoli della principessa: «Adesso i suoi figli potranno respirare

un pugno di ferro...» «I suoi figli: quali?...» «Costrinse

Prima ancora di scorgere i caratteri, don Cono che

acqua benedetta, per sottolineare i passaggi salienti: ¶ «Ignoro se

un vasto sussurro, perché i rintocchi del mortorio annunziavano

Di dove spuntano?...» ¶ Erano i zolfai delle miniere dell

che venivano a prendere i primi posti, tiri a

schioccar di fruste; e i curiosi, a rischio di

di lasciarsi pestare sotto i piedi delle bestie, li

Roccasciano... il barone Grazzeri... i Cùrcuma... i Costante... non

barone Grazzeri... i Cùrcuma... i Costante... non manca nessuno

gli si mettevano fra i piedi, ingiungendo: «Largo!... largo

cattedrale sospingeva a frotte i curiosi. Sonava a morto

solo pei nobili e i dottori, e il suo

fosse posto sul catafalco. ¶ I sonatori avevano già preso

sul palco e sfoderato i loro strumenti, i frati

sfoderato i loro strumenti, i frati accendevano con le

con le canne lunghe i ceri dell'altar maggiore

dell'altar maggiore. E i curiosi stipati nella chiesa

lasciar qualcosa a tutti i suoi concittadini. Aspettavano, al

la ressa era terribile. I fiati, l'odor di

e negli angoli, lungo i muri, avanti agli altari

muri, avanti agli altari, i curiosi, gli scioperati rifacevano

nessuno dei suoi tra i piedi!... Vi dico che

teste si volsero verso i sonatori. ¶ In mezzo all

un tratto col gomito i vicini, esclamando piano: ¶ «Guardate

riprendevano a lacrimare, mentre i monaci, dinanzi all'altare

al palazzo per offrire i loro servigi; ma i

dove, ai tempi antichi, i lanzi del principe appendevano

giù... il Vicario e i vicini... appena il tempo

aver tempo di chiamare i figli!...» ¶ «Il portone?... Perché

qualcosa, guardava in giro i compagni: ¶ «Ho da chiudere

Sst!...» ¶ «Che c'è?» ¶ I discorsi morirono ancora una

tutti s'impalarono cavandosi i berretti ed abbassando le

verità, che andava con i suoi piedi; ma perché

girò finalmente sui cardini, i passanti cominciarono ad accrocchiarsi

Senza nessuno dei figli!...» I meglio informati spiegavano: «Non

di matti, questi Francalanza!» ¶ I famigli, frattanto, sbarravano le

orologiaio accostavano anch'essi i loro usci. Un altro

ordine di lasciar passare i soli stretti parenti... È

che ricevevano le commissioni, i servi uscivano, aprendosi la

aiutanti di campo tra i curiosi che annunziavano: «Vanno

annunziavano: «Vanno ad avvertire i parenti... i figli, i

ad avvertire i parenti... i figli, i cognati, i

i parenti... i figli, i cognati, i nipoti, i

i figli, i cognati, i nipoti, i cugini della

i cognati, i nipoti, i cugini della morta...» Tutta

stata in lutto, tutti i portoni dei palazzi signorili

barone Palmi... Poi vengono i cognati, i quattro cognati

Poi vengono i cognati, i quattro cognati: il duca

passaggio a qualche servo, i curiosi cercavano di guardare

Che diavolo volete? Aspettate i numeri del lotto?» ¶ Ma

morta donna Teresa Uzeda...» i popolani pronunziavano Auzeda, «la

carnale perciò di tutti i figliuoli della morta; il

la parentela; e poi i parenti più lontani, gli

tutta la nobiltà paesana: i Costante, i Raimonti, i

nobiltà paesana: i Costante, i Raimonti, i Cùrcuma, i

i Costante, i Raimonti, i Cùrcuma, i Cugnò... A

i Raimonti, i Cùrcuma, i Cugnò... A un tratto

per dire: ¶ «To'! Guardate i lavapiatti che arrivano prima

il marchese salutava mestamente i lavapiatti; ma la più

eseguito le ambasciate. Tutti i parenti, ormai, erano avvertiti

Basta adesso, signori miei!... I morti son morti, e

per il Belvedere, ma i lavapiatti protestarono. ¶ «Per far

adesso; Chiara disse tra i singhiozzi: ¶ «Io vado alla

Sempre voialtre femmine tra i piedi? Vi pare che

Ferdinando? Non viene più?» ¶ I lavapiatti corsero a interrogar

riguardo, lasciando al portinaio i servitori; ma parecchi fra

parecchi fra questi portavano i regali funebri: vassoi pieni

quella roba, e annunziare i doni ai padroni, e

ai padroni, e ringraziare i donatori, e dare udienza

una mano, e quantunque i lavapiatti che lavoravano come

a noi», egli vuotava i vassoi da restituire, trasportava

il principe di Roccasciano, i Giliforte, i Grazzeri, don

di Roccasciano, i Giliforte, i Grazzeri, don Carlo Carvano

istituti di beneficenza che i Francalanza avevano fondato o

ma che del resto i ribelli tiravano sulle truppe

Blasco, andato a interrogare i passanti dai muri della

è finita!... Sono usciti i lancieri, hanno nettato le

giorno appresso con tutti i suoi soldati. ¶ Don Lorenzo

duca al Municipio, dove i migliori cittadini attendevano a

città in fermento; ma i due Giulente lo assicurarono

della popolarità acquistata tra i liberali, temeva che qualcuno

giorno dell'azione; che i rivoluzionari del Quarantotto non

salutavano rispettosamente o cordialmente: i popolani s'inchinavano, gli

più padroni!... Adesso finalmente i padroni siamo noi!...» La

una sottoscrizione per raccogliere i primi fondi, il duca

Preso coraggio, andò tutti i giorni al Gabinetto di

Gabinetto di lettura, dove i liberali commentavano con tripudio

al Municipio, dove chiedevano i suoi consigli. Mentre tutti

dimostrasse al popolo come i tempi fossero cangiati e

tempi fossero cangiati e i privilegi distrutti e tutti

privilegi distrutti e tutti i cittadini veramente ed assolutamente

libertà!...» conducendo al caffè i volontari garibaldini, pagando loro

lo fecero maggiore: tutti i giorni egli mandava ai

Viva Oracqua» — come pronunziavano i più — era altrettanto frequente

alla fine delle prove. I forusciti, i briganti che

delle prove. I forusciti, i briganti che s'arrolavano

di aver disposto che i soldati della libertà fossero

uragano d'applausi; e i volontari s'acquartierarono a

per terra, le rastrelliere, i fucili, le giberne, le

muto, pallido, fremente, mentre i soldati gridavano evviva al

antica tirannide!..» facevano osservare i Padri sorci a don

usava agli ospiti tutti i riguardi, s'informava premurosamente

dell'anticristo, che passava i suoi momenti d'ozio

rose. Un giorno, tra i novizi che erano scemati

molte famiglie avevano ritirato i loro ragazzi in quel

Giovannino Radalì, Pedantoni, tutti i liberali lo guardarono con

il sorcio?» gli dissero i compagni quando Menotti andò

minuto allo sportello quando i posti di guardia facevano

cominciò a leggere tutti i giornali e tutti i

i giornali e tutti i bollettini per sapere che

tricolore, che mettessero fuori i lumi per festeggiare le

perché questa saettasse tutti i suoi fulmini contro i

i suoi fulmini contro i traditori. Chiedeva che il

diceva «Che bei soldati, i garibaldini?...» Dolevano ancora le

Giusto in quei giorni i Giulente avevano raccomandato all

entrare al Noviziato. Lì, i nobili compagni, senza distinzione

gliene facevano di tutti i colori, giudicandolo indegno di

fra loro; e tra i monaci gli stessi liberali

don Lorenzo Giulente e i capi liberali, il duca

di popolo! Se tornassero i Viceré dall'altro mondo

Giacinto, don Mariano, tutti i lavapiatti scrollavano il capo

tradimento! Ma se tornano i napolitani, colui andrà a

il genio di Cavour, i trionfi della sua politica

la costituzione, non inquietare i patriotti, perché Napoleone aveva

accidente, dall'esultanza. Lungo i corridoi di San Nicola

CAVURRE ha fatto fagotto! I principi legittimi tornano tutti

il duca aveva ordinato i preparativi della partenza: quel

Abate aveva dovuto pregare i Padri Dilenna e Rocca

Noviziato la lotta fra i due partiti s'era

Giovannino, come secondogenito, pronunziasse i voti. E questo era

bene, sopportava un poco i suoi dileggi; ma, a

divertirvi!» ¶ Composte le liti, i ragazzi si divertivano, infatti

ragazzi si divertivano, infatti. I due cugini morivano dalla

andarono a spasso tutti i giorni, assistettero alla processione

curiosi, sui quali spesso i cavalli si gettavano, sparando

calci ed ammaccando costole. I cavalli vincitori ripercorrevano poi

e catapani che sonavano i tamburi, andava a prendere

Abate, circondato da tutti i Padri con la cocolla

della piazza: allora cominciavano i giuochi di fuoco, i

i giuochi di fuoco, i razzi, le ruote, le

con la nuora e i parenti di costei venuti

Francalanza avevano messo accanto i loro legni, Raimondo e

tutto pareva finito?... Ma i bene informati dicevano che

Mara, dopo avere accompagnato i parenti della nuora all

lasciato andare... ¶ Gl'increduli, i curiosi, fecero capo alla

tutta la famiglia, tutti i servi potevano attestarlo! Forse

Giusto, tre giorni dopo, i difensori di Raimondo trionfarono

discorso. ¶ A Nicolosi, tra i Padri Benedettini, se ne

Italia centrale, di tutti i sintomi d'un mutamento

rompe paga, e neppure i cocci sono suoi!» ¶ «Siete

di fucile dei napolitani i «filibustieri» si sarebbero dispersi

filibustieri» si sarebbero dispersi: i Murat, i Bandiera, i

sarebbero dispersi: i Murat, i Bandiera, i Pisacane informavano

i Murat, i Bandiera, i Pisacane informavano. ¶ «La sonata

tutt'intorno alla città, i liberali parlavano a voce

fingevano di non udire, i «benpensanti» erano costretti a

con tremila uomini sotto i suoi ordini, non usciva

la calma, assicurava che i napolitani sarebbero andati via

carrozze, partì con tutti i suoi, da Ferdinando in

parola; poi, corso fra i Padri della sua camarilla

si sapeva che cosa. I ragazzi liberali avean formato

sua qualità di sorcio, i rivoluzionari non avevano detto

come morto. Quando riacquistò i sensi si trovò a

tutte le camere, sotto i letti... ha trovato tante

io, di queste diavolerie!...» ¶ I congiurati, vistisi scoperti, erano

momento e passava tra i compagni costernati: ¶ «Com'è

concerto così strano, che i ragazzi smisero di picchiare

attacco ai napolitani. Tutti i monaci erano tappati dentro

Abate aveva fatto serrare i portoni dopo che tutta

rimasto aperto ai rivoltosi, i quali continuavano a sonare

e Chiara, venendo tutti i giorni al palazzo, era

che in ogni albero i rami possono fare da

di diverso genere. Fra i molti libri che comprava

che non avevano capito i suoi ordini: egli si

specialmente sulle figlie, perché i mali tratti usati ad

le lesse in viso i lunghi patimenti: superbo di

barone Raimondo rispose ordinando i preparativi del viaggio. Era

andavano molto lisce, e i primi a provocare i

i primi a provocare i dissidi furono Chiara e

un oracolo, adesso preveniva i suoi giudizi, intuiva le

gli avvocati del monastero, i quali ad una voce

mesi si sarebbero compiuti i tre anni dalla morte

morte della madre dopo i quali le donne dovevano

di una madre tutti i figli dovevano essere «egualmente

Egli citò l'antichità, i testamenti dei defunti principi

La zitellona, pure vituperando i Giulente, s'era col

pungenti, gl'insulti contro i Giulente si seguivano e

vecchio Giulente aveva accumulato i primi quattrini facendo il

Vanna, rammentava le smanie, i pianti, gli svenimenti di

ora ogni volta contro i suoi balconi; il sabato