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Giacomo Leopardi, Paralipomeni della Batracomiomachia, 1842

concordanze di «i»

nautoretestoannoconcordanza
1
1842
fuggian per ogni villa ¶ I topi galoppando in su
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1842
la francese aita; ¶ Tale i topi al destin, di
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là, da tutti quattro i venti, ¶ Cercò l'acqua
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piano, ¶ Spiò le selve, i laghi e le correnti
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di verso il campo i vespertini ¶ Fiati venian movendo
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vespertini ¶ Fiati venian movendo i rami e il prato
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prato, ¶ Soavemente susurrando, e i crini ¶ Fra gli orecchi
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Non con tanta allegrezza i diecimila ¶ Cui lor propria
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mare mare, ¶ 10 ¶ Con quanta i topi, omai ridotti al
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Convenner da più bande i fuggitivi, ¶ Cui la tema
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rilucea nel lago. ¶ 13 ¶ Taceano i topi ancor, quasi temendo
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topi ancor, quasi temendo ¶ I granchi risvegliar, benché lontani
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che insin oggi appo i ranocchi ¶ Terribile a nomar
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fronte spensierata alzando, ¶ Percote i monumenti al mondo soli
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stati sapea d'entrambi i mondi, ¶ E giornali leggea
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Che il cuculo, che i topi han per divino
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gli erbosi dorsi e i ramuscelli ¶ Spargea luce manchevole
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Tutti desti cantando erano i galli ¶ Per le campagne
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dell'ora, ¶ E porporina i sempiterni calli ¶ Apparecchiava al
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voltato il dosso ¶ Aveano i servi alla terribil vista
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E digrignando per paura i denti, ¶ Vennero agl'inimici
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se n'erano appena i granchi accorti, ¶ Quando lor
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per pratica imparato, ¶ E i dialetti ancor di tutti
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sapean ch'altra gente i propri suoni ¶ Parlar potesse
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Ch'a strigarlo imprendessero i sergenti, ¶ E perché legger
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Tor si fe' quindi i topi, ed in catene
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concordi e pronte; ¶ Trasse i cattivi di sotterra e
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non sappiam niente, ¶ Ma i granchi, dando alle ranocchie
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Fanno equilibrio insiem tutti i paesi. ¶ 34 ¶ Or quando un
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parte aggreva, ¶ E tagliandoli i piè, la coda o
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e il clima ¶ Dove i casi seguìr ch'io
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durezza famosi in tutti i liti: ¶ Questo ci fa
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e strage, a tutti i patti? ¶ O consente egli
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Avendo inteso; e tosto i suoi raccolse. ¶ Nel partir
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e con sincera ¶ Loquela i patrii dei ringraziò molto
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men fera ¶ Calamità su i topi avean rivolto. ¶ Poi
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spente le lucerne e i candelieri ¶ Vengon poi fuor
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tanti e tanti anni ¶ I papiri ove cauta ella
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delira, ¶ Scacciando ognun, su i mercenari scanni; ¶ Razza a
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richiedesse; ¶ 21 ¶ Giudicò Rubatocchi e i principali ¶ Della città con
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e sdegno ¶ Han gara i sommi di quel secol
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dir potria le pratiche, i maneggi, ¶ Le discordie, il
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Non che sforniti rifornire i troni? ¶ Tutto ciò fra
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e di sua radice i tanti frutti ¶ Mancàr, fuggendo
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capace. ¶ 41 ¶ E quella estinta, i prossimi di sangue ¶ E
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come son degli uomini i giudici ¶ Facili per usanza
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Agguaglian le antichissime indiane, ¶ I costumi, il parlar, l
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avete letto, ¶ Quel che i savi han trovato ultimamente
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propria ed in nativa ¶ I padri de' lor padri
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che al bosco hanno i mortali, ¶ Per forza si
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Fossero a ciò che i fatti e la ragione
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e trista; ¶ Non che i principii in lei né
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qualunque uman concetto, ¶ Ma i misteri e gli assurdi
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gli antichissimi parenti ¶ Quali i popoli son che abbiam
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addietro s'eran detti ¶ I portatori di quell'auree
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notin gli eruditi e i filotopi, ¶ Fra i re
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e i filotopi, ¶ Fra i re de' topi fu
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topi fu, non fra i re topi. ¶ 31 ¶ Non era
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che insino allora ¶ Soleano i sogni più gradir che
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l'accordo fermò secondo i patti ¶ Che già per
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botti, ¶ E sperar pace i topi un'altra volta
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un'altra volta. ¶ Lieti i giorni tornàr, liete le
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Avea quel capitan fra i parlatori ¶ Della gente de
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Della gente de' granchi i primi onori. ¶ 47 ¶ Forte nei
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pesato e scosso, ¶ Dare i sudditi a se mai
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han ragione o voto ¶ I popoli nessuno o ne
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non l'assunto ¶ Che i più capaci del real
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e pronta. ¶ 12 ¶ Non solo i nostri trentamila forti ¶ Che
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prenderà della cittade, ¶ Dove i topi o ravvisti o
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Che tutti offender sembra i dominanti ¶ Combatterà finché sarà
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era cangiare aspetto ¶ Secondo i tempi, e che di
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cor, di Brancaforte ¶ Condannava i trattati, e i chiari
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Condannava i trattati, e i chiari detti ¶ Torceva a
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popoli presenti ¶ Esser negati i dritti delle genti. ¶ 19 ¶ Anzi
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dritti delle genti. ¶ 19 ¶ Anzi i dritti comuni e di
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sonore minacce in tutti i canti ¶ S'udiano, e
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tal fatica ¶ Movendo Rubatocchi i cittadini, ¶ Fu di torri
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su del castel tutti i confini ¶ Chiuder donde colei
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aprica ¶ Vetta precipitar sopra i vicini ¶ Poteva ad ogn
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mano inghiotte. ¶ 39 ¶ Conobber facilmente i principali ¶ Quel di che
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Spargea del Sol meridiano i rai, ¶ Appoggiàr delle squadre
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Fuggirian credo ancor, se i fuggitivi ¶ Tanto tempo il
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era, e fatti arditi ¶ I serragli sforzar mal custoditi
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Gli rivelasse in parte i dì di posta, ¶ E
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espresso ¶ Di Senzacapo, e i giorni e le stagioni
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io che volentieri ¶ Precipitato i granchi avrian dal trono
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non fosse ognun: perché i re granchi ¶ D'oppugnar
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fur mai stanchi. ¶ 11 ¶ Quindi i reami lor veracemente ¶ Fur
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del mondo di sopra i regni bui. ¶ Ed era
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liti, ¶ Ed ir grassi i forensi ed infiniti. ¶ 14 ¶ Subito
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paura. ¶ Pensosi in su i caffè, con le gazzette
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morto, ¶ Gli congiurasser contro i lustri interi: ¶ Ma non
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il conte. ¶ 19 ¶ Al quale i giovinastri andando in frotte
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augumentar come si dice i lumi ¶ Alle sue genti
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molto ¶ Di notte, come i topi han per costume
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con furor precipitando ¶ Schiantava i rami e gli arbori
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del paese ¶ Dei topi i veri e naturali accenti
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freddo di fuor battere i denti, ¶ Ad un bagno
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principio il seme e i genitori ¶ E l'esser
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Narrò le rane ed i civili umori, ¶ La carta
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adopra. ¶ Lodò l'altro i suoi detti e gli
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placido e tranquillo. ¶ Sola i silenzi l'una e
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antichi e di recenti: ¶ I Delirii del gran Fiutaprofumi
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e persuasi manco ¶ Sono i popoli tutti e son
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Per nostro amor partecipare i numi. ¶ 16 ¶ L'altra, che
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cui per dritto senso ¶ I topi anche moderni io
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immenso, ¶ Come fer poscia i cavalieri erranti ¶ Delle amate
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l'ammonì che denno i forti ¶ Poco temere i
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i forti ¶ Poco temere i vivi e nulla i
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i vivi e nulla i morti. ¶ 21 ¶ E inanimito ed
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Possibile drizzar tant'alto i vanni, ¶ Che non ceneri
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lor le membra e i panni: ¶ Tali in sembianza
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intenebrando il giorno. ¶ 31 ¶ Tonare i monti e rintronar s
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orrida e bruna. ¶ 32 ¶ Sovra i colli ove Roma oggi
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lor le scole ed i musei ¶ Soglion l'ossa
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sul mar da tutti i lati ¶ Quest'isola sorgea
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che de' maggiori allato ¶ I minori per ordine son
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eterni ¶ Dell'anime che i corpi hanno perduti. ¶ Quivi
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Quivi però da tutti i lidi esterni ¶ Venian radendo
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OTTAVO ¶ 1 ¶ La ragion perché i morti ebber sotterra ¶ L
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compagnia ¶ Di molte larve i sotterranei fondi. ¶ Senza precipitar
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là nessun desio ¶ Provano i morti, se ben hanno
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me non fanno, ¶ Che i morti aver quel ch
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selvaggio ¶ E lo stato i sepolti anco aver tale
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al lor passaggio, ¶ Tali i bisogni e non in
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Chiude le donne e i servi acciò non toglia
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Il sepolcro al defunto i suoi contenti, ¶ Cani, frecce
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lima o scarpello, ¶ Seggono i morti in ciaschedun sedile
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che dai granchi ebbero i suoi, ¶ Novo agli scesi
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dimanda udita, ¶ Non risero i passati all'altra vita
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pervenne insino al fondo. ¶ I destini tremàr non forse
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granchio alle spalle ebbero i suoi, ¶ Ed a congiure
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avuto alle superne ¶ Contrade i passi ritorceva il conte
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occhio per seguire intento ¶ I due lumi ch'ha
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Dedalo e il conte i vanni al basso. ¶ 37 ¶ Quivi
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più ver che appresso i Franchi ¶ Non paion delle
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Non paion delle donne i petti e i fianchi
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donne i petti e i fianchi. ¶ 38 ¶ Alfin del conte
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fin, siccome ho detto, ¶ I testi, qual che la