Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944

e maiolicati recessi. Se i soci del Circolo Filologico

inclini alla meditazione, forse i dodici luoghi meditativi del

Clerici renda così cauti i sodali, e gli adepti

salone mettendo in fuga i due gatti che vi

dell’Equinozio. Essi presumono, i due zampa-di-felpa

voler dimandare un micetto. I baffi, dianzi, dell’integerrimo

NOTE ¶ Le locuzioni e i vocaboli di lingua straniera

seggiole, scranne: (dial. lomb.). ¶ 2 I diminutivi in etto, etta

Elettrotecnica Italiana: (A.E.I.). Gli esposti di argomento

mensile dell’A.N.I.E.L. ¶ 16 «Il dopocolazione

avuto modo di rimeritare i due valentuomini del loro

che hanno in zucca i filosafi, non tuttavia se

Vergine, se tuttavia sono i Pesci, costellazione equinoziale di

e il barbabucco: tutti i gusti son gusti. Il

ancora di lui circa i diportamenti del sole in

e straniere figuravano anche i periodici di matematica e

di iperspazi, da leccarsi i baffi: ma davvero. ¶ 23 «Corriere

fino a quel tempo, i giornali, un po’ tutti

di chilowattora a tutti i cotonifìci del Nevado Bajo

a sè stesso, apriva i libri, stanco, senza aver

gloriosa», buie montagne, tra i pavoncelli cui Mavorte s

disperdersi nella oscurità, fra i costoloni del soffitto, buia

fino ai pitecàntropi-granoturco, i battenti instoriati d’oro

motociclette, e coccarde. Verso i barattoli di peptone Liebig

ogni città del Maradagàl, i quali beneficiavano della più

tono. Oppure, agli antipodi, i salumai grassi, come baffuti

marmo alto, con mannaia, i macellai-scimitarra; o paonazzi

del Vate a terrorizzare i polli, dopo mezzanotte, nel

degli Odéons: con dietro i magazzini generali della ditta

sarabanda famelica vorticava sotto i globi elettrici dondolati dal

in quando facevano pisciare i sifoni: e il sifone

tutti gli onori e i carismi: carene insevate da

Cordillera. Che ne inaffiano i paradisi di stucco. Tutti

piedi caprigni, e perfino i Langobardòi di Cormanno, immigrati

vero di poter indossare i loro pelliccioni d’oltre

diademi di gemme sopra i capegli, le femmine: e

capegli, le femmine: e i mariti dei collari con

Il quadrante, nero, con i mesi e i quarti

con i mesi e i quarti delle lune d

in oro-vespero, con i secondi, i minuti, gli

vespero, con i secondi, i minuti, gli anni, le

dolorosa martellava di nuovo i suoi minuti scarni: i

i suoi minuti scarni: i vecchi e frusti minuti

oramai, dalla scodella, verso i fastigi della tenebra. ¶ Dove

verso le meningi e i bulbi: l’illusione, quasi

e le cagnare e i blocchi e le guerre

Sì, sì: erano consideratissimi, i fracs. Signori serî, nei

coltello non taglia!». Tra i cigli, improvvisa, una nuvola

i poveri, i denutriti, i mendichi, quel vizio della

abusivamente nell’organismo, come i Danai nell’arce di

detto dalla gente, e i signori di Pastrufazio per

appoggiando forte, più forte! i due gomiti in sulla

arrostiti in casseruola con i rosmarini e le patatine

della regione preandina, e i pesci invece, e la

Pequeño. ¶ E voleva, tra i labbri, d’un diaccio

spregio aborriva con ira i bicchierazzi sul tappeto verde

verguenza rimpetto a tutti i rimanenti attavolati che pasturellavano

bismuto), come volesse. Che i più onesti tra gli

che avrebbe voluto ritenere i farmacisti a un profitto

capo dell’associazione fra i coltivatori di pere, e

una svolta pericolosissima, che i notomisti la gabellano, come

Tentava, il buon medico, i primi ciottoli della postrema

impresa chiamava avanti, avanti, i suoi quartati: a voler

brazas de tierra sotto i bastioni nuovi di Pastrufazio

che gli aveva messo i manichini attorno i polsi

messo i manichini attorno i polsi durante certi tumulti

duchi senza duchea, che i Pirobutirro avessero poi a

di rado, al Fonte, i nomi baptesimali di Pedro

capo dell’associazione fra i coltivatori di pere (con

Il buon medico, consumati i peggio dei sassi, era

sole (1920-1940) ha talora ecceduto i limiti del buon senso

sogliono circolar gatti, tra i piedi degli attavolati. ¶ 21 «Puchero

piatto nazionale del Maradagàl. ¶ 22 «I Mirabilia di questo buon

dietro le stiene.» (Bandinelli). ¶ I RITAGLI DI TEMPO ¶ I

I RITAGLI DI TEMPO ¶ I Caviggioni, per lo più

nobile Gian Maria, benchè i casi della vita lo

tant de fa balà i tosànn.... allargò poi gli

assistere de’ rituali òboli i cronometrici appelli della Tazzinetta

suoi tram. ¶ Benchè ingegneri, i Caviggioni erano entusiasti del

il Cavicchio, pescherà compiaciuto i più gustosi modi del

del nostro vecchio dialetto, i più rari: «pü in

via dell’Inferno. Ma i nobili Caviggioni, che pure

lesto mancipio degli infiltrati: i quali, se pur non

un po’ di tedesco» i loro «ritagli di tempo

un’ora poi tutti i sabati, dopo l’òasi

cognizione elencatoria6 di tutti i vantaggi e benefizii filologici

del Circolo Filologico Milanese. ¶ I politecnici sgranavan fuora i

I politecnici sgranavan fuora i loro diplomabili fagioli,7 inturgidite

lavoro.... il lavoro. ¶ E i Caviggioni dietro quel comune

fosca», «misteriosa», «arciducale», e i sostantivi «nemesi», «Absburgo», «fatalità

prematuro cartello «Chiuso», fra i mugolii di tutti gli

fra Caviggioni e cognati: i quali, per giunta, avevano

paltò12 rigorosamente abbottonato, e i guanti di pelle marrone

soleva puntualmente cavare tutti i vantaggi che sono consentiti

Egli, ingegnere, sapeva prendere i suoi beignets13 dal verso

sguardo, l’attitudine risoluta, i modi indaffarati, precìpiti verso

anime. ¶ STRANE DICERIE CONTRISTANO I BERTOLONI ¶ Di ville, di

poco un po’ tutti, i vaghissimi e placidi colli

architetti pastrufaziani, salvo forse i connotati del Buon Gusto

il coppedè-alessio;5 e i casinos di gesso caramellato

manovra. Con palestra per i ragazzi, se mai volessero

tetto a terrazzo per i bagni di sole della

stradone del Prado, (saettavano i rimandi rossi dei loro

di pesos papel9 tutti i negozianti di vetri dell

Descrivere lo spavento e i cocci di quella fulgurazione

traboccò in cantina, per i buoni uffici d’un

della Maria Giuseppina (figurarsi i polli!), alla quale metallica

Chiamati ad ennesima perizia i più occhialuti ingegneri elettrotecnici

il mondo letterario, e i poeti epici in particolare

di Santa Rosa: e i cui coccodè lo avrebbero

la dipartita del Vate, i Bertoloni non sapevano più

poter pagare le tasse, i periti, gli avvocati, gli

e tali e tanti i nembi, che s’erano

spirito». ¶ D’altro lato i giornali repubblicani menavano già

vi fossero adunati tutti i suoi cimeli, fra cui

quel che più conta, i suoi manoscritti, di cui

la stessa gioia che i trovatelli in un brefotrofio

cose, già complicatissime per i coniugi Bertoloni, che erano

dei denti, che, disseccati i labbri, talora si palesavano

maritato o ammogliato tutti i suoi figli e figlie

di mutandine d’ambo i sessi. Terzo: che il

dal visitare a sottoprezzo i vicini, e cioè le

Prado o ad Eglesias i piselli in iscatola: il

dei legumi serruchonesi. Quando i susurri circa l’identità

ad un sofo sopra i misteri del Mondo, reiterò

e la completò con i dati segnaletici e anagrafici

definita la pratica. Erano i giorni, verso fine agosto

il buon parroco, e i vetturali che andavano al

visite in bicicletta, toltisi i ferma-calzoni e scossa

un po’ in tutti i sensi in tutta la

tasca: tolse dalla bicicletta i ferma-calzoni, ma poi

e sette, nel ventre, i sette peccati capitali, chiusi

povera vecchia! e anche i giornali; per poi leggerli

sia il caffè che i giornali, allungato in letto

come non gli bastasse i giornali, ma in letto

ma in letto. Mentre i contadini, alle otto, son

suo sacro ricordo, morendo, i suoi zii Giuseppe e

volare! come fossero falconi, i polli! ¶ Avendogli un dottore

del Prado; mentre tutti i signori veri ci andavano

fiaschi, attestavano concordi come i signori Pirobutirro, Madre e

vesperale dell’oceano. ¶ Ma i più soggiungevano che eran

rugginosi nel tempo: e i pensieri gli attossicavano l

divenuta favola. Esecravano unanimi, i poveri, i denutriti, i

Esecravano unanimi, i poveri, i denutriti, i mendichi, quel

l’è inütil pagà i tass.... e spend tant

senso (per analogia con i porcellini) di abbandonare i

i porcellini) di abbandonare i glutei della sua creatura

giù e di su, i presenti non potevano che

contrononna: otto zie, fra i tredici e i quarantasette

fra i tredici e i quarantasette anni: nove fra

di insalivatrici aggiunte – serravano i ranghi a rincalzo dopo

Brügna, ossia Forlina, dopo i meandri del Gesù Borgospesso

con la generosità «d’i so sciori», i quali

d’i so sciori», i quali, a esser giusti

eccessiva cubatura, ecc. ecc. I de’ Marpioni anzi, prima

de’ Marpioni anzi, prima i vecchi, poi la generazione

ad umbrello. ¶ Erano quelli i momenti che gli inquilini

presenza di donna Giulia, i signori del piano nobile

ridurre mensilmente alla disperazione i commessi delle Seterie e

le borsette, le borsone, i precedenti pacchi e pacchetti

in un fiammeggiante corruccio, i due occhi di donna

terrorizzato passerotto: ne recidevano i deferenti e gli impulsi

come potete sostenere che i due colori sono eguali

sirena ogni giorno: tutti i giorni: per anni e

a casa le signore, i signori. Aragoste e tartufi

anche loro gli aspàragi, i bei spargioni verdi, ammollati

pürgàa come se déef». I polli, in capponiera a

vittime, uno a uno, i suoi tesori: coi nomi

biennio di perfezionamento dopo i pieni voti del diploma

mistici, povere bestie! come i monaci della Tebaide spiritualizzati

non assomigliava ai pupilli. I di lei fianchi, per

di 188 centimetri, cioè quanto i due toraci di due

costituire un sol globo. I polpacci glieli si potevano

gli abbiano ancora indolenzito i piedi in misura irreparabile

ne era proprio sicura.... ¶ I due coniugi sognavano già

impegnata fino al tatto) i capelli ancor folti, e

di affidarsi alla Provvidenza, i cui decreti imperscrutabili sono

il «piccolo» Gilberto Gaudenzio. I due nomi dei due

con tutti gli svolazzi, i cirri, e i viticchi

svolazzi, i cirri, e i viticchi, che il gran

grasse, tutte pieghe, manovellando i ginocchi e scagliando via

ginocchi e scagliando via i piedini, strillava e gocciolava

ridar pace agli occhi: i quali di minuto in

nella disfunzione di Basedow. ¶ I sopraccigli, ora, a don

voluti adibire, a tratti, i modi mentali e i

i modi mentali e i modi idiomatici proprî de

e dello zefiro parlativo i quali dall’ambiente promanano

prima erano a diguazzare i suoi colombi. Quanto all

propaga la dottrina, oltrechè i paradigmi. ¶ 9 Cassina Borlanda, cascina

Ne facesse.... le veci». «I genitori o chi ne

giornalistica, fino al 1922, per i casi di suicidio. ¶ 22 Migliaccio

e talotta a evacuare i pozzi neri, spargendone il

realmente pronunziata: ne fremettero i ciambellani: poi, risaputa e

idea salgariana della nocciola. I più cospicui giacimenti nell

fornirono a certi anni (1907-1912) i nove decimi della produzione

breccia kimberlitica oscilla fra i 30 e i 250 milligrammi per

oscilla fra i 30 e i 250 milligrammi per tonnellata di

da monte: e intorno i due Lambri (il meridionale

genti, e dietro loro i quartieri, e i budelli

loro i quartieri, e i budelli difficili delle cloache

del re cristianissimo Francesco I, duce Giovan Giacomo Trivulzio

nel giorno medesimo che i due sovrani su cavallo

veste soltanto a domenica i paramenti violacei: (il viola

suntuarie per l’anno i già quaresimati forànei. La

non risuonavano ancora tutti i dialetti d’Italia, come

ripresa di borsa, fra i migliori titoli elettrici. Lavori

generatrice di Vizzòla, dovechè i vecchi alternatori Gadda & C

di Eurymédon. Pantagruel, cap. I, gigantogenesi e prosapia pantagruelica

Alle pitturate, la signora I. ci aveva aggiunto i

I. ci aveva aggiunto i gusci di quelle assaporate

gallina, gergale per sbornia. ¶ 42 I soprannomi sono autentici, e

vento, che aveva corso i monti a sua posta

della casata, forse perchè i giovani, nel dividere in

la loro ammirazione, dopo i primi convenevoli e quel

tutti gli altri. ¶ Tra i compagni e le signore

ciò che vollero: ma i più pensarono che da

rischiara per un attimo i vecchi contrafforti della degnazione

Giove-in-famiglia esondante i precordii d’ambrosia politecnicale

altro di ciò che i presenti si aspettavano. Forse

quasi sbadigliando, «.... che tutti i vostri ponti di calcestruzzo

embrici di pietra, ricadono i ricci dorati dei castani

proprio.... come tutti.... specialmente i grandi.... voglio dire gli

gli ingegneri ....». ¶ «Sì, ma i ponti dello zio....». ¶ «Oh

ballatoio?...». ¶ «Un ballatoio.... per i muratori.... per condurre gli

ecc.... Se non erano i fiumaioli, a presenziare la

bambina mia, nel reggere i ponti.... più di tutti

Madonna non c’entra! I grandi bisogna rispettarli....». ¶ «Gli

politecnico; tutti lo sapevano. I vecchi castani presero a

leggiero vento; le fronde, i ricci, s’impregnavano di

per lo più, anche i titolari di scienza delle

del servizio, il bagno, i corridoi, l’anticamera, e

del circolo circoscritto raggiungeva i 60 millimetri: le due misure

ammodernata il possibile, tra i vecchi muri storti e

vecchi muri storti e i nuovi soldarelli dell’acquirente

oltre un secolo». Dacchè i miei concittadini, quando si

püsée»: (de cent’ann). ¶ I lavori di adattamento e

mila noeuf cent desdòtt». ¶ I corridoi di palazzo Brügna

gli scivoli, le buche, i bernoccoli, e intoppi e

un qualche mezzo metro, i corridoi del Brügna, adesso

tanto meno di attuffarle i soliti sculaccioni amorosi sul

che il reumatismo.... oltrechè i nipotini.... insomma.... che lo

approdati in Via Pontaccio. ¶ I Cavenaghi avevano, si può

anche la cura che i Cavenaghi ponevano nello sceglierle

curato di Lasnigo»: così i Cavenaghi chiamavano il parroco

andato dentro di certo....». I due Cavenaghi non ebbero

le dava le vertigini: i bargigli del tacchino si

Intanto il reumatismo e i dolori articolari crescevano di

evitare il salame, e i salumi in genere, almeno

bisognava sugare su depertutto». ¶ «I traslochi sono sempre un

sempre un inferno....», sospirarono i nobili Cavenaghi, fondandosi su

Elena. ¶ *** ¶ Così avvenne che i coniugi Cavenaghi si trovarono

coma delle Vizzola31 sotto i colpi del Bonzi, altro

Ghe voreven propî anka i parquets». Perchè i parquets

anka i parquets». Perchè i parquets non si riducessero

del primo nobile e i più insigni scarafaggi dell

esibiva maioliche intimidatrici. Quivi i più cari vecchietti ed

cadere sull’asfalto notturno i dodici goccioloni di bronzo

medioevàal.... Però con tüti i sò còmod.... E doppi

Qualunque mestiere, avrebbe fatto.... I calcagni si assottigliavano di

il guiderdone pattuito. Nonostante i quattordici tavolini da notte

di marmo, «me recomandi i mè làster!», discese a

celesti: «oh poera mì, i òstrik del mè viàcc

tutte le rampe e i ripiani. E rimbalzò come

però fino all’infinito i rimbalzi e le piroette

gli enti di collocamento, i certificati, i francobolli. Assaporava

di collocamento, i certificati, i francobolli. Assaporava, tra scaracchi

naturale del mondo, dietro i tendaggi rossi, grevi, della

con la sigheretta fra i labbri, le scarpe cricchianti

Moriggi e il Biscella, i più quotati dei cinque

Parevano inghirlandati di tutti i requisiti necessarî, ad esser

Ragazze e ragazze, fra i tendoni della domenica: ci

vent’anni disoccupati che i migliori amici son questi

celare il più possibile i tratti del volto. Pratica

Vedi anche: MANZONI ALESSANDRO, I promessi sposi. ¶ 10 «Incomptis capillis

capillis»: da ORAZIO, Carmina, I, 12, v. 41: «e Curio dagli

epilettoide della propria costituzione: i suoi camerieri, quando fu

poi amicissima (leggi tra i righi) a Barras (Paolo

Il suo gusto per i bei vestiti la rendeva

nelle circolari «a tutti i comandi dipendenti». La vedova

dulcorosi dell’uva passa. I ragazzi del decapitato crescevano

giorno in giorno tra i piedi di tutti, testimoniando

nostra Giuseppa, con tutti i conti delle sue sarte

bel salotto, l’argenteria, i tappeti della Giuseppa: quella

pure, e non invano, i Tallien: la società in

citazioni di Montesquieu e i propositi di rubar l

Papa e a tutti i preti d’Italia: quadri

dallo strascico interminabile, che i Grandi Scudieri del nuovo

pervenuta nel presbiterio, e i pezzi più importanti all

non vanno, ecco, alfine, «i mè brilànt!». La idea

soprana e ossedente che i truci figuri del crepuscolo

all’incontro, almen quelli, i brillanti! ¶ «I mè brilànt

almen quelli, i brillanti! ¶ «I mè brilànt» e la

solitarie, nell’ora che i veli della nebbia, impigliatisi

strana insistenza», «e specialmente i brillanti»: entra il treno

zucca medesima. Palpavano commosse: i diti scivolavano ai lobi

maturato la nocciuola: valicati i millenni, la nocciuola era

su specchianti ambagi, verso i pascoli rintronati di Marignano

insciallate in serpa lungo i ghiacci suburbani della roggia

che contrabbandate, a maggio, i primi mazzi d’asparagi

tentatori del sottovoce: «Spàrg i bei spàrg», (ma sottovoce

a temprarsi in Acquario, i monti, lontani e bianchi

era dolorosamente fallita. Ossia i proprietarî, poveracci, i fratelli

Ossia i proprietarî, poveracci, i fratelli Borlotti, Pietro e

avevano avuto l’idea, i due Borlotti, ma più

autenticità garantita del crack. I loro depositi in conto

L’avvocato Cazzuola, convocati i due Borlotti, dopo aver

Banca delle Seterie e i diciassette telai di Zoagli

ancora Milano, Como, Brescia, i Tubi Togni, Busto Arsizio

la moderna edilizia, e i moderni finanziamenti della grande

antica della fontana. Ricongiunse i diti delle due mani

delle Seterie» induceva credere i gonzi, o i distratti

credere i gonzi, o i distratti, così a un

via Mercato o penetravi i budelli del Ciovasso tutto

disse, ma lo pensò. ¶ I gemelli, lacrimando in silenzio

sulla plancia, per tutti i mari, i D’Oria

per tutti i mari, i D’Oria, fuor dalle

dalle bave di tempesta, i Centurione e gli Spìnola

sa come di scena i telai di Zoagli, cedola

diffondete il libro italiano!». ¶ I gerenti della Confidenza non

lotteria. Chè non soltanto i Filiberti e Romolo e

istinto. Conosceva puranche bene i suoi polli. ¶ Oh!: davvero

storia»: e insomma, perchè i due fratelli Borlotti potessero

da polso modello 1904» onde i Reali Carabinieri, con lo

di impacchettargli, al rapsodo, i due temibili organi dello

infiammato e sugoso, tra i vuoti e ’l mulinar

ben – tüti e dü – ¶ I-me bèi borlòtt. ¶ Ma

avrebbe potuto seguitare come i colleghi: prestare a suo

sorta di lacrima, e i gran baffi ambrati pioventi

d’agosto, agli «ortolani», i cocòmeri. Coi vecchî brumisti

fosse cosa del passato. I figli, tornati da militari

le figlie lo amavano: i nipotini gli innaffiavano i

i nipotini gli innaffiavano i ginocchî: i suoi risparmi

gli innaffiavano i ginocchî: i suoi risparmi, «qui quàter

a loro.... dato che i fratelli Borlotti.... sigüra.... che

il reumatismo.... dato che «i mè nevód....». A momenti

di quel commiato, splendida. ¶ I Cavenaghi di cui si

fatica de’ cantieri, mentre i sibilanti congegni degli atti

se poseremo, ancora vigilerà. I battiti della vita sembra

le erbe folte e i cespi con turgidi fiori

ancora quel pensiero che i grandi avevano inizialmente proposto

respiro, gli abeti: o i faggi dalle radici aggrovigliate

sa tutto, ed anche i dolori. ¶ Alcune foglie sembravano

tènebra). ¶ Ora non più. I cubi delle case e

adombrano la tolda ed i fianchi. Una sirena strideva

mastini a ringhiare dietro i cancelli, passando, o in

mezzo l’ombre e i cespi, affocata quasi in

montanine docce, o caverne. I pregevoli artefatti, in pietra

che dolce immaginare sospinge i possessori dei giardini misteriosi

degli ospiti: che, viaggiati i mari, corsi i lontani

viaggiati i mari, corsi i lontani paesi, vogliono conoscere

respiro. ¶ In quell’ora i cavalli erano stanchi. La

venuta dalla camionabile traversava i binarî. Valicava con un

Quando, da vicine ville, i giovanetti si diportano sui

calce, è la pietra. I tintori, per l’effetto

viso rasciutto, bronzato, tra i peli d’una barba

calcina: un neo bianco. I fabbri, i meccànici, i

neo bianco. I fabbri, i meccànici, i conducenti vestono

I fabbri, i meccànici, i conducenti vestono talora combinazioni

dell’opera. ¶ Grosse scarpe!, i muratori e gli operai

di suola che manca. I meccànici hanno scarpini da

al dì festivo succedono i lavorativi, così nell’avvicinare

nell’aggredire il lavoro, i loro piedi grossi, dai

fragore è nel fondo». I torrenti montani riempiono le

studiava resecare al taliana i rifornimenti e i rincalzi

taliana i rifornimenti e i rincalzi. La costa e

nelle notti di estate i muri ad occaso permangono

Sembrano secondare più efficacemente i moti e gli sforzi

cioè gli impegni e i sùbiti impulsi de’ muscoli

HA SMESSO.... ¶ A lucidare i parquets,1 in casa Cavenaghi

Inviava ne’ debiti giorni i suoi agenti specializzati: i

i suoi agenti specializzati: i quali, benchè al primo

lucido appena pestarli), e i comò e i canapè

e i comò e i canapè e il cavallo

pantofole snidate da sotto i letti, e tutti insomma

barricar gli anditi e i quarantottati passaggi, o si

Marte. Battaglioni di zie. ¶ I più conservativi armadî, i

I più conservativi armadî, i più caparbî credenzoni, si

coevi di Cavallotti, sotto i gran baffi rotondi gli

pantaloni, intendiamoci, non erano i loro pantaloni abituali: checchè

Domine, deposui animam meam. ¶ I loro quarantasei emmezzo, verso

El m’a guardàa i brilànt’....» (El lôkk). Questi

El m’a guardàa i brilànt’....». ¶ Verso sera, a

finita, a còtica deglutita, i Baruffaldi-Braghenti non ricusavano

affetti. ¶ E, infine, lamentati i mali del mondo, adempiuto

incredibile.... Avrei voluto avere i baffi del povero Carlo

per facilitare il sindaco. I sindaci dell’epoca demo

il ’14 – se ben connetto i millesimi in aristoteloide unità

te ghe de fà i cünt de via Brisa

al massimo riguardo per i lenzuoli di lino, che

cortecce silvane.... oh! come i corpi e le anime

corpi e le anime, i nomi: perchè quel B

uno smemorato giulebbe: sicchè i conti del Côrs Vercèll

stiacciar la penna sotto i calcagni, ci avesse avuto

sempre le immagini e i ricordi proibiti del granoturco

se te voeuret fà i cünt de la Vercelina

a sciavatàt giò per i scàal....».43 ¶ Si fermò di

Ebbe un ghigno: atteggiando i labbri, il volto, a

che sarebbero venuti dopo i conti. Il mellone, anzi

al montar della febbre. I quaderni.... le carte.... ¶ Gli

popone: d’infilar subito i pantaloni: d’inginocchiarsi davanti

cima al Sempione. Se i capperi fossero centesimi, da

mesi dopo, mi arrivarono i confetti. ¶ *** ¶ Rimaneva, per lei

òmn anca lü, cont i so barbìs....». Un uomo

anche non ostante tutti i disastri, e il fallimento

cerchia de’ Navigli, recando i di lei squisiti autografi

el so castèl, cont i so fondi, cont el

cont el so Garbagnàa?... I miei fondi, i miei

Garbagnàa?... I miei fondi, i miei fondi di Garbagnate

e no de pagà i tass e i dèbet

pagà i tass e i dèbet di so paisàn

se sforàgen per tütt i sorée dì e nott

lor che ghe màngen i gatt del fatór....». ¶ Tacque

sì, capisco.... e poeu i ciocolatitt hin püranca bon

e sul viso accalorato. I colletti e i polsini

accalorato. I colletti e i polsini d’amido e

funerale ricordava con orgoglio i vigili municipali mobilitati in

coàgulo della circolazione metropolitana, i cittadini reverenti, a capo

Al rag. Carlo Biandronni – i cugini Gnecchi», «Al rag

indietro la gente, cont i capelloni.... perchè tutti.... tutti

regiment de la Libia....», i bravi soldati «che piangevano

o poco dopo, che i ritratti del povero Carlo

del povero Carlo invasero i salotti dei Cavigioli, dei

vif!», badavano ad esclamare i marsinoni della famiglia, con

entrare in scena anche i Consonni, i Carugati, i

scena anche i Consonni, i Carugati, i Gadda, i

i Consonni, i Carugati, i Gadda, i Roncoroni e

i Carugati, i Gadda, i Roncoroni e i Brambilla

Gadda, i Roncoroni e i Brambilla, così per ogni

inchiostro, stavolta, era nero. I francobolli, purtroppo, non potè

che lavorare, pulire, disporre i fiori, rigovernare i vasi

disporre i fiori, rigovernare i vasi, toglierne li steli

Gli steli spinosi e i candidi petali delle rose

E anche dei Bupressidi. I costoro cadaveri avevano preso

Ne conseguì, appena mossi i cavalli, un appiattimento definitivo

la paglia e tutti i frùstoli di quello sgombero

che le sibilava fra i denti. Pareva ansimare nell

del suo povero Carlo. ¶ I ragazzi si turbarono del

ancor florido, palpitare sotto i merletti, sotto la seta

hanno!... Oh, Signore, Signore!...». I ragazzi parevano mortificati d

comune a quasi tutti i ragazzi. «No! il mondo

la pena di tutti i nostri sacrifici!... di tutti

nostri sacrifici!... di tutti i sforsi22 che facciamo per

fino a quegli anni. I ragazzi chinarono il capo

all’idea.... Tu hai i figlioli.... i tuoi figlioli

Tu hai i figlioli.... i tuoi figlioli....»: e li

rasserenarsi. Gli uomini e i giovani, passando, le rimiravano

che lo ascoltava: e i riferimenti base li aveva

non mollavano un istante i due ragazzi, che s

già il tempo che i gusti, anche da noi

però più in promptu i suoi tipi, i suoi

promptu i suoi tipi, i suoi modi, e io

voler» credere, perchè anche i convinti del contrario vengano

precipitati starnutamenti dell’orchestra, i piatti, poi!, e i

i piatti, poi!, e i tendaggi, e le scene

tendaggi, e le scene, i modiglioni, i pilastrini a

le scene, i modiglioni, i pilastrini a cui ci

e gli oggetti e i mezzi della montatura sudante

montatura sudante parevano daddovero i nuclei di un ardore

serpigno, demoniaco, da inciamparci i cavalli.... ¶ Nel morir tisica

aula di macchine»: (che i maggiorenti del Politecnico, e

a lei, pigiati fra i garzonacci del Garibaldi, dimenticavamo

quando in quando anche i piedi: almeno in occasione

attenti a non pungersi i diti.... o sul portoncino

magari.... ¶ Per quanto avesse i modi d’un signore

giocare a tombola «cont i fasoèu», e perfino al

spigliatezza, si andava affusellando i baffi, le punte di

Ma bisogna riconoscerlo: nè i mazzi di rose, nè

nè le corbeilles, nè i cioccolattini, nè i brindisi

nè i cioccolattini, nè i brindisi, nè i cenini

nè i brindisi, nè i cenini, nè gli inviti

la zia....». E infilava i guanti, trafiggeva di due

sosteneva Remigio, ridendo, imbrogliando i suoni) di donna di

meravigliosamente prepotente. (A monte i ritratti, chè quelli, sappiamo

mia svergolata Milano; tra i camini e i fili

tra i camini e i fili e i pali

e i fili e i pali sbirolenti dei tetti

di nuovo le caramelle, i petits fours, i cioccolatini

caramelle, i petits fours, i cioccolatini, e l’alzata

azienda, voleva a tutti i costi ne prendessimo, non

incaricato di amministrar case: i droghieri zii non mi

veniva stanata da dietro i mobili, e già magari

scelus al paterfamilias, deviandone i complessi talenti, a colazione

non riuscì a pronunziarli, i nomi del carabus violaceus

pioggia di beccacce sotto i colpi d’una carabina

dentro le borraccine ed i muschî. ¶ Perchè infine il

la sua «specialità» furono i coleotteri. Dapprima aveva tentennato

l’opera del Pirazzoli: «I coleotteri italiani – Nozioni elementari

sè: «meglio questo che i vizzî.... o un quai

fervorose del povero Carlo: i coleotteri, proprio, erano modi

preferite) che avevano occupato i suoi anni belli, dopo

magari: così almeno riferirono i testimoni. Ma quei vigorosi

e verdi regni, fra i capegli dell’erbe e

il suo sangue, traverso i millenni, doveva aver comportato

profonde elezioni dell’istinto, i minimi sopralivelli della scelta

famiglia, lo zio Agamennone, i nipoti, i cugini, il

zio Agamennone, i nipoti, i cugini, il N.H

ella aveva veduto recidere i tendini alla bestia distesa

infilzato gli Scarabei e i Ditischi infiniti della natura

Ditischi infiniti della natura, i Cebrioni, i Curculioni, i

della natura, i Cebrioni, i Curculioni, i Cerambricìdi, i