parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «i»

nautoretestoannoconcordanza
1
1950
negozi, regalavano all’ Emilia i vestiti smessi. Ma anche
2
1950
non avrebbero visto che i cuscini del biroccio erano
3
1950
fui stufo di ascoltare i grilli – anche lassú c
4
1950
anche lassú c’erano i grilli – scesi dal biroccio
5
1950
ghiaietta che scricchiolava, sotto i platani, e li guardavo
6
1950
dove bagnavo o legavo i sostegni, sentivo Irene e
7
1950
alla Stazione… Ci troverebbe i suoi servitori sullo stesso
8
1950
incontra in casa tutti i giorni… ¶ – Non vuole nemmeno
9
1950
star sempre fermo dietro i fagioli, se ne sarebbero
10
1950
stava intorno, le toccava i capelli, dove Silvia s
11
1950
l’occhio se suonavano i ballabili, se Irene suonava
12
1950
bastavano le nipoti e i nipoti. Se era cosí
13
1950
nostri beni – la stalla, i fienili, il grano, le
14
1950
ragazza mal allevata. Faceva i capricci, si faceva servire
15
1950
lui, la sua salute, i suoi gusti. Adesso era
16
1950
dentro casa, a ascoltare i sospiri di Irene. A
17
1950
e voleva a tutti i costi comprare una sella
18
1950
le fiere e fa i giochi sulle corde. Giusto
19
1950
battitrice, e chi dava i biglietti era una donna
20
1950
portata la coperta e i cuscini. Né alla Mora
21
1950
sulla faccia di Silvia i segni di quel che
22
1950
le mani che cercavano i grappoli, le guardavo la
23
1950
dei fianchi, la vita, i capelli negli occhi, e
24
1950
facevano delle punture, perdeva i capelli. Noi andavamo e
25
1950
essere per forza cosí. I ragazzi, le donne, il
26
1950
osteria, il municipio e i negozi adesso sono vuoti
27
1950
del paese, si sentivano i grilli, l’arietta di
28
1950
ripresentandosi l’occasione e i vent’anni l’avrei
29
1950
valeva raccontargliela. ¶ – Ti ricordi i discorsi che facevamo con
30
1950
il soldato e girato i carrugi e i cantieri
31
1950
girato i carrugi e i cantieri a Genova ho
32
1950
ho capito cosa sono i padroni, i capitalisti, i
33
1950
cosa sono i padroni, i capitalisti, i militari… Allora
34
1950
i padroni, i capitalisti, i militari… Allora c’erano
35
1950
militari… Allora c’erano i fascisti e queste cose
36
1950
casa… anche il manzo. I conigli sono scappati, ma
37
1950
e la stalla, e i muri bucati del casotto
38
1950
scappò un coniglio tra i piedi. ¶ Nuto, fermo al
39
1950
faccia e si portò i pugni sulle tempie. – Quest
40
1950
era ormai finito, tutti i vicini erano corsi a
41
1950
e se ne vedevano i riflessi nell’acqua di
42
1950
suo figlio, a dividere i fagioli e le patate
43
1950
mentre il figlio sorvegliava i cesti. Poi avevano pesato
44
1950
pesato le patate e i fagioli, s’erano messi
45
1950
non avevano raccolto prima i fagioli verdi. Diceva che
46
1950
adesso la madama mangiava i fagioli che sarebbero toccati
47
1950
bottiglia, e Rosina tirandosi i capelli s’era buttata
48
1950
dei calci – si sentivano i colpi – dei calci nelle
49
1950
città gli spazzini puliscono i marciapiedi, e dormivano, si
50
1950
squadre, in città, anche i carri allegorici della festa
51
1950
forza, che poteva avere i suoi vecchi nello stato
52
1950
come with me because I’m a girl). E
53
1950
le rughe e piegarsi i capelli. Chi non l
54
1950
cosa insegnasse non so; i suoi ragazzi la salutavano
55
1950
il berretto e fischiando. I primi tempi, parlandole, io
56
1950
lo sono, brontolai – because I’m a wop – e
57
1950
mi disse ch’erano i dollari e il cervello
58
1950
Non serve. Ho perduto. I’ve lost my battle
59
1950
il terrazzo, la vetrata, i coppi, per ricordarsi che
60
1950
nella stanza senza pulirsi i piedi sul tappeto. Poi
61
1950
dopo che avevamo ammucchiato i covoni del grano – la
62
1950
San Giovanni, c’erano i falò dappertutto – eran venute
63
1950
il piano, che leggevano i libri, che ricamavano i
64
1950
i libri, che ricamavano i cuscini, che in chiesa
65
1950
per una festa sotto i platani – e della Mora
66
1950
non avevano. Non tutti i signori valevano allo stesso
67
1950
nostre vigne, dove nemmeno i cacciatori potevano entrare – c
68
1950
primavera sullo stradone. Poi i beni del Nido andavano
69
1950
Canelli, dove c’erano i vivai coi sostegni di
70
1950
sentiva a Canelli. E i nostri vecchi dicevano che
71
1950
non c’era ancora, i signori del Nido non
72
1950
che la diceva tutti i giorni in una stanza
73
1950
in Francia, erano morti i loro figli chi sa
74
1950
veder l’Emilia fargli i versi con la forchetta
75
1950
in quel parco sotto i platani, di trovarsi con
76
1950
con le nuore e i nipoti della contessa, le
77
1950
come per me vedere i falò sulla collina di
78
1950
in un solco. Sono i giorni piú belli dell
79
1950
amiche di Canelli e i giovanotti di andarci in
80
1950
si parlavano cosí. Poi i pomeriggi d’inverno lo
81
1950
svelto la scala dietro i vetri. Di sopra era
82
1950
com’era la stanza, i due mazzi di fiori
83
1950
terrazzo nella neve. Qui i due uomini fumavano il
84
1950
vergine secca, si sentivano i discorsi. ¶ Veniva anche Nuto
85
1950
anche Nuto, a ascoltare i discorsi. Il bello era
86
1950
A un certo punto i due sigari ci cadevano
87
1950
con la voce tra i denti. ¶ Sempre ci pensavo
88
1950
e andargli dietro per i prati. Si sarebbe visto
89
1950
sullo stivale e, annusando i fiori, guardò storto il
90
1950
tanti altri piú pericolosi. I due ufficiali, per esempio
91
1950
sulla pontina, e traversavano i beni, le melighe, i
92
1950
i beni, le melighe, i prati. Io avevo allora
93
1950
dal cancello e accompagnare i loro giovanotti su e
94
1950
e quando ripassavano sotto i tigli noi si tendeva
95
1950
e per dispetto strappava i fiori, o voleva a
96
1950
o voleva a tutti i costi che la mettessimo
97
1950
cominciano i porti, e i bastimenti vanno a orario
98
1950
tapino. Mi disse anche i nomi di tanti paesi
99
1950
per saperne di tutti i colori. Cosí, certi giorni
100
1950
sole, e sentivo tra i peschi arrivare il treno
101
1950
zappa, guardavo il fumo, i vagoni, guardavo Gaminella, la
102
1950
e usciva nel caffè. I caffè di Canelli non
103
1950
vino ma bibite. Ascoltavamo i giovanotti che parlavano dei
104
1950
con la cravatta e i calzoni stirati – era impiegato
105
1950
farsi vedere, per attirare i clienti, era il loro
106
1950
e poi chi aveva i soldi e l’età
107
1950
Mi seccava di avere i calzoni da verderame e
108
1950
a Canelli? Al Nido i garofani sono già fioriti
109
1950
te. S’accontentano anche i manzi. Elvira, ti ricordi
110
1950
le scarpette rosse e i capelli sottili, quasi bianchi
111
1950
Belbo si vedeva Gaminella, i canneti, la riva di
112
1950
avrei potuto partire. ¶ Invece i soldi dell’estate li
113
1950
E una volta, dicevano i vecchi, era stato ancora
114
1950
piú nessuno si muoveva. I vecchi dicevano che adesso
115
1950
diceva che sono soltanto i cani che abbaiano e
116
1950
restare padrone, ma se i cani non fossero bestie
117
1950
perché si ammazzassero e i padroni restare a comandare
118
1950
basta leggere il giornale – i giornali di allora – per
119
1950
di padroni che aizzano i cani. Mi ricordo sovente
120
1950
per le strade vedi i fogli in mano alla
121
1950
temporale. ¶ Adesso che avevo i primi soldi, mi venne
122
1950
che passavano sullo stradone, i giorni della vendemmia, portando
123
1950
guardava una zappa. ¶ – Vuoi i soldi o il coltello
124
1950
in campagna per segare i salici. ¶ Gli feci dare
125
1950
pareva di sapere anche i sogni che faceva la
126
1950
Giulia e Angiolina sotto i noccioli, sotto il fico
127
1950
Canelli, anche Cirino, anche i vicini, e a me
128
1950
pallone. ¶ Erano andati anche i padroni e le figlie
129
1950
a Canelli. Invidiai anche i mendicanti e gli storpi
130
1950
Bruciasse la casa, venissero i ladri». Nei beni non
131
1950
e da ubriaco abbeverai i manzi, gli cambiai strame
132
1950
il suo gioco, secondo i lavori e i raccolti
133
1950
secondo i lavori e i raccolti, e la pioggia
134
1950
d’estate andava per i bricchi o suonava alla
135
1950
venduta l’uva, stendeva i biglietti da cento su
136
1950
carte. Nuto sapeva tutti i giochi ma preferiva quello
137
1950
con una voce che i vetri tremavano, lo suonasse
138
1950
che tra me e i signori, tra me e
139
1950
vedevo per la vetrata i fiori nella stanza, gli
140
1950
stanza, e le voltava i fogli e discutevano e
141
1950
non avere sempre intorno i sergenti che mi pigliassero
142
1950
parlavo poco e tutti i giorni imparavo qualcosa. ¶ Teresa
143
1950
figlio di zingari, hai i peli ricci… ¶ (L’Emilia
144
1950
nelle viuzze e sotto i viali, ma quella gente
145
1950
perfino i tedeschi, perfino i fascisti eran serviti a
146
1950
avvenire anche voi. E i renitenti, gli sbandati, avevano
147
1950
Nuto – della gente che i prepotenti di prima hanno
148
1950
ce ne stavano lassú? ¶ – I partigiani sono stati dappertutto
149
1950
piana di Belbo, e i tigli, il cortile basso
150
1950
ha fatto tagliare perché i pezzenti si fermavano all
151
1950
discorso finiva sempre che i vecchi, massaro Lanzone, Serafina
152
1950
a crescere… cosí dicevano i nostri nonni… si vedrà
153
1950
erano in chiesa. Sotto i tigli, dalla parte del
154
1950
di dalie – capii che i fiori sono una pianta
155
1950
da Belbo, e tutti i beni della piana e
156
1950
prendere l’armadio e i sacconi, andai nella stalla
157
1950
cortile e si tirava i baffi. – Tu, – mi disse
158
1950
stalla dove c’erano i manzi, la vacca, e
159
1950
altra fascina – o bagnavo i salici per Cirino, portavo
160
1950
mia giornata sono adesso i telefoni, le spedizioni, i
161
1950
i telefoni, le spedizioni, i selciati delle città – ma
162
1950
Soltanto le fave e i ceci sotto la strada
163
1950
sacchi. Tra noialtri e i padroni eravamo in piú
164
1950
m’insegnò a trattare i manzi, a cambiargli lo
165
1950
appena stallavano. – Lanzone vuole i manzi come spose, – mi
166
1950
il massaro ci guadagnava i suoi marenghi. In primavera
167
1950
colazione, il massaro diceva i lavori della giornata, di
168
1950
far erba, a voltare i fieni, a tirar l
169
1950
fondo alla vigna. E i braccianti dicevano a me
170
1950
griglia quel che dicevano i passanti. Certe volte scappavo
171
1950
altri ragazzi, come se i grandi li facessero per
172
1950
chi le donne e i marenghi. Mentre il nonno
173
1950
le sue terre, già i figli eran cambiati e
174
1950
il massaro gli portava i conti, si chiudevano di
175
1950
sor Matteo sapeva già i conti a memoria e
176
1950
sul braccio, mi guardò i piedi. ¶ Dal terrazzo l
177
1950
presto. ¶ Sul terrazzo stendevano i lenzuoli lavati, e c
178
1950
che si faceva asciugare i capelli. E l’Emilia
179
1950
nei beni tirandomi su i calzoni. Un pugno in
180
1950
cane di notte sentiva i ricci, sentiva i pipistrelli
181
1950
sentiva i ricci, sentiva i pipistrelli e le faine
182
1950
rispose che ecco, sono i soldi, sempre i soldi
183
1950
sono i soldi, sempre i soldi: averli o non
184
1950
quella che aveva anche i baffi, e disse che
185
1950
sapevo la volta bassa, i mattoni rotti e le
186
1950
Ti piacerebbe. Ci sono i banchi, le pialle, i
187
1950
i banchi, le pialle, i cacciavite… Se tuo padre
188
1950
parlavano e raccontavano storie, i giovanotti facevano ridere le
189
1950
Al reggimento ti levano i grilli – e Nuto rispondeva
190
1950
porta le scarpe tutti i giorni e nessuno lo
191
1950
contadino come noi. E i suoi di casa lo
192
1950
la ferrata finisce cominciano i porti, e i bastimenti
193
1950
e vestiti, nient’altro. I banditi, la sete, l
194
1950
la sete, l’insolazione, i serpenti. Qui era facile
195
1950
di là. Avevo visto i piedi magri dei bambini
196
1950
le loro rivoluzioni e i petroli, e adesso andavano
197
1950
del camioncino e battei i piedi sulla strada per
198
1950
sulla sabbia, e adesso i cani tacevano; si sentivano
199
1950
sa cosa ne dicono i serpenti e gli scorpioni
200
1950
dai finestrini l’automobile, i cacti, una bestiola spaventata
201
1950
che con tanto che i californiani erano in gamba
202
1950
il dottore, il cassiere, i tre o quattro giovanotti
203
1950
voce in piazza, sono i rossi che sparano nella
204
1950
cercare altri morti, tutti i morti, a dissotterrare con
205
1950
disse: – È difficile accusare i comunisti. Qui le bande
206
1950
non vuol dire. Tutti i partigiani erano degli assassini
207
1950
guerra civile? chi provocava i tedeschi e quegli altri
208
1950
tedeschi e quegli altri? I comunisti. Sempre loro. Sono
209
1950
Sempre loro. Sono loro i responsabili. Sono loro gli
210
1950
è in America, dissi, i giornali hanno stampato un
211
1950
la guerriglia, di aggredire i tedeschi e i fascisti
212
1950
aggredire i tedeschi e i fascisti alle spalle. (Sorrisetti
213
1950
bastardi – e diceva: – È i nostri soldi che vogliono
214
1950
vogliono. La terra e i soldi come in Russia
215
1950
possa dirlo? A Genova i partigiani hanno perfino un
216
1950
ha voglia di parlarne. ¶ I due morti non si
217
1950
e pubblico anatema contro i rossi. Riparare e pregare
218
1950
Cavaliere. – La guerra, dicono i francesi, è un sale
219
1950
Ma questo prete sfrutta i morti, sfrutterebbe sua madre
220
1950
facevano doppio gioco, segnalavano i distaccamenti partigiani. – Sai com
221
1950
chiedergli una messa per i morti impiccati. Se rifiuta
222
1950
il funerale. Le autorità, i carabinieri, le donne velate
223
1950
diavolo fece venire anche i Battuti, in casacca gialla
224
1950
le bambine a saccheggiare i giardini. Il parroco, parato
225
1950
Cose grosse. Disse che i tempi erano stati diabolici
226
1950
Adesso mi accorsi che i morti servivano a lui
227
1950
far altro. Coi morti i preti hanno sempre ragione
228
1950
dicendo una messa per i poveri morti, per i
229
1950
i poveri morti, per i vivi ch’erano ancora
230
1950
alle ragazze di allungarsi i vestiti. A sentire i
231
1950
i vestiti. A sentire i discorsi che facevano adesso
232
1950
come il mosto sotto i torchi. Tutti eran stati
233
1950
ripido che bisognava mettere i piedi di costa. Alla
234
1950
Cominciai a guardarmi sotto i piedi – le vigne asciutte
235
1950
Salto, il Belbo e i boschi. Anche Nuto adesso
236
1950
qualcosa, – dissi, – devi tenere i contatti col mondo. Non
237
1950
piccoli paesi come questo. I preti non lavorano mica
238
1950
fatto qualcosa. Se anche i mezzadri e i miserabili
239
1950
anche i mezzadri e i miserabili del paese non
240
1950
studenti, sfollati, operai – perfino i tedeschi, perfino i fascisti
241
1950
la collinetta dove aveva i suoi beni, dietro il
242
1950
suoi mezzadri, che erano i padroni di mezzo San
243
1950
rispondeva che sapevano loro, i mezzadri, di che cosa
244
1950
stato un tempo che i signori, i padroni di
245
1950
tempo che i signori, i padroni di tenuta, lasciavano
246
1950
per la stradetta sopra i tetti scuri, sui cortili
247
1950
paesi. Lei, dove ha i suoi morti? ¶ Gli dissi
248
1950
ne fanno nella vita. I veri acciacchi dell’età
249
1950
acciacchi dell’età sono i rimorsi. Ma una cosa
250
1950
di canne e, dietro, i pini rossastri e l
251
1950
nel suo bosco, sotto i pini. ¶ Ripensai a questa
252
1950
fatto l’erba per i conigli. Cinto si trovava
253
1950
hanno fatti quest’anno i falò? – chiesi a Cinto
254
1950
Ai miei tempi, – dissi, – i vecchi dicevano che fa
255
1950
e come si fanno i carichi e la voce
256
1950
sirene delle navi e i tatuaggi dei marinai e
257
1950
di zappa o portare i cavagni. Non andrà neanche
258
1950
E dentro ci sono i banchi per i ricchi
259
1950
sono i banchi per i ricchi, col nome d
260
1950
già qui. Sono qui i milionari e i morti
261
1950
qui i milionari e i morti di fame. ¶ Io
262
1950
fatto sta che tutti i coltivi dove sull’orlo
263
1950
pino, te lo mangiano i vermi. Una tina la
264
1950
a queste superstizioni come i vecchi di sua nonna
265
1950
adoperasse la luna e i falò per derubare i
266
1950
i falò per derubare i contadini e tenerli all
267
1950
l’occhio e saperci i nidi. Le donne, pensai
268
1950
delle ragazze, c’erano i negozi e le banche
269
1950
portarmi l’America, Genova, i soldi, scritti in faccia
270
1950
Piú le cose e i discorsi che mi toccavano
271
1950
le bottiglie, le roncole, i tronchi sull’aia. ¶ Qui
272
1950
fosse come prima, salvo i morti. ¶ Parlammo anche del
273
1950
su una strada, dove i mariti delle figlie l
274
1950
mese, tant’erano fuorimano. I due uomini lavoravano forte
275
1950
uomini lavoravano forte, sfiancavano i buoi e le donne
276
1950
finestre, e le facce, i fotografi, le palazzine. Dove
277
1950
là. Si capiva che i soldi correvano sempre. ¶ Passai
278
1950
ero sbagliato, nel mondo i nomi di Canelli contavano
279
1950
Dovevan essere repubblichini perché i partigiani morivano a valle
280
1950
mie cassette di liquori i messicani non avrebbero saputo
281
1950
non erano colline, e i pali della ferrata. Pasticciai
282
1950
tempo di studiare tutti i sassi della massicciata, le
283
1950
della massicciata, le traversine, i fiocchi di un cardo
284
1950
di un cardo secco, i tronchi grassi di due
285
1950
conca sotto la strada. I sassi della massicciata avevano
286
1950
davano la ferrata e i fili dei pali. Almeno
287
1950
a studiare la carta. ¶ I cani continuavano a urlare
288
1950
buio, accesi il cruscotto. I fari non osavo accenderli
289
1950
questa e dei figli i piú vecchi erano morti
290
1950
poter dire: «Questi sono i miei beni. Su questa
291
1950
rividi il sentiero tra i due rialti erbosi. Adesso
292
1950
quante volte avevo avuto i geloni, le croste sulle
293
1950
cresciuto, ma conoscevo tutti i beni, la riva fino
294
1950
le mascelle sporgenti e i denti radi e quella
295
1950
la vigna, che tra i filari adesso era a
296
1950
spartire. Se ne vedevano i frutti – quelle donne inferocite
297
1950
Chiesi a Cinto se i noccioli li aveva ancora
298
1950
vigna. Non riconobbi piú i filari; gli chiesi chi
299
1950
solo ieri a raccogliere i pomodori. – Ve ne ha
300
1950
nemmeno una bestia; adesso i prati erano stoppie e
301
1950
del Salto, le aie, i pozzi, le voci, le
302
1950
feci dire se sapeva i paesi intorno. Se era
303
1950
punta delle colline, venivano i suonatori, i cacciatori, i
304
1950
colline, venivano i suonatori, i cacciatori, i sindaci. C
305
1950
i suonatori, i cacciatori, i sindaci. C’erano delle
306
1950
di sassolini senza toccare i sassolini. I cacciatori dopo
307
1950
senza toccare i sassolini. I cacciatori dopo la vendemmia
308
1950
vendemmia giravano le colline, i boschi, andavano su da
309
1950
quando non passavano piú i cacciatori era brutto, perché
310
1950
piú – da Gaminella scendevano i lupi che nei boschi
311
1950
e la mattina vedevamo i loro passi sulla neve
312
1950
Che l’avevano sepolto i partigiani in Gaminella. Era
313
1950
com’erano. ¶ Allora scoprí i denti contento e disse
314
1950
che facevano cosí anche i conigli. ¶ – Quel tedesco, – dissi
315
1950
tra le foglie grasse, i rovi e la menta
316
1950
la roncola sul capitozzo i rami rossi d’un
317
1950
Gli chiesi dove metteva i salici a stagionare, quest
318
1950
guardarmi, rincalzando col piede i rami e attaccandosi dietro
319
1950
rami e attaccandosi dietro i calzoni la roncola. Aveva
320
1950
invece tornati a casa – i tedeschi a casa loro
321
1950
tedeschi a casa loro, i ragazzi sui beni – sarebbe
322
1950
vedevano in cima, sopra i rovi, sporgere le prime
323
1950
volta, quand’ero ragazzo, i padroni delle cascine, quando
324
1950
tutta la notte, giocavano i marenghi, poi i boschi
325
1950
giocavano i marenghi, poi i boschi, poi i prati
326
1950
poi i boschi, poi i prati, poi la cascina
327
1950
la moglie, e cosí i bambini restavano soli, li
328
1950
questi che si chiamano i bastardi. ¶ – Il figlio del
329
1950
povera gente che raccoglie i bastardi. Si vede che
330
1950
coste e le rive. I sassolini della strada erano
331
1950
ancora gli stessi, e i fusti freschi delle albere
332
1950
fare l’erba per i conigli? – dissi. ¶ Cinto mi
333
1950
l’avvocato: le terre, i cavalli, i mulini, se
334
1950
le terre, i cavalli, i mulini, se li era
335
1950
avanti. ¶ Si soffermava tutti i giorni davanti all’albergo
336
1950
non aveva avuto fortuna. I parenti l’avevano abbandonato
337
1950
C. ¶ Ripeness in all ¶ I. ¶ C’è una ragione
338
1950
di non trovare piú i noccioli. Voleva dire ch
339
1950
le macchie degli alberi, i sentieri, le cascine sparse
340
1950
e per terra, come i giovanotti dei miei tempi
341
1950
casa la bandiera e i pugni rotti. Si fa
342
1950
a Canelli; si raccolgono i tartufi e si portano
343
1950
facce di una volta. I ragazzotti che correvano tra
344
1950
alla gente erano quelli; i fazzolettoni, le coppie di
345
1950
le feste, su tutti i balli della vallata. Per
346
1950
dieci anni, sapeva tutti i bevitori, i saltimbanchi, le
347
1950
sapeva tutti i bevitori, i saltimbanchi, le allegrie dei
348
1950
sua vita di musicante. I paesi dov’era stato
349
1950
di quei prati tra i carri, i birocci e
350
1950
prati tra i carri, i birocci e lo stallatico
351
1950
buoi. – Chi pagava? – dicevo. I comuni, le famiglie, gli
352
1950
d’altri tempi. Ma i piatti erano sempre gli
353
1950
di piuma? – dissi tra i denti. – Sono vecchio. ¶ – Tutte
354
1950
il vecchio, le figlie, i ragazzi, i servitori, tutti
355
1950
le figlie, i ragazzi, i servitori, tutti erano dispersi
356
1950
tante volte bastardo pestando i piedi, e metà della
357
1950
m’ero fermato tra i pini e le vigne
358
1950
California. Sembra di fare i giardinieri, piuttosto. Ci trovai
359
1950
della baia, si vedevano i lampioni di San Francisco
360
1950
al punto che invidiavo i cinesi. Adesso mi chiedevo
361
1950
in quella campagna, tra i meli, i boschetti, o
362
1950
campagna, tra i meli, i boschetti, o anche soltanto
363
1950
aveva fatto il conducente, i paesi dove aveva girato
364
1950
Nora, irritata, si aggiustava i capelli. Si girò sulla
365
1950
le bande di tutti i paesi, da Cortemilia, da
366
1950
anche il parroco ascoltava i ballabili, bevevano soltanto per
367
1950
non mi sarebbe bastato. I rospi non avrebbero smesso
368
1950
Nuto taceva e guardava i tetti. ¶ – … Chi sa quanti
369
1950
Nuto, – non hai fatto i soldi? Magari non te
370
1950
la ringhiera. Fece scorrere i denti sulla ringhiera. Sembrava
371
1950
sfogare bisogna che accendano i lumi alla madonna. Chi
372
1950
che paga l’illuminazione, i mortaretti, il priorato e
373
1950
famiglie ambiziose dove prendono i soldi? Fan lavorare il
374
1950
del comunista e vendeva i peperoni in piazza. Beveva
375
1950
piú nessuno gli comprava i peperoni. Ha dovuto andar
376
1950
con scannarsi e bruciare i paesi. ¶ V. ¶ Fa un
377
1950
li spendete nei beni? ¶ – I concimi… ¶ Io che i
378
1950
I concimi… ¶ Io che i concimi li ho venduti
379
1950
lui che aveva tagliato i noccioli e se sopra
380
1950
Gaminella non mangiavi tutti i giorni… – Non scherzava piú
381
1950
e viene a spartire i raccolti con la bilancia
382
1950
il negozio. Poi dicono i villani ci rubano, i
383
1950
i villani ci rubano, i villani sono gente perversa
384
1950
e col freddo, caricando i mobili su un carretto
385
1950
e strappava il filo. I conigli scappavano. Il manzo
386
1950
visto nel riverbero pendere i piedi di suo padre
387
1950
avrebbe trovato, che anche i ferri delle zappe e
388
1950
aria fredda, quasi viola, i boschi d’albere nella
389
1950
sotto una pietra. Portava i capelli sotto un fazzoletto
390
1950
giorni venivano le signore, i bambini, le bambine, e
391
1950
alla Mora a trovarle i giovanotti e le amiche
392
1950
girare le campagne come i cani. Quella finestra sulle
393
1950
Canelli, di dove salivano i temporali e il sereno
394
1950
sempre il paese dove i treni fumavano, dove passava
395
1950
per le ville, per i castelli, fino in Acqui
396
1950
pipetta in bocca, aveva i denti e un anello
397
1950
Diede gli ordini per i lavori, per i raccolti
398
1950
per i lavori, per i raccolti, per le semine
399
1950
La vecchia aveva lasciati i beni ai figli di
400
1950
un pezzo volevo seguire i consigli di Nuto e
401
1950
si oppose piú. Erano i tempi che Silvia non
402
1950
il funerale tagliammo tutti i fiori del giardino e
403
1950
il cucchiaio in bocca. I conti col massaro e
404
1950
e cominciavo a girare i paesi. Era la festa
405
1950
tacco alto e aprirono i parasoli. ¶ Mi ero lavato
406
1950
uve nei filari ma i padroni non li sapevo
407
1950
se proprio non conoscevo i miei. Io le risposi
408
1950
si misero a cercare i loro amici. Io dovevo
409
1950
che guardavano in su. I signori, le ragazze ben
410
1950
le ragazze ben vestite, i bambini con la cravatta
411
1950
Nuto andammo a vedere i cavalli nelle stalle dell
412
1950
dei sacrestani. Poi uscirono i preti, i ragazzi col
413
1950
Poi uscirono i preti, i ragazzi col camiciolo, le
414
1950
col camiciolo, le vecchie, i signori, l’incenso, tutte
415
1950
candele sotto il sole, i colori dei vestiti, le
416
1950
stavano a vedere, sotto i platani. ¶ La madonna fece
417
1950
spiazzo e qualcuno sparò i mortaretti. Vidi Irene bionda
418
1950
suonò di nuovo mentre i cavalli scendevano sulla strada
419
1950
e in salita, sotto i platani, e i cavalli
420
1950
sotto i platani, e i cavalli facevano un rumore
421
1950
Bastardo che sei» e i Seraudi ballavano e si
422
1950
a sentire all’osteria i padroni dei cavalli che
423
1950
le baracche, vedevo alzarsi i paraventi di sacco, giovanotti
424
1950
alle donne dei banchi. I ragazzi si chiamavano, si
425
1950
palchetto sotto il tendone. I Seraudi ballavano già. C
426
1950
Allora saltai su e i loro giovanotti facevano baccano
427
1950
attraverso, – borbottò, – questi sono i tuoi paesi. ¶ Traversammo l
428
1950
vuoti, e adesso sopra i filari si vedeva il
429
1950
dissi che di tutti i morti non potevo levarmi
430
1950
si mise avanti per i sentieri delle vigne. Riconoscevo
431
1950
saperlo avevo già cominciato i miei viaggi. ¶ Nuto mi
432
1950
Di lassú si vedevano i paesi piú lontani, le
433
1950
la riva e per i boschi; accudiva alla casa
434
1950
dei miserabili, perché soltanto i miserabili allevano i bastardi
435
1950
soltanto i miserabili allevano i bastardi dell’ospedale. Prima
436
1950
essere sbucato da sotto i noccioli o dall’orecchio
437
1950
di nascosto a rivedere i noccioli. La collina di
438
1950
piú lontani, le cascine, i cortili, fin le macchie
439
1950
segretario, dicevano di tutti i piú delinquenti là intorno
440
1950
era venuto settembre, tornati i tedeschi, tornata la guerra
441
1950
tedeschi, tornata la guerra – i soldati arrivavano a casa
442
1950
nascondersi, travestiti, affamati, scalzi, i fascisti sparavano fucilate tutta
443
1950
C’erano le pattuglie, i tedeschi. E una ragazza
444
1950
nemmeno capaci di fare i mascalzoni… ¶ Santa fumava sigarette
445
1950
sui discorsi che facevano i repubblichini. Un altro giorno
446
1950
era pericolo, e infatti i tedeschi razziarono le piazze
447
1950
razziarono le piazze e i caffè. Santa diceva che
448
1950
patrioti. Il mattino che i neri fucilarono i due
449
1950
che i neri fucilarono i due ragazzi sotto il
450
1950
fretta: – Ci sono stati i partigiani. La cascina l
451
1950
cascina l’hanno bruciata i tedeschi. ¶ – Sono venuti due
452
1950
Passando sotto le cascine i cani abbaiavano, nessuno si
453
1950
faceva la spia, che i rastrellamenti di giugno li
454
1950
prigionieri tedeschi avevano portato i suoi biglietti e segnalato
455
1950
giacca a vento e i pantaloni che aveva portato
456
1950
da estate, e quando i partigiani l’avevano fermata
457
1950
offesi, cercando di cogliere i miei… Allora Baracca le
458
1950
fuori. Erano piú stupiti i ragazzi che lei. L
459
1950
fece una smorfia come i bambini… Ma fuori cercò