parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

concordanze di «i»

nautoretestoannoconcordanza
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2015
Michele ¶ PARTE PRIMA ¶ Notturno ¶ I ¶ Quando, scorrendo la pagina
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altro, tanto stretti erano i confini che la vita
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uno dopo l’altro i vari «illustre» ed «egregio
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di fronte qualcosa come i suoi versi. Una purezza
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che arrendersi. Erano nuovi, i suoi versi, non avevo
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e correva fuori, disturbando i vicini e forse, spero
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ero sola, sola con i suoi versi che continuavano
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acque del fiume dipingendovi i profili delle case che
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slanciava in avanti con i suoi piccoli vetri affollati
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un gesto brusco, posò i fogli su un tavolino
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richiesto nell’annuncio, e i miei impegni li ho
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di quanto fossero sconsolati i miei andirivieni sul vialetto
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di voler importunarla sottoponendole i maldestri tentativi di una
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io vi muovo incerta i primi passi; ma la
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più al passo con i tempi e avesse lasciato
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fare buona figura, con i pochi, sconclusionati ingredienti che
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anni lei aveva consumato i suoi pasti in cucina
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si affrettò a richiudere i vetri. ¶ Si addormentò dolcemente
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memoria le esatte sembianze. I capelli castani erano pettinati
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attendo sul marciapiede tra i viaggiatori carichi di valigie
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da bambina coraggiosa, tra i sette e i dodici
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tra i sette e i dodici anni. Prima, solo
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poltrona e così, leggendo, i due trascorrevano le serate
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lei trova nascosta dietro i libri una bottiglia di
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finestra all’inglese. Oltre i vetri posso scorgere il
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a intrufolarsi persino attraverso i vetri chiusi, ma al
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tappezzeria della stanza con i suoi scipiti motivi floreali
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di aver mai trascurato i miei doveri.» ¶ «No, certo
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apparire così inconfutabilmente belli i tratti del suo volto
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li figuro tutti splendidi, i «tu» femminili cui tante
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sono dedicate e verso i quali devo faticosamente tenere
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cupole di rame, con i caffè dalle cui porte
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lunghi banchi ordinati, dietro i quali il padrone o
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chiami un ossimoro) come i gonfi ornamenti barocchi delle
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Me ne rendo conto, i vecchi non sono facili
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dicevo a me stessa i primi tempi, perché qualcosa
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sono passata a calcolare i mesi, e presto dovrò
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ascoltarmi, un brano tra i miei preferiti, che sto
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a non far scricchiolare i gradini, e tornava nello
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suo udito ormai debolissimo, i tenui rumori che provenivano
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perdeva occasione per sfogliare i vecchi libri cui talvolta
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di pelle bruna e i numeri romani impressi in
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di macchie, proprio come i pigiami e le tute
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di strano, certo: tutti i vecchi si riducevano così
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di porcellana, le caraffe, i bricchi d’argento ordinatamente
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al più farò sgombrare i rami secchi e la
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ricordo… ¶ PARTE SECONDA ¶ Tristan ¶ I ¶ Mi sembra ieri, Maestro
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come, qui da noi, i tigli rinverdiscano e i
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i tigli rinverdiscano e i ciliegi specchino le loro
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dunque in giardino, tra i roseti ancora spogli e
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giustificazione a quella risata. «I matrimoni misti, di questi
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nostro orgoglio e, soprattutto, i nostri sogni da difendere
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a lei solo attraverso i pronomi femminili: un riferimento
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si vedeva sfilare davanti i titoli sulle coste ingiallite
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e continuava a ispirare i suoi passi come un
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l’abitudine di segnare i libri con quegli energici
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di penna e costellarne i margini di grossi punti
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questo poeta? Com’erano i suoi versi, di che
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intimità del «tu», tutti i presenti si scambiano lo
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afflitta di nuovo con i miei problemi. Che m
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diffuso nell’Europa orientale (i dolci frutti dell’Est
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come dicevano una volta i miei concittadini), e i
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i miei concittadini), e i capelli di un castano
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aiuole stringendo a fatica i manici delle cesoie o
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malapena come si muovono i pezzi. Però, se vuole
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di polvere, Sonja affrontava i misteri dell’apertura siciliana
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susino comincia a esibire i futuri frutti sotto forma
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conta per loro se i governi mutano, se i
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i governi mutano, se i confini tra gli stati
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mietendovi, voglio sperare, tutti i successi che merita, qui
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quale ormai giocavano tutti i giorni, fu cautamente trasferita
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cautamente trasferita, insieme con i bicchieri e la caraffa
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Sonja, che nei tornei i giocatori hanno un limite
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a non divagare e i suoi occhi a rimanere
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Maestro, che ho ripreso i miei gratuiti pellegrinaggi alla
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Proprio ora che, compiuti i ventun anni, sarei finalmente
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ora mi sembra che i miei passi siano inceppati
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di un galeotto con i ferri al piede. Più
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tenerci al passo con i tempi. Come fa lei
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ho studiato con attenzione i suoi ultimi elzeviri e
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anche la semplicità ha i suoi pregi, o almeno
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schermo vegetale che filtrava i raggi del sole immergendo
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le parve, erano anche i cerchi di vario colore
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con il cerchio verde, i pazienti la varcavano sulle
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persino il medico e i lettighieri dell’ambulanza, quando
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sono qui a raccontarle i miei piccoli incidenti quotidiani
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quotidiana, come confidando che i suoi pochi capi di
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la terra dove fioriscono i limoni. Chi non la
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quadrato… E biscotti. Dille i biscotti.» ¶ «Glielo dirò, signore
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ingresso del pronto soccorso, i portantini si affaccendavano intorno
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perdita di quasi tutti i suoi pazienti; che la
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a casa, avevano deciso i miei di comune accordo
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madre e io allacciammo i grembiuli sui nostri abiti
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e imparammo a lavare i panni, a usare il
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da stiro, a rifare i letti e spazzare i
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i letti e spazzare i pavimenti, insomma, a svolgere
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timidamente sulla tastiera. Tutti i suoni del mondo gravitavano
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reggessero più, come se i tasti si ribellassero misteriosamente
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lei, sforzandosi di soffocare i singhiozzi. Se quella figura
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è aperto subitaneamente sotto i nostri piedi. Per farlo
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incendi che getta attraverso i vetri la sua luce
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l’incalzare delle ombre. I miei occhi però cominciavano
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professore, ho sempre seguito i suoi consigli, ma stanotte
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che avevano sistemato tra i due letti non bastava
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Aprì quella pagina, e i suoi occhi furono subito
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mondo: come no? E i morti risorgeranno, e dal
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uniforme stile dell’epoca. I cappellini, le strane fogge
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sua madre bambina, tra i genitori: il centro biondo
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strette a pugno lungo i fianchi, come se non
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sembra che qualcuno, tra i bravi abitanti di questa
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una chiara impronta giudaica. ¶ I miei occhi, Maestro, sono
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vetrine crollavano in frantumi, i libri bruciavano e lingue
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proprio posto nel mondo. I miei occhi, Maestro, erano
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ninfa e l’oblio ¶ I ¶ Più fortunato del suo
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a detta dei medici, i più incoraggianti progressi verso
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ancora definite da tutti «i quartieri nuovi»; e quanto
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entrambe le rive e i palazzi cittadini con le
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non esprime altro, con i più smaglianti giri di
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in continuazione. Un poeta i cui versi, almeno per
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è stato così. Mentre i miei, dopo che l
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capriccio, contorcendosi e pestando i piedi come un bambino
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anzi esigere, formulando però i suoi ordini in quel
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ma Sonja dubitava che i due fossero mai vissuti
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trovato e a trascorrere i propri giorni tra le
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la tappezzeria, avrebbe sgombrato i vecchi mobili conservandone tutt
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conservandone tutt’al più i pochi di qualche valore
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sé, e sorrideva. «No, i vetri. Tanti vetri per
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lei, mio caro amico; i nostri voti l’accompagneranno
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stanzone in penombra dove i sedimenti della vita quotidiana
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riponeva per l’inverno i vasi delle piante più
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all’orfanotrofio, attendeva che i tutori legali l’informassero
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di una soffitta, come i naufraghi sperduti in mezzo
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la presenza dei ponti i cui nomi (Sankt Nikolaus
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parenti rimasti nell’Est i cui nomi, ormai, sono
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ancora più di rado i miei genitori tornano a
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la sua ninfa, tra i grattacieli di New York
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solo come ci riuscivano i nostri avi quando concludevano
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trascorro il tempo rileggendo i libri che ho in
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di acquistarne, e tra i molti diritti ho perso
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VII ¶ Quanto più trascorrevano i giorni, tanto più Sonja
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nove o dieci anni, i cui pensieri orbitavano ossessivamente
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partite a pallone con i coetanei e dalla vita
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quale fossero riposti tutti i suoi tesori. Anche lei
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aspetto addirittura misero con i loro vestitini sgualciti, i
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i loro vestitini sgualciti, i capelli opachi e arruffati
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di chi? Insieme con i reperti familiari, ne riemergevano
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aveva mai udito parlare i suoi se non per
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il nome di Sara, i maschi quello di Israele
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come vascelli nell’oceano i templi e le tombe
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del Café Central dove i più accaniti giocatori della
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senza che nulla, né i bombardamenti, né il rintronante
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confermò e non smentì; i suoi pensieri dovevano essere
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le sia affatto gradita. I mesi trascorsi l’autorizzavano
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Come stai, Adela? E i tuoi?» ¶ «Si sopravvive. Ma
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a noi, per cui i concetti di «vittoria» e
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e sono certa che i miei genitori pensassero la
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la mano; pettino accuratamente i miei capelli chiari, nel
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combatto, Adela, curo semplicemente i feriti. Ma certo, questo
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anche me a rastrellare i villaggi, sul fronte orientale
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per sempre. ¶ XI ¶ Come i gatti, come i neonati
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Come i gatti, come i neonati, il vecchio ormai
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di confusione mentale dove i confini tra presente e
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sottomano, romanzi, saggi, persino i manuali di scacchi dei
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madre era solita costellare i propri libri; eppure il
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a leggere in pubblico i suoi versi, l’ultimo
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dire nella certezza?) che i nostri brutali dominatori provvedano
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Un deposito, un magazzino?» ¶ «I libri: quelli bruciavano. Un
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Così ballavate, e intanto i libri bruciavano…» ¶ «Sì, e
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con la sorella Lise. ¶ «I vetri tagliano,» si limitò
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si limitò a dire «i bambini devono stare attenti
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E la gente scavalca i vetri rotti, entra nel
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e si porta via i gioielli. Potremmo prendere qualcosa
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Lise. D’oro, con i brillantini incastonati, le piacevano
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così, a bastonate. E i lamenti, e il sangue
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morto. Cosa crede, signore? I cani sono animali intelligentissimi
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di arrivare a compiere i tredici anni si era
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sotto gli occhi entrambi i genitori… Eppure durante la
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tutte le restrizioni e i divieti adottati sinora nei
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adagio adagio, sperando che i miei genitori non se
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a me si infittiranno i muri delle case, gli
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sua disposizione. Poteva aprire i cassetti… sì, poteva: contrariamente
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di sotto gli occhi i più penosi ricordi del
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rosso. ¶ PARTE QUARTA ¶ Adela ¶ I ¶ Per caso, leggendo un
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di non spedirti nemmeno i fogli che vado scrivendo
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tempo ci annoveravano tra i loro migliori clienti, mi
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nel ridotto, e leggevi i tuoi versi. Solo pochi
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dei quartieri nuovi con i muri azzurri e le
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confortevole degli ambienti sociali, i nostri bravi concittadini che
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del carcere locale: nemmeno i miei genitori, che forse
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precisarono, obbligatorio non era: i detenuti, laggiù, venivano riforniti
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senza vedere nulla, nemmeno i volti degli altri passeggeri
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quella piatta campagna che i boschi punteggiano del loro
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tra le sbarre verso i villaggi ostili, irraggiungibili. A
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si leggevano di rado i giornali, e se talvolta
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moglie, insiste perché dedichiamo i nostri giovedì a sfidarli
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margini del grande recinto i binari improvvisamente finiscono, annunciando
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finalmente nella stanchezza tutti i pensieri. ¶ IV ¶ Quando qualcun
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per uno, di tutti i suoi abitanti, prima il
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Tristan, poi io, infine i miei genitori deportati in
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proprio per questo) sfoggiare i modi alteri di una
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possesso di me stessa; i movimenti che compivo non
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aperti del quale solo i muscoli indolenziti, le ossa
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da una cavalcata, ma i suoi occhi ci sfioravano
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bucato. ¶ «Ma come? E i miei vestiti?» ¶ «È questo
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con calma di compilare i suoi moduli, come se
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superiori, potei scorgerne soltanto i primi gradini lucidati a
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studiare il mio corpo, i miei lineamenti, sforzandomi di
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guance smunte, far ricrescere i capelli di cui sul
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mi avessero guardata bene, i padroni di casa si
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le zucche in carrozze, i topi in valletti, e
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indovinavano appena, chine con i loro stracci sul pavimento
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gioca a bridge tutti i giovedì. Potrei dire ad
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e prima che arrivassero i principi: non ridere, ma
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proprio come me. Quando i principi venivano li accoglieva
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prima; e quando vennero i liberatori, accolse anche loro
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una fidanzata. Di tutti i miei segreti, Maestro, di
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uguale, giorno e notte, i nostri corpi estenuati e
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nostri corpi estenuati e i nostri grotteschi costumi di
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ancora gli abiti civili, i loro abiti, e quando
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e giorno, quando persino i più vogliosi tra i
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i più vogliosi tra i principi erano ormai sazi
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ad accostarmi al pianoforte i cui tasti d’avorio
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mi disorientava. Non erano i miei, capisci? Erano lì
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tutti, carnefici e vittime, i principi altezzosi e noi
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casa della gioia, erano i rari attimi di umanità
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Franz? Sono già spuntati i primi crochi»; o anche
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per ingannare l’attesa. I principi più impazienti arrivano
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allungano le gambe appoggiando i piedi sui tavolini; sembra
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e del meno con i camerati, a palpare distrattamente
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camerati, a palpare distrattamente i corpi seminudi che siedono
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di sopra per consumare i loro brutali divertimenti. C
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insopportabile, qui dentro, sebbene i prati intorno alla casa
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al mio dottorino. Anche i principi ora hanno gli
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di lascivia, mentre riempiono i bicchieri per il brindisi
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tu… sempre tu…, e i più ubriachi mettono addirittura
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con le colonne e i fregi d’oro affacciati
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turno finisce getto indietro i capelli schiariti dalla tintura
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come in chiesa: alziamo i calici per brindare insieme
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fluire del tempo con i suoi avvenimenti. Che non
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lo sospettai subito, quando i soldati venuti a liberarci
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potei vedere con chiarezza i loro volti, incerti tra
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condizionato, adesso ancheggiavano verso i liberatori disponendosi a un
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avevano imposto tutto questo. I tigli… Come avrei sopportato
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quasi mi auguravo che i miei genitori non fossero
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meccanicamente la procedura che i soldati ci avevano indicato
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di complicità che lega i viventi. Qualcuno si è
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a fare la spesa i commessi mi riveriscono e
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felicità? ¶ PARTE QUINTA ¶ Sonja ¶ I ¶ «Quel cane, signore, si
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mutismo che regnava tra i pochi convenuti a quella
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il più lancinante fra i suoi incubi, fosse venuta
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nella stagione calda, gustando i frutti del susino e
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sola ma, come tutti i bambini fortunati, con mamma
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non appartenevano a lui i testi di medicina che
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adagio, in modo che i gradini non scricchiolassero. Mentre
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tre anni in cui i muri non erano azzurri
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In cucina, mentre sgranava i piselli, continuava a vedere
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2015
era rimasto impigliato tra i canneti che crescevano lungo
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2015
un suicida? ¶ Mentre sgranava i piselli, Sonja immaginò quel
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2015
cuscino. Ben presto tutti i prati intorno ne furono
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distingueva più nulla salvo i rami degli alberi, che
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il Natale, il Capodanno, i piccoli e grandi espedienti
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2015
aveva avuto pietà. Con i pensieri altrove (confusamente, orribilmente
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2015
a quell’età? Nonostante i giovanili successi alla scacchiera
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V ¶ «Com’erano, signore, i suoi genitori?» ¶ Il vecchio
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2015
farsi perdonare; come tutti i bambini, del resto.» ¶ «E
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2015
bambini, del resto.» ¶ «E i tuoi, Sonja? Anche loro
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2015
uomo quasi morente per i fragili, effimeri conforti di
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di cui tanto parlavano i giornali e che cullava
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ad uno ad uno i fogli squadernati sullo scrittoio
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2015
o a impigliarsi tra i rami di qualche albero
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2015
un’aria irrespirabile per i fantasmi; e le lettere
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2015
ordalia né per vestire i panni spietati del giudice
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2015
del giudice. Le vittime, i carnefici, i complici… I
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2015
Le vittime, i carnefici, i complici… I principi e
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2015
i carnefici, i complici… I principi e le schiave
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2015
le raccapriccianti fatine e i traditori della bellezza… Lì
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resa dei conti, ma i conti dei vivi… no
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2015
conti dei vivi… no, i conti dei vivi non
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2015
Natale, aveva fatto già i suoi progetti per l
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2015
ambulanza e trasportato tra i bianchi e assiderati giardini
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2015
orfane di turisti che i passanti attraversavano in fretta
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2015
opportune. ¶ Sonja firmò tutti i moduli del caso, costretta
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2015
al fiume. ¶ Adesso tutti i suoi morti erano lì
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2015
armadio assegnato al vecchio i pullover, le tute di
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2015
stata categorica: «Lasci soltanto i pigiami,» aveva detto «tutto
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2015
voce della caposala: «Solo i pigiami, Sara, tutto il
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posto e doveva leggere i numeri accanto alle porte
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sfogliare insieme.» ¶ «Troppa fatica: i miei occhi…» ¶ «Lo so
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inaffrontabile, di raccapezzarsi con i caratteri a stampa; o
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mani, così penzoloni lungo i fianchi, come se non
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mostruoso capovolgimento di tutti i nessi logici, biologici, temporali
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punto in cui davvero i ruoli si capovolgono e
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unica persona viva tra i morti e i non
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tra i morti e i non nati, l’argine
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la più giusta, per i luttuosi cimeli di famiglia
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sempre d’occhio tutti i degenti. Sembrava che questi
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letti completamente nudi (anche i pigiami, dunque, alla fine
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purezza di uno specchio i bagliori dell’albero di
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tanto che glielo consentivano i tubi, e puntò l
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purtroppo sono da sola (i tagli del personale…), ho
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signore, proprio accanto, ma i parenti mi hanno detto
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casa, lustrando a specchio i pavimenti, spolverando i libri
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specchio i pavimenti, spolverando i libri. La sua casa
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tra pochi giorni, celebrati i funerali, avrebbe dovuto lasciarla
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soluzione del genere? Finire i suoi giorni lì dentro
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brindato da sola tra i fantasmi alla fine dell
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lì, a tornarci tutti i giorni; ma qualcuno doveva
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si rendeva conto che i morti, tutti i morti
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che i morti, tutti i morti, hanno rispetto ai
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passo la mano tra i capelli di queste bambole
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capelli di queste bambole, i biondi, i corvini e
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queste bambole, i biondi, i corvini e i color
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biondi, i corvini e i color rame, queste bambole
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da sentirlo ugualmente attraverso i vetri chiusi. Scorreva, scorreva
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cocciuto silenzio, osservando attraverso i vetri e le lacrime
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prima cosa, avrebbe appeso i vestiti nell’armadio e