Matilde Serao, Cristina, 1908

Cristina. ¶ I. ¶ Mentre Cristina si chinava

di ogni mese, fiorite, i peperoncini rossi, i garofani

fiorite, i peperoncini rossi, i garofani schiattoni, il prezzemolo

schiattoni, il prezzemolo e i gelsomini bianchi; il sole

bianchi, dal gambo sottile; i folti capelli castani, divisi

di rientrare, assoggettò meglio i tovaglioli sotto i mattoni

meglio i tovaglioli sotto i mattoni, perchè il vento

una piemontese, fosse dietro i vetri del suo balcone

suo balcone a correggere i còmpiti delle alunne: non

po' di compiacenza. Rinchiuse i vetri della porta-balcone

Te li darò io, i quattrini pel gelato. Se

lavarsi le mani e i denti, via, soldatino. Non

Come? Se ti faceva i gesti da spasimante, oggi

a quel che fai: i Fiorillo erano ricchi, ma

di taglio provinciale, agitando i ventaglini rossi che il

amiche, quelle che amavano i giovanotti spiantati, le cosidette

le sigarette e pagare i bicchierini di assenzio al

di collera, ella chiudeva i cristalli sul viso a

nella cronaca che per i tumulti universitari, fra gli

Ella odiava gli imbrogli, i pettegolezzi, gli esaltamenti per

ragazze conoscono bene tutti i giovanotti da moglie. Quando

madre di Giovannino Sticco, i due fidanzati innanzi, senza

ragione. Sarebbero ricominciati, ora, i tormenti, con questo stravagante

come si leggono dentro i libri e non sono

non comparve alla finestra, i cristalli rimasero chiusi, ella

fetta da grattarsi per i maccheroni: da una scatola

l'anticamera. Nella scala i gridi crescevano; erano due

vita profonda. Ella chinava i suoi occhi, ma si

sogghigno quelle labbra. Ora i capelli ricciuti s'eran

audacia che dànno tutti i desideri di un'anima

voleva conoscere ed abbracciare i vasti orizzonti della scienza

cuore dall'ambizione, dominando i suoi impeti, si piegava

mancò la volontà, tutti i pensieri a cui mancò

mancò l'azione, tutti i tentativi abortiti, tutti gli

l'ultima carta. Tutti i suoi amori del passato

singolari. Lei aveva conosciuti i teatri dall'atmosfera rossiccia

profumata e velenosa, dove i fiori appassiscono e le

e le fanciulle pensano; i balli ardenti dove aleggia

le rosee incipienze e i brividii lenti e le

cinismo tacito, ripensando tutti i rifiuti che gli uomini

uccellini che cantassero, mancavano i fiori nelle giardiniere, il

un altro: precisava nettamente i fatti, metteva le date

leggiero di mano sfiorante i capelli, come un soffio

erano state lette: tutti i pezzetti di cose che

morta, poichè sembra che i ritratti abbiano senso e

il rossetto male celava i volti sbiancati, si fuggivano

un'altalena pazza. Istintivamente, i nomi degli altri ritornavano

minuto — diceva Guido. ¶ Rinascevano i ricordi, assidui, angosciosi, mescolandosi

stracciarono le lettere, dispersero i ricordi, spezzarono i ritratti

dispersero i ricordi, spezzarono i ritratti: presi dalla follia