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invenzioni verbali


Gian Giorgio Trissino, Sofonisba, 1524

concordanze di «i»

nautoretestoannoconcordanza
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di donne Cirtensi ¶ ATTO I ¶ Scena I ¶ La scena
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Cirtensi ¶ ATTO I ¶ Scena I ¶ La scena de la
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ingombra, ¶ se non manifestando i miei martìri? ¶ I quali
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manifestando i miei martìri? ¶ I quali ad un ad
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il tuo! che quello i' chiamo esser felice, ¶ che
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battaglia. ¶ Nel cui principio i nostri eran sì franchi
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eran sì franchi, ¶ che i nimici n'avean qualche
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si fossero posti fra i cavalli; ¶ tal che quel
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si pose avanti ¶ verso i nimici, per veder se
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su le porte, ¶ che i Romani ci fur dietro
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porta, e far alzare i ponti; ¶ poi posi guardia
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estremo mal di tutti i mali. ¶ SOFONISBA ¶ La vita
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più sicura parte, ¶ che i nimici già son dentro
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fece avanti, ¶ e chiamò i primi de la terra
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senza consiglio. ¶ MESSO ¶ Ecco i nimici qui presso a
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e de la morte; ¶ i' chieggio a voi quest
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noi fummo; ¶ e per i dèi di questi luoghi
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dèi di questi luoghi, i quali ¶ ricevan entro voi
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giusti prieghi. ¶ MASSINISSA ¶ Regina, i' non vo' dir gli
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costume ¶ è di perseguitar i miei nimici ¶ fin ch
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le soavi parole e i dolci prieghi ¶ farìan le
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per voi spenderla ancora), ¶ i' pregherò quel Dio, che
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che dal consiglio vostro ¶ i' non intendo punto dilungarmi
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gli anni. ¶ Ben come i primi danni ¶ si pose
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in quest'almo paese! ¶ I più leggiadri giovani e
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più leggiadri giovani e i più forti ¶ quasi son
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vedersi dipinte ¶ di sangue i rami e il dorso
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vita il corso, ¶ lasciando i corpi loro ¶ preda di
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quando credea ¶ dover fornirsi i mali, ¶ veggio rinovellar le
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promessa. ¶ ATTO II ¶ Scena I ¶ LELIO e CORO ¶ LELIO
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Questi l'ha tolta, i' non ragiono indarno. ¶ LELIO
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che vien fuori. ¶ LELIO ¶ I' l'ho veduto; or
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Sia che si voglia, i' vo' mandarla al tutto
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si dee porre infra i prigioni ¶ per modo alcun
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spesso ¶ spesso sono impediti i bei pensieri. ¶ MASSINISSA ¶ Siccome
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che dica Scipione. ¶ Adunque i' menerò la gente presa
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voi la pace. ¶ LELIO ¶ I' son contento d'abbracciarlo
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via, ¶ ove n'andaro i buoni ingegni e il
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rissa. ¶ ATTO III ¶ Scena I ¶ SCIPIONE, CATONE, SIFACE, e
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e CORO ¶ SCIPIONE ¶ Ecco i prigioni; e quel che
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tale, ¶ che, non che i vostri amici, ma i
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i vostri amici, ma i nimici ¶ sono constretti di
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veramente d'ogni laude. ¶ I' sento comendar per tante
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dà qualche speranza. ¶ MASSINISSA ¶ I' non voglio negar che
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di più periglio che i nimici armati; ¶ e chi
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Annone, e romper feci ¶ i cavai di Cartagine a
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la vostr'ira ¶ contra i Cartaginesi si distenda ¶ con
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contra le donne. ¶ Ma i benefici miei possano tanto
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de' maggior dèi con i dorati strali; ¶ e piante
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è sorta. ¶ E come i naviganti per le stelle
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forse forse fur vani ¶ i prieghi suoi; né sa
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medicina. ¶ ATTO IV ¶ Scena I ¶ FAMIGLIO e CORO ¶ FAMIGLIO
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piena sempre d'affanni! ¶ I' vengo teco, i' vengo
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affanni! ¶ I' vengo teco, i' vengo per placare ¶ insieme
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se non siam tarde) i dèi. ¶ FAMIGLIO ¶ Io sono
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sì duro pianto? ¶ SERVA ¶ I' piango ognor ch'io
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l'ultimo dì, ch'i' abbia a vedervi; ¶ restate
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le man si straccia ¶ i capelli e le guance
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modo che farìa piangere i sassi. ¶ CORO ¶ Quando arà
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dolor tanto? ¶ Ben fieno i giorni tuoi, se pur
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rara. ¶ ATTO V ¶ Scena I ¶ SOFONISBA, ERMINIA e CORO
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mal qualche ristauro. ¶ Appresso, i' spero ancor che venirete
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che siano eternamente insieme ¶ i corpi in terra, e
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non ci lasciate. ¶ SOFONISBA ¶ I' non posso far altro
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aiutare il può, ma i prieghi aspetta, ¶ costui, cred