parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «i»

nautoretestoannoconcordanza
1
2013
per Gabriele e Remigio, ¶ i miei maestri di montagna
2
2013
gli alti scogli ¶ per i mari del vento – ¶ e
3
2013
sperimentato. ¶ In quei mesi i romanzi mi respingevano, ma
4
2013
futuro brillante concepito secondo i canoni della società occidentale
5
2013
perché volevo vivere secondo i miei principi, per affrontare
6
2013
principi, per affrontare solo i fatti essenziali della vita
7
2013
avevo cominciato a calpestare i ghiacciai e a mettere
8
2013
avevo fatte ed erano i miei ricordi più felici
9
2013
non c’era nessuno. I prati erano ancora in
10
2013
e ocra del disgelo; i versanti in ombra delle
11
2013
se non il bosco, i prati e quei ruderi
12
2013
scavata in un tronco, i resti di un muretto
13
2013
come unico padrone e i lucernari oscurati dalla neve
14
2013
pallido sole di marzo, i muri tiepidi, la neve
15
2013
di patria che per i montanari non corrisponde alla
16
2013
le arnie delle api, i prati su cui pascolavano
17
2013
prati su cui pascolavano i caprioli, l’orto e
18
2013
legnaia, “con mia moglie, i miei libri, i miei
19
2013
moglie, i miei libri, i miei quadri, il mio
20
2013
quadri, il mio vino, i miei ricordi”. ¶ Immagino che
21
2013
e una sedia. Ma i muri di pietra viva
22
2013
secchiaio di pietra, e i bagni vasche e catini
23
2013
di corte, e immaginavo i loro discorsi della sera
24
2013
arrivare dal fondovalle, risalire i prati e i boschi
25
2013
risalire i prati e i boschi e infine avvolgere
26
2013
un tamburo nel petto. I suoni non sono come
27
2013
studiarla, percorrerla in tutti i sensi, inerpicarsi su ogni
28
2013
un bosco di larici, i loro tronchi alti e
29
2013
al sole spuntavano già i primi crochi, ma mi
30
2013
Da un buco tra i sassi, dalle radici scoperte
31
2013
accadde il contrario: dopo i primi giorni di spaesamento
32
2013
teschio di una marmotta, i carboni di un fuoco
33
2013
un fuoco all’aperto, i solchi lasciati dalle ruote
34
2013
ci passavano non invadessero i pascoli. Adesso era ancora
35
2013
vecchie foto in cui i campi coltivati si spingono
36
2013
cinquantina d’anni prima: i larici erano piuttosto giovani
37
2013
alle piste che tagliavano i fianchi della montagna come
38
2013
di valanghe. Erano comparsi i piloni degli impianti e
39
2013
qualche tentativo di decorazione, i vetri alle finestre e
40
2013
per le galline o i conigli o qualche altro
41
2013
edifici, e così anche i ruderi sparsi per la
42
2013
Ma lì abitavano solo i ghiri e i tassi
43
2013
solo i ghiri e i tassi che sentivo muoversi
44
2013
così tanti me tra i piedi che a volte
45
2013
a scrutarmi, annusarmi, controllare i miei movimenti; io invece
46
2013
guardarsi attorno e leggere i segni della mia presenza
47
2013
inerme ma ancora vivo. I rami coperti di germogli
48
2013
un po’. Quando vide i libri che mi ero
49
2013
Mauro Corona, poi sfogliammo i miei manuali sugli animali
50
2013
e infine gli prestai i racconti di Rigoni Stern
51
2013
la pelle abbronzata e i capelli grigi creavano uno
52
2013
chiazza all’ombra. Accatastammo i grossi ceppi contro il
53
2013
sapevo. Giunsi ad amare i miei filari, i miei
54
2013
amare i miei filari, i miei fagioli, benché fossero
55
2013
imparato dai fagioli, o i fagioli da me? Li
56
2013
contadino. ¶ Remigio spense subito i colori della mia fantasia
57
2013
fantasia. Lassù potevo dimenticarmi i frutti, mi spiegò, era
58
2013
lato al sole, dove i pendii erano già sgombri
59
2013
camicia ridotta a stracci, i rifiuti di qualche pastore
60
2013
maggio sono appena nati. I gracchi, meno nobili e
61
2013
a spasso. Ma con i piedi inzuppati d’acqua
62
2013
piedi inzuppati d’acqua, i capelli umidi e il
63
2013
tanti anni fa. ¶ Bastarono i primi due versi per
64
2013
svegliarmi nella notte con i sensi all’erta, gli
65
2013
gioco di specchi vedevo i fanali delle automobili scorrere
66
2013
di me mi tranquillizzava, i suoi rumori mi cullavano
67
2013
senza voce. Erano loro i selvatici e io il
68
2013
letto il buio invertiva i ruoli. Le prime luci
69
2013
l’effetto della grappa. I due fratelli non parlavano
70
2013
altre due pile, declinò i tentativi di conversazione, ci
71
2013
testa e mi vide. I suoi occhi riflettevano il
72
2013
Vicini ¶ In giugno arrivarono i pastori, e la mia
73
2013
cornate tra loro, ignoravano i confini dei pascoli e
74
2013
nel fitto degli abeti. I pastori le lasciavano fare
75
2013
la transumanza a motore, i più anziani portavano ancora
76
2013
un costume a cui i giovani avevano sostituito lunghi
77
2013
abbandonato, prima che arrivassero i proprietari: da quella parte
78
2013
pastore anziano che spostava i confini del pascolo, avanzando
79
2013
confini del pascolo, avanzando i paletti di qualche metro
80
2013
che tra me chiamavo i biscotti degli amici). Avevano
81
2013
con una passione per i rametti di larice lanciati
82
2013
mattina, sotto il diluvio, i sette vitelli si ammutinarono
83
2013
Billy stava già riportando i fuggitivi in gruppo, ma
84
2013
altro li spaventava, e i vitelli confusi scalciavano e
85
2013
fradicio di pioggia: guardò i vitelli, guardò Lampo, guardò
86
2013
Ma Billy sparì tra i larici e non si
87
2013
sarà stato un gioco. I vitelli banchettavano nell’erba
88
2013
era riuscito a inseguire i fuggiaschi. Lo vedevo su
89
2013
infarinato com’ero. Trovai i vitelli poco più sotto
90
2013
un suo amico. Legò i vitelli con una corda
91
2013
Aveva un’età tra i quaranta e i cinquanta
92
2013
tra i quaranta e i cinquanta, difficile stabilirlo per
93
2013
mi scrutò mentre mettevo i jeans e la camicia
94
2013
abituato a vedermi con i calzoni corti e un
95
2013
piacevano le regole e i padroni, e che in
96
2013
una nicchia nella pietra. I piatti di legno, il
97
2013
Nelle case vuote inventava i suoi giochi con qualche
98
2013
oro con cui alimentare i sogni di felicità: gli
99
2013
piaciuto venir su con i figli, che avevano diciannove
100
2013
vent’anni e facevano i muratori, e poi galline
101
2013
Poi andavo a lavare i piatti alla fonte, dove
102
2013
come tinozza per sé, i vestiti e le stoviglie
103
2013
bagno, l’acqua corrente, i muri dritti e il
104
2013
nell’erba a osservare i profili scuri delle montagne
105
2013
il gorgoglio del torrente, i sospiri delle mucche che
106
2013
un lungo giro, per i prati invece arrivavo giù
107
2013
sentendo le spighe solleticarmi i palmi delle mani. Lanciandosi
108
2013
il loro richiamo rauco i caprioli si inseguivano nel
109
2013
prati spuntarono le falciatrici, i trattori, i rimorchi, le
110
2013
le falciatrici, i trattori, i rimorchi, le imballatrici. Ai
111
2013
coprendomi di polvere, procurandomi i calli del manovale e
112
2013
la testa e guardavo i campi intorno a noi
113
2013
come un giardino: con i crochi che spuntavano nell
114
2013
tornata primavera. Solo che i crochi del disgelo erano
115
2013
anche, perché appena oltre i tremila metri cominciavo a
116
2013
arte di tirare su i muri prendendolo come manovale
117
2013
di lui gli restavano i trofei di caccia, tetri
118
2013
passione, come la chiamano i cacciatori, non gli era
119
2013
larice imbarcate e sbilenche, i muri anneriti di fumo
120
2013
significato, e per alleviare i suoi sensi di colpa
121
2013
forza di piccone, issando i travi del tetto con
122
2013
scrittura. ¶ Capre ¶ In estate i selvatici erano spariti. Colpa
123
2013
che cominciava a battere i sentieri, spingendoli in zone
124
2013
prima di vederli. Perfino i loro profumi chimici mi
125
2013
proteggevano dileguandosi. ¶ Mi mancavano i miei vicini: la lepre
126
2013
la lepre, la volpe, i caprioli. Così una mattina
127
2013
superai il bosco e i primi pascoli, la baita
128
2013
le radure delle marmotte, i villaggi abbandonati e cadenti
129
2013
superai in velocità anche i pascoli alti: alle sette
130
2013
avevo davanti solo pietraie, i laghetti del disgelo e
131
2013
ghiacciate e luccicanti, e i camosci si rotolavano sulla
132
2013
pancia, la schiena e i fianchi, godendosi quel ricordo
133
2013
non sono prudenti come i camosci, non vengono cacciati
134
2013
ero venuto in pace. I giovani saltarono su un
135
2013
andavano e venivano tra i paesi cresciuti a dismisura
136
2013
paesi cresciuti a dismisura, i quartieri di condomini e
137
2013
da sci che tagliavano i boschi, i parcheggi alla
138
2013
che tagliavano i boschi, i parcheggi alla base degli
139
2013
e adesso sentii chiaramente i suoi pensieri. Scusa, mi
140
2013
mie collezioni di reperti, i quaderni inutilizzati, i libri
141
2013
reperti, i quaderni inutilizzati, i libri. Una stanzetta così
142
2013
sarebbe piaciuto fare come i pastori di un tempo
143
2013
a Remigio mentre facevamo i fieni. Che cos’è
144
2013
meno malmessa delle altre: i muri reggevano benché sbilenchi
145
2013
e sventrato. Saranno stati i topi a dilaniarlo, pensai
146
2013
dalla diffidenza con cui i suoi compagni d’improvviso
147
2013
sempre per le scarpe, i vestiti, le mani, il
148
2013
passo, la lingua e i modi che si portava
149
2013
mistero attraverso le rocce, i torrenti, il vento, la
150
2013
niente. Gli importava conoscere i suoi limiti, misurarsi e
151
2013
Era venuta notte e i due amici si erano
152
2013
uno all’altro, battendo i denti, fissando la luna
153
2013
rigirarmi sul pavimento, evitando i cocci di vetro e
154
2013
torrentello e mi lavai i denti, la faccia, il
155
2013
come un mulo, infilai i pollici nelle bretelle dello
156
2013
passata, e intanto sogguardava i nostri visi stralunati, rispondemmo
157
2013
il caffè, cucinavamo, stendevamo i panni ad asciugare, tostavamo
158
2013
panni ad asciugare, tostavamo i pistacchi che un giorno
159
2013
verso le cime e i paesi sconosciuti che vedevo
160
2013
e troppo impervie per i semplici camminatori. Perfette per
161
2013
su la colazione, lavato i piatti della sera prima
162
2013
muro del rifugio, girava i tacchi e tornava giù
163
2013
forno della stufa. Teneva i conti, rispondeva al telefono
164
2013
che gli aveva segnato i lineamenti. Lì seduto nei
165
2013
che avevo per inventarmi i pasti quotidiani. ¶ A parte
166
2013
abbastanza sole per alimentare i pannelli, la pala eolica
167
2013
dormire. ¶ Ero sorpreso che i ragazzi mi avessero accolto
168
2013
la marea montava inghiottendo i boschi, i pascoli, le
169
2013
montava inghiottendo i boschi, i pascoli, le pietraie, arrivava
170
2013
un bel pranzo per i miei amici. Quando la
171
2013
con le discoteche e i pub ai piedi delle
172
2013
al sicuro. Quali fossero i pericoli del fondovalle non
173
2013
vino bianco, il pesce, i limoni. C’era di
174
2013
sua strada, scomparendo tra i massi tra cui si
175
2013
più facili, su entrambi i versanti. In qualche punto
176
2013
due pareti lisce sotto i piedi, a chiedermi se
177
2013
con una data e i nostri nomi e fui
178
2013
tonfo dei sassi ¶ dentro i canali. Voci d’acqua
179
2013
alla fine, di tutti i posti infelici possibili, scoppiai
180
2013
celebrava il patrono, e i pastori facevano festa con
181
2013
capire dove passare spiavo i camosci. Scorgevo i loro
182
2013
spiavo i camosci. Scorgevo i loro movimenti dal basso
183
2013
percorsi vertiginosi che tagliavano i fianchi della montagna come
184
2013
finivano di colpo dove i camosci si disperdevano. Così
185
2013
spolpati fino all’osso: i loro scheletri mi mettevano
186
2013
solo a dove mettevo i piedi. Non mi accorsi
187
2013
suo regno dal davanzale. I prati erano solo un
188
2013
ciotola che usavo per i cani giaceva rovesciata nell
189
2013
le tavole del tetto, i profili dei lupi, degli
190
2013
invitava a riposarmi tra i suoi muri. O forse
191
2013
gioco del sole tra i rami, e ripensare all
192
2013
a colonizzare le pietraie, i canaloni spazzati dalle valanghe
193
2013
nemmeno alla stufa, perché i fumi della sua resina
194
2013
della sua resina incrostano i tubi e finiscono per
195
2013
ottobre. Ama il sole, i versanti sud delle montagne
196
2013
versanti sud delle montagne, i terreni secchi, il vento
197
2013
spingendosi in alto, sopra i compagni che ha accanto
198
2013
ha accanto: per questo i rami più bassi si
199
2013
tronco: di larice sono i travi dei tetti delle
200
2013
Su quello di colmo i montanari usano incidere la
201
2013
ma più di tutto i libri difficili. Quell’anno
202
2013
quarant’anni stava scoprendo i classici. Mi raccontò della
203
2013
e preciso per indicare i luoghi, gli attrezzi, i
204
2013
i luoghi, gli attrezzi, i lavori, le parti della
205
2013
sulle piste da sci. I turni e il salario
206
2013
certo punto aveva visto i larici piegarsi fino a
207
2013
arrivato e aveva perso i sensi appena varcata la
208
2013
fin da ragazzo. Erano i forestieri quelli con cui
209
2013
il sentiero mi indicava i luoghi chiamandoli per nome
210
2013
parole perdute, come per i ruderi che incontravamo salendo
211
2013
giù il tetto, crollavano i muri, e l’ultimo
212
2013
per fare il formaggio, i balconi per seccare il
213
2013
per seccare il fieno. I ruderi che visitavamo erano
214
2013
semplici. Remigio mi indicava i dettagli: il modo in
215
2013
preferivo di gran lunga i prati e i boschi
216
2013
lunga i prati e i boschi. ¶ Avevamo scoperto che
217
2013
nel tardo pomeriggio, quando i pochi escursionisti rimasti tornavano
218
2013
di vetta o tra i tavoli di un rifugio
219
2013
guardarsi negli occhi con i camosci. Avremmo voluto dir
220
2013
in un prato, ma i selvatici fuggivano al nostro
221
2013
ieri, scompaginato come sono i giornali letti da cima
222
2013
nella sua stanza quando i nostri litigi lo svegliavano
223
2013
nelle corse giù per i sentieri. Mio padre non
224
2013
scarpe, o senza scarpe, i miei alpini li voglio
225
2013
ritirato la scodella che i cani, nella notte, avevano
226
2013
essere tutt’e due i tronchi, quello vecchio e
227
2013
una vocazione, oltre che i colori invertiti: bianco con
228
2013
bianco con macchie nere, i fianchi magri di chi
229
2013
prova le qualità alpinistiche. I cani, che io sappia
230
2013
dello stambecco. Averlo tra i piedi mi metteva allegria
231
2013
a mostrarsi: al tramonto i caprioli uscivano a brucare
232
2013
quello del letame che i pastori spargevano prima di
233
2013
il diradarsi della vegetazione i suoni arrivavano più lontano
234
2013
scuola, dopo che tutti i ragazzi erano scesi e
235
2013
Appena imparò a farlo i canili della zona si
236
2013
sulle gambe, mi sbavò i pantaloni. Ebbe le croste
237
2013
roba. Era la desarpa. I pastori scendevano dagli alpeggi
238
2013
a poco prima risuonavano i campanacci. Lucky annusava qua
239
2013
finestre sbarrate, letamai vuoti. I piccoli canali, che dai
240
2013
terra il letame secco, i segni delle ruote dei
241
2013
a terra, gli affondò i denti nella spalla. Lucky
242
2013
che aveva solo esercitato i suoi diritti. Io guardai
243
2013
giorno dopo partirono anche i miei vicini. Più che
244
2013
legare, mi dispiaceva per i cani. Mi sarebbe mancato
245
2013
la stagione della caccia. I cani correvano isterici, eccitati
246
2013
dio del bosco che i colpi fossero andati a
247
2013
un ritrovo di cacciatori: i cervi uscivano a quell
248
2013
radure. Per sei giorni i cacciatori ne studiavano al
249
2013
chi me lo tocca. I cervi non sapevano che
250
2013
ottobre?, ho pensato. ¶ Nemmeno i larici avevano fatto in
251
2013
a liberarsi degli aghi. I loro rami pendevano bassi
252
2013
leggendo e guardando fuori. I fiocchi illuminati dalle luci
253
2013
e ci ho infilato i piedi sotto. ¶ Nella notte
254
2013
un cercatore d’oro. ¶ I larici si liberavano senza
255
2013
preparavo il caffè, ricostruivo i percorsi del topo che
256
2013
il bancone della cucina, i fornelli, il lavandino, fatto
257
2013
In compenso avevo conservato i pezzi di quello vecchio
258
2013
eravamo ridotti a comprare i cartoni del supermercato. La
259
2013
ma avevano puntualmente schivato i miei inviti. Per qualche
260
2013
è aver fatto sedere i miei amici allo stesso
261
2013
impianti di risalita. Smontavano i seggiolini, oliavano gli ingranaggi
262
2013
gli ingranaggi e stringevano i bulloni in vista della
263
2013
il tavolo, le sedie, i piatti impilati sulla mensola
264
2013
piatti impilati sulla mensola, i barattoli delle conserve, come
265
2013
Superare le tane deserte, i tronchi spezzati, i larici
266
2013
deserte, i tronchi spezzati, i larici incendiati dall’autunno
267
2013
masso all’altro tra i rododendri spogli. Bagnarsi le
268
2013
in un torrente. Assaggiare i mirtilli d’ottobre, le
269
2013
giù. Conoscevo già tutti i sogni che avrei fatto