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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «i»

nautoretestoannoconcordanza
1
1930
là del Bisagno stavano i casoni enormi spropositati, ciclopici
2
1930
avanzata dei cenciosi. Lontani i monti cretacei spiccavano sul
3
1930
riflesso sbisciava nero verso i fondali, una esplosione di
4
1930
stagnante. L’alba insanguinò i rossi, verniciò i neri
5
1930
insanguinò i rossi, verniciò i neri, accese i celesti
6
1930
verniciò i neri, accese i celesti, i gialli; rassodò
7
1930
neri, accese i celesti, i gialli; rassodò gli scafi
8
1930
a quelle in cui i beccai raccolgono le bestie
9
1930
le mucchia del concio. I ragazzi belavano, le madri
10
1930
era attraccato alla panchina, i marinai avevano spalancato i
11
1930
i marinai avevano spalancato i boccaporti simili a mandibole
12
1930
sciame molesto d’insetti, i merciaioli ambulanti, quelli che
13
1930
dei magazzini, le reliquie, i pianeti della fortuna. Ognuno
14
1930
morte la fuggono anche i viperi: prendete la reliquia
15
1930
una grande pietà per i meschini condannati a portare
16
1930
murate, le madri sporgevano i figli e gli facevano
17
1930
seno; quando parve che i monti ribaltassero e le
18
1930
mille colori il cielo, i monti brulli, irradiati, lucevano
19
1930
viso di Amedeo per i crivelli del vaiolo parve
20
1930
sui ponti facendo tremolare i palchi, caldaie di pece
21
1930
Oltre la chiesa e i cantieri la città saliva
22
1930
muti, Negri che ripercuotendo i denti parlavano con altri
23
1930
il selciato tremava sotto i piedi, gli alberi scardazzavano
24
1930
poveraglia, impiccoliva lontano lontano, i fumaioli filavano nero sul
25
1930
nero sul cielo come i camini di un cascinale
26
1930
travatura dei ponti, sopra i quali ordigni e catene
27
1930
la folla scendeva e i palazzi parevano correre verso
28
1930
ardesse, v’erano distesi i decreti della Repubblica, alle
29
1930
con bacche dorate e i nastri scolorati. Nella penombra
30
1930
con gli occhi affebbrati i Discepoli. La cameretta ove
31
1930
la freddezza del teschio, i pensieri erano aggelati sulle
32
1930
ombra delle cavità orbitali, i baffi interriti davano risalto
33
1930
ogni cosa mortale e i teli bianchi ravvolgessero il
34
1930
acqua e grandine crivellavano i loro volti esposti ai
35
1930
la pipa spenta fra i denti scrutava l’abisso
36
1930
il mare e arresta i fulmini. ¶ Ad un altro
37
1930
terra si può possedere, i dieci guadagnati in mare
38
1930
gli uccelli, la casa, i pesci d’argento incuneati
39
1930
si chiude anche sopra i santi. ¶ — Ho sentito che
40
1930
suo fratello. ¶ — Avrei fatto i Collegi e non sarei
41
1930
aveva diviso con lui i pericoli e le fatiche
42
1930
possa rammentare. ¶ Da tutti i tavoli si volsero ad
43
1930
lo sapete dove? Sotto i cipressi, vicino al mare
44
1930
spolverate della fuliggine e i torbati di fumo, aveva
45
1930
città messa a fuoco; i tetti piombaggine, i monti
46
1930
fuoco; i tetti piombaggine, i monti strinati, le piante
47
1930
ridotte col fogliame nero. I calafati immergevano nelle caldaie
48
1930
al fasciame su cui i battimazza ribadivano i bulloni
49
1930
assisero al tavolo sereni. I tre avevano pregato tanto
50
1930
avevano pregato tanto che i loro visi emunti s
51
1930
fascio e attese che i suoi lo salutassero. La
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1930
Che Dio ti assista. ¶ I fratelli, genuflessi, dietro la
53
1930
con spade lucenti affettò i campi, partì il mare
54
1930
fu lì con tutti i vagoni sconquassati. Gente scese
55
1930
s’incurvavano sul mare, i velieri che facevano rotta
56
1930
viola. Sotto l’Alpe, i campi, qua e là
57
1930
d’ombra, ardevano gialli. I bovi tracciavano solchi fondi
58
1930
goiate di refe nero. ¶ I cipressi del cimitero, ammassati
59
1930
quella tepida coltre dormivano i suoi. ¶ Ogni anno, nella
60
1930
ai campi che aravano i bovi. La cantilena del
61
1930
Gli uccelli sciamavano sopra i cipressi come coccole alate
62
1930
ruinoso, si frangevano contro i picchi taglienti. L’Altissimo
63
1930
le varate dei marmi, i ravaneti, i crepacci delle
64
1930
dei marmi, i ravaneti, i crepacci delle cave, le
65
1930
parevano, nel contrasto, sommuoversi. I castelli, come denti di
66
1930
trafficavano nei pertugi costruendo i lor nidi di festuche
67
1930
gelide quasi volesse snebbiarla. ¶ I compagni di viaggio scendevano
68
1930
le lor donne allattavano i piccoli; esse si vedeva
69
1930
della tribù di Brandano, i cui abiti non avevano
70
1930
del vetrame spezzato empivano i vagoni di bambagia asfissiante
71
1930
si udiva tossire, spurgare, i bimbi pareva soffocassero. Appena
72
1930
si protendevano dai finestrini, i volti erano ancora ravvolti
73
1930
veduto passare, come ossessi, i cacciati dalla Patria, lenti
74
1930
e della vanga, con i corpi afflosciati dal continuo
75
1930
fortezze, gli ormeggi afforcati, i pennoni in croce, le
76
1930
abbisciate, le rande ammainate, i bompressi, gli alberi di
77
1930
uno sfacelo di sartiame. I transatlantici, verniciati di nero
78
1930
sulle alberate, sui sartiami i marinari erano come sciami
79
1930
esitò come soglion fare i più, che capitano in
80
1930
aveva il boccone tra i denti, lo ingozzò, protese
81
1930
la tormenta, si levavano i vagiti dei bimbi come
82
1930
facce ispide e ossute, i piedi enormi e gonfi
83
1930
sassose su cui saltellavano i rospi, con il ventre
84
1930
un barco all’altro, i trasti stesi da una
85
1930
abbaiassero, altri che digrignassero i denti, i levantini sogghignavano
86
1930
che digrignassero i denti, i levantini sogghignavano e parevano
87
1930
dilombate, sboccate a tutti i gerghi, con della peluria
88
1930
come una matrice abusata. I gesti osceni aiutavano le
89
1930
paese. ¶ — Compagnero — gli urlarono i due. ¶ — Di quali siete
90
1930
poggiato sulle mani annodate. I due rimasero silenziosi. Amedeo
91
1930
pareva combaciassero alle canale, i panni, stesi sulla ragnatura
92
1930
di pietra. ¶ — Quali sono i tuoi proponimenti? — chiese il
93
1930
Nella cuccetta ci sono i velacci abbisciati dove puoi
94
1930
gli sconvogliava lo stomaco. I marinai dormivano invece con
95
1930
seguiti da cani neri. I meschini ciondolavano la testa
96
1930
come una zucca avvizzita, i loro occhi spenti erano
97
1930
e trascinato in prigione. I compagni che incontravo cammin
98
1930
timoroso quasi che sotto i miei piedi dovesse scattare
99
1930
teste d’asceti. Tutti i congiurati rattenevano il respiro
100
1930
Quelli della Delenda odiavano i timorosi, i pavidi, i
101
1930
Delenda odiavano i timorosi, i pavidi, i calcolatori, i
102
1930
i timorosi, i pavidi, i calcolatori, i metafisici. Davano
103
1930
i pavidi, i calcolatori, i metafisici. Davano atto alle
104
1930
tra loro si chiamavano i fattisti. ¶ Inchinarsi all’autorità
105
1930
della morale, da tutti i compromessi, da tutte le
106
1930
paese era sparito tra i salicastri e il mare
107
1930
salito il patibolo cantando. ¶ I cervelli di quelli della
108
1930
riportato incontaminato chiamava Fanti i catecumeni. ¶ Egli raccontò di
109
1930
conservavano diaccia per tutti i mesi della siccità. — O
110
1930
sazietà stessa l’angoscia. ¶ I catecumeni eran diventati vicini
111
1930
lui piccoli piccoli come i rivoletti che son sul
112
1930
come un’onda. ¶ Se i nembi fuggivano nel cielo
113
1930
lor prole pregavano pensose. I fucili erano stati staccati
114
1930
stati staccati dal muro. I vecchi affissavano pensosi il
115
1930
che avvallava muto verso i paesi addormentati. Scendevano il
116
1930
primo morto giù per i ravaneti silenziosi nella loro
117
1930
radiosa d’autunno del 1896 i gabellotti della Barriera Migliarina
118
1930
ravvolta al torso come i rimorchiatori l’alzaia. Un
119
1930
lo sfacelo dell’Apocalisse. ¶ I campi scassati, appannati da
120
1930
celesti serenava il giorno. I latrati dei cani erano
121
1930
il largo nel cielo. I bovi poltigliavano le zampe
122
1930
bagliori umidi d’oro, i vetrici i salicastri grondavano
123
1930
d’oro, i vetrici i salicastri grondavano celeste. ¶ Sotto
124
1930
o dal peccato, con i canili dove languivano gl
125
1930
lampavano sulle pareti tremende, i tronconi amputati, i ventri
126
1930
tremende, i tronconi amputati, i ventri bugiardi, gli spettri
127
1930
il Cieco, e ripercosse i denti come ferri diacci
128
1930
una lama di stile. ¶ I fratelli spauriti da terrori
129
1930
delirio della madre, per i castighi della divinità, gli
130
1930
miserande. ¶ In altri tempi i tre scenti avrebbero trovato
131
1930
uomini rudi della montagna, i cavatori che roncano sulle
132
1930
come selci di fiume, i baffi arsiti come i
133
1930
i baffi arsiti come i vilucchi che si abbarbicano
134
1930
d’ombre orride avvallavano, i bifolchi tragittavano pungoli percotendo
135
1930
pungoli percotendo le bestie, i muggiti s’ingigantivano nelle
136
1930
eruttavano gelo e nuvole: i paesi sparivano nell’immensità
137
1930
calocchie, le legò con i salci. Oprando parlava: — Che
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1930
dalla pioggia erano scolpiti i segni dei romani del
139
1930
in quelle grotte. Erano i luoghi dove fu inalberato
140
1930
la madre stringeva fra i denti s’intrideva di
141
1930
gobbo inferocito urlò: — Chiamo i gendarmi, egli ha da
142
1930
caduta. Gliela avevano data i padri missionari quando ritornarono
143
1930
signora Dina, mentre rassettava i panni d’Amedeo, ristava
144
1930
dei tappeti preziosi, dove i giaguari sitibondi basiscono al
145
1930
del cieco la trivellavano i tarli, l’ossa del
146
1930
le dita tremule traduceva i cartigli come un antico
147
1930
una folla che aveva i tremiti del mare. Una
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1930
che partiva la città. I portatori sporgevano il capo
149
1930
del fiume c’erano i carabinieri intabarrati. All’apparire
150
1930
vertici delle braccia stecchite; i colpi del teschio battevano
151
1930
sera d’alluvione, con i catecumeni aggruppati sui sedili
152
1930
vento, l’acqua percotendo i vetri sembrava li liquefacesse
153
1930
vela che ha strappato i rastremi. ¶ — Gente! — disse qualcuno
154
1930
mano ieratica: — Io sono... ¶ I catecumeni s’alzarono. Egli
155
1930
è la Donna, questi i ragazzi. ¶ Fu allora che
156
1930
che dimojasse il gelo. I ragazzi ravvolti in una
157
1930
di un candore immacolato, i capelli imbiancati innanzi tempo
158
1930
mortificazioni, dei dolori taciti, i crolli delle illusioni, i
159
1930
i crolli delle illusioni, i morsi della iniquità, le
160
1930
margini della notte eterna. ¶ I catecumeni tacevano pensosi. Egli
161
1930
delle idee e rombano i venti del pensiero, per
162
1930
dionisiaco dell’istinto amoralistico. ¶ I ragazzi erano cascati morti
163
1930
dialettica. ¶ L’uomo e i catecumeni passeggiavano sul mare
164
1930
e foravano la boscaglia. I gabbiani squassavano le grandi
165
1930
sua eterna cantilena. ¶ Quando i catecumeni non udivano più
166
1930
pagina come solevano fare i Profeti ¶ — Dio appare, l
167
1930
balenavano cieli di dannazione. I catecumeni sembravano comunicati. ¶ L
168
1930
vie bollenti di sole, i drammi della maternità tra
169
1930
all’alito delle manze, i vagiti impastati al mugghiare
170
1930
rupe. ¶ — Piange? — dissero sospirando i catecumeni. ¶ — Di rabbia — rispose
171
1930
una penitenza di corda; i ragazzi si tenevano alla
172
1930
maestro pareva un fiume, i pioppi bianchi levavano le
173
1930
le vette nude e i viandanti erano diventati di
174
1930
nella lettura e trainava i deportati. ¶ Un giorno lasciati
175
1930
deportati. ¶ Un giorno lasciati i suoi in un fienile
176
1930
corrispondevano all’ultimo anelito. I suoi vagavano pei campi
177
1930
un bicchiere d’acqua. I catecumeni fissarono i suoi
178
1930
acqua. I catecumeni fissarono i suoi occhi straniati. ¶ L
179
1930
uomo chiamò a sè i catecumeni e disse: ¶ — Stupratore
180
1930
sembrò esser fatto con i capelli di una ragazza
181
1930
sembrarono precipitate giù, con i muri maestri. ¶ La porta
182
1930
tavolo ov’erano seduti i catecumeni. ¶ La testa di
183
1930
anche al paese natìo. I catecumeni l’avevano invocato
184
1930
coprì il fuoco, spense i lumi, chiuse a chiavaccio
185
1930
fosso straripava sulle calate, i monti neri s’alzavano
186
1930
alzavano come ombre ciclopiche. I pescatori correvano verso le
187
1930
di alberi spogli, scandiva i rabbuffi del vento e
188
1930
fossero date le pucette, i capelli gli eran cascati
189
1930
di ranno bollente, come i beccai soglion fare alle
190
1930
l’avessero tenuto per i baffi ché quelli li
191
1930
mia dannazione fatta persona. I suoi occhi li sentivo
192
1930
fissò, mi tenne sotto i suoi, mi tritolò una
193
1930
dai sogni sapeva rilevare i numeri per giocare al
194
1930
gelato e uno infiammato, i denti cariati e neri
195
1930
un ombrellone verde anche i giorni di sole. Egli
196
1930
asseriva di avere tutti i sette peccati mortali addosso
197
1930
accidia, e per questo i gesuiti gli avevano somministrato
198
1930
tossico. — Guardatemi l’unghie, i denti, gli occhi, — diceva
199
1930
morti, almeno loro danno i numeri del lotto. ¶ — E
200
1930
Tostochè apparve il Crocifero, i ragazzi dell’affogato si
201
1930
con le mani umane. I ragazzi sulla cassa ruzzolavano
202
1930
d’esser tirato per i piedi. Quella lordura lo
203
1930
dell’insidie di Satanasso. ¶ — I miei giorni son passati
204
1930
è che una notte i tavernieri andarono a scrivere
205
1930
e vergognose su tutti i luoghi consacrati. Scrissero col
206
1930
è ventibuia! ¶ La sera i Malfatti sembravano morti dissepolti
207
1930
Tarmito aveva della mummia, i pertugi del vaiuolo tamponati
208
1930
tamponati di calce riarsivano i peli come aguglioli di
209
1930
le campagne circospetti come i ladri. Essi andavano di
210
1930
Le radunate erano clandestine. I congiurati prima di parlare
211
1930
quelle di sprocchi sanguinolenti, i medesimi che avevano martoriato
212
1930
rimane tanto da sfamare i vostri figli nè voi
213
1930
nè le vostre compagne? — I catecumeni volgevano gli occhi
214
1930
non era dato goderne. I vecchi che provenivano dalle
215
1930
agli antesignani urlando: — Ecco i salvatori, ecco i padri
216
1930
Ecco i salvatori, ecco i padri del popolo. ¶ I
217
1930
i padri del popolo. ¶ I governi apprestavano le armi
218
1930
La mitraglia della strada, i cacciati dal pungolo del
219
1930
teschio, gli segnalava anche i crocchi taciti di persone
220
1930
incuteva rispetto e paura. I suoi polsi esangui, cerei
221
1930
esangui, cerei, scarniti, avevano i risegoli violetti delle manette
222
1930
le cartilagini tremavano appena; i baffi egli aveva foltissimi
223
1930
il gelo della saliva. I denti intatti d’avorio
224
1930
v’era sopra come i tralci delle vecce che
225
1930
diventava cinereo e funebre; i paesi si conformavano sul
226
1930
rullo pugnace tremeranno tutti i tormentatori: preti, monarchi, poliziotti
227
1930
il mare medesimo romperà i suoi fianchi e il
228
1930
come uccelli di sterminio i neri vessilli della rivolta
229
1930
seco gli invasati e i credenti. ¶ Tra Capraia e
230
1930
due colli cretacei dove i vigneti, i pioppi e
231
1930
cretacei dove i vigneti, i pioppi e i gelsi
232
1930
vigneti, i pioppi e i gelsi sono avvincati verso
233
1930
verso la terra e i vetrici e i salicastri
234
1930
e i vetrici e i salicastri sul ciglio dell
235
1930
ivi confinati. Là giacciono i forti dell’idea esposti
236
1930
il cieco impose: — Liberiamoli! ¶ I neofiti l’ascoltavano ad
237
1930
d’ardimento, e tra i ghiacciai passò come l
238
1930
anima di pietra batteranno i tremiti della speranza. ¶ — Udite
239
1930
la barca, con lui, i vortici ci porteranno al
240
1930
codardi egli vedeva anche i suoi compagni, mandra di
241
1930
erano in purga, tutti i torzoli e le foglie
242
1930
lo rigurgitava da tutti i pori, era raffigurato appiccato
243
1930
pasta da manifesti, e i baffi scolavano come il
244
1930
uccelli, eran ridotte guardine, i nomi soavi di Rosa
245
1930
ricalcato, sulle spalline e i bottoni. ¶ Il Brigadiere, nel
246
1930
congestionata, il naso e i pomelli davano sul celeste
247
1930
mura come la benedizione. I baffi erano come granturcali
248
1930
quando appariva nel Casone i censiti si acquattavano in
249
1930
si acquattavano in tutti i pertugi, tal quale fanno
250
1930
pertugi, tal quale fanno i topi all’apparire del
251
1930
e prendeva a volo i censiti nella tagliola delle
252
1930
convegno tutti gli accattoni, i girovaghi, gli zingari calderai
253
1930
girovaghi, gli zingari calderai, i fuggiaschi. Quando qualche vagabondo
254
1930
con occhi di chiedoni i quali avevano su tutto
255
1930
viso una caluggine come i ghiandaiotti di nido. Una
256
1930
la donna una parte, i ragazzi tre quarti. Le
257
1930
cieco smontabile — gli urlavano i ragazzi — che tutti si
258
1930
all’aspetto su per i boschi. ¶ — Ma la mandragola
259
1930
guerriero ti significo che i ragazzi si sono ammoscati
260
1930
disse lo Zoppo fissando i ragazzi. ¶ — Voi se non
261
1930
anche di notte come i gatti — e lo Zoppo
262
1930
avvinghiarono e ruzzolarono sotto i tavoli. Il vecchio fu
263
1930
alle pietre di fiume. I ciechi reali oggidì son
264
1930
Lombardia dove dice fanno i soldi a palate e
265
1930
come tordi. Son passati i tempi di quando li
266
1930
tra la cenere come i gatti, sotto la cappa
267
1930
la cappa del camino. I congeneranti si sono immalizziti
268
1930
vedere quando si scompartiva i soldi accattati, sfoderava cert
269
1930
quando camminava pareva avesse i sonaglioli. Nei paesi, su
270
1930
le portava per penitenza, i montagnoli li porgevano tutti
271
1930
Le porto anche per i vostri peccati. ¶ Nei giorni
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1930
Gli attori eran tutti i componenti la famiglia di
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1930
di vene color inchiostro. I figli eran tutti caluginosi
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1930
figli eran tutti caluginosi, i capelli avevano del colore
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1930
canarino tuffate nel sole, i loro occhi non potevano
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1930
insaccava dentro una balla. ¶ I marionetti erano intagliati nei
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1930
gialli e scarniti. ¶ Anche i marionetti, dalla voce, parevano
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1930
su ma’ morti. ¶ — Per i bei spettacoli che gli
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1930
il mare or verso i monti. Tostochè scorgeva sulle
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1930
avanzi e loro riverivano i clienti. ¶ I clienti fissi
281
1930
loro riverivano i clienti. ¶ I clienti fissi parevan tutti
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1930
benzina, e s’umettava i capelli, scriminati dietro e
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1930
ratto di un fiume, i baffi erano amalgamati in
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1930
correvano difilate a scappellare i tendini d’Achille. — Tu
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1930
pelo delle maniche avanzavano i salsicciotti rosei delle dita
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1930
dita, rumava, mischiava, stacciava i numeri nella sacchetta: ¶ — Una
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1930
buio. ¶ — Se morissero tutti i diavoli dell’inferno io
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1930
pertugi del Casone. ¶ Tutti i venerdì il Casone era
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1930
peli del viso e i capelli del gobbo diventarono
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1930
zoppa pitigginosa e sozza. ¶ I malvagi consigliarono il gobbo
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1930
gobbo e ribevve. Tirati i ganci dell’arsaglino il
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1930
coltri, popolava di spettri i neri che davano nelle
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1930
sul viso infiammato e i denti si ripercotevano convulsi
294
1930
mezzogiorno bramava avido cibarsi. I fratelli non si potevano
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1930
capestro alla gola. Quando i tre invasati s’erano
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1930
le braccia e scioglieva i capelli come una pazza
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1930
occhi maculati in verde, i suoi come il nibbio
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1930
gli uccelli di nido, i fratelli sciangottavano e si
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1930
pareva li proteggesse con i tronconi. Il gobbo si
300
1930
toro. ¶ La madre e i fratelli colti da terrore
301
1930
sbraitava il gobbo. ¶ Poi i tre accaldati e sudati
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1930
fuor di finestra inseguendo i frulli dei rondoni. ¶ — Cosa
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1930
Cosa specula là? — e i tre guardavano fuori sospettosi
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1930
spiritata, il Tarmito osservava i tre. ¶ — Non sei degno
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1930
continue caldaccie al capo. I tre s’erano accorti
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1930
lo scapolare con dentro i cenci e l’ossa
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1930
gli occhi di Federigo. ¶ I casigliani ruzzolavano le scale
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1930
presa la demonia per i capelli. ¶ La gente reggeva
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1930
svenuto sopra la sedia. I casigliani ponevano delle salviette
310
1930
gente che li dicevano i catecumeni. Questa progenie di
311
1930
s’intanasse la notte. ¶ I vecchi asserivano che nell
312
1930
collari che anticamente aggraziavano i vani, per qualche fiore
313
1930
sposa all’altare. ¶ Tutti i pomeriggi dalle secche della
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1930
cenciosi dalle mani artigliate i quali avevano aperto un
315
1930
sbatacchiati come dal vento, i panni stesi eran tosto
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1930
l’istinto della volpe. I nomi di costoro: Senza
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1930
Martellino, Bacuninne, facevano conturbare i vicinati. La pasticceria era
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1930
cisterna. Sul soffitto congiuravano i burbiglioni, quegli insetti neri
319
1930
forno. Ne lo trassero i compagni tirandolo per le
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1930
tanto lisi che filtravano i toni cera della carne
321
1930
e ve lo provo. ¶ I visi delle donne agrirono
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1930
se esse avessero avuto i piedi sopra una pietra
323
1930
Annunziata chiamò a sè i fedeli sonando a distesa
324
1930
a distesa la benedizione, i timorati di Dio si
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1930
e schioccò la frusta. I cavalli sotto lo scossone
326
1930
telaio dei denti. Quando i cavalli ebbero l’acqua
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1930
ambo le mani e i piedi. ¶ — C’è nessuno
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1930
che portavano via senza i segni di Cristo. Tutte
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1930
La Signora si scioglieva i capelli, s’allentava il
330
1930
delle madri che avevano i figli. La signora Dina
331
1930
canti delle darsene, perchè i fondali risucchiano gli urli
332
1930
di rena gli staccano i polmoni, gli spezzano il
333
1930
il capogatto. Di lassù i detenuti dominavano il paese
334
1930
era palpitante di vele, i penecchi di fumo delle
335
1930
erano quelle delle donne, i primi occhieggiavano, lubrici e
336
1930
ultimo se la mangiava. ¶ I detenuti erano in purga
337
1930
I. ¶ La Tradotta rullava nella
338
1930
il rotolio del treno. I treni lontani sembravano fumate
339
1930
prime giornate di stridore. I lumi delle stazioni, da
340
1930
giallo, ma rari come i fiori delle rape in
341
1930
le paranze avevano riacceso i fanali in vetta ai
342
1930
in vetta ai bompressi. ¶ I vagoni-bestiame erano stivati
343
1930
compagno vicino. ¶ Su tutti i volti visibili era pace
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1930
piana di Versilia, oltre i greti e i poggi
345
1930
oltre i greti e i poggi del Magra, appariva
346
1930
il rotolio del treno; i campi d’erbe lupinare
347
1930
immoti sull’aie quadre i bovi già sotto il
348
1930
Nelle soste s’udivano i ranocchi sorseggiare l’acque
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1930
di stelle, nella corsa i veloci intercolunni dei pioppi
350
1930
pietrami, annerita dai secoli, i campanili elevati sulle case
351
1930
freschezza del mare, spiccavano i due fanali: quello verde
352
1930
festeggiare il ritorno. ¶ Tutti i paesani erano assiepati sull
353
1930
il mare diventava sterminato, i fiumi sulle sfociature diventavano
354
1930
ti possiamo, conoscere — dissero i giovani. ¶ — È lo stesso
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1930
il cimitero del paese. ¶ I soldati, appena scesi, si
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1930
gialle si aprivano tra i cordami e gli alberi
357
1930
verde a cercine sotto i piedi rosa – erano ancora
358
1930
Gli uccelli ciuciurlavano tra i merli fioriti di semprevivi
359
1930
sacco dei lor cenci. ¶ I platani, in vent’anni
360
1930
avevan buttato tanto che i ramoni erano oltre i
361
1930
i ramoni erano oltre i tetti. Le strade, che
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1930
le bifore, contrastava con i mozzi rossi delle campane
363
1930
di sangue palpitante, spinse i passi verso la casa
364
1930
Di sotto erano passati i suoi andando all’estremo
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1930
un campo di cielo. I gabbiani sciamando percotevano l
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1930
saraghi. ¶ Di sull’impietrito i vecchi navarchi accennavano le
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1930
navarchi accennavano le golette, i brigantini, le tartane. I
368
1930
i brigantini, le tartane. I pennoni rastremati con trapezii
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1930
teschio... Veliki, Faiti, Palikisce. I bagliori si stemprarono. Il
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1930
verso il suo sogno. ¶ I navarchi accennando l’ardito
371
1930
dagli orecchi le dondolavano i pendenti d’oro fino
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1930
in cui dàn volta i caratteri. Allora gli occhi
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1930
attoniti; ciò faceva stridere i denti della signora Dina
374
1930
nella vita. A Federigo i ragazzi gli dicevano “bavarocchio
375
1930
sane trafficava la madre. I ragazzi erano la sua
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1930
le donne spaurite. ¶ — Via i panni dalle finestre, il
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1930
il gobbo fa come i delfini. ¶ — Quando s’arca
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1930
code dei temporali, scongiurava i bruci. Anche sotto la
379
1930
Anche sotto la cappa i ragazzi lo riconoscevano dagli
380
1930
ella aveva ceruli come i mattini d’aprile, le
381
1930
Il gobbo sorrideva come i montoni quando annusata la
382
1930
rispetto. ¶ — Ma resterai con i pugni pieni di vento
383
1930
vento, ed altri coglierà i suoi pomi e la
384
1930
uragano, m’accartoccio tutto. ¶ I peli del viso e
385
1930
vaghi come ombre. Tutti i passeggeri erano all’erta
386
1930
Tarmito affidò a Cesare i ragazzi: — Tu li condurrai
387
1930
prendo il fucile per i vivi e per i
388
1930
i vivi e per i morti. ¶ — Quando si fa
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1930
tutt’ombra silenziosa. Sotto i porticati la medesima poveraglia
390
1930
negro gli fece sovvenire i bestioni del Gran Ciaco
391
1930
medesima, incerati di nero i quali fissarono il Tarmito
392
1930
ma apparvero tosto sotto i lumi di una cantonata
393
1930
rovere, li osservava attento. I gabbioni delle bestie feroci
394
1930
e le sagole. ¶ Tutti i guardiani furono desti: — S
395
1930
nell’anima del Tarmito: i ricordi franavano in isfacelo
396
1930
di Nicodemo già tra i marami lutulenti e il
397
1930
tre alberi coi pennoni i frocchi, la randa in
398
1930
portò valorosamente sul mare. ¶ I bastimenti, il mare, il
399
1930
chiuso nel sacco anelante i deserti e lo percoteva
400
1930
percoteva come sogliono fare i gatti quando si portano
401
1930
a prendere il fucile. — I due s’allontanarono senza
402
1930
a sè stesso — Per i vivi e per i
403
1930
i vivi e per i morti. ¶ Sul vertice di
404
1930
vaporini col fumaiolo acceso. I treni sbuffanti sulle calate
405
1930
in fuori dalla locomotiva. I monumenti: statuine di gesso
406
1930
che portavano sulle mani i ragazzi stucchinai. Gli uomini
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1930
il bestino della comunità. I fermenti biliari, le acredini
408
1930
tenebrato di rossi bruciava i tetti della caserma, dalla
409
1930
gli schemi dei bersagli, i cilindri dei tiri. I
410
1930
i cilindri dei tiri. I viventi proiettati su quei
411
1930
archi, zampavano sulle canale. I viventi uguali nei vestiti
412
1930
smalto e inchiostro e i denti avorio trampolavano su
413
1930
strappi di giallo tomaia. ¶ I civili stavano all’addiaccio
414
1930
d’ombra e saggina. ¶ I civili furono condotti al
415
1930
il ribrezzo della serpe. I corpi diacci di sudore
416
1930
uomini e fateli muovere. ¶ I civili s’addossarono al
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1930
dentro due volte e i pantaloni un palmo più
418
1930
paio di scarpe dove i piedi ci stavano a
419
1930
ora di dosso. Tutti i novelli guardarono stupefatti il
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1930
allontanava seminando per terra i tricciuoli della montura. ¶ Il
421
1930
un canto solo. Infilandosi i pantaloni guardò la travatura
422
1930
si vestiva come tutti i suoi compagni che erano
423
1930
combattere: poi si vedrà. ¶ I soldati che erano già
424
1930
partiva per il fronte. I soldati ricevettero l’ordine
425
1930
bacio diaccio sul petto. I soldati degli altri battaglioni
426
1930
tricolore pendeva immoto come i ramoni di un albero
427
1930
stelle abissava il porto, i pennoni afforcati fiorivano stelle
428
1930
attoniti avevano la stalla, i buoi, e l’aratro
429
1930
aggrevivano verso la terra, i pensieri impietrati facevano pendere
430
1930
cinque ne abbiamo trentasei. I miei eccoli qua. — Il
431
1930
scheletrita le calava giù, i capelli leccavano l’ammattonato
432
1930
gemè lento sangue inchiostrato. — I morti ritornano — urlava spesso
433
1930
le verità indiscutibili, ricusano i sollievi e i conforti
434
1930
ricusano i sollievi e i conforti che provengono dalle
435
1930
s’era visto soltanto i bagliori nelle ore di
436
1930
il bestiame venduti. Anche i ragazzi avevano fatto i
437
1930
i ragazzi avevano fatto i loro fagotti, colmate le
438
1930
vi venga da noi i quali, per l’esilio
439
1930
già nei rivoluzionari del 1848 i quali per gli errori
440
1930
del cielo parve sfebbrarla, i ricordi della Patria lontana
441
1930
martirio della nostra stirpe. I ragazzi, giovine sangue della
442
1930
che precedono la partenza. I paranchi fuori murata soppesavano
443
1930
il ponte, parando su i ragazzi. Il vecchio, calcata
444
1930
era diventata di cielo. I ragazzi sporgevano il capo
445
1930
sicchè pareva un ambulante. I piedi, due palmi più
446
1930
liquido della luminella, e i peli del viso e
447
1930
il Dante, il Carrara, i fatti di Enea, Dio
448
1930
E tu? — chiese Cesare. ¶ I due parlarono col riso
449
1930
le mani, il viso, i capelli, le ciglia, il
450
1930
l’avessero acciuffato per i baffi chè quelli erano
451
1930
abbia temenza di logorare i calzini, il tacco non
452
1930
non significa già proteggere i deboli, gl’innocenti, curare
453
1930
orli degli abissi come i sonnamboli. ¶ Un turbine interno
454
1930
guerra, Isaia, e che i ragazzi stiano bene attenti
455
1930
ragazzi stiano bene attenti. ¶ I ragazzi e i tre
456
1930
attenti. ¶ I ragazzi e i tre si appressarono ad
457
1930
le chiese ed empie i cimiteri. Ma siccome senza
458
1930
chiese e si riempiano i cimiteri. Un profeta, al
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1930
osservava attento e curioso i marinai che stavano levando
460
1930
levando volta alle gomene. ¶ I pontili d’imbarco eran
461
1930
gente che saliva risoluta. I bozzelli volavano sulle sartie
462
1930
sartie, le catene cigolavano, i ghindò suonavano a martello
463
1930
ghindò suonavano a martello, i vapori dai tubi infuocati
464
1930
vento — commentò il Profeta. ¶ — I proverbi sono la facile
465
1930
posati sopra una zattera. ¶ I passeggeri scesero nella stiva
466
1930
passeggeri scesero nella stiva. I motori davano delle pulsazioni
467
1930
il fondo del mare. ¶ I passeggeri di terza, tutta
468
1930
una stiva di coperte. ¶ I ragazzi se ne stavano
469
1930
passeggiava vigile sul ponte, i comandi giungevano già nella
470
1930
della patria ancora lontana. I tre: il Tarmito, il
471
1930
sul caporuota di prua. ¶ I tre lo ricondussero da
472
1930
come schiavardato: ¶ — Mai più! ¶ I battiti del cuore andavan
473
1930
del cuore andavan lenti. I ragazzi l’osservavano spauriti
474
1930
nelle mani il teschio i cui denti profumavano ancora
475
1930
e seguito da tutti i ragazzi. Un tavolone insegato
476
1930
collocato l’involucro pesante. I marinai di turno accallarono
477
1930
coperto di un telo. I piedi eran diretti al
478
1930
lentamente nella profondità smisurata. ¶ I tre condussero i ragazzi
479
1930
smisurata. ¶ I tre condussero i ragazzi, compresi di spavento
480
1930
non si scorgeva lume. I bastimenti a vela passavano
481
1930
Faceva un caldo soffocante. I carovanieri pareva avessero il
482
1930
bosco scerpato. ¶ Dalla guida i carovanieri appresero le tremende
483
1930
popolo, un attributo speciale: i bianchi ebbero il genio
484
1930
In tanti giorni che i carovanieri stazionavano in quei
485
1930
tremito. Il Tarmito e i compagni dovettero lanciare i
486
1930
i compagni dovettero lanciare i cavalli in una meteora
487
1930
ho vissuto sempre per i boschi. ¶ — E gli oggetti
488
1930
uomo fu legato per i polsi e costretto a
489
1930
e costretto a indicare i passaggi dai quali si
490
1930
dove sicuramente si trovavano i resti mortali di Nicodemo
491
1930
resti mortali di Nicodemo. I carovanieri camminarono tutto il
492
1930
bruciavano vivi dalla sete. I carovanieri pervenuti a uno
493
1930
dal limo vi gettarono i cavalli i quali, con
494
1930
vi gettarono i cavalli i quali, con l’ansia
495
1930
notte passò senza novità. I carovanieri legato alla ciocca
496
1930
che dal cielo con i rami spropositati risgrondavano sulle
497
1930
ove fiatavano stagni pantanosi. I carovanieri con le loro
498
1930
menti. Dove si trovano i resti di Nicodemo? ¶ — Là
499
1930
gli ha dato sepoltura? ¶ — I Ciamocochi. ¶ — Menti. E gli
500
1930
lontano. ¶ Dopo molti travagli, i carovanieri pervennero sul luogo