Vittorio Alfieri, Saul, 1784

AL NOBIL UOMO IL SIGNOR ABATE TOMMASO VALPERGA

ebraica, bevete al fonte. ¶ Il Saulle perciò, più che

israeliti ¶ Soldati filistei ¶ Scena, il campo degli Israeliti, in

crudo ¶ sconoscente Saùl! che il campion tuo ¶ vai perseguendo

era già un dì il tuo scudo; in me

tosto, all´almo sole il campo ¶ cedi; ch´ei

io. Me ben conosce ¶ il Filisteo. ¶ GIONATA ¶ Che ascolto

tempo fuggii poscia: ¶ ma il temer solo è morte

periglio ¶ col suo popolo il re: fia David quegli

voi sta degli infedeli il brando? ¶ A morir vengo

ei ti crede, o il finge; ei ti dà

impugno, ¶ finché sian vinti. Il guiderdon mio prisco ¶ men

ha chi l´inganna. Il vile ¶ perfid´Abner, gli

mentito amico, ¶ intorno sempre. Il rio demon, che fero

che fero ¶ gl´invasa il cor, brevi di tregua

ella ancor, mal grado il padre crudo?... ¶ GIONATA ¶ Oh

come in campo?... ¶ Gionata ¶ Il padre ¶ ne avea pietade

sposa amata! A me il tuo dolce aspetto ¶ torrà

tuo dolce aspetto ¶ torrà il pensier d´ogni passata

ogni passata angoscia; ¶ torrà il pensier d´ogni futuro

muta, ¶ nel cor tremante. Il dì, ben mille volte

d´Israello i cori; ¶ il Filisteo, che già fanciullo

a un tempo ¶ manca il suo brando, ed il

il suo brando, ed il suo senno, David. ¶ Io

morente in Rama accolto; ¶ il sacro labro del sovran

colà di te vaticinava: il tuo ¶ viver m´è

a queste ¶ regali tende il tradimento alberga ¶ con morte

di guerriera tromba ¶ eccheggi il monte. Oggi, a battaglia

a te m´offro. — ¶ Il sacro vecchio moribondo in

qual ne avea mercede? — Il veglio sacro, ¶ morendo, al

Suoi detti estremi, entro il mio cor scolpiti ¶ fino

te non torni, ¶ sovra il tuo capo altissima ira

dallo sdegno celeste: e il sarai, spero: ¶ e il

il sarai, spero: ¶ e il sarem tutti; e in

se Iddio dall´etra ¶ il suo rovente folgore sprigiona

folgore sprigiona! ¶ Spesso, tu il sai, nell´alta ira

egli ha coll´innocente il reo. ¶ Impetuoso, irresistibil turbo

guarda? ¶ David ¶ D´Israèle il Dio, ¶ se scampar deggio

piume aspetta ¶ fors´ella il giorno? A pianger di

gioia ¶ risorge forse apportatore il sole? ¶ Ahi lassa me

più travagliato, ¶ certo, fu il fianco mio, che mai

fra molli coltri, ¶ mentre il mio ben sovra la

Gionata ¶ Indugia ancora; ¶ e il pianto acqueta: il nostro

e il pianto acqueta: il nostro David forse ¶ in

assai l´amore ¶ che il timor possa? E maraviglia

io tremerei... Ma pure, il sol vederlo ¶ fariami... ¶ Gionata

diffidenza di sue forze; il sai: ¶ or, che di

Saùl diffida; ma, superbo, il tace. ¶ Ciascun di noi

punto ei verrebbe ora il tuo sposo. ¶ Micol ¶ Sì

GIONATA ¶ David ¶ Teco è il tuo sposo. ¶ Micol ¶ Oh

mia speme; ah! lieto ¶ il tuo venir mi sia

qual mi dà forza il sol tuo aspetto! Io

sogliamo: ¶ noi spierem, come il governi e prema ¶ oggi

governi e prema ¶ oggi il suo torbo umore: e

guerrieri, ¶ come si asconde il mio Davìd? qual occhio

ti cela, infin che il tempo, ¶ sia di mostrarti

ammanto ¶ oggi non sorge il sole; un dì felice

cose, diverso ha giovinezza il guardo, ¶ dalla canuta età

s´io ciò credessi, il brando, ¶ che per trafigger

padre non fossi, come il son, pur troppo! ¶ Di

or la vittoria, e il regno, ¶ e la vita

che sul mio labro il riso ¶ non fu visto

volte all´ira ¶ muovonmi il cor, se mi accarezzan

fianco ¶ mi sono; angoscia il breve sonno; i sogni

vedea con livid´occhio ¶ il regal serto, ch´ei

Questo, sol questo, è il tuo delitto. Ei quindi

solo a te sturbava il senno: ¶ coll´inspirato suo

ma di cor, sacerdote. Il ver dispoglia ¶ d´ogni

d´ogni mentito fregio; il ver conosci. ¶ Io del

Esci Saùl; esci Saulle»... Il sacro ¶ venerabile aspetto del

Davide a´ suoi piedi: ¶ il santo veglio sul capo

David ¶ cingerla vuol: ma, il crederesti? David ¶ pietoso in

Chi n´ebbe anco il pensiero, pera... — ¶ Ahi lasso

Saul ¶ ... Meco è sempre il dolore. — Io men sorgea

figlio, ¶ protrar la pugna? Il paventar la rotta, ¶ peggio

mai con più ragione. Il volto ¶ deh! rasserena: io

e per te tutto ¶ il nostro sangue a dar

sposo a te richieggo? Il prode ¶ tuo difensore, d

Gionata ¶ Ed io; tu il sai, se un brando

cinga; ¶ ma; ov´è il mio brando, se i

voce Iddio; ¶ muto è il mio labro... Ov´è

de´ miei nemici estinti il sangue?... ¶ Gionata ¶ Tutto avresti

cospetto in bando ¶ tu il cacciavi, tu spento lo

Ah! padre, lascia... ¶ Saul ¶ Il pianto (oimè!) su gli

mi sforza?... Asciutto ¶ lasciate il ciglio mio. ¶ Abner ¶ Meglio

già da gran tempo il cerchi; ecco, io tel

A terra pria cada il nemico: ¶ sfumino al soffio

né un pensier costarti ¶ il mio morir dovrà. Tu

innocenza. Io deggio, se il vuol Dio, ¶ perir qual

non qual nemico. ¶ Anco il figliuol di quel primiero

in sul gran monte il sangue ¶ era presto a

per lui s´udia il mio nome, ei lo

Israèl le figlie: ¶ «Davidde, il forte, che i suoi

migliaia abbatteva: egli è il guerriero; ¶ ei mi creò

voglio». ¶ Abner ¶ Fellone; e il dì, che di soppiatto

noi serbavi: or questo, ¶ il dissi io forse? o

dissi io forse? o il festi tu? Da prima

padre l´ottenni; io il volli; io, presa ¶ di

di sue virtudi. Egli il sospir mio primo, ¶ il

il sospir mio primo, ¶ il mio pensier nascoso; ei

manto. ¶ Conoscil tu? Prendi; il raffronta. ¶ Saul ¶ Dammi. ¶ Che

per altra uscita: ¶ io il potea quel tuo lembo

vile ¶ giovin proscritto... Abner, il prode, ov´era, ¶ dov

Micol ¶ Oh sposo!... ¶ Saul ¶ Il giorno, ¶ sì, di letizia

voglio oggi alla pugna: il soffra ¶ Abner; ch´io

e della sua tu il sei. ¶ Gionata ¶ Duce Davìd

tal poco a ristorarti. Il lungo ¶ duol dell´assenza

a mensa. ¶ Deh! figlia, (il puoi tu sola) ammenda

dal convito or sorge ¶ il re, ch´io vengo

ch´entrambi al pari ¶ il popol nostro, il nostro

pari ¶ il popol nostro, il nostro re, l´eccelso

io nasco, in campo il brando ¶ sanguinoso rotai, già

rotai, già pria che il fischio ¶ ivi si udisse

di tua fionda... ¶ David ¶ Il sangue ¶ del re non

solo te stesso. ¶ Abner ¶ Il duce ¶ io mi credea

in valle, di Filiste il campo. ¶ Folte macchie ha

in fronte: all´oriente il chiude ¶ non alto un

piano, ¶ giriamo in fronte il destro loro fianco. ¶ La

fianco. ¶ La schiera prima il passo affretta, e pare

più prodi de´ nostri, il duro poggio ¶ soverchiato han

a tergo ¶ riescon sovra il rio nemico. In fronte

e alla tua pugna il mio venir null´altro

che un brando. ¶ Abner ¶ Il duce è David: ¶ di

è David: ¶ di guerra il mastro è David. Chi

io ´l miri, è il tuo disegno. ¶ Gionata ed

con scelti mille, ¶ salirà il giogo; e tu, coi

più, terrai ¶ della battaglia il corpo. ¶ Abner ¶ A te

perciò vi pongo. — ¶ Ascende il sole ancora: il tutto

Ascende il sole ancora: il tutto in punto ¶ terrai

Spira un ponente impetuoso, il senti; ¶ il sol negli

ponente impetuoso, il senti; ¶ il sol negli occhi, e

pugna, ed alto. — ¶ Ma, il provveder di capitan, che

s´ei de´ soldati il cor non ha? Ciò

manca; e a me il concede Iddio. ¶ Oggi si

lasci ¶ un´altra volta il re; ch´esser non

sai? Da lieta mensa il padre ¶ sorgeva appena, Abner

m´inoltro, ¶ egli esce; il re già quel di

o sposa: ¶ Saulle è il re; farà di noi

perda oggi la pugna; il crudo ¶ suo pensier contro

mio stato abbietto, e il duro ¶ bando, e la

sola mia morte emmi il lasciarti: ¶ e il dovrò

emmi il lasciarti: ¶ e il dovrò pure... Ahi vana

di te: m´abbia il sepolcro innanzi. ¶ In quella

orrende larve. ¶ Or, sopra il capo tuo pender vedea

vedea ¶ del crudo padre il ferro; e udia tue

t´immergeva in core ¶ il barbaro Saulle: or, tra

ad ogni picciol moto il cor balzarti ¶ tremante; e

Le angosce, i dubbi, il palpitar mio lungo ¶ poss

più... ¶ David ¶ Mi strappi il cor: deh! cessa... Al

che? ti parve ¶ dubbio il re d´affidarmi oggi

servo: ¶ l´empio confondi; il genitor rischiara; ¶ salva il

il genitor rischiara; ¶ salva il mio sposo; il popol

salva il mio sposo; il popol tuo difendi. ¶ SCENA

più mi t´accosta; il vedi? il sol dintorno

t´accosta; il vedi? il sol dintorno ¶ cinto ha

mia sposa, ¶ dica, se il può, ch´io nol

parli; eppure, ¶ ben tu il sai, da gran tempo

de´ sacerdoti. Ad oltraggiarmi, il nomi? ¶ David ¶ A dargli

stola è costui, che il sacro labro or schiude

tu sei guerriero, e il brando ¶ cingi: or t

diedi... ¶ David ¶ è questo il brando, ¶ cui mi acquistò

rappreso pur, non già il mio sangue, il suo

già il mio sangue, il suo. ¶ Saul ¶ Non fu

giungea: perché fuggissi, ¶ tu il sai. Piena ogni via

Padre... ¶ David ¶ Ah! tu il soccorri, ¶ alto Iddio d

prostra, ¶ te ne scongiura il servo tuo. ¶ Saul ¶ La

pace ¶ mi è tolta; il sole, il regno, i

è tolta; il sole, il regno, i figli, l

sta dei figli, che il fatal diadema, ¶ che il

il fatal diadema, ¶ che il canuto tuo capo intorno

questo omai putrido tronco il capo ¶ tremolante del padre

Or, poiché in pianto il suo furor già stemprasi

Micol ¶ Ah! sì; tu il vedi, all´alitante petto

all´alitante petto ¶ manca il respiro; il già feroce

petto ¶ manca il respiro; il già feroce sguardo ¶ nuota

osa; ¶ tu, che se il guardo inchini, apresi il

il guardo inchini, apresi il denso ¶ abisso, e via

a te nascosa; ¶ se il capo accenni, trema lo

trema lo universo; ¶ se il braccio innalzi, ogni empio

tuo caldo irresistibil nume ¶ il condottiero d´Israello empiesti

d´infuocato lembo. ¶ Traballa il suolo al calpestìo tonante

e l´onda, e il cielo è rimbombante ¶ d

già feste? ¶ Ecco ora il piano ai vostri corpi

tromba ¶ mugghiar repente? ¶ è il brando stesso di Saùl

a me di guerra il grido ¶ si addice omai

oblio, la pace, ¶ chiamano il veglio a sé. ¶ David

del fiumicel natìo, ¶ siede il campion di Dio, ¶ all

teneramente, ¶ soavemente ¶ sì, che il dir non v´arriva

miglior sesso. ¶ Finché venga il suo amplesso, ¶ qui l

d´invidia cosperso, ¶ dice il secondo: e quando ¶ palleggerò

non basta? ¶ Lo scudo il terzo, ¶ con giovin scherzo

giovin scherzo, ¶ prova come il ricopra ¶ Di gioia lagrima

è l´alma, e il sa. ¶ Oh bella la

la pace! ¶ Oh grato il soggiorno, ¶ là dove hai

sì candida fé! ¶ Ma il sol già celasi; ¶ tace

sonno placido ¶ sopito è il re». — ¶ Saul ¶ Felice il

il re». — ¶ Saul ¶ Felice il padre di tal prole

infra i domestich´ozi? Il pro´ Saulle ¶ di guerra

arnese inutil giace? ¶ David ¶ «Il re posa, ma i

fantasmi di morte. ¶ Ecco il vinto nemico tiranno, ¶ di

i sensi abbandona; ¶ né il tacersi dell´antro romito

all´armento già rende il coraggio; ¶ né il pastor

rende il coraggio; ¶ né il pastor si sta men

sangue ed oltraggio. ¶ Ma il re già già si

l´armi a Israèle. — Il fero fulmin piomba, ¶ sasso

di quel che strugge — il feritor sovrano, ¶ col ferro

io ´l seguo; ¶ e il Filisteo perseguo, ¶ e incalzo

spade ha nel campo il popol nostro». ¶ Saul ¶ Chi

fuggi... ¶ a gran pena il teniam; deh! fuggi, o

chi ardisce?... Ov´è il mio brando? ¶ Mi si

brando? ¶ Mi si renda il mio brando... ¶ Gionata ¶ ... Ah

del padre ¶ può tornare il mio sposo? ¶ Gionata ¶ Ah

la invidia; e fia il sanarla lungo. ¶ Torna al

ecco, sen viene ¶ turbato il padre: ei mai non

Cercane; va´; qui tosto il traggi. ¶ Micol ¶ Io rintracciarlo

rintracciarlo?... or,... dove? ¶ Saul ¶ Il re parlotti, ¶ e obbedito

tuoi, qual figlio opporsi il puote, ¶ io mi oppongo

talvolta. ¶ Saul ¶ Al padre il braccio ¶ spesso rattieni tu

lasci, ¶ nel tuo petto il ritorci. Or serba, serba

Voce non odi entro il tuo cor, che grida

Dio non ti grida? «Il mio diletto è David

ch´io tel rattenga, il braccio? ¶ Dio tel rattiene

braccio? ¶ Dio tel rattiene. Il mal brandito ferro ¶ gli

tosto ¶ forza ti fora il ritrarlo: cadresti ¶ tu stesso

mezzo, e men divide: il voglio appena ¶ spento, s

appena ¶ spento, s´io il veggo, ei mi disarma

sa, chi sa, se il sacro olio celeste, ¶ ond

pria, versato ¶ non ha il fellon su la nemica

nemica testa? ¶ Forse tu il sai... Parla... Ah! sì

sai... Parla... Ah! sì, il sai: favella. ¶ Gionata ¶ Padre

giaccia co´ tuoi padri, il trono ¶ non destini tu

e toglie i regni, il desse ¶ a David mai

Dio, cui spetta: ed il tuo cor frattanto ¶ contro

frattanto ¶ contro Dio, contro il ver, deh! non s

cal del trono? — ¶ Ma, il crudel dritto di chi

da colui, che usurperà il mio scettro. ¶ I tuoi

Per aver regno, uccide ¶ il fratello il fratel; la

regno, uccide ¶ il fratello il fratel; la madre i

i figli; ¶ la consorte il marito; il figlio il

la consorte il marito; il figlio il padre... ¶ Seggio

il marito; il figlio il padre... ¶ Seggio è di

sangue, e d´empietade, il trono. ¶ Gionata ¶ Scudo havvi

di Dio terribil, che il superbo ¶ rompe, e su

a ciò mi sforza. Il prode ¶ Davidde, il forte

sforza. Il prode ¶ Davidde, il forte, in cui vittoria

posta, ¶ non è chi il trovi. Un´ora manca

che a tal periglio il guida. ¶ Achimelech ¶ Cagion dirò

nel ministero a che il Signor lo elesse, ¶ dopo

appare, anco di furto, ¶ il ministro di Dio: straniera

Dio: straniera merce ¶ è il sacerdote, ove Saulle impera

tabernacol, dove ¶ stanza ha il gran Dio; là dove

Saùl non si vede. Il nome io porto ¶ d

E ancor, qual arme! il sacro brando ¶ del Filisteo

profana destra. ¶ E tu il cingevi al perfido nemico

egli è sposo? ¶ Non il più prode infra i

i campioni suoi? ¶ Non il più bello, il più

Non il più bello, il più umano, il più

bello, il più umano, il più giusto ¶ de´ figli

Samuèl parea ¶ grave delitto il non aver io spento

la sua man sacerdotale il ferro ¶ nel petto inerme

battaglie vostre. ¶ Ma, contra il proprio re chi la

sudanti: ¶ noi, che fra il sangue, il terrore, e

che fra il sangue, il terrore, e la morte

v´ha, fuor che il nemico brando? ¶ E un

un brando fere, che il Signor nol voglia? ¶ Le

di fuoco ¶ veggio librarsi il fero angel di morte

spada ultrice; dell´altra, il crin canuto ¶ ei già

Satàn fratello; ¶ questi, che il vecchio cor t´apre

or di tua casa il vero ¶ saldo sostegno rimovendo

io tel predico; e il faccia ¶ Abner seguire. — Abner

pugni, al sol nascente; il puro ¶ astro esser de

era di David, ¶ scegliere il sol cadente a dar

nell´oste, ¶ quasi indicando il cadente mio braccio: ¶ ma

l duce domane; intero il giorno, ¶ al gran macello

Ei si sveni; e il vil suo sangue ¶ su

essa. ¶ Achimelech ¶ A me il morir da giusto ¶ niun

re può torre: onde il morir mi fia ¶ dolce

non men, che glorioso. Il vostro, ¶ già da gran

fu: compiuto egli è il mio incarco: ¶ ben ho

là, di costui riempi ¶ il vuoto seggio: infra i

Ha l´ali, e il giungerà, il mio sdegno

ali, e il giungerà, il mio sdegno. ¶ Guai, se

prova, infidi, tutti. ¶ Itene, il voglio: itene al fin

Odi tu, come romoreggia ¶ il campo? all´alba pugnerassi

tutto tace. ¶ Mira; anco il cielo il tuo fuggir

Mira; anco il cielo il tuo fuggir seconda: ¶ la

per questa china ¶ scendiamo il monte, e ci accompagni

mi uccida ¶ Saùl, se il vuol; pur ch´io

tu non sai: già il padre ¶ incominciò a bagnar

sacerdoti egli ha rivolto il brando? ¶ Ahi misero Saùl

Abner dava, ¶ ei stesso, il re; che, se in

E Gionata mio fido ¶ il soffre? ¶ Micol ¶ Oh ciel

o che si cangi il padre, ¶ o che all

figlia ¶ sforzi a bramare il fatal dì... Ma pure

io no, non bramo il morir tuo: felice ¶ vivi

felice ¶ vivi; vivi, se il puoi; bastami solo ¶ di

in cor: «Giunto è il terribil giorno ¶ ad Israèle

innocente sangue: impuro è il campo, ¶ contaminato è il

il campo, ¶ contaminato è il suolo; orror ne sente

pormi in salvo, poiché il vuoi. Deh! come ¶ i

furor suo. ¶ Tu sola il plachi; e tu lo

tu lo servi, e il tieni ¶ tu sola in

eri; né amarmi oltre il dover ti lice. ¶ Pur

mi dolga ¶ di abbandonarti, il pensa... Eppure,... ahi lasso

è d´uopo, anco il comando, ¶ per quanto amante

comando, ¶ per quanto amante il possa; or non mi

tuo sposo ti raggiunga il cielo... ¶ Micol ¶ L´ultimo

ch´io non muoia?... Il core ¶ strappar mi sento

Ed io?... Ma,... frena... il pianto... — ¶ Or, l´ali

Ei fugge?... oh cielo!... Il seguirò... Ma, quali ¶ ferree

ho!... Chi sa, quando il vedrai?... ¶ Misera donna! e

o sposo... — ¶ Pur, se il seguo, lo uccido; è

Chi sa?... I fratelli... ¶ il mio Gionata... Oimè!... forse

inghiotti... Ah! pur che il truce sguardo ¶ non mi

corona hai cinta; ¶ tu il fregiasti; ogni fregio or

ciglio,... o tu che il puoi, la svolgi ¶ non

stato, ¶ cui non fu il pari mai! — Dal ver

ver disgiunto, ¶ padre, è il tuo sguardo: a me

David pur figlio; e il perseguisti, e morto ¶ pur

hai l´occhio; ¶ foco il brando e la man

Saul ¶ Ma no; che il passo ¶ di là mi

di fresco sangue, e il mio sangue ei si

si vada: a me il mio brando ¶ basta solo

battaglia?... ¶ Abner ¶ Di repente, ¶ il nemico ci assale: appien

qui forse ¶ Filiste inonda: il fero impeto primo ¶ forza

Ch´io viva, ove il mio popol cade? ¶ Micol

Deh! vieni... Oimè! cresce il fragor: s´inoltra... ¶ Saul

avvinghierò: contro a donzella il ferro ¶ non vibrerà il

il ferro ¶ non vibrerà il nemico. ¶ Saul ¶ Oh figlia

nulla ¶ valgo, fia salva, il giuro; ma ad un

Io voglio: e ancora il re son io. ¶ Ma

grida verso Saùl, cade il sipario