parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Fabio Bussotti, L'invidia di Velasquez, 2008

concordanze di «il»

nautoretestoannoconcordanza
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quello il punto e il commissario lo sapeva bene
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stava lentamente risvegliando: era il momento dei furgoncini dei
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all’edicola a comprare il giornale, dei motorini rauchi
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per accendersi. ¶ Pizzo compativa il suo commissario, soprattutto a
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un foglietto e compose il numero. Attese qualche secondo
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proprio perché non suonavano il campanello e basta. Ma
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senza ricevere risposta. Finalmente, il commissario si scosse. Ricacciò
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più decente possibile. Suonò il campanello. Ribonskij non rispondeva
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qualcosa. Innanzitutto, farsi aprire il portone da qualche condomino
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di incenso indiano bruciato. Il commissario tastò con la
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in un mare nero. Il commissario andò verso la
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era servito per appendere il lampadario, penzolava il corpo
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appendere il lampadario, penzolava il corpo senza vita dell
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Contemplò per pochi secondi il viso verdognolo del morto
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alla porta voleva provocare il maggior rumore possibile. Come
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spezzarsi una tibia contro il tavolinetto dell’ingresso. Si
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aperta. In pochi attimi, il commissario era in mezzo
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già molta gente e il solito traffico di macchine
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o chi cercava, veramente, il commissario Bertone? Si sentì
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in tasca. ¶ Tornò verso il portone in via degli
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ingombrante e grottesca come il becco di un tucano
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la porta aperta e il campanello senza nome. Stava
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che chiamava rinforzi con il cellulare premuto sull’orecchio
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di venire subito. Chiama il sostituto procuratore e riferisci
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sostituto procuratore e riferisci…». ¶ Il commissario si ritrovò di
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Nonostante la finestra aperta, il lezzo stagnante persisteva. Un
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odore di morte che il commissario aveva sentito solo
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di fronte al letto. Il commissario notò che c
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nient’altro, a parte il canterano vicino alla porta
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ginocchio per guardare sotto il letto e vide la
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ben ordinato, stava tutto il tesoro dell’attore Diego
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amici… Passò in rassegna il resto del contenuto della
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del contenuto della cassa: il passaporto, un vecchio libretto
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amor de dios, 67. sevilla. ¶ Il commissario tirò fuori il
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Il commissario tirò fuori il taccuino dalla tasca interna
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guardare più da vicino il cappio che stringeva il
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il cappio che stringeva il collo del morto. Se
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sorpreso in quel momento, il medico legale Ghinassi glielo
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sulla soglia della stanza. Il commissario lo guardò torvo
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Si limitò ad abbassare il naso, fingendo di riflettere
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naso, fingendo di riflettere. ¶ Il lamento delle sirene li
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ancora di aver esaminato il cadavere: «Omicidio-suicidio passionale
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aspettava. Rilievi, indagini, rapporti, il questore, il sostituto procuratore
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indagini, rapporti, il questore, il sostituto procuratore, forse la
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occhi. Quando li riaprì, il dottor Ghinassi era già
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alla conferenza stampa, ma il sostituto procuratore Remo Valentini
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procura gli era valso il soprannome di Tabasco – non
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s’era suicidato… ¶ Però il commissario Bertone smaniava che
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in pieno una buca. Il corpo subì uno scossone
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Circo Massimo. Ribonskij fermò il People davanti all’ingresso
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Giardino delle rose. Mise il cavalletto, si tolse il
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il cavalletto, si tolse il casco e si avviò
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ma senza alberi e il sole scottava forte. ¶ L
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terra. Restò così, con il naso nell’erba per
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dal motorino, si sfilò il casco prese il cellulare
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sfilò il casco prese il cellulare e telefonò. Poi
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Roma Tre, tornarono verso il centro. Ribonskij passò ancora
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l’attore stabilì che il pellegrinaggio nei luoghi della
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aperte. Dentro, si intravedeva il bagliore dei televisori in
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non vogliono più vedere il mondo. Alle dieci e
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assicurato che sarebbe arrivato il cambio, ma questo succedeva
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birra fresca, sarebbe stato il massimo. Prima, però, doveva
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stesso per ricacciare indietro il fiume di urina che
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Chiese un rapporto e il giovane agente non si
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alle 20 e 40. È tutto il giorno che chiama colleghi
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forse due. Avrebbe ripreso il suo scooter e sarebbe
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o forse ucciso, chissà) il suo compagno. ¶ 9 ¶ Pizzo era
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degli Zingari. A parte il cattivo odore con il
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il cattivo odore con il quale aveva dovuto fare
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lì poteva vedere bene il portone e le finestre
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nonostante sentisse in bocca il sapore acido e amaro
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di sigarette per salutare il nuovo giorno con l
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via degli Zingari, spuntò il commissario Bertone. Aveva l
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La camminata legnosa e il viso pallido completavano il
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il viso pallido completavano il quadro indiziario di un
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un buongiorno al quale il superiore rispose con il
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il superiore rispose con il peggior malumore del mondo
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spiego». ¶ «Ma…». ¶ Pizzo puntò il naso verso il portone
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puntò il naso verso il portone di Ribonskij, tanto
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a un tavolino con il ripiano bagnato perché un
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parlato di nuovo con il vicino di Natoli…». ¶ «Il
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il vicino di Natoli…». ¶ «Il professor Lupi…». ¶ «Lui. Mi
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sua versione. Le grida, il rumore di lotta, tutto
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cui chiamava la polizia, il rumore nell’appartamento di
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aveva esagerato a chiamare il 113. Poi ha sentito sbattere
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un’altra». ¶ Pizzo tratteneva il respiro per non disturbare
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ci era sfuggita è il cornicione alle finestre del
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Uno dei vetri ha il foro rotondo per il
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il foro rotondo per il tubo dell’aria condizionata
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penso, poteva restarsene tutto il tempo in poltrona nell
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dà sul terrazzo condominiale. Il terrazzo è aperto su
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pali delle antenne. Oltre il muro, c’è il
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il muro, c’è il terrazzo condominiale del palazzo
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terrazzo condominiale, ha scavalcato il muro passando nel palazzo
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agenti della volante piantonavano il civico 64, l’assassino se
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Pizzo! Era proprio quello il punto e il commissario
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ne è più uscito». ¶ Il tono di D’Amico
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le ascelle. In lontananza, il ronzio delle auto sulla
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allo sportello della volante. Il kebab addentato di corsa
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lui invece aveva rifiutato. ¶ Il professore, imperterrito, si aggiustò
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professore, imperterrito, si aggiustò il cappellino e riprese a
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conferenza rimasta storica, che il quadro celebra l’arte
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ma nel contempo tematizza il ruolo che la visione
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a voler spingere via il muro di afa davanti
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Lo specchio. C’è il problema dello specchio! Nel
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identità di ciò che il re e la regina
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dall’alto in basso il commissario Bertone che, a
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opposto di Foucault». ¶ Centro. Il sorrisetto morì a D
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riuscito a segnare almeno il goal della bandiera. ¶ «Prima
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era giusta. C’è il pittore che guarda fuori
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spettatore o anche verso il modello del quadro che
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noi vediamo. Vi è il maresciallo di palazzo, sulle
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sulle scale, che osserva il fronte del quadro (quello
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i nani e tutto il resto. Se i sovrani
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quei personaggi guardano anzitutto il re e la regina
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sarebbe stato dignitoso per il contadino-filosofo mettersi a
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Cipriani aveva già acceso il motore. D’Amico ebbe
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un po’ goffamente verso il campo di girasoli cavando
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invisibile. ¶ 8 ¶ Luca Lazzaroni era il più giovane agente assegnato
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fare la spola tra il bar e gli uffici
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portineria e quant’altro. Il giovane poliziotto, dopo un
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lui, soltanto perché era il più giovane e non
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sette e mezzo cominciava il turno in portineria. Avrebbe
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per i passaporti. ¶ Invece, il destino gli stava preparando
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nell’ufficio del commissario. Il tono dell’ispettore non
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al bar a prendere il vassoio dei caffè; no
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che non avrebbe trovato il commissario perché l’aveva
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ora prima; trovò, invece, il gatto e la volpe
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Quanto ci metti con il motorino ad andare a
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attore frocio indiziato per il delitto di Vitaliano Natoli
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che abbia un motorino. Il tuo funziona bene?». ¶ Lazzaroni
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pronto, noi rilasciamo Ribonskij…». ¶ «Il frocio». ¶ Cacace non aveva
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fa, tutto! Hai capito?». ¶ Il giovane agente annuì e
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di sudore gli irrorava il viso. ¶ «Hai il casco
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irrorava il viso. ¶ «Hai il casco integrale?». ¶ «No». ¶ «Allora
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responsabilità gli avesse irrigidito il corpo. Stava per uscire
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al casco. Poi, vide il naso di Pizzo spuntare
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piano del commissariato. Era il segnale. ¶ L’attore uscì
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infatti, poco dopo con il capo chino e un
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con grande lentezza. Prese il telefonino dalla tasca, digitò
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un’eternità. Si infilò il casco, tolse il cavalletto
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infilò il casco, tolse il cavalletto, girò la chiave
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chiave e finalmente partì. ¶ Il pedinamento si presentava più
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troppo forte, ma per il motivo contrario. Andava così
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professor Alberto Giussani». ¶ «Chi?» il custode, forse per ripicca
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ripeté sillabando. «So-no il com-mis-sa-rio
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pendici dell’Acropoli, con il mar Egeo sullo sfondo
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un bivio. Poteva scegliere il corridoio davanti a lui
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per bussare quando avvertì il pigolare di una voce
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ragazza si voltò, nascondendo il viso. ¶ «Sono il commissario
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nascondendo il viso. ¶ «Sono il commissario Bertone. Se volete
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giornata molto triste per il dipartimento di Filosofia e
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uno sgabello da sotto il tavolino del computer per
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tutto fa pensare che il professor Natoli sia stato
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timore a presentarsi con il suo compagno, un attore
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era una degna spalla». ¶ Il ricordo amalfitano fece affiorare
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Può essere più preciso?». ¶ «Il professor Natoli aveva qualche
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capire dove volesse arrivare il commissario. ¶ «Non so che
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e conosciuto in tutto il mondo. Lo chiamavano da
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meglio no, non per il quadro…» lasciò in sospeso
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nelle polemiche, nei dibattiti. Il suo interesse per Las
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per Las Meninas era il frutto della sua vis
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A lui non interessava il quadro in sé, almeno
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negli occhi, tanto che il commissario ne fu quasi
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se lei, professore, conosceva il pensiero di Natoli su
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era docente d’Estetica. Il nostro modo d’interpretare
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lasciò passare sotto silenzio il ritratto da Giano bifronte
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da Giano bifronte che il professore aveva tracciato del
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strinsero la mano e il professore indugiò, sempre evitando
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della volante. Quando vide il commissario, gettò la sigaretta
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accanto a lui con il bottino dei quattro libri
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sì… abbastanza». ¶ «Ti piace il kebab?». ¶ «Mi piace un
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spense la radio, sfilò il cellulare dalla tasca della
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E chi è Lazzaroni? Il commissario si sforzò, ma
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A dopo». ¶ Bertone richiuse il cellulare e se lo
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Michel Foucault nel 1966 con il primo capitolo di Le
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Un diluvio di teorie». ¶ Il professor Paolo D’Amico
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idee. Per di più, il caldo era soffocante e
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quale noi vediamo solo il retro, doveva esserci il
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il retro, doveva esserci il ritratto del re e
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reperito e definitivamente fissato il rapporto tra gli sguardi
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incrociano sulla scena. Insomma, il quadro è importante in
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placò per un attimo il gesticolare di D’Amico
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gesticolare di D’Amico. Il professore si fermò con
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distesa di girasoli. Sollevò il cappellino floscio da pescatore
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Poi…». ¶ «Poi?». ¶ Bertone contemplò il professore, un omone robusto
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sulla tela, stesse dipingendo il quadro che noi vediamo
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se stesso che dipinge il quadro che noi vediamo
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quadro che noi vediamo. Il che vuol dire che
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che vuol dire che il soggetto del quadro non
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campagna romana e, soprattutto, il linguaggio troppo tecnico, tipico
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stava proprio esagerando, pensò il commissario. Perché umiliarlo tanto
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definitivamente il contraddittorio con il suo ex compagno di
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Irritante, per giunta. ¶ Spostò il peso del corpo sul
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stato mollato dalla moglie. Il commissario dell’Esquilino è
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gli aveva fatto piegare il collo. Percorse il corridoio
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piegare il collo. Percorse il corridoio della questura senza
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una Roma assolata, polverosa. Il cielo era di un
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mutismo e tornò con il pensiero a una bella
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uscito dall’acqua, percorreva il sentiero tra le dune
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deglutì, ricacciando in gola il malumore di una mattinata
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telefonato al professor Natoli, il suo compagno». ¶ Nel pronunciare
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al commissariato dell’Esquilino, il quartiere multietnico per eccellenza
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quattro. ¶ Ribonskij si soffiò il naso per l’ennesima
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palmi incollati sulla scrivania. Il suo faccione abbronzato, frutto
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e un quarto. Con il motorino, da casa tua
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ora…». ¶ In quell’istante, il commissario Bertone aprì la
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per lasciare al superiore il posto di comando dietro
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finestra. ¶ «Siedi, Pizzo, siedi». ¶ Il commissario andò ad appollaiarsi
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a penzoloni. Aspettò che il pianto di Ribonskij si
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pescare nel suo repertorio il tono più calmo e
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Ribonskij, quando ha conosciuto il professor Natoli?». ¶ L’attore
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L’attore si soffiò il naso e cominciò a
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parlare guardando di sbieco il commissario. ¶ «Ci siamo conosciuti
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ennesimo risucchio. Si soffiò il naso e riprese. ¶ «Dopo
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parlato con tutti, con il Magnifico Rettore, con i
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volta che Ribonskij pronunciava il nome del suo amante
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del suo amante scoppiava il singhiozzo. ¶ «Ci siamo piaciuti
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Pizzo e uno per il signor Ribonskij. Prendine uno
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quella sera, lei e il professor Natoli siete diventati
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fiotti, i singhiozzi e il melodramma. Pizzo, invece, guardava
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melodramma. Pizzo, invece, guardava il commissario con ammirazione. ¶ «Lei
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anche Pizzo. Ribonskij accusò il colpo, o almeno così
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Pizzo un cenno con il capo che voleva dire
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un «va bene!» con il viso nascosto tra le
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e Bertone proseguirono per il corridoio, fino alla porta
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Noi che facciamo? Chiamiamo il magistrato e ci facciamo
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e ci facciamo convalidare il fermo?». ¶ «Neanche per sogno
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fermo?». ¶ «Neanche per sogno. Il magistrato lo chiami tu
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l’autorizzazione a intercettare il cellulare e il telefono
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intercettare il cellulare e il telefono di casa di
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Ribonskij, gli fate bere il caffè con calma, lo
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l’interrogatorio, verrà fuori il movente. Per me si
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bene». ¶ «E adesso chiama il sostituto procuratore e poi
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Natoli. Non aveva trovato il professor Paolo D’Amico
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era andato a fare il contadino in una fattoria
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per l’una con il professore di Storia dell
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Scusi, commissario!». ¶ «Aspettami qui». ¶ Il caldo era insopportabile. Un
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tono troppo sommesso. ¶ «Sono il commissario Bertone, ho appuntamento
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Bertone, ho appuntamento con il professor Alberto Giussani». ¶ «Chi
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è che, insomma…». ¶ «Insomma?». ¶ «Il professor Lupi dice che
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le orecchie. «Dice che il suo amico, insomma… il
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il suo amico, insomma… il professor Natoli, era gay
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con i gesti, più il commissario assumeva un’espressione
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adesso gli faceva mancare il respiro. Gli occhi vuoti
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rischiavano di far perdere il filo del discorso a
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una volta, si tolse il cappello prevenendo la protesta
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in marchigiano stretto finì il discorso. ¶ «’nzomma, il compagno
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finì il discorso. ¶ «’nzomma, il compagno de Natoli se
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Me l’ha detto il professore. Quello vivo! È
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polacco e madre italiana. Il Lupi lo gonosce benissimo
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fortuna non accadde niente. ¶ Il commissario trasse due profondi
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compassione. Si avviò verso il corridoio con la speranza
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voglia di parlare con il vicino, il professor Claudio
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parlare con il vicino, il professor Claudio Lupi, così
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Crocitti aveva già fatto il suo lavoro. Pizzo si
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sarebbe occupato di Ribonskij. Il magistrato non si era
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ancora fatto vivo, mentre il questore era a uno
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e i postmoderni. Tutto il pensiero filosofico occidentale. Libri
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ancora intento a palpeggiare il morto, si chinò sui
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Riflessioni su Las Meninas: il paradosso perduto. Vitaliano Natoli
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paradosso perduto. Vitaliano Natoli, Il Segreto di Las Meninas
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spostò lo sguardo verso il fondo della stanza. Vicino
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mise a camminare lungo il perimetro della stanza con
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argomento: Diego Velázquez e il suo quadro Las Meninas
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questa volta, aveva ragione. Il commissario aveva disseminato la
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a trovare Diego Ribonskij». ¶ Il naso di Pizzo era
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un cellulare, incastrato sotto il mobiletto dello stereo. ¶ Lo
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Ribonskij nella rubrica. Dia il numero all’ispettore Pizzo
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ordine senza commenti mentre il commissario guadagnava rapidamente l
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girevole in pelle nera, il questore di Roma aveva
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salernitano nella speranza che il suo amico ed ex
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Mostocotto, invece, aveva preso il treno giusto. Veniva da
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molto influente di Salerno. Il padre era stato per
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solo una sensazione, ma…». ¶ Il corpaccione di Alvarino Mostocotto
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poltrona emise un gemito. Il doppio mento tremolò un
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alto ruolo istituzionale. ¶ «Caro il mio commissario Ingravallo…». ¶ Di
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cineforum Un maledetto imbroglio, il film di Germi dal
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dal romanzo di Gadda. Il film era piaciuto moltissimo
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Quando, molti anni dopo, il molisano Bertone era diventato
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preso a chiamarlo come il protagonista del romanzo e
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romanzo e del film. ¶ «…il giudice Valentini ha autorizzato
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hai visto pure tu il cadavere. Il professor Natoli
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pure tu il cadavere. Il professor Natoli è stato
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un tentativo di furto, il ladro era proprio nu
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sfascia tutto e strangola il padrone di casa. È
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docile, ma gli ribolliva il sangue a dover subire
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ciò Alvarino chiuse definitivamente il contraddittorio con il suo
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distrutta per aver tradito il suo uomo… Una donna
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di ragazzi che aspettavano il turno per entrare al
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entrare al ristorante cinese. Il cortometraggio terapeutico era finito
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nessun turno, lui aveva il suo tavolo riservato. Era
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lavoro al commissariato, giungeva il regalo, la meritata ricompensa
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gli eventi a determinare il suo stato d’animo
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Guardò la bella Maria, il suo sorriso cordiale, la
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la figurò nuda con il seno sodo e appuntito
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altra birra e attese il bis d’anatra laccata
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insomma, nel grigiore. ¶ Sentì il trillo del cellulare. Guardò
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trillo del cellulare. Guardò il nome sul display e
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comunicazione. Si alzò. Sfilò il portafogli dalla tasca posteriore
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stavano per tradirlo. Sentiva il sudore colargli dappertutto. La
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e poi, forse, spiccare il volo fino in Cina
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L’agente Cipriani notò il commissario arrancare su per
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solo un cenno con il capo, tanto per fargli
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si apprestò a scalare il suo Golgota. Al primo
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e bigodini. ¶ «Madonna mia, il povero professor Natoli… è
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abbondantemente inanellate. ¶ Bertone affrettò il passo. Al secondo piano
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Al terzo, c’era il naso di Pizzo. ¶ «Dotto
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Sì, grazie, benissimo!». ¶ Percorsero il corridoio lentamente. Bertone guardava
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un tavolino, due sedie, il piano cottura, il forno
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sedie, il piano cottura, il forno a microonde, una
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colori, nient’altro. ¶ «Commissario, il morto è in sala
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un grande specchio. ¶ Anche il bagno in maiolica azzurrina
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invece che la doccia. ¶ «Il morto, commissario… da questa
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libri finiti a terra. ¶ Il commissario camminò in punta
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i detriti e raggiunse il cadavere incastrato tra una
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fare rapporto. Si tolse il berretto d’ordinanza e
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le ecchimosi. ¶ «Sì, commissario! Il professor Claudio Lupi, verso
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evidentemente non hanno sentito il campanello…». ¶ «Ha capito cosa
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Ha capito cosa dicevano?». ¶ «Il Lupi dice che a
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a urlare era solo il professor Natoli. Aiuto! Aiuto
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malissimo. Avrebbe voluto continuare il suo rapporto, stava andando
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poi si piegò verso il commissario. «È stato strangolato
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fronte sul cadavere compromettendo il lavoro della scientifica. ¶ «Fa
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furto finito in tragedia!». ¶ Il commissario non sopportava chi
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La vittima ha sorpreso il ladro mentre frugava nell
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facendo un gran baccano. Il ladro è diventato un
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scappato via!». ¶ «Dalla finestra!». ¶ Il commissario aveva detto «dalla
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po’ di sbieco, ripropose il suo sorrisetto irritante. «Ricorda
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metri. Cortile interno. Voilà! Il gioco è fatto!». ¶ Pizzo
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è fatto!». ¶ Pizzo afferrò il braccio del commissario per
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che si slanciasse contro il medico per scaraventarlo di
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intuì di aver passato il segno perché si fece
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se ne stava con il dito indice della mano
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in fretta e continuò «… il Lupi mi ha detto
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vittima. Si conoscevano bene. Il professor Lupi è sposato
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contenute nel romanzo. Per il resto, mi sono preso
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di bene: volevo che il mio racconto risultasse divertente
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e senza le quali il romanzo non sarebbe mai
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arrivato a compimento. ¶ E il quadro dov’è? ¶ Théophile
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doveva sbrigarsi, aveva appena il tempo di raggiungere la
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destra senza mai perdere il ritmo. Costeggiò l’imponente
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quasi, sembravano non toccare il marciapiede. ¶ Proseguì per altri
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pomeriggio di metà giugno. Il pittore era entrato nel
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personaggi, lo specchio e il punto di fuga del
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un pittore come te! Il mio disegno ha un
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importante osservare dove cade il punto di fuga, cioè
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di fuga, cioè tra il maresciallo di corte sulla
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specchio. ¶ Aronne lasciò ricadere il largo deretano nella poltroncina
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estrema cura, Aronne distese il foglio di carta velina
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attento, Pablo. Guarda bene! Il volto di ogni personaggio
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natale di Francisco Pacheco, il suo maestro, cade proprio
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agli occhi dell’Infanta. Il volto della damigella di
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Nicolasito Pertusato, invece, guarda il sagrato della chiesa di
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Possibile che non capisci! Il quadro è lì, nella
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Catedral, insieme agli altri! ¶ Il pittore tossì, scuotendo la
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so di avere ragione! Il punto di fuga nel
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di Velázquez sta tra il maresciallo e lo specchio
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quell’ingresso c’è il cunicolo che conduce nella
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cripta e a cercare il tesoro? Sfondiamo il pavimento
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cercare il tesoro? Sfondiamo il pavimento della cattedrale?». ¶ «Pablo
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quaranta che si sbagliava. ¶ Il fatto era che il
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Il fatto era che il pittore si stava arrovellando
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risolvere l’ultimo enigma. Il più importante. Prima di
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che voleva. Aveva saltato il pranzo per riservare tutto
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laccata del maestro Liu: il capolavoro del cuoco pechinese
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minuti alle 20. Alle 20 e 15, il commissario Flavio Bertone si
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dei vip dei quali il commissario ne riconosceva sì
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canottierina scollata e, soprattutto, il commissario si compiaceva di
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d’accordo, ma per il commissario erano diventati un
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rendersi conto di passare il limite. Cantava, piangeva, rideva
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Lo sapevano tutti che il dottor Bertone era stato
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notte si consolava con il Bianchello del Metauro. Si
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ispettore Pizzo aveva infilato il capoccione nasuto nell’ufficio
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veniva a controllare che il suo superiore non si
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dei negozi, degli scantinati. Il quartiere adesso pullulava di
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diversi, di colori. Anche il lavoro della polizia era
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e poi c’era il traffico di droga dalla
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fortuna, a Bertone piaceva il suo lavoro. Gli piaceva
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Statuto e si trovò il sole accecante del tramonto
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a due fessure, rischiò il frontale con una specie
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arrivato. Stava per calare il sipario su una bella
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fosse stato acqua. Anche il fegato non ne poteva
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Rampling nel finale di Il Verdetto di Sidney Lumet
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assumevano una tonalità azzurrina. Il perimetro era interamente occupato
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non piove quasi mai. ¶ Il portiere gli allungò la
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all’ultimo piano. Aveva il fiatone quando aprì la
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bollente. Mai tiepida. Attese il getto freddo e ci
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la stanza, e recuperò il cellulare dalla tasca dei
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tasca dei pantaloni. Era il momento giusto per chiamare
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alla bella dottoressa era il permesso di tornare a
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gli occhi. Deglutì avvertendo il fastidio delle tonsille infiammate
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pantaloncini e canottiera, ¶ con il caldo che faceva. ¶ Da
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rivestì. Prese in mano il cellulare e lo fissò
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linea di febbre. ¶ Digitò il numero di Mafalda Moraes
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due, tre squilli. Dopo il quarto avrebbe desistito. Il
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il quarto avrebbe desistito. Il cuore gli batteva in
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che dici? Nessuno prende il raffreddore a Siviglia in
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e le raccontò tutto. Il tentativo, fallito, di consultare
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tentativo, fallito, di consultare il Fondo Pacheco, la scoperta
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nel ’56, l’incontro con il collega universitario di Natoli
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rimase in silenzio tutto il tempo, senza mai interrompere
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tempo, senza mai interrompere il commissario. ¶ «Mafalda? Sei ancora
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un pasticcio». ¶ Preoccupata per il suo amico che, invece
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cinque secondi. ¶ «Velázquez era il numero uno, il primo
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era il numero uno, il primo pittore di corte
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Le sembrava un’enormità il solo pensiero di un
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allievo capace di superare il maestro». ¶ «Gli allievi storici
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Bautista Martínez del Mazo. Il primo imparò a dipingere
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divenne mai un grande. Il secondo…». ¶ «Il secondo?». ¶ «Il
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un grande. Il secondo…». ¶ «Il secondo?». ¶ «Il secondo era
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Il secondo…». ¶ «Il secondo?». ¶ «Il secondo era il copista
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secondo?». ¶ «Il secondo era il copista ufficiale del maestro
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molti problemi di attribuzione. Il ritratto L’Infanta Margherita
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a forza di copiare il maestro, il Mazo aveva
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di copiare il maestro, il Mazo aveva raggiunto un
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sentì per qualche secondo il frusciare delle pagine di
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vorresti farla l’autopsia? Il cadavere di Velázquez è
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persone tra le quali il potente Velázquez aveva i
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le andava di mollare il lavoro per un paio
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felicissimo, anche perché, per il momento, non mi posso
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sul letto a fissare il cellulare, indeciso se dar
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ragazza, Mafalda Moraes mise il cellulare nella borsa e
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organizzare nel 2009 a Barcellona. Il museo francese aveva prestato
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da qualche parte con il marito o con il
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il marito o con il compagno di turno. Ma
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solare sulla schiena. ¶ Percorse il corridoio fino all’ascensore
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un brivido percorrerle tutto il corpo, mentre usciva dall
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incoscienza con la quale il poliziotto si era calato
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tanto assurda. ¶ Bertone era il Don Chisciotte della polizia
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ore di lavoro, predisponendo il corpo e la mente
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sempre più vicina. ¶ Accelerò il passo. Non l’aveva
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per i vostri viaggi…». ¶ Il pittore non si aspettava
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ma comunque, sempre infamanti!… Il maresciallo don José Nieto
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per acquistare opere per…». ¶ «Il maresciallo don José Nieto
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gli oltre 3200 ducati che il re vi ha dato
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voi…». ¶ «Restituirò tutto!». ¶ «Quando?». ¶ Il pittore chinò la testa
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chinò la testa. Sbirciò il san Giacomo. Sembrava vivo
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dei salici. ¶ «Maestro Velázquez, il dono che avete fatto
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dire?». ¶ «Voglio dire che il vostro dono non vale
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a nessuno perché è il prezzo che voi avete
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lo spavento, aveva tossito. Il duca non aveva staccato
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occhi dai giardini reali. ¶ Il cane aveva scovato Nicolasito
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maestro Velázquez! Noi accettiamo il vostro dono, ma per
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vostro dono, ma per il momento non possiamo toccarlo
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dell’Ordine di Santiago!». ¶ Il pittore aveva abbassato lo
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siete un grande pittore. Il più grande pittore di
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una volta. Non contro il duca, ma contro san
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mettersi a discorrere con il ritratto di re Juan
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suo ufficio dell’Esquilino. ¶ Il finestrone di fronte alla
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bordati d’alluminio. Fuori, il panorama assolato era dominato
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re piuttosto che osservare il panorama. ¶ Si calò pesantemente
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spalle alla vetrata. Fissò il nobile cipiglio di Juan
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suo affabile collega spagnolo, il commissario Juan Manuel Cardoso
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città quando aveva incontrato il professor Giussani. Si erano
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banderilla conficcata nella schiena. Il commissario era entrato nel
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polizia italiana, seguendo solo il suo istinto. Un cacciatore
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non dire. Doveva fare il misterioso nel tentativo di
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quella torbida faccenda. Come il professore, era stato a
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di Velázquez poteva spiegare il quadro. Qualcosa di dirompente
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Stava esagerando. In fondo, il questore e il magistrato
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fondo, il questore e il magistrato erano già abbastanza
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naturale, senza effetti speciali. ¶ Il punto era che doveva
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spalancò per lasciar entrare il sosia di Zapatero seguito
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che superava a stento il metro e cinquanta. La
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nanerottolo: insomma, l’articolo il. ¶ Cardoso sembrava proprio un
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non lasciare Siviglia senza il nostro permesso. Lei capirà
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stiracchiato che mal celava il reciproco imbarazzo. Il mezzo
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celava il reciproco imbarazzo. Il mezzo ispettore, intanto, se
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a guardare negli occhi il collega spagnolo. ¶ «È molto
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mi chiedevo…». ¶ «Ah, certo! Il Fondo Pacheco! La verità
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che bello! Le piace il grande sivigliano!». ¶ «Sì, è
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lei ha già visitato il nostro Museo de Bellas
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ci rimase male, perché il sorriso gli si spense
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ne ho ancora avuto il tempo. Lo visiterò nel
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le quattro del pomeriggio. ¶ 19 ¶ Il taxi lo scaricò davanti
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alle 16 e 25. ¶ Aveva attraversato il Guadalquivir passando per un
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di cemento e acciaio. Il tassista gli aveva spiegato
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chiusi per la siesta. ¶ Il commissario aveva contemporaneamente fame
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contemporaneamente fame, sete e il disperato bisogno di farsi
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il momento di sferrare il suo attacco. ¶ «S’intende
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forse voleva solo salutare il signor Schilton. È così
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cosa resterà fra noi. Il caso mi è stato
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Yeoshua Schilton, aveva consultato il Fondo Pacheco. Aveva scoperto
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chiamava Yeoshua?». ¶ «Yeoshua è il figlio. Adesso sto parlando
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sto parlando di Aronne, il padre». ¶ «Vada avanti!». ¶ «E
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poco Giussani non guardò il commissario negli occhi. Poi
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Poi? Continui, la prego». ¶ «Il negozio è stato rilevato
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figlio, Yeoshua. Vede commissario, il fatto è che… Vitaliano
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che solo lui e il vecchio Schilton conoscevano la
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Cosa le aveva detto il professor Natoli?». ¶ «Soltanto che
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odiava a morte…». ¶ «Come il maresciallo don José Nieto
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mai possibile che tutto il mondo continuasse a credere
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continuasse a credere che il commissario Flavio Bertone non
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Vitaliano oltre al maresciallo il grande pittore aveva altri
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che avrebbe potuto contendergli il titolo di primo pittore
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particolare mi sembrava fasullo. Il talento di Velázquez era
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tuo posto, questo è il mio regno, io sono
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mio regno, io sono il re degli artisti, ogni
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ha voluto dire. Era il suo stile. Accendeva la