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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «il»

nautoretestoannoconcordanza
1
1321
stretto ne le mani il freno ¶ del governo del
2
1321
farne, ¶ poscia c'ha' il mio sangue a te
3
1321
carne? ¶ Perché men paia il mal futuro e 'l
4
1321
ladroni esser anciso. ¶ Veggio il novo Pilato sì crudele
5
1321
ben, ma non lascia il talento ¶ che divina giustizia
6
1321
miglior soglia: ¶ però sentisti il tremoto e li pii
7
1321
troppa sicurtà m'allarga il freno, ¶ e come amico
8
1321
di notte, ¶ che porta il lume dietro e sé
9
1321
paganesmo; ¶ e questa tepidezza il quarto cerchio ¶ cerchiar mi
10
1321
dunque, che levato hai il coperchio ¶ che m'ascondeva
11
1321
e altri assai», ¶ rispuose il duca mio, «siam con
12
1321
l'ardente corno, ¶ quando il mio duca: «Io credo
13
1321
volger ne convegna, ¶ girando il monte come far solemo
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1321
le vivande ¶ che nodriro il Batista nel diserto; ¶ per
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1321
di lor dover solvendo il nodo». ¶ Sì come i
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1321
io abbia; ¶ ma dimmi il ver di te, dì
17
1321
mostrando con le poppe il petto. ¶ Quai barbare fuor
18
1321
fui, ¶ ancor fia grave il memorar presente. ¶ Di quella
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1321
vegg' io», diss' elli, «il nodo ¶ che 'l Notaro
20
1321
ma già non fïa il tornar mio tantosto, ¶ ch
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1321
sempre, fin ch'ella il percuote, ¶ e lascia il
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1321
il percuote, ¶ e lascia il corpo vilmente disfatto. ¶ Non
23
1321
natura ed ermafrodito sotto il vizio de la lussuria
24
1321
ché 'l sole avëa il cerchio di merigge ¶ lasciato
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1321
se di bisogno stimolo il trafigge, ¶ così intrammo noi
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1321
salitor dispaia. ¶ E quale il cicognin che leva l
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1321
disgiunto ¶ da l'anima il possibile intelletto, ¶ perché da
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1321
la verità che viene il petto; ¶ e sappi che
29
1321
ammiri la parola, ¶ guarda il calor del sol che
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1321
la fiammella ¶ che segue il foco là 'vunque si
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1321
a li occhi stretto il freno, ¶ però ch'errar
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1321
quando a quando. ¶ Appresso il fine ch'a quell
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1321
di Venere avea sentito il tòsco». ¶ Indi al cantar
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1321
lor basti ¶ per tutto il tempo che 'l foco
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1321
n'andavamo, e spesso il buon maestro ¶ diceami: «Guarda
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1321
io ti scaltro»; ¶ feriami il sole in su l
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1321
si legge, ¶ quando partinci, il nome di colei ¶ che
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1321
odo nomar sé stesso il padre ¶ mio e de
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1321
che l'ha vinto il ver con più persone
40
1321
come per l'acqua il pesce andando al fondo
41
1321
ch'al suo nome il mio disire ¶ apparecchiava grazïoso
42
1321
raggi vibra ¶ là dove il suo fattor lo sangue
43
1321
nona rïarse, ¶ sì stava il sole; onde 'l giorno
44
1321
non morde, ¶ anime sante, il foco: intrate in esso
45
1321
commesse mi protesi, ¶ guardando il foco e imaginando forte
46
1321
nome di Tisbe aperse il ciglio ¶ Piramo in su
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1321
al savio duca, udendo il nome ¶ che ne la
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1321
v'arrestate, ma studiate il passo, ¶ mentre che l
49
1321
volto ¶ sì che veggiate il vostro mal sentero! ¶ Più
50
1321
ancella sesta. ¶ Di reverenza il viso e li atti
51
1321
etade ¶ ch'era sicuro il quaderno e la doga
52
1321
tempie: ¶ a che guardando, il mio duca sorrise. ¶ CANTO
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1321
una cornice lega ¶ dintorno il poggio, come la primaia
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1321
gente s'aspetta», ¶ ragionava il poeta, «io temo forse
55
1321
quinc' entro. ¶ Tu scaldi il mondo, tu sovr' esso
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1321
bisogna, ¶ e l'uno il capo sopra l'altro
57
1321
li orbi non approda il sole, ¶ così a l
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1321
scenda de la mente il fiume, ¶ ditemi, ché mi
59
1321
morte li abbia dato il volo, ¶ e apre li
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1321
lui: «Perché nascose ¶ questi il vocabol di quella riviera
61
1321
uman uso, ¶ dirizza prima il suo povero calle. ¶ Botoli
62
1321
da lor disdegnosa torce il muso. ¶ Vassi caggendo; e
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1321
dogliosi danni ¶ si turba il viso di colui ch
64
1321
da qual che parte il periglio l'assanni, ¶ così
65
1321
Guido del Duca. ¶ Fu il sangue mio d'invidia
66
1321
feci, e non innanzi, il passo. ¶ Già era l
67
1321
CANTO XV ¶ [Canto XV, il quale tratta de la
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1321
sua maggior magagna ¶ conosce il danno; e però non
69
1321
si scema, ¶ invidia move il mantaco a' sospiri. ¶ Ma
70
1321
supprema ¶ torcesse in suso il disiderio vostro, ¶ non vi
71
1321
non vede, ¶ quando disanimato il corpo giace; ¶ ma dimandai
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1321
amaro e sozzo, ¶ ascoltando il mio duca che diceva
73
1321
d'iracundia van solvendo il nodo». ¶ «Or tu chi
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1321
mei si noma, ¶ francescamente, il semplice Lombardo. ¶ Dì oggimai
75
1321
intorno ad esso era il grande Assüero, ¶ Estèr sua
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1321
ruina». ¶ Come si frange il sonno ove di butto
77
1321
butto ¶ nova luce percuote il viso chiuso, ¶ che fratto
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1321
giuso ¶ tosto che lume il volto mi percosse, ¶ maggior
79
1321
accordiamo a tanto invito il piede; ¶ procacciam di salir
80
1321
non riede». ¶ Così disse il mio duca, e io
81
1321
ristora; ¶ qui si ribatte il mal tardato remo. ¶ Ma
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1321
CANTO XVIII ¶ [Canto XVIII, il quale tratta del sopradetto
83
1321
porse. ¶ Ond' io: «Maestro, il mio veder s'avviva
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1321
che la cosa amata il fa gioire. ¶ Or ti
85
1321
tra ' Sardi e ' Corsi il vede quando cade. ¶ E
86
1321
dite ond' è presso il pertugio». ¶ Parole furon queste
87
1321
la gente a cui il mar s'aperse, ¶ che
88
1321
del pasto che là il tira, ¶ tal mi fec
89
1321
i nostri diretri ¶ rivolga il cielo a sé, saprai
90
1321
prova' io come ¶ pesa il gran manto a chi
91
1321
a chi dal fango il guarda, ¶ che piuma sembran
92
1321
lì non s'acquetava il core, ¶ né più salir
93
1321
converse; ¶ e nulla pena il monte ha più amara
94
1321
giustizia qui a terra il merse. ¶ Come avarizia spense
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1321
goccia ¶ per li occhi il mal che tutto 'l
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1321
quello ospizio ¶ dove sponesti il tuo portato santo». ¶ Seguentemente
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1321
sé grembo; ¶ e là il novo giorno attenderemo». ¶ Tra
98
1321
ch'a mezzo muore il lembo. ¶ Oro e argento
99
1321
suo maggiore è vinto il meno. ¶ Non avea pur
100
1321
morì fuggendo e disfiorando il giglio: ¶ guardate là come
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1321
là come si batte il petto! ¶ L'altro vedete
102
1321
lorda, ¶ e quindi viene il duol che sì li
103
1321
lui siede, ¶ ben andava il valor di vaso in
104
1321
ancor si vanta. ¶ Vedete il re de la semplice
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1321
l'ora che volge il disio ¶ ai navicanti e
106
1321
ai navicanti e 'ntenerisce il core ¶ lo dì c
107
1321
di lontano ¶ che paia il giorno pianger che si
108
1321
accampa, ¶ com' avria fatto il gallo di Gallura». ¶ Così
109
1321
e Sordello a sé il trasse ¶ dicendo: «Vedi là
110
1321
nostro avversaro»; ¶ e drizzò il dito perché 'n là
111
1321
qual diede ad Eva il cibo amaro. ¶ Tra l
112
1321
la privilegia, ¶ che, perché il capo reo il mondo
113
1321
perché il capo reo il mondo torca, ¶ sola va
114
1321
onde poi li Greci il dipartiro; ¶ che mi scoss
115
1321
Dallato m'era solo il mio conforto, ¶ e 'l
116
1321
Non aver tema», disse il mio segnore; ¶ «fatti sicur
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1321
purgatorio giunto: ¶ vedi là il balzo che 'l chiude
118
1321
ch'io dirizzava spesso il viso in vano. ¶ «Dite
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1321
in bene avanzi», ¶ ricominciò il cortese portinaio: ¶ «Venite dunque
120
1321
qual io paio. ¶ Era il secondo tinto più che
121
1321
buona voglia ¶ mi trasse il duca mio, dicendo: «Chiedi
122
1321
come tolto le fu il buono ¶ Metello, per che
123
1321
girone del proprio purgatorio, il quale luogo discrive l
124
1321
e aperti ¶ sù dove il monte in dietro si
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1321
sua sponda, ove confina il vano, ¶ al piè de
126
1321
lagrimata pace, ¶ ch'aperse il ciel del suo lungo
127
1321
gloria ¶ del roman principato, il cui valore ¶ mosse Gregorio
128
1321
convene ¶ ch'i' solva il mio dovere anzi ch
129
1321
i passi radi», ¶ mormorava il poeta, «molte genti: ¶ questi
130
1321
la superbia; dove nomina il conte Uberto da Santafiore
131
1321
l'ala, ¶ che secondo il disio vostro vi lievi
132
1321
noi venite, e troverete il passo ¶ possibile a salir
133
1321
doma, ¶ onde portar convienmi il viso basso, ¶ cotesti, ch
134
1321
parlava, ¶ si torse sotto il peso che li 'mpaccia
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1321
superbia qui si paga il fio; ¶ e ancor non
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1321
e ora ha Giotto il grido, ¶ sì che la
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1321
del nido. ¶ Non è il mondan romore altro ch
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1321
anzi che tu lasciassi il 'pappo' e 'l 'dindi
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1321
fin che 'l sofferse il dolce pedagogo. ¶ Ma quando
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1321
carro, sanza ch'altri il cacci. ¶ Mostrava ancor lo
141
1321
come, morto lui, quivi il lasciaro. ¶ Mostrava la ruina
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1321
basso e vile ¶ mostrava il segno che lì si
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1321
di me chi vide il vero, ¶ quant' io calcai
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1321
Eva, e non chinate il volto ¶ sì che veggiate
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1321
Zanche, ¶ che questi lasciò il diavolo in sua vece
146
1321
era, e con paura il metto in metro, ¶ là
147
1321
piante; ¶ altra, com' arco, il volto a' piè rinverte
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1321
la creatura ch'ebbe il bel sembiante, ¶ d'innanzi
149
1321
Dite», dicendo, «ed ecco il loco ¶ ove convien che
150
1321
dolenti. ¶ A quel dinanzi il mordere era nulla ¶ verso
151
1321
altri due c'hanno il capo di sotto, ¶ quel
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1321
Com' a lui piacque, il collo li avvinghiai; ¶ ed
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1321
travagliato, ¶ la gente grossa il pensi, che non vede
154
1321
è malvagio, ¶ e già il sole a mezza terza
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1321
a mane ha fatto il sol tragitto?». ¶ Ed elli
156
1321
Calïopè alquanto surga, ¶ seguitando il mio canto con quel
157
1321
vera, ¶ esser non puote il mio che a te
158
1321
che surge omai, ¶ prendere il monte a più lieve
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1321
che di lontano ¶ conobbi il tremolar de la marina
160
1321
persona di costoro nomina il Casella, uomo di corte
161
1321
allor che ben conobbe il galeotto, ¶ gridò: «Fa, fa
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1321
nghiottiva. ¶ Da poppa stava il celestial nocchiero, ¶ tal che
163
1321
poscia scripto. ¶ Poi fece il segno lor di santa
164
1321
Da tutte parti saettava il giorno ¶ lo sol, ch
165
1321
sue note; ed ecco il veglio onesto ¶ gridando: «Che
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1321
peccatori nomina tra costoro il re Manfredi.] ¶ Avvegna che
167
1321
la pioggia e move il vento ¶ di fuor dal
168
1321
i quali si nomina il Belacqua, uomo di corte
169
1321
piedi e man volea il suol di sotto. ¶ Poi
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1321
che da quel lato il poggio tutto gira. ¶ Sì
171
1321
feriti. ¶ Ben s'avvide il poeta ch'ïo stava
172
1321
lume conduce, ¶ tu vedresti il Zodïaco rubecchio ¶ ancora a
173
1321
da l'omero sinistro il carro mena?». ¶ Li atti
174
1321
Prima convien che tanto il ciel m'aggiri ¶ di
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1321
è udita?». ¶ E già il poeta innanzi mi saliva
176
1321
pensier, da sé dilunga il segno, ¶ perché la foga
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1321
venian gridando, «un poco il passo queta. ¶ Guarda s
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1321
credea: ¶ quel da Esti il fé far, che m
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1321
con buona pïetate aiuta il mio! ¶ Io fui di
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1321
a piede e sanguinando il piano. ¶ Quivi perdei la
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1321
sale dove 'l freddo il coglie. ¶ Giunse quel mal
182
1321
lo 'ntelletto, e mosse il fummo e 'l vento
183
1321
Mantua.] ¶ Quando si parte il gioco de la zara
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1321
e qual di dietro il prende, ¶ e qual dallato
185
1321
val perché ti racconciasse il freno ¶ Iustinïano, se la
186
1321
a l'arco; ¶ ma il popol tuo l'ha
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1321
lo comune incarco; ¶ ma il popol tuo solicito risponde
188
1321
ed erbe; dove nomina il re Carlo e molti
189
1321
fé». ¶ Così rispuose allora il duca mio. ¶ Qual è
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1321
vedi già come dichina il giorno, ¶ e andar sù
191
1321
mentre che l'orizzonte il dì tien chiuso». ¶ Allora
192
1321
dì tien chiuso». ¶ Allora il mio segnor, quasi ammirando
193
1321
attento e chino, ¶ quando il mio duca mi tentò
194
1321
che fecer di Montagna il mal governo, ¶ là dove
195
1321
e di Santerno ¶ conduce il lïoncel dal nido bianco
196
1321
verno. ¶ E quella cu' il Savio bagna il fianco
197
1321
cu' il Savio bagna il fianco, ¶ così com' ella
198
1321
alcun, s'i' odo il vero, ¶ sanza tema d
199
1321
fare ammenda; ¶ e certo il creder mio venìa intero
200
1321
intero, ¶ se non fosse il gran prete, a cui
201
1321
fine de la terra il suono uscie. ¶ Quando mi
202
1321
in che si paga il fio ¶ a quei che
203
1321
Guiscardo; ¶ e l'altra il cui ossame ancor s
204
1321
dove sanz' arme vinse il vecchio Alardo; ¶ e qual
205
1321
d'aequar sarebbe nulla ¶ il modo de la nona
206
1321
le man s'aperse il petto, ¶ dicendo: «Or vedi
207
1321
riguardarmi ¶ per maraviglia, oblïando il martiro. ¶ «Or dì a
208
1321
tu che forse vedra' il sole in breve, ¶ s
209
1321
non favella. ¶ Questi, scacciato, il dubitar sommerse ¶ in Cesare
210
1321
ma' conforti. ¶ Io feci il padre e 'l figlio
211
1321
giunte persone, ¶ partito porto il mio cerebro, lasso!, ¶ dal
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1321
tristizia ¶ fosse in Egina il popol tutto infermo, ¶ quando
213
1321
come ciascun menava spesso il morso ¶ de l'unghie
214
1321
che 'nsieme col regno il re fu casso, ¶ Ecuba
215
1321
sì come cane; ¶ tanto il dolor le fé la
216
1321
tirando, ¶ grattar li fece il ventre al fondo sodo
217
1321
Batista; ¶ per ch'io il corpo sù arso lasciai
218
1321
mastro Adamo li percosse il volto ¶ col braccio suo
219
1321
son gravi, ¶ ho io il braccio a tal mestiere
220
1321
falso, e tu falsasti il conio», ¶ disse Sinon; «e
221
1321
sieti reo che tutto il mondo sallo!». ¶ «E te
222
1321
sì t'assiepa!». ¶ Allora il monetier: «Così si squarcia
223
1321
de' giganti che guardano il pozzo de l'inferno
224
1321
l'inferno, ed è il nono cerchio.] ¶ Una medesma
225
1321
buona mancia. ¶ Noi demmo il dosso al misero vallone
226
1321
l'altro e dietro il braccio destro ¶ d'una
227
1321
premerei di mio concetto il suco ¶ più pienamente; ma
228
1321
Ma quelle donne aiutino il mio verso ¶ ch'aiutaro
229
1321
sì che dal fatto il dir non sia diverso
230
1321
la faccia; ¶ da bocca il freddo, e da li
231
1321
e da li occhi il cor tristo ¶ tra lor
232
1321
a cui fu rotto il petto e l'ombra
233
1321
sappi ch'i' fu' il Camiscion de' Pazzi; ¶ e
234
1321
fama, ¶ ch'io metta il nome tuo tra l
235
1321
disdegno, ¶ che quei faceva il teschio e l'altre
236
1321
maestro e donno, ¶ cacciando il lupo e ' lupicini al
237
1321
scorsi ¶ per quattro visi il mio aspetto stesso, ¶ ambo
238
1321
sotto 'l ciglio tutto il coppo. ¶ E avvegna che
239
1321
trade ¶ come fec' ïo, il corpo suo l'è
240
1321
un demonio, che poscia il governa ¶ mentre che 'l
241
1321
brollo, ¶ la fama nostra il tuo animo pieghi ¶ a
242
1321
fora; ¶ ché Guiglielmo Borsiere, il qual si duole ¶ con
243
1321
ti costa», ¶ rispuoser tutti, «il satisfare altrui, ¶ felice te
244
1321
io attendo e che il tuo pensier sogna; ¶ tosto
245
1321
e quivi si truova il demonio Gerione sopra '1 quale
246
1321
Gerione sopra '1 quale passaro il fiume; e quivi parlò
247
1321
procedendo di mio sguardo il curro, ¶ vidine un'altra
248
1321
l'anime lasse. ¶ Trova' il duca mio ch'era
249
1321
la scaldata cera, ¶ gridando il padre a lui «Mala
250
1321
da la man destra il gorgo ¶ far sotto noi
251
1321
descrive come è fatto il luogo di Malebolge e
252
1321
la cerchia che dintorno il volge. ¶ Nel dritto mezzo
253
1321
distinto in dieci valli il fondo. ¶ Quale, dove per
254
1321
testimonio, ¶ rècati a mente il nostro avaro seno». ¶ Così
255
1321
avaro seno». ¶ Così parlando il percosse un demonio ¶ de
256
1321
che pinghe», ¶ mi disse, «il viso un poco più
257
1321
a coloro che seguitano il sopradetto vizio, e dinomaci
258
1321
e strambe. ¶ Qual suole il fiammeggiar de le cose
259
1321
ché la vostra avarizia il mondo attrista, ¶ calcando i
260
1321
voi pastor s'accorse il Vangelista, ¶ quando colei che
261
1321
che da te prese il primo ricco patre!». ¶ E
262
1321
tragetto. ¶ Quivi soavemente spuose il carco, ¶ soave per lo
263
1321
CANTO XXI ¶ [Canto XXI, il quale tratta de le
264
1321
luogo; e cogliesi qui il tempo che fue compilata
265
1321
Qui non ha loco il Santo Volto! ¶ qui si
266
1321
I' vidi, e anco il cor me n'accapriccia
267
1321
l sorco; ¶ ma Barbariccia il chiuse con le braccia
268
1321
quei drizzò volando suso il petto: ¶ non altrimenti l
269
1321
del quale peccato sotto il vocabulo di due cittadini
270
1321
e li giudei sotto il nome d'Anna e
271
1321
fiamme accese, ¶ che prende il figlio e fugge e
272
1321
Aspetta, ¶ e poi secondo il suo passo procedi». ¶ Ristetti
273
1321
E a tal modo il socero si stenta ¶ in
274
1321
padre di menzogna». ¶ Appresso il duca a gran passi
275
1321
contro a' Pistolesi sotto il vocabulo di Vanni Fucci
276
1321
opera tacendo». ¶ Noi discendemmo il ponte da la testa
277
1321
mena ¶ che la memoria il sangue ancor mi scipa
278
1321
demon ch'a terra il tira, ¶ o d'altra
279
1321
vendetta croscia! ¶ Lo duca il domandò poi chi ello
280
1321
de le sue parole il ladro ¶ le mani alzò
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1321
che 'n mal fare il seme tuo avanzi? ¶ Per
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1321
l vidi, a pena il mi consento. ¶ Com' io
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1321
e da l'altra il dipela, ¶ l'un si
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1321
Quel ch'era dritto, il trasse ver' le tempie
285
1321
convenne. ¶ Quel che giacëa, il muso innanzi caccia, ¶ e
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1321
onde uscì de' Romani il gentil seme. ¶ Piangevisi entro
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1321
e percosse del legno il primo canto. ¶ Tre volte
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1321
primo canto. ¶ Tre volte il fé girar con tutte
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1321
avrai che sol passando il loto». ¶ Qual è colui
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1321
volvea co' denti. ¶ Quivi il lasciammo, che più non
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1321
Ed ei mi disse: «Il foco etterno ¶ ch'entro
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1321
venimmo in parte dove il nocchier forte ¶ «Usciteci», gridò
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1321
Allor chiusero un poco il gran disdegno ¶ e disser
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1321
fuor mi pinse ¶ veggendo il duca mio tornare in
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1321
volta, ¶ più tosto dentro il suo novo ristrinse. ¶ Attento
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1321
diverse; ¶ ma nondimen paura il suo dir dienne, ¶ perch
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1321
che di noi ¶ faccia il cammino alcun per qual
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1321
unghie si fendea ciascuna il petto; ¶ battiensi a palme
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1321
e disse: «Or drizza il nerbo ¶ del viso su
300
1321
a cui non puote il fin mai esser mozzo
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1321
ne porta ancor pelato il mento e 'l gozzo
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1321
fanno i sepulcri tutt' il loco varo, ¶ così facevan
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1321
vedrai». ¶ Io avea già il mio viso nel suo
304
1321
di costui già letto il nome; ¶ però fu la
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1321
Poi ch'ebbe sospirando il capo mosso, ¶ «A ciò
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1321
cotanto ancor ne splende il sommo duce. ¶ Quando s
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1321
dolce raggio ¶ di quella il cui bell' occhio tutto
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1321
saprai di tua vita il vïaggio». ¶ Appresso mosse a
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1321
mosse a man sinistra il piede: ¶ lasciammo il muro
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1321
sinistra il piede: ¶ lasciammo il muro e gimmo inver
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1321
un poco in prima il senso ¶ al tristo fiato
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1321
li assale. ¶ Di vïolenti il primo cerchio è tutto
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1321
palude pingue, ¶ che mena il vento, e che batte
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1321
e guidati sicuri oltre il fiume.] ¶ Era lo loco
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1321
chi creda ¶ più volte il mondo in caòsso converso
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1321
petto si mira, ¶ è il gran Chirón, il qual
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1321
è il gran Chirón, il qual nodrì Achille; ¶ quell
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1321
è Opizzo da Esti, il qual per vero ¶ fu
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1321
secondo». ¶ Poco più oltre il centauro s'affisse ¶ sovr
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1321
quindi fu del fosso il nostro passo. ¶ «Sì come
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1321
si spiega». ¶ Allor soffiò il tronco forte, e poi
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1321
e nomina qui spezialmente il re Capaneo scelleratissimo in
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1321
accorto ¶ ch'io domandava il mio duca di lui
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1321
aver vendetta allegra». ¶ Allora il duca mio parlò di
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1321
cui largito m'avëa il disio. ¶ «In mezzo mar
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1321
castelli, ¶ anzi che Carentana il caldo senta: ¶ a tale
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1321
arrostarsi quando 'l foco il feggia. ¶ Però va oltre
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1321
per tempo morto, ¶ veggendo il cielo a te così
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1321
rimaser quando ¶ fu fatto il nido di malizia tanta
330
1321
Se fosse tutto pieno il mio dimando», ¶ rispuos' io
331
1321
non deggio. ¶ Sieti raccomandato il mio Tesoro, ¶ nel qual
332
1321
che corrono a Verona il drappo verde ¶ per la
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1321
A le lor grida il mio dottor s'attese
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1321
E se non fosse il foco che saetta ¶ la
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1321
punti, ¶ così rotando, ciascuno il visaggio ¶ drizzava a me
336
1321
sì che 'n contraro il collo ¶ faceva ai piè
337
1321
de le virtù. Comincia il canto primo de la
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1321
m'avea di paura il cor compunto, ¶ guardai in
339
1321
èi posato un poco il corpo lasso, ¶ ripresi via
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1321
volto, ¶ anzi 'mpediva tanto il mio cammino, ¶ ch'i
341
1321
noia? ¶ perché non sali il dilettoso monte ¶ ch'è
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1321
auttore come trovò Virgilio, il quale il fece sicuro
343
1321
trovò Virgilio, il quale il fece sicuro del cammino
344
1321
dici che di Silvïo il parente, ¶ corruttibile ancora, ad
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1321
loco santo ¶ u' siede il successor del maggior Piero
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1321
sui, ¶ tanto m'aggrada il tuo comandamento, ¶ che l
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1321
è uo' ch'aprirmi il tuo talento. ¶ Ma dimmi
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1321
disse: - Or ha bisogno il tuo fedele ¶ di te
349
1321
che del bel monte il corto andar ti tolse
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1321
m'hai con disiderio il cor disposto ¶ sì al
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1321
fama degne, e come il demonio Caron li trae
352
1321
perduta gente. ¶ Giustizia mosse il mio alto fattore; ¶ fecemi
353
1321
per ch'io: «Maestro, il senso lor m'è
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1321
dolorose ¶ c'hanno perduto il ben de l'intelletto
355
1321
elle ¶ facevano un tumulto, il qual s'aggira ¶ sempre
356
1321
sorte. ¶ Fama di loro il mondo esser non lassa
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1321
che fece per viltade il gran rifiuto. ¶ Incontanente intesi
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1321
rigavan lor di sangue il volto, ¶ che, mischiato di
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1321
le sue spoglie, ¶ similemente il mal seme d'Adamo
360
1321
nel cieco mondo», ¶ cominciò il poeta tutto smorto. ¶ «Io
361
1321
E quei che 'ntese il mio parlar coverto, ¶ rispuose
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1321
e Zenone; ¶ e vidi il buono accoglitor del quale
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1321
che sì mi caccia il lungo tema, ¶ che molte
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1321
molte volte al fatto il dir vien meno. ¶ La
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1321
altra via mi mena il savio duca, ¶ fuor de
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1321
ruina, ¶ quivi le strida, il compianto, il lamento; ¶ bestemmian
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1321
le strida, il compianto, il lamento; ¶ bestemmian quivi la
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1321
sua legge, ¶ per tòrre il biasmo in che era
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1321
verranno». ¶ Sì tosto come il vento a noi li
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1321
perso ¶ noi che tignemmo il mondo di sanguigno, ¶ se
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1321
sanguigno, ¶ se fosse amico il re de l'universo
372
1321
quell' anime offense, ¶ china' il viso, e tanto il
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1321
il viso, e tanto il tenni basso, ¶ fin che
374
1321
quella lettura, e scolorocci il viso; ¶ ma solo un
375
1321
ci vinse. ¶ Quando leggemmo il disïato riso ¶ esser basciato
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1321
Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo, ¶ le bocche
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1321
sì che già trabocca il sacco, ¶ seco mi tenne
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1321
Io li rispuosi: «Ciacco, il tuo affanno ¶ mi pesa
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1321
più perfetta, ¶ più senta il bene, e così la
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1321
digrada: ¶ quivi trovammo Pluto, il gran nemico. ¶ CANTO VII
381
1321
in cui usa avarizia il suo soperchio». ¶ E io
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1321
persegue ¶ suo regno come il loro li altri dèi
383
1321
si vieta». ¶ Noi ricidemmo il cerchio a l'altra
384
1321
tanto ch'a pena il potea l'occhio tòrre
385
1321
posa serve; ¶ e quale il mandrïan che fori alberga
386
1321
che fori alberga, ¶ lungo il pecuglio suo queto pernotta
387
1321
in quelle, ¶ mi prese il sonno; il sonno che
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1321
mi prese il sonno; il sonno che sovente, ¶ anzi
389
1321
cantando dicea: ¶ «Sappia qualunque il mio nome dimanda ¶ ch
390
1321
occhi suoi, ¶ e disse: «Il temporal foco e l
391
1321
del fiume di Letè, il quale trovò nel detto
392
1321
a li occhi temperava il novo giorno, ¶ sanza più
393
1321
la prim' ombra gitta il santo monte; ¶ non però
394
1321
Tre passi ci facea il fiume lontani; ¶ ma Elesponto
395
1321
sospetto; ¶ ma luce rende il salmo Delectasti, ¶ che puote
396
1321
non li è rotto il cerchio d'alcun canto
397
1321
la bella donna torna' il viso. ¶ CANTO XXIX ¶ [Canto
398
1321
oro ¶ falsava nel parere il lungo tratto ¶ del mezzo
399
1321
Osanna'. ¶ Di sopra fiammeggiava il bello arnese ¶ più chiaro
400
1321
tal posta, ¶ che solo il fiume mi facea distante
401
1321
onde fa l'arco il Sole e Delia il
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1321
il Sole e Delia il cinto. ¶ Questi ostendali in
403
1321
in testa. ¶ Appresso tutto il pertrattato nodo ¶ vidi due
404
1321
da' cigli. ¶ E quando il carro a me fu
405
1321
a Dante e Virgilio il lasciò, e lo recitare
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1321
con vergogna compuntiva.] ¶ Quando il settentrïon del primo cielo
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1321
col respitto ¶ col quale il fantolin corre a la
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1321
perché d'amaro ¶ sente il sapor de la pietade
409
1321
fura ¶ passo che faccia il secol per sue vie
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1321
vigor terrestro. ¶ Alcun tempo il sostenni col mio volto
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1321
giovanetti a lui, ¶ meco il menava in dritta parte
412
1321
che avante li apparve il bagna.] ¶ «O tu che
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1321
men foga l'asta il segno tocca, ¶ sì scoppia
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1321
più forte, ¶ pon giù il seme del piangere e
415
1321
levai al suo comando il mento; ¶ e quando per
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1321
quando per la barba il viso chiese, ¶ ben conobbi
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1321
viso chiese, ¶ ben conobbi il velen de l'argomento
418
1321
fé nemica. ¶ Tanta riconoscenza il cor mi morse, ¶ ch
419
1321
mi porse. ¶ Poi, quando il cor virtù di fuor
420
1321
Come in lo specchio il sol, non altrimenti ¶ la
421
1321
paresti ¶ là dove armonizzando il ciel t'adombra, ¶ quando
422
1321
con le donne seguio il carro, e l'aguglia
423
1321
e l'aguglia percosse il carro, e una volpe
424
1321
forza mi fu vòlto il viso ¶ ver' la sinistra
425
1321
poi ch'al poco il viso riformossi ¶ (e dico
426
1321
trapassonne ¶ pria che piegasse il carro il primo legno
427
1321
che piegasse il carro il primo legno. ¶ Indi a
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1321
e 'l grifon mosse il benedetto carco ¶ sì, che
429
1321
che mal si torce il ventre quindi». ¶ Così dintorno
430
1321
binato: ¶ «Sì si conserva il seme d'ogne giusto
431
1321
d'ira crudo, ¶ disciolse il mostro, e trassel per
432
1321
CANTO XXXIII ¶ [Canto XXXIII, il quale si è l
433
1321
del Paradiso, escono verso il cielo.] ¶ 'Deus, venerunt gentes
434
1321
veggio certamente, e però il narro, ¶ a darne tempo
435
1321
sì che t'abbaglia il lume del mio detto
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1321
quello ¶ che si reca il bordon di palma cinto
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1321
si discorda ¶ da terra il ciel che più alto
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1321
più lenti passi ¶ teneva il sole il cerchio di
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1321
passi ¶ teneva il sole il cerchio di merigge, ¶ che
440
1321
poetica, cioè Appollo chiamato il deo de la Sapienza
441
1321
ne l'imagine mia, il mio si fece, ¶ e
442
1321
quei che puote ¶ avesse il ciel d'un altro
443
1321
credi; ¶ ma folgore, fuggendo il proprio sito, ¶ non corse
444
1321
de l'etterno valore, il qual è fine ¶ al
445
1321
porti. ¶ Questi ne porta il foco inver' la luna
446
1321
rivolse inver' lo cielo il viso. ¶ CANTO II ¶ [Canto
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1321
Voialtri pochi che drizzaste il collo ¶ per tempo al
448
1321
mirabil cosa ¶ mi torse il viso a sé; e
449
1321
accender ne dovria più il disio ¶ di veder quella
450
1321
vedrai sommerso ¶ nel falso il creder tuo, se bene
451
1321
essi, fa che dopo il dosso ¶ ti stea un
452
1321
la neve riman nudo il suggetto ¶ e dal colore
453
1321
scoverto, ¶ provando e riprovando, il dolce aspetto; ¶ e io
454
1321
quanto si convenne ¶ leva' il capo a proferer più
455
1321
sorrida», ¶ mi disse, «appresso il tuo püeril coto, ¶ poi
456
1321
questo regno, a tutto il regno piace ¶ com' a
457
1321
s'accende ¶ di tutto il lume de la spera
458
1321
sì che da prima il viso non sofferse; ¶ e
459
1321
ma tutti fanno bello il primo giro, ¶ e differentemente
460
1321
inteso, torse ¶ già tutto il mondo quasi, sì che
461
1321
se mille volte vïolenza il torza. ¶ Per che, s
462
1321
diva», ¶ diss' io appresso, «il cui parlar m'inonda
463
1321
a piè del vero il dubbio; ed è natura
464
1321
del viso tuo vinco il valore, ¶ non ti maravigliar
465
1321
nel bene appreso move il piede. ¶ Io veggio ben
466
1321
Dio e l'omo il patto, ¶ vittima fassi di
467
1321
Non prendan li mortali il voto a ciancia; ¶ siate
468
1321
così stolto ¶ ritrovar puoi il gran duca de' Greci
469
1321
Greci, ¶ onde pianse Efigènia il suo bel volto, ¶ e
470
1321
acqua vi lavi. ¶ Avete il novo e 'l vecchio
471
1321
com' agnel che lascia il latte ¶ de la sua
472
1321
lume che per tutto il ciel si spazia ¶ noi
473
1321
che de li occhi il traggi, ¶ perch' e' corusca
474
1321
perché aggi, ¶ anima degna, il grado de la spera
475
1321
ell' era. ¶ Sì come il sol che si cela
476
1321
entro le leggi trassi il troppo e 'l vano
477
1321
per voler di Roma il tolle. ¶ E quel che
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1321
rubro; ¶ con costui puose il mondo in tanta pace
479
1321
fu serrato a Giano il suo delubro. ¶ Ma ciò
480
1321
peccato antico. ¶ E quando il dente longobardo morse ¶ la
481
1321
e peregrina. ¶ E poi il mosser le parole biece
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1321
se 'l mondo sapesse il cor ch'elli ebbe
483
1321
etterno amore. ¶ Or drizza il viso a quel ch
484
1321
li occhi di ciascuno il cui ingegno ¶ ne la
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1321
convien che caggia. ¶ Solo il peccato è quel che
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1321
l'acqua, io veggio il foco, ¶ l'aere e
487
1321
giovane, re d'Ungheria, il quale si mostroe nel
488
1321
che la bella Ciprigna il folle amore ¶ raggiasse, volta
489
1321
io principio piglio ¶ pigliavano il vocabol de la stella
490
1321
a noi venir, lasciando il giro ¶ pria cominciato in
491
1321
dicesti: ¶ 'Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete'; ¶ e
492
1321
Così fatta, mi disse: «Il mondo m'ebbe ¶ giù
493
1321
Lo ben che tutto il regno che tu scandi
494
1321
Se ciò non fosse, il ciel che tu cammine
495
1321
son manchi, ¶ e manco il primo, che non li
496
1321
ancora: «Or dì: sarebbe il peggio ¶ per l'omo
497
1321
volando per l'aere, il figlio perse. ¶ La circular
498
1321
a Marte. ¶ Natura generata il suo cammino ¶ simil farebbe
499
1321
generanti, ¶ se non vincesse il proveder divino. ¶ Or quel
500
1321
refulgo ¶ perché mi vinse il lume d'esta stella