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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «il»

nautoretestoannoconcordanza
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altri...” cominciava a scusarsi il professore “ci elude continuamente
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incendiata tra le labbra. Il professore si confondeva di
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Benno senza neanche guardarci. Il professore stava con la
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guardare a lungo verso il camino. “Chissà se ci
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di tanto in tanto il professore. “Se capisce?” Mi
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quando lui guardava verso il camino annerito e il
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il camino annerito e il varco ancora più cieco
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la volta. “Ecco, è il momento!” incalzavo improvvisamente il
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il momento!” incalzavo improvvisamente il professore. “Posso irrompere fuori
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sublimato quella sua linguetta...” Il professore tendeva l’orecchio
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credevo che avesse gettato il solito ciocco, nel camino
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quel copricapo orientale, sotto il casco...» ¶ La stanza sbalzava
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dall’altra stanza solo il rumore della lucidatrice che
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gremita di vesti, spalancata. Il pavimento era tutto caramellato
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mormorare al mio fianco il professore, “non ho capito
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e due abbracciati dentro il fuoco, o se Anastasia
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fondo convesso, si sentiva il suo rumorino come di
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le faccine girate contro il filo del pavimento, tutte
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in avanti. ¶ Scorgevo appena il Gagà che parlava senza
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vede, mi hanno detto! Il tempo di farlo trasportare
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cominciamo con lui!” sospirò il professore. ¶ Avevamo già cominciato
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già cominciato a iniettare il cloruro di mercurio, l
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millennio!” provava a obiettare il professore. Si asciugava la
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fronte sudata, si sentiva il fuoco franare di tanto
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spegnerla qui?” chiedeva facendo il gesto di schiacciare la
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fermarlo un istante prima il professore. Vedevo Benno chinarsi
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di voci, si udiva il suono degli stivali delle
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metterla bene!” si lamentava il professore maneggiando la lingua
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una strisciolina di cuoio, il fiocco di quel tendaggio
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tendaggio, una posata...” Sentivo il professore smaniare, sospirare, mentre
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della sua mascherina annerita, il resto della sua carne
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sua carne intatta sotto il lampadario pieno di schegge
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a guardare, a respirare. ¶ Il professore chiuse gli occhi
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che abbiamo chiamato finora il professore, vedevo solo l
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cominciamo con lei! Prendi il coltello!”» ¶ «Ma poi con
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della sua bocca, con il fuoco. Gli ho staccato
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afferrato per le braccia il corpo del Gagà, lo
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faceva ruotare stecchito dentro il letto. ¶ «Mi aiuti a
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su per le ascelle il corpo del Gagà, e
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brandendo con una mano il deodorante. Scuoteva la bomboletta
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alcuni istanti, si sentiva il rumore di quella sfera
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montatura di colpo, sopra il volto. ¶ «Resti a portata
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riprendeva a spruzzare contro il piccolo lampadario, sugli specchi
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testa del Gagà trapanava il cuscino, la sua bocca
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ritornare. Si chinava sopra il cuscino, la sentivo un
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intero foglietto. ¶ «Questo è il numero del parrucchiere, questo
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perché dovevo alzare enormemente il braccio per riuscire a
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esagerato. Mi giravo verso il Gagà con gli occhi
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se si poteva vedere il chiarore delle nostre due
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potevano distinguere ancora quando il fuoco era acceso nel
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balenare...» ¶ «E anche qui il fuoco...» interloquii. ¶ «“Che cosa
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un filo di voce il professore. Entrava quella camerierina
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piccolo inchino. Sorrideva per il mio imbarazzo, allegramente. Ero
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pomeriggio, verso sera, quando il professore mi lasciava libero
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dice che è venuto il momento?” chiedevo con un
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girato di sbieco verso il caminetto. Non si capiva
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in tanto la bocca, il taglio delle labbra. “Che
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mia testa. “Sta facendo il ruttino, digerisce...” ¶ Salivano per
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mi bisbigliava all’orecchio il professore. “Quello è Feliks
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la mia testa, quando il camino rimaneva acceso più
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tanto in tanto con il tovagliolo. Uscivo dallo stanzino
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tutti aperti. Si sentiva il rumore di qualche vettura
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barbetta si stagliava contro il riflesso dell’acqua, sembrava
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nello stanzino segreto, davo il cambio a mia volta
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testina, sorrideva. ¶ “Qual è il tuo nome, compagna camerierina
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Si tolse le scarpe, il fazzoletto. Veniva via crepitando
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tornò di nuovo silenziosa. ¶ Il Gagà doveva essersi leggermente
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la grande vetrata, verso il parco. Lo scalone era
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capire bene, forse è il fuoco...” Continuavamo a fissare
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ci vede?” sentivo bisbigliare il professore. “Chissà cosa starà
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grandi auto bombate con il motore acceso giù nel
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nel parco. “Forse è il momento di agire!” bisbigliai
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un momento di troppo!” Il professore corrugava la fronte
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un filo di voce. Il professore continuava a stringere
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le persone. Mi mancava il respiro, i miei capelli
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portava di colpo contro il ventre... “Questo passaggio non
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di tanto in tanto il professore. Appoggiavo la nuca
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ad agire?” lo incalzavo. Il professore corrugava la fronte
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la scodella dalla sala. Il tempo passava, si può
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arrivava fino a sfiorare il soffitto a volta della
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a deflagrare quasi contro il soffitto. “Puoi uscire, se
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se vuoi...” sentivo che il professore mi sussurrava “puoi
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e indietro là sopra. Il cielo era pieno di
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arrivava fino a me il colore rosato delle sue
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fila di porte, per il vento. Si faceva vedere
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accendeva. Veniva dal parco il rumore di un’auto
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la mattina dopo con il volto in fiamme. Mi
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metà rampa, e sventolava il dispaccio con la mano
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camerierina, per un po’...» il Gagà riprese a biascicare
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bisbigliare d’un tratto il professore “mi pare che
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serie di quei passaggi, il sistema in cui tornano
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po’, si sentiva solo il rumore della lingua che
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considerava corrugando la fronte il professore. “C’è questa
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Anche la stagione cambiava, il parco si era coperto
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fuori dalla vetrata, anche il laghetto era tutto ghiacciato
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era tutto ghiacciato, vedevo il mio fiato espandersi e
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sbadigliare un istante dopo «il professore faceva scaricare i
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paese! Quante stelle!” sospirava il professore vicino a me
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è qui!” Ci mostrava il cadaverino di un neonato
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fermavamo a dormire durante il viaggio nelle izbe. “Guardate
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ad avvisarli ogni volta il professore. “Non ve la
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di fumo, tutti assieme!» ¶ Il Gagà si girava di
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girava di lato, anche il taglio della sua bocca
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po’ fatica a muovere il cucchiaio!» ammetteva un po
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sbarrati. «Gli deve infilare il cucchiaio più in fondo
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ritirarli!” mi dicevo suonando il campanello. Arrovesciavo la testa
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volta la cassa contro il portone, mentre già camminavo
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vede quasi più!» aveva il coraggio di rimproverarmi. ¶ 18 ¶ La
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fosse ormai finito. Invece il giorno dopo si vedeva
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del decesso...” sentivo fantasticare il professore durante i nostri
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la testa rovente sotto il casco!” ¶ «Imbalsamavamo durante gli
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gli scontri» stava dicendo il Gagà, che mi pareva
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punto di venire intercettato. Il professore corrugava la fronte
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proiettile che stava cercando il suo punto d’impatto
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mischia. Porgevo le soluzioni, il professore le iniettava nei
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essere colpito, gli passavo il coltello per l’eviscerazione
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un istante prima che il sublimato cominciasse a fare
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sublimato cominciasse a fare il suo effetto...» ¶ «Ma cosa
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non si vedeva neppure il taglio della sua bocca
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la testa in avanti. Il Gagà girò gli occhi
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stesse perdendo di nuovo il filo del racconto. ¶ «Un
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Dove dobbiamo andare?” domandò il professore. “A Mosca!” disse
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Mosca?” provò a obiettare il professore. “Ma ci sono
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più niente durante tutto il viaggio. Guardava fuori dal
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notte arrivava di nuovo. Il convoglio si fermava per
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tra la veglia e il sonno che il professore
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e il sonno che il professore si alzava per
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treno a parlargli, lungo il viaggio. La locomotiva riprendeva
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rotaie e traversine che il treno non doveva neppure
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siamo arrivati!” si animò il professore. L’uomo si
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testa del Gagà sopra il cuscino. ¶ «Arrivammo fino a
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dietro una piccola foresta. Il cancello si apriva, attraversammo
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cancello si apriva, attraversammo il parco... “Siamo a villa
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è quell’omino?” domandò il professore. L’altro socchiuse
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deglutire. “Quello è Vladimir Il’icˇ Ul’janov!”» ¶ Mi
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ancora più avanti, verso il letto. ¶ «Ma sei sicuro
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Lenin?» ¶ «Uscimmo nel corridoio. Il professore non riusciva a
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disse gettandosi quasi lungo il corridoio. Lo scalone era
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cosa dobbiamo fare?” balbettò il professore. “Il vostro lavoro
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fare?” balbettò il professore. “Il vostro lavoro!” rise Benno
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testa puntata. ¶ Sentii che il Gagà si stava girando
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quella riga che tagliava il disegno, a osservare bene
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distinguesse lo sportello contro il muro annerito dal camino
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passarci lo stesso contro il volto. Non so se
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avanti, viene fuori...” ¶ Staccai il piede dall’acceleratore, balzai
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con gli occhi sbarrati il campanello. ¶ La porta si
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sentito male!» ¶ E teneva il braccio levato, come per
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mentre volavo a pianterreno. ¶ Il cielo aveva quella luce
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donna!” pensai correndo verso il portone del locale, perché
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braccia. ¶ Corsi su per il largo scalone, oltrepassai un
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col fazzoletto premuto contro il volto. ¶ «C’è un
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in effetti...» si scusò il direttore, venendomi incontro attraverso
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direttore, venendomi incontro attraverso il salone tutto pieno di
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indietro la mano, tutto il braccio, come per liberare
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mormorai muovendomi avanti, e il cerchio si apriva, era
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sua testa era viola, il taglio della sua bocca
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quell’altra gamba!» ¶ Sollevava il lenzuolo di colpo, lo
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colpo, correvo a prendere il cappotto. ¶ «Si fermi ancora
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La donna si infilava il cappotto, scendeva a fare
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via per quasi tutto il giorno. Mi appisolavo sulla
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fissavo gli occhi sbarrati, il taglio tutto tirato della
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anche dal parrucchiere!» ¶ Guardavo il casco dei suoi capelli
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stanza. ¶ Sollevava di nuovo il lenzuolo. Storceva la bocca
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per sbaglio nel passare, il liquido si metteva per
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vorresti dire?» lo implorava. ¶ Il Gagà girava la testa
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Dovevo suonare per molto il campanello prima che il
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il campanello prima che il vice scendesse ad allontanare
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Stai trascurando un po’ il lavoro...» mi faceva notare
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conosciuto Lenin!» biascicava improvvisamente il Gagà. ¶ Lo guardavo senza
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in un certo senso...» ¶ Il Gagà mi guardava a
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parte. ¶ «Dovresti portarmi qui il telefono!» mi chiedeva indicando
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indicando un istante dopo il comodino. «Vorrei chiamare una
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una certa personcina...» ¶ Afferrava il ricevitore, ci bisbigliava dentro
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qualcosa, rosso in volto. Il taglio della sua bocca
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posare la testa sopra il cuscino sollevato, sorrideva con
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Ma forse era stato il Gagà stesso a svegliarmi
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fissarmi dal cuscino, e il taglio della sua bocca
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nessuno...» mi chinavo sopra il cuscino. «Dimmi quando è
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ha detto qualcosa?» chiedeva il Gagà con la testa
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mano, lo vedevo srotolare il foglietto, incontrollabilmente, il taglio
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srotolare il foglietto, incontrollabilmente, il taglio della sua bocca
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andavano a trovarla durante il pomeriggio, socchiudendo appena la
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domandare di nuovo, quando il Gagà si svegliava, e
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muoveva per un istante il taglio della bocca. I
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sorrideva. ¶ Si sentiva solo il rumore del nostro respiro
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un professore russo, ero il suo assistente...» ¶ «Ma che
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spiegava. ¶ La luce spiazzava. Il volto del Gagà era
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nascondeva per un istante il volto del Gagà, che
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potesse darmi un po’ il cambio per la notte
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d’acqua, segno che il frigorifero era rimasto per
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la piccola luce contro il muro, veniva dall’altra
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veniva dall’altra stanza il rumore del sonno profondo
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lo stesso?» mi chiedeva il vice, perché la macchina
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passanti. Incontravo di nuovo il Gagà, che si spostava
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fregava le mani per il freddo, bisbigliava qualcosa di
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col fazzoletto premuto contro il volto perché le finestre
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finestre erano spalancate per il cambio d’aria. ¶ «Dovresti
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la giacca sbottonata nonostante il freddo, e la camicia
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no con la testa. Il taglio della sua bocca
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esorbitanti, mentre si passava il fazzoletto ancora piegato, sulle
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alla fermata dell’autobus. ¶ Il bigliettaio aveva un dito
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Le ruote pigiavano piano il nastro della via, si
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ferma a mangiare!» annunciava il Gagà parlando da dietro
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letto era perfettamente ordinata. Il Gagà si toglieva le
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con entrambe le mani. Il taglio della sua bocca
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diceva continuando a massaggiarsi il piede gelato. ¶ «No, mi
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modo diverso dagli altri il fazzoletto, bastava il portamento
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altri il fazzoletto, bastava il portamento... facevo anche assalti
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dire andando a prendere il barattolo del borotalco sulla
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figlia!» interloquivo di nuovo. ¶ Il Gagà cominciava a nebulizzarsi
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Gagà cominciava a nebulizzarsi il borotalco sui piedi, premendo
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piedi, premendo più volte il barattolo molle. ¶ «Sai, me
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mano da intenditore, allungando il braccio dentro gli armadi
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si era lavata via il fango della marcia, e
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di tanto in tanto il cadavere ancora caldo di
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dal quale si vedeva il cielo stellato. Si sentivano
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d’acqua proprio sotto il balcone. “Ma perché stai
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elegante” mi ha risposto.» ¶ Il Gagà s’interrompeva un
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la camera più bella, il letto più morbido, le
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era al mio fianco. Il letto era vuoto. Mi
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quel torrente, si sentiva il rumore dell’acqua che
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a brandelli, forse, oppure il cadavere di qualche uomo
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guardando?” Si sentiva solo il rumore dell’acqua che
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che scorreva. Ha alzato il braccio. “Che cos’è
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ha detto senza girarsi...» ¶ Il Gagà s’interrompeva di
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niente... Tu non sai il più bello!» diceva girandosi
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a mangiare!» mi diceva. ¶ Il tavolo di cucina era
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cucina era già apparecchiato, il cibo già nei piatti
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stanza si sentiva solo il rumore dei piatti, dei
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no, resta ancora!» diceva il Gagà girandosi per guardarmi
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della mia presenza. ¶ Accendeva il televisore, mi faceva sedere
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sparecchiare, stava voltata contro il vetro della finestra, non
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sì, adesso vado!» ripetevo. ¶ Il Gagà continuava a dormire
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rumore, e scappavo con il cappotto per metà infilato
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della porta e vedevo il pianerottolo tutto pieno di
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quando veniva ad aprire il portone della sede, «liberare
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erano accese. Mi toglievo il cappotto, lo scuotevo. Fuori
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quel mediatore...» sentivo che il vice stava dicendo, molto
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badile!» ¶ Provai a muovere il volante, accelerai ancora un
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più... Senza toccare neanche il volante, a ruote ferme
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braccio sul suo schienale. Il cliente poteva intravedere il
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Il cliente poteva intravedere il mio volto di sbieco
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tergicristalli, se era venuto il momento di accendere le
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di contatti?» si interessava il cliente, all’improvviso. «Faccia
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tuffava la testa sotto il cofano. Si sentiva anche
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stava tirando con forza il fascio dei fili avvelenati
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sapevo cosa aveva combinato il cliente con l’impianto
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era tutta appannata per il calore delle due stufette
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solo per la provincia, il giorno dopo, col pacco
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graspe era ghiacciata. Suonavo il clacson, perché cominciava a
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in silenzio verso Bindra. ¶ Il portone era già bloccato
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la cassa, dovevo suonare il campanello più volte, per
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hai messo!» esclamavo, quando il vice veniva finalmente ad
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fianco nel tardo pomeriggio. Il vento ci faceva volare
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fino alla vicina distilleria. ¶ Il campanello riprendeva a suonare
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la Signora si toglieva il cappotto, posava la borsetta
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Si girava piangendo verso il secchiaio, se era rimasto
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mi cominciava a parlare. Il bagliore delle stufette le
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delle stufette le accendeva il contorno del volto, dei
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un po’ con noi...» ¶ Il bagliore delle stufette rischiarava
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perché lei non sentisse il rumore dalla sua stanza
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seni schiacciati espandersi contro il suo petto, contro quel
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parecchia, questa notte!» disse il vice, che era salito
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Devo salire a liberare il tetto!» si ricordò d
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di scopa, si infilò il cappotto prima di ribaltare
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cappotto prima di ribaltare il lucernario. ¶ «È tutto bianco
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testa. Si scorgeva appena il suo volto contro il
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il suo volto contro il pulviscolo di neve, si
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sul marciapiede. ¶ In cucina il latte era già nelle
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era già nelle scodelle. Il volto del vice era
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era ancora arrossato, per il freddo. La stufetta incominciava
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Non è ancora passato il mediatore...» mi ricordai d
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sarà rimasto a letto!» ¶ 17 ¶ Il Gagà ¶ «La sede è
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quando lo intercettavo sotto il locale da ballo. ¶ Scuoteva
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occhi, alle mie spalle, il taglio della sua bocca
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uscita dal locale. ¶ Trattenevo il respiro, passando sotto i
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là dentro...» si scusava il Gagà, perché veniva da
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poltroncina mentre si cambiava. ¶ Il Gagà stava girato di
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dopo un po’. ¶ Posava il pettine, si passava entrambe
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non si capiva se il taglio della sua bocca
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strade, la pistola sotto il giubbotto di cuoio, saltando
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camicie a righe con il colletto a punte lunghe
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col fucile mitragliatore sotto il trench, o mi gettavo
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tenere l’arma lungo il fianco, l’altra attorno
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hanno cominciato a chiamarmi il Gagà...» ¶ Prendeva in mano
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neve continuava a cadere. Il cubo del balconcino ne
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del balconcino ne aveva il pavimento concavo, come un
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Posavo gli occhiali sopra il tavolo prima di calare
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provai a mormorare, «riunirò il direttivo, metterò all’ordine
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all’ordine del giorno il problema della ricerca di
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sedia su un tavolino, il tavolino su un tavolo
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tutto quanto! Pulizia generale!» ¶ Il vice continuava a tossire
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continuava a tossire. ¶ «Mettiti il fazzoletto sulla bocca! Va
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andare tutto piegato verso il rubinetto, dopo avere riempito
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se ne sarebbe sentito il rumore neanche a stare
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farti male!» si raccomandava il vice con un filo
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ritaglio di bandiera contro il volto. ¶ Il mozzicone di
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bandiera contro il volto. ¶ Il mozzicone di scopa era
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sopra gli scaffali. ¶ Anche il vice si era accostato
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vediamo se sono compilate!» ¶ Il vice si era seduto
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qui dentro?» chiesi ancora. ¶ Il vice si grattò la
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quando può essere successo?» ¶ Il vice si stropicciò gli
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un certo periodo addirittura il Centro...» ¶ «Si sarebbe saputo
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Si sarebbe saputo!» protestai. ¶ Il vice stava girato di
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questi soldi?» domandavo, mentre il vice sfilava la busta
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Si può?» chiedeva gentilmente il mediatore, affacciandosi proprio in
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al salone, dalla strada. ¶ «Il portone era aperto...» si
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entrando così inaspettato che il vice non faceva neanche
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ansimare, per un po’. Il vice stava impalato al
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della sala, dovevo afferrargli il braccio di colpo perché
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pareva di sentir borbottare il mediatore. ¶ Chinavo la testa
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fosse dalla sedia. Vedevo il vice spostarsi verso la
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proponeva un istante prima il mediatore. ¶ Il volto del
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istante prima il mediatore. ¶ Il volto del vice impallidiva
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braccia aperte. ¶ Mi consegnava il foglietto con l’indirizzo
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una piccola smorfia, controluce. Il vice sospirava, il vetro
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controluce. Il vice sospirava, il vetro del parabrezza si
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Dovrebbe accendere un po’ il riscaldamento!» suggeriva da dietro
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riscaldamento!» suggeriva da dietro il mediatore. ¶ Giravo la levetta
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mediatore. ¶ Giravo la levetta, il clacson cominciava a suonare
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pare!» constatava da dietro il mediatore. ¶ «I fili sono
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provato a spennellarli con il veleno?» ¶ «Lo faccio sempre
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poteva impedirsi di interloquire il vice con un filo
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a poco i marciapiedi. Il cappello del mediatore occupava
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perché se ne accorgesse. ¶ «Il cappello!» dovevo dire alla
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una villetta. Si metteva il cappello prima di suonare
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bombate, prive di braccioli. Il mediatore cominciava a parlare
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vassoio pieno di biscotti. Il vice faceva appena in
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si affrettava a rassicurarla il mediatore. ¶ Lo trovavamo seduto
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trovavamo seduto nella macchinina. Il mediatore si metteva di
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domandare. ¶ Scuoteva la testa, il taglio della sua bocca
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gentile...» ¶ Mi dovevo fermare. Il mediatore faceva accomodare il
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Il mediatore faceva accomodare il cliente sul sedile di
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sta facendo passare per il suo autista!” mi rendevo
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vicino...» ¶ Salivamo sull’auto. Il mediatore mi indicava che
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posto al suo fianco. Il sedile accanto al mio
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cosa c’è scritto!» ¶ Il vice tornava a posare
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animavo. ¶ Non capivo se il vice impallidiva oppure arrossiva
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in strada, accendevo improvvisamente il motore dell’auto, per
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al vice girandomi verso il sedile di fianco. ¶ “Elemento
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in alto di dove il piede se li aspettava
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diceva la donna con il cranio fasciato che mi
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parole sulla porta. Fissavo il suo cranio rasato, scorgevo
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Saltavo sull’auto, ripartivo. Il sedile era tutto infossato
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per arrivare a stringere il volante. ¶ «Ah... bene, sei
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più a parlare. Premevo il clacson, perché era venuto
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clacson, perché era venuto il momento di accendere le
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continuava a filare. ¶ «Graspe?» ¶ Il vice faceva di sì
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aspetto in macchina» diceva il vice impallidendo di nuovo
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di chiudere le ante. Il motore esitava un istante
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diceva la donna con il cranio bendato. ¶ La cucina
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trovato?» provava a domandare il vice quando tornavo nell
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solo, suonavo senza fiatare il campanello. ¶ «È appena tornato
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da questa parte!» sentivo il Gagà gridare dalla stanza
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istante mentre faceva entrare il suo grosso piede nella
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di fronte alla specchiera, il taglio della sua bocca
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sedile. Sbirciava per tutto il viaggio verso lo specchietto
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toccava con una mano il taglio della bocca, macchinalmente
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bocca, macchinalmente, si passava il fazzoletto stirato sulle scarpette
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sulle scarpette da ballo. Il suo corpo barcollava un
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alle due stufette. Anche il nostro respiro cessava a
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poco di vaporizzarsi. Guardavo il vice intento a masticare
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a masticare con gusto il suo pezzo di frittata
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cercavo di orientarle meglio. Il vice si slacciava il
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Il vice si slacciava il cappotto, anche il colletto
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slacciava il cappotto, anche il colletto della camicia tutto
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Sarà in casa, adesso!» ¶ Il piatto gli scappava di
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intontito, per un po’. Il vice stava rannicchiato, non
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le sbatteva con furia il cranio contro il pavimento
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furia il cranio contro il pavimento, nell’orgasmo, liberava
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l’altro sedile. ¶ Sentivo il vice sospirare al mio
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tranquillizzarlo. «Ritorniamo in sede.» ¶ Il campanello aveva cominciato improvvisamente
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cominciato improvvisamente a suonare. ¶ Il vice sporse la testa
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sporse la testa oltre il cubo del balconcino che
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stanza. Mi pareva che il campanello avesse cessato di
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No.» ¶ Un istante dopo il campanello riprese a suonare
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Signora mi aveva preso il braccio per riuscire a
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una mano per indicare il giro delle pareti, del
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portata le mani contro il volto. ¶ «... ma vedrà che
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piano per volta, prima il salone d’ingresso, poi
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testa della donna. Sentivo il suo volto tutto un
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tatuata sul petto!» ¶ Sentivo il cuore pulsare più forte
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capivo dov’era finito il vice, perché non veniva
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vice, perché non veniva il minimo rumore dal resto
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chiedevo. ¶ Sollevava un po’ il braccio, come se stesse
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la mano che manovrava il cacciavite, solo la punta
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un po’, o addirittura il giorno dopo, mentre stavamo
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a pianterreno!» ¶ Si soffiava il naso con un pezzetto
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e ingiallite, ormai sfaldate...” ¶ Il campanello cominciò improvvisamente a
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un filo di voce. ¶ Il campanello continuava a suonare
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Eppure questo non è il giorno del furgone...” mi
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cubo del balcone. ¶ «È il mediatore!» ¶ «Il mediatore?» ¶ Mi
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balcone. ¶ «È il mediatore!» ¶ «Il mediatore?» ¶ Mi guardava allarmato
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man mano che scendevo. ¶ Il campanello continuava a suonare
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senza parlare. ¶ Si tolse il cappello, si passò una
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la sala, e sventolare il cappello su una delle
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ripristinando quella macchinina...» ¶ Teneva il grande cappello sulle ginocchia
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là dietro, non fiatava. ¶ Il mediatore fece un piccolo
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ancora una volta verso il mediatore. ¶ «C’è il
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il mediatore. ¶ «C’è il problema degli affitti arretrati
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enormemente gli occhi, perché il mediatore fece un gesto
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spalancata. ¶ «Ma tu sei il vecchio dirigente?» domandai. ¶ Scosse
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di mangiare. ¶ «No, ero il suo vice.» ¶ “Lo eri
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si abbassava, scorgevo appena il contorno della sua testa
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finito!» disse andando verso il secchiaio, col suo piatto
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No, sono le stelle.» ¶ 15 ¶ Il vice ¶ Diedi un’ultima
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motore, prima di abbassare il cofano. Mi andai a
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girando la testa verso il vice. ¶ Stava leggermente ingobbito
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Stava leggermente ingobbito contro il portone della sede, guardava
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scartavetrata. ¶ Girai la chiavetta, il motore cominciò quasi all
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partiamo!» dissi, e anche il mio volto era girato
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come tutto pestato contro il parabrezza. ¶ «Facciamo scaldare il
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il parabrezza. ¶ «Facciamo scaldare il motore ancora un po
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ancora un po’...» consigliò il vice «è stata ferma
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hai acceso i tergicristalli?» il vice trovò la forza
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po’. ¶ «Veramente avevo acceso il lampeggiatore, per uscire...» ¶ La
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del vice tremava contro il parabrezza, guardava fuori tutta
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Ti insegnerò a spennellare il veleno per topi sopra
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sopra i fili!» ¶ Stringevo il volante con infinito stupore
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tanto la testa verso il vice. ¶ «Lo vedi che
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Hai portato l’elenco?» ¶ Il vice fece di sì
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di lavoro» cominciai, «trovare il modo di inserirci in
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parlare. ¶ Mi girai verso il vice, perché mi era
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Non so se è il caso di fermarlo...» mormorò
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caso di fermarlo...» mormorò il vice. ¶ Balzai fuori dall
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vivo qualcuno!» esclamò vacillando. ¶ Il suo stomaco sporgeva bombato
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fiatare. Alle sue spalle il locale aveva tutta una
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scorrere ancora una volta il blocco delle domande di
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testa di colpo, verso il vice. ¶ «Hai visto qui
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per molto le domande. Il vice tornava a sedersi
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della sua stufetta, anche il suo volto cominciava a
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erano sfuggite, appunti per il reclutamento. ¶ «Guarda cosa c
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di andare volando verso il primo negozio che avrei
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mi accucciavo per guardare il corpo del topo girato
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e là sul pavimento il luccicare di qualche trappola
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balzi per mangiarlo. Battevo il piede sul pavimento, per
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pavimento, per farlo allontanare. Il topo mi fissava perplesso
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biro, recuperavo con cura il pezzo di formaggio. ¶ La
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giro per la sede...” Il cuore mi riprendeva a
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sempre recuperare qualcosa, spostando il musetto gelato, stilizzato. ¶ Salivo
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vecchia, nell’attesa, e il Gatto mi guardava in
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per prendere al volo il pacco dei giornali. ¶ «E
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mi avevi detto che il Centro non c’è
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gambe. ¶ «Puoi mettere dentro il furgone! Puoi fermarti a
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Puoi fermarti a mangiare!» ¶ Il motore era acceso, l
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in ritardo! Devo continuare il mio giro!» ¶ Sollevavo la
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Veniva dal secchiaio solo il tamburellare di una goccia
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lontano della sede, per il vento...” Si vedeva infatti
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stanzone del secondo piano. Il mio respiro cessava, i
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che nello stesso tempo il mio volto stava incontrollabilmente
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accostavo l’orecchio. Solo il frusciare del vento veniva
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vento veniva dalla strada, il cigolare del piccolo lampione
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manubrio con le mani, il mio corpo cominciava a
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capovolto nell’aria per il contraccolpo. Il motore cominciava
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aria per il contraccolpo. Il motore cominciava a rombare
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motore cominciava a rombare. Il volto mi pizzicava più
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pizzicava più forte per il sangue, mentre già manovravo
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dappertutto, le ruote scheggiavano il filo fumante dei gradini
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più, quando capivo che il motore era sul punto
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e tossendoci dentro per il fumo degli scarichi. Attraversavo
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le ginocchia schiacciate contro il serbatoio mentre passavo da
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e rombando fin dentro il cubo del balconcino ancora
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Facevo salire di giri il motore, prima di rientrare
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Sentivo sotto le dita il filo della candela, la
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stanza all’altra. Neppure il fragore del motore riusciva
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quanto restava della moto, il gomito puntato, i nervi
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dire...” ¶ Spazzolai tutto quanto il salone con la gamba
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si vede chi è...” ¶ Il ragazzo mi guardava senza
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fiatare, vedevo da dietro il suo collo sottile spuntare
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sala a pianterreno, anche il portone. La giornata era
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poca distanza dalla sede. Il ragazzo mi precedeva barcollando
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vista d’occhio per il tepore dell’aria, della
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è la macchinina gialla!» ¶ Il ragazzo abbassò leggermente la
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Ero riuscito a sollevare il cofano tutto scentrato. ¶ «Il
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il cofano tutto scentrato. ¶ «Il motore non è stato
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i mozzi delle ruote. ¶ Il ragazzo si era chinato
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ribattei. ¶ Mi piegai sotto il cofano, tirai la matassa
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Mi portava a visitare il suo stanzino. Bisognava scavalcare
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sbudellata. ¶ «Ti scaldavi anche il mangiare, qui dentro...» constatavo
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come facevi a procurarti il mangiare?» ¶ «Uscivo poco prima
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sala, e veniva soltanto il rumore di una goccia
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strade erano tutte gremite, il rumore del traffico era
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attutito dalla luce. Controllavo il primo degli indirizzi che
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fermarmi, cercavo di leggere il nome della strada senza
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edificio tutto traforato. Controllavo il numero ancora attaccato vicino
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ripetuto a fianco con il gesso. “Ma questo edificio
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vaniglia. Allungavo un po’ il collo, mi affacciavo. «Che
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incalzavo. L’uomo agitava il braccio più volte, per
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dalla chiesa, dopo che il padre priore avrà battuto
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Tiravo fuori di tasca il portafoglio, anche se non
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quella lampadina della moto, il detersivo...” ¶ Scendevo un’ultima
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cercare questa ragazza con il morbillo...” mi dicevo dopo
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a suo tempo per il reclutamento. ¶ “C’è scritto
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a guardare di nuovo il numero sulla targhetta di
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piena di raggi frantumati. ¶ Il portone era aperto. Mossi
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gradini con lo straccio. Il cuore mi batteva più
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Questo dovrebbe essere già il secondo piano, se sono
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riuscito a tenere bene il conto...” ¶ Ancora qualche gradino
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gradino. Mi arrestai. ¶ “Anche il nome è lo stesso
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muoveva tutta sfrangiata verso il campanello. ¶ “Ecco... ho suonato